Pipino I di Aquitania

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Versione del 4 set 2023 alle 21:19 di Botcrux (discussione | contributi) (Bot: sistemo spazii fra {{Box successione}} e altro template)
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Pipino I
moneta di Pipino I
Re dei Franchi di Aquitania
In carica814838
PredecessoreLudovico il Pio
SuccessorePipino II
Nascita797
MortePoitiers, 13 dicembre 838
Luogo di sepolturaChiesa di Santa Redegonda Poitiers, Francia
DinastiaCarolingi
PadreLudovico il Pio
MadreErmengarda di Hesbaye
ConiugeRingarda o Ingeltrude
FigliPipino II
Carlo
Berta e
un'altra figlia

Pipino (797Poitiers, 13 dicembre 838) fu re dei Franchi di Aquitania dal 817 all'838.

Secondo la Vita Hludowici Imperatoris[1], era il figlio secondogenito del re d'Aquitania e futuro imperatore Ludovico il Pio e di Ermengarda[2] (780-818), figlia del conte di Hesbaye[3], Ingramm (o Ingerman o Enguerrand, nipote di Rotrude, moglie di Carlo Martello) e di Edvige di Baviera.

L'Europa alla morte di Carlomagno

Nell'814 ricevette dal padre, divenuto imperatore, l'incarico di governare, pur se affiancato da alcuni funzionari franchi, il regno d'Aquitania[4].

Nell'817, alla dieta di Aquisgrana, l'imperatore Ludovico il Pio, con la Divisio Imperii, concesse il titolo imperiale[5] al suo primogenito Lotario, del quale, con l'incoronazione a imperatore aggiunto, fu sancita la superiorità sui fratelli[6], mentre al secondogenito, Pipino, concesse la sovranità, con il titolo di re, sull'Aquitania, il Tolosano e la Settimania (Aequitaniam et Wasconiam et markam Tolosanam totam, et…comitatos quatuor…in Septimania Carcassensem, et in Burgundia Augustudunensem et Avalensem et Nivernensem)[7], che già governava, e al terzogenito, Ludovico, che sarà detto il Germanico, concesse la sovranità, con il titolo di re, sulla Baviera, la Carinzia e la Boemia[8], che prima era governata dal primogenito Lotario[9]. Questa suddivisione, conosciuta anche come Ordinatio imperii, fu ratificata dall'imperatore a Nimega nell'819.

Pipino, prendendo possesso del regno, chiese al duca di Guascogna Garcia e poi, alla sua morte nell'818, al suo successore Lupo III, di riconoscere l'autorità regale dell'Aquitania sulla Guascogna. Al rifiuto del duca di Guascogna di sottomettersi a Pipino I, l'imperatore stesso bandì dal suo regno Lupo III, che si ribellò[10], e nell'819 Pipino I entrò in armi in Guascogna, con il conte Berengario di Tolosa ed il conte d'Alvernia, Guerino[10], che sconfissero Lupo e misero in fuga parecchi dei suoi sostenitori, tra cui suo fratello Gersando[11], che fu ucciso durante la fuga[5]. Lupo III, accusato di slealtà, fu immediatamente deposto ed esiliato[5] e Pipino diede la Guascogna in amministrazione al conte di Tolosa, Berengario il Saggio.

Nell'822 Pipino sposò Ringarda[4] (o Ingeltrude[12]), che, secondo la Vita Hludowici Imperatoris[1], era la figlia del conte Teodoberto[13] di Madrie[14] ( † 775/85) e la sorella di Roberto, signore di Sesseau, nel Berry, uno dei nobili più importanti alla corte del re d'Aquitania, Pipino I[15], che lo storico francese, Christian Settipani, esperto di genealogie, identifica con Roberto il Forte, futuro marchese di Neustria.
Pipino, sempre in quello stesso anno, dopo le nozze, andò a prendere possesso del suo regno[13][14].

Alla sua corte furono graditi gli artisti, tra cui il poeta e monaco Ermoldus Nigellus, che lo accompagnò nella campagna di Bretagna dell'824.ma ben presto morì.

Nell'829, dopo la dieta di Worms, l'imperatore Ludovico inserì nella divisione dell'impero in tre parti, fatta ad Aquisgrana, una quarta porzione per l'ultimo dei suoi figli, nato nell'823, Carlo il Calvo.

Nell'agosto dell'829, Bernardo di Settimania era stato chiamato a corte a sostituire il nuovo re d'Italia, Lotario I[16], nella custodia del figlio minore di Ludovico il Pio[17], Carlo il Calvo[18].
Sembra inoltre che, secondo il cronista Thegano, i parecchi nemici (molti dei collaboratori del co-imperatore Lotario) non tardarono a mettere in giro la voce che Bernardo fosse divenuto l'amante dell'imperatrice, Giuditta di Baviera[17], che fu chiusa in un monastero[17], anche perché i di lei fratelli, Corrado e Rodolfo, anche loro tonsurati e chiusi in un monastero[17], da quando Bernardo era ciambellano avevano fatto rapida carriera a corte.
Allora, nell'830, secondo la Vita Hludowici Imperatoris, Pipino I di Aquitania, per vendicare lo sgarbo fatto al padre, raccolto un esercito di Guasconi e Neustriani si apprestò a marciare contro l'imperatore per punire la matrigna ed uccidere Bernardo[19], mentre, secondo gli Annales Bertiniani, Bernardo e l'imperatore, lasciata Aquisgrana, stavamo avanzando verso la Bretagna[20] per una spedizione contro i Bretoni, riottosi a riconoscere l'autorità dell'imperatore, per riunirsi a Parigi col resto dell'esercito[21].
Pipino I di Aquitania, il quale era anche stato convinto da Wala che Bernardo volesse portargli via il regno[22], si riunì al fratello Lotario I, proveniente dall'Italia, poi i due si avviarono verso Parigi per scalzare Ludovico il Pio ed uccidere Bernardo[21] che, sentendosi seriamente minacciato, si trovò costretto a fuggire e ritornare nei suoi domini, a Barcellona[21] ed in Settimania[9]. A loro si unì il terzo fratello, Ludovico II il Germanico. Si scontrarono col padre (che era di ritorno dalla campagna di Bretagna) a Compiègne. Ludovico il Pio fu catturato, ma la ribellione fallì per il disaccordo fra i tre fratelli.

Nel novembre dell'831, dopo che l'imperatore a febbraio, nella dieta di Aquisgrana, aveva trionfato, Pipino I di Aquitania, con l'appoggio di Bernardo di Settimania, che nel frattempo era stato esiliato in Spagna[23], si ribellò all'imperatore; questi dovette prima soggiogare l'altro figlio ribelle, Ludovico il Germanico, che aveva sollevato la Baviera, poi sconfisse (832) Pipino e Bernardo, che si dovettero presentare all'imperatore. Mentre, secondo la Vita Hludowici Imperatoris[1], Bernardo fu spogliato di tutti i suoi possedimenti[24], che furono concessi al conte di Tolosa Berengario il Saggio, che si era schierato con l'imperatore, Pipino fu imprigionato e il suo regno fu dato a Carlo il Calvo[24].
Gli Aquitani però attaccarono la scorta che conduceva Pipino I alla prigione di Treviri e riuscirono a liberarlo. L'esercito imperiale non riuscì a ricatturarlo, anzi fu cacciato fuori dall'Aquitania[24] e, l'anno seguente, si unirono a Pipino i fratelli Lotario I e Ludovico II il Germanico, che con l'assistenza dell'arcivescovo di Reims, Ebbo, nell'833 deposero il padre e proclamarono imperatore Lotario, dividendosi il regno in tre parti.
Subito però si manifestarono dissapori tra i fratelli e Pipino e Ludovico il Germanico si riaccostarono al padre, il deposto imperatore, Ludovico, ed il primo di marzo dell'834 Ludovico il Pio fu reintegrato sul trono imperiale e Pipino ritornò ad essere solo re d'Aquitania[25]. Il 15 marzo 834, Pipino fu reintegrato re d'Aquitania, a Quierzy-sur-Oise[4].

Tra l'837 e l'838, il regno di Pipino I fu ridotto di estensione in quanto una parte dei territori fu sottratta al regno di Aquitania da Ludovico il Pio che ne fece dono a Carlo il Calvo[26].

Secondo Ademaro di Chabanne, gli Annales Bertiniani ed il Chronicon Sancti Maxentii Pictavinis, Pipino morì poco dopo, il 13 dicembre 838[27], lasciando due figli, Pipino II e Carlo[28]; Pipino fu sepolto nella Chiesa di Santa Redegonda a Poitiers[29]. Secondo lo storico esperto di genealogie, Christian Settipani, Ludovico il Pio, alla morte di Pipino I, avocò all'impero il regno d'Aquitania e lo assegnò al quarto figlio, Carlo il Calvo, figlio della seconda moglie, Giuditta; ma i nobili di Aquitania proclamarono re il figlio di Pipino I, Pipino II.

A Pipino I l'Ermoldi Nigelli Carmina ha dedicato una laude[30].

Pipino I ed Ingeltrude ebbero quattro figli[4][12]:

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Pipino il Breve Carlo Martello  
 
Rotrude di Treviri  
Carlo Magno  
Bertrada di Laon Cariberto di Laon  
 
Gisella di Laon  
Ludovico il Pio  
Geroldo di Vintzgau  
 
 
Ildegarda  
Emma d'Alemannia Hnabi  
 
 
Pipino I di Aquitania  
Sigram di Hesbaye  
 
 
Ingramm di Hesbaye  
 
 
 
Ermengarda di Hesbaye  
 
 
 
Rotrude  
 
 
 
 
  1. ^ a b c La Vita Hludowici Imperatoris sono due biografie, dalla nascita all'840, dell'imperatore Ludovico il Pio, scritte, in latino, da due monaci, uno anonimo, conosciuto come "l'Astronomo", mentre del secondo si conosce il nome: Thegano.
  2. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus II: Thegani Vita Hludovici Imperatoris , Pag 591
  3. ^ L'Hesbaye era un'antica regione del Belgio, che comprendeva l'attuale provincia di Liegi e parte del Brabante Vallone, del Brabante Fiammingo, del Limburgo e di Namur.
  4. ^ a b c d e f (EN) Foundation for Medieval Genealogy :AQUITAINE - PEPIN
  5. ^ a b c (LA) Monumenta Germanica Historica, tomus I: Einhardi Annales, pag. 204 Archiviato il 28 settembre 2013 in Internet Archive.
  6. ^ (LA) Monumenta Germanica Historica, Leges, Capitularia Regum Francorum, tomus I: Ludovici I, pag. 198 Archiviato il 28 settembre 2013 in Internet Archive.
  7. ^ (LA) Monumenta Germanica Historica, Leges, Capitularia Regum Francorum, tomus I: Ludovici I, pag. 198 par. 1 e 3 Archiviato il 28 settembre 2013 in Internet Archive.
  8. ^ (LA) Monumenta Germanica Historica, Leges, Capitularia Regum Francorum, tomus I: Ludovici I, pag. 198 par. 2 e 3 Archiviato il 28 settembre 2013 in Internet Archive.
  9. ^ a b (LA) Nithardus, Historiae, liber I: par. 3
  10. ^ a b (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus II: Vita Hludovici imperatoris, Pag 624
  11. ^ (LA) Monumenta Germanica Historica, tomus I: Einhardi Annales, Pag 205 Archiviato il 28 marzo 2014 in Internet Archive.
  12. ^ a b c (EN) Genealogy: Carolingi - Pepin I
  13. ^ a b (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus II: Vita Hludovici imperatoris, Pag 626
  14. ^ a b (LA) Monumenta Germanica Historica, tomus I: Einhardi Annales, Pag 209 Archiviato il 28 settembre 2013 in Internet Archive.
  15. ^ (LA) Monumenta Germaniae historica, Scriptores, tomus XV Pars II- Miraculis Sancti Genulfi pagg 1206 e 1207 Archiviato il 9 ottobre 2015 in Internet Archive.
  16. ^ (LA) Monumenta Germanica Historica, tomus I: Einhardi Fuldensis Annales, Pag 360 Archiviato il 28 aprile 2016 in Internet Archive.
  17. ^ a b c d (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus II: Thegani Vita Hludovici imperatoris, Pag 597
  18. ^ (EN) Nobiltà carolingia
  19. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus II: Vita Hludovici imperatoris , Pag 633
  20. ^ (LA) Annales de Saint-Bertin , Pag 1
  21. ^ a b c (LA) Annales de Saint-Bertin , Pag 2
  22. ^ Wala, che era un monaco consigliere di Ludovico il Pio, aveva informato segretamente Pipino I di Aquitania che Bernardo di Settimania, col pretesto della spedizione contro i Bretoni, pensava di volgersi contro il re d'Aquitania, per strappargliene il possesso.
  23. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus II: Vita Hludovici imperatoris , Pag 634
  24. ^ a b c (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus II: Vita Hludovici imperatoris , Pag 635
  25. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus II: Vita Hludovici imperatoris , Pag 636-638
  26. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus II: Vita Hludovici imperatoris , Pag 643-644
  27. ^ (LA) Chronicon Sancti Maxentii Pictavinis , Pag 359
  28. ^ (LA) Annales de Saint-Bertin , Pag 28
  29. ^ (LA) Adémar de Chabannes, Chronique , Pag 31
  30. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, Poetarum Latinorum Medii Aevi, Poetae Latini Aevi Carolini, tomus II: Ermoldi Nigelli Carmina, In Laudem Pipini Regis , Pag 79 e seguenti
  31. ^ a b (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus II: Vita Hludovici imperatoris , Pag 645

Fonti primarie

[modifica | modifica wikitesto]

Letteratura storiografica

[modifica | modifica wikitesto]
  • René Poupardin, Ludovico il Pio, cap. XVIII, vol. II (L'espansione islamica e la nascita dell'Europa feudale) della Storia del Mondo Medievale, pp. 558–582.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Re dei Franchi d'Aquitania Successore
Ludovico il Pio 817838 Pipino II
Controllo di autoritàVIAF (EN74649499 · ISNI (EN0000 0000 8070 2723 · CERL cnp00400447 · LCCN (ENno2017013415 · GND (DE11879227X