Visualizza wikitesto di Publio Decio Mure (console 312 a.C.)

{{Magistrato romano
|nome = Publio Decio Mure
|titolo = [[Console romano|Console]] della [[Repubblica romana]]
|immagine = 
|legenda = 
|nome completo = ''Publius Decius Mus''
|data di morte = [[295 a.C.]]
|luogo di morte = [[Sentino]]
|Gens = [[Gens Decia|Decia]]
|padre = [[Publio Decio Mure (console 340 a.C.)|Publio Decio Mure]]
|questura = 
|tribunato della plebe = 
|tribunato consolare = 
|decemvirato = 
|edilità = 
|pretura = 
|propretura = 
|consolato = [[312 a.C.]]<br />[[308 a.C.]]<br />[[297 a.C.]]<br />[[295 a.C.]]
|proconsolato = 
|censura = [[304 a.C.]]
|dittatura = 
|magister equitum =[[306 a.C.]] 
}}
{{Bio
|Nome = Publio
|Cognome = Decio Mure<ref>[http://www.ancientlibrary.com/smith-bio/2231.html William Smith, Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, 1, Boston: Little, Brown and Company, Vol. 2, p. 1123, n. 2] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130828225050/http://www.ancientlibrary.com/smith-bio/2231.html |data=28 agosto 2013 }}</ref>
|PostCognomeVirgola = figlio di [[Publio Decio Mure (console 340 a.C.)|Publio Decio Mure]], uno dei primi consoli [[Plebeo|plebei]]
|PreData = {{latino|Publius Decius Mus}}
|Sesso = M
|LuogoNascita = 
|GiornoMeseNascita = 
|AnnoNascita = 
|LuogoMorte = Sentino
|GiornoMeseMorte = 
|AnnoMorte = 295 a.C.
|Epoca = -300
|Epoca2 = -200
|Attività = politico
|Attività2 = militare
|Nazionalità = romano
}}

Membro della [[gens]] [[Plebei|plebea]] Decia, fu [[Console (storia romana)|console]] [[Repubblica Romana|romano]] nel [[312 a.C.|312]], [[308 a.C.|308]], [[297 a.C.|297]] e [[295 a.C.]] e [[Censore (storia romana)|censore]] nel [[304 a.C.]].
Fu membro di una famiglia che era nota per essersi sacrificata sul campo di battaglia per [[Roma antica|Roma]].

== Biografia ==
=== Primo e secondo consolato ===
Decio Mure fu eletto console per la prima volta nel 312 a.C. assieme a [[Marco Valerio Massimo Corvino]]. Quando scoppiò la guerra con i [[Sanniti]], Mure dovette rimanere a Roma per una malattia e a combattere fu inviato il suo collega. Quando gli [[Etruschi]] si unirono in guerra ai Sanniti, il Senato ordinò a Mure di nominare un [[Dittatore romano|dittatore]]<ref>Tito Livio, Ab Urbe condita, IX, 29.</ref>. Al contrario, [[Sesto Aurelio Vittore]] afferma che ''Mure'' ottenne un trionfo sui Sanniti nell'anno del suo primo consolato e che dedicò a [[Cerere]] il bottino conquistato in battaglia<ref>[[Sesto Aurelio Vittore]], ''De viris illustribus Romae'', 27.</ref>.

{{citazione necessaria|Nel 309 a.C. servì come ''[[legatus]]'' sotto il dittatore [[Lucio Papirio Cursore (console 326 a.C.)|Lucio Papirio Cursore]]}} e l'anno successivo fu rieletto console, questa volta assieme a [[Quinto Fabio Massimo Rulliano]]<ref name="ReferenceA">[[Tito Livio]], ''[[Ab urbe condita libri]]'', IX, 40.</ref>.  Mentre il suo collega affrontava in guerra i [[Sanniti]], Mure fu incaricato della guerra contro gli Etruschi. Con il suo esercito Decio scorazzò in Etruria, costringendo [[Tarquinia]] a fornire frumento all'esercito e a chiedere una tregua quarantennale, prendendo alcune rocche dei [[Volsinii]], e ottenendo dalle popolazioni etrusche, il pagamento della paga per i soldati romani per quell'anno<ref>[[Tito Livio]], ''[[Ab urbe condita libri]]'', IX, 41.</ref>.

Nel [[306 a.C.]] Mure fu nominato ''[[magister equitum]]'' a fianco del dittatore [[Publio Cornelio Scipione Barbato]], per indire le nuove elezioni consolari, in assenza dei due consoli, impegnati contro i Sanniti<ref name="ReferenceA"/>.

Nel 304 a.C., Mure e Rulliano furono eletti [[Censore (storia romana)|censori]].

Nel [[300 a.C.]] Mure sposò con successo la causa dell'apertura del [[Pontefice massimo (storia romana)|pontificato]], fino ad allora accessibile ai soli patrizi, ai plebei in contrapposizione ad [[Appio Claudio Cieco]]; sua era la proposta si legge per permettere l'accesso alla carica di pontefice e di [[augure]] anche ai plebei. Mure fu uno dei primi quattro plebei ad accedere alla carica, fino ad allora, accessibile solo ai Patrizi<ref>[[Tito Livio]], ''[[Ab urbe condita libri]]'', [[s:la:Ab Urbe Condita/liber X|X, 6-9]].</ref>.

=== Terza guerra sannitica ===
Mure divenne console, per la terza volta, nel [[297 a.C.]], con [[Quinto Fabio Massimo Rulliano]]<ref name="ReferenceB">[[Tito Livio]], ''[[Ab urbe condita libri]]'', X, 14.</ref>. Fabio e Decio condussero i loro eserciti nel [[Sannio]], seguendo due direttrici diverse; Fabio passò attraverso il territorio di [[Sora (Italia)|Sora]], Decio attraverso quello dei [[Sidicini]]<ref name="ReferenceB"/>. L'esercito romano condotto da Mure, riuscì a sconfiggere un esercito di [[Apuli]], vicino a [[Maleventum]]<ref name="ReferenceC">[[Tito Livio]], ''[[Ab urbe condita libri]]'', X, 15.</ref>, impedendo che questi si potessero unire agli alleati Sanniti, nella battaglia combattuta, e vinta dai romani guidati da Fabio Massimo, nei pressi di [[Tifernum]]<ref name="ReferenceB"/>. Dopo queste battaglie, i due eserciti romani saccheggiarono il Sannio, senza incontrare restitenza alcuna<ref name="ReferenceC"/>.

L'anno successivo gli fu prorogato il comando nel Sannio come [[proconsole]]<ref name="ref_A">[[Tito Livio]], ''[[Ab urbe condita libri]]'', X, 16.</ref>. Decio, approfittando del fatto che il grosso dell'esercito Sannita si fosse diretto in [[Etruria]] per ottenere l'alleanza degli [[Etruschi]]<ref name="ref_A" />, mise a ferro e fuoco il Sannio, facendo grandi bottini, ed spugnando le città di [[Murgantia]], [[Romulea (città antica)|Romulea]] e [[Ferentinum]]<ref>[[Tito Livio]], ''[[Ab urbe condita libri]]'', X, 17.</ref>. Infine, verso la fine del mandato proconsolare, con il collega Quinto Fabio, intercettò un esercito sannita, che aveva fatto razzie nel territorio dei [[Viscini]], sconfiggendolo in campo aperto<ref>[[Tito Livio]], ''[[Ab urbe condita libri]]'', X, 20.</ref>.

Decio Mure divenne console, per la quarta volta, nel [[295 a.C.]], con [[Quinto Fabio Massimo Rulliano]]<ref name="ref_B">[[Tito Livio]], ''[[Ab urbe condita libri]]'', X, 24.</ref>, ma nonostante i due, nelle precedenti occasioni avessero agito concordemente, in quest'occasione vennero in contrasto su chi dovesse condurre le operazioni in [[Etruria]]. Alla fine il comando venne affidato a Fabio, dopo aver consultato il Senato e il Popolo romano<ref name="ref_B" />.

{{q|Entrarono poi in carica Quinto Fabio (console per la quinta volta) e Publio Decio (per la quarta), che erano già stati colleghi in tre consolati e nella censura, celebri per l'armonia di rapporti più ancora che per la gloria militare, per altro ragguardevole. Ma a impedire che il clima di armonia durasse in perpetuo fu una divergenza di vedute, dovuta - a mio parere - più che a loro stessi alle rispettive classi sociali di provenienza: mentre i patrizi premevano perché a Fabio venisse assegnato il comando in Etruria con un provvedimento straordinario, i plebei spingevano Decio a esigere il sorteggio.|[[Tito Livio]], ''[[Ab urbe condita libri]]'', X, 24.}}

Mentre inizialmente Mure fu di stanza nel Sannio, gli eventi del nord imposero che entrambi gli eserciti romani fossero uniti per affrontare il nemico. Quando gli eserciti si scontrarono presso [[Battaglia di Sentino|Sentino]], Publio Decio Mure comandava l'ala sinistra dell'esercito romano. Affrontate dai Galli, le sue truppe iniziarono a ritirarsi sotto i loro attacchi. Visto lo scompiglio creatosi nella battaglia e temendo l'accerchiamento da parte dei Sanniti, il console recitò il complesso rituale della ''[[devotio]]'' e si scagliò nel più folto della mischia, per esservi ucciso. La battaglia, terminò con la vittoria dei [[Repubblica romana|Romani]] e dei loro alleati [[Piceni]]<ref>[[Tito Livio]], ''[[Ab urbe condita libri]]'', X, 25-29.</ref>.
{{citazione|Come un tempo mio padre, che più grande<br />fece la nostra patria e la sua gloria,<br />anch'io per la vittoria la mia vita<br />consacro e getto l'anima ai nemici.|[[Accio]], ''Eneadi'', framm. 15|Patrio exemplo et me dicabo atque animam devoro hostibus,<br />quibus rem summam et patriam nostram quondam adauctavit pater.|lingua=la}}

L'episodio famosissimo della ''devotio'' fece sì che in tempi successivi lo stesso gesto fosse attribuito anche al padre e al [[Publio Decio Mure (console 279 a.C.)|figlio]], entrambi omonimi. Il padre morì nella battaglia del Vesuvio nel 339 a.C. nella guerra contro i Latini, mentre il figlio morì sconfitto da [[Pirro]] nella [[Battaglia di Ascoli (279 a.C.)|battaglia di ''Ausculum'']] ([[Ascoli Satriano]]) mentre era console nel [[279 a.C.]].

== Critica storica ==
Alcuni storici moderni sostengono che l'unica reale devotio sia stata quella della [[Battaglia di Ascoli (279 a.C.)|battaglia di ''Ausculum'']] ([[Ascoli Satriano]]), mentre quella narrata anche dallo storico romano [[Livio]] durante la guerra contro i Sanniti sia una versione rielaborata con elementi leggendari<ref>Enciclopedia storica "I propilei", 1967, vol.4 pag 85</ref>.

== Note ==
<references/>

== Bibliografia ==
*[[Tito Livio|Titus Livius]], ''[[Ab Urbe condita]]''

{{Box successione
|tipologia = magistrato romano
|carica = ''[[Consoli repubblicani romani|<span style="color:#FFA257;">Fasti consulares</span>]]''
|immagine = Consul et lictores.png
|precedente= [[Lucio Papirio Cursore (console 326 a.C.)|Lucio Papirio Cursore]] V<br />[[Gaio Giunio Bubulco Bruto]] II
|periodo=[[312 a.C.]]<br />con [[Marco Valerio Massimo Corrino]]
|successivo= [[Gaio Giunio Bubulco Bruto]] III<br />[[Quinto Emilio Barbula]] II
|precedente2 = [[Lucio Papirio Cursore (console 326 a.C.)|Lucio Papirio Cursore]]<br />''Terzo anno dittatoriale''
|periodo2 = [[308 a.C.]]<br />con [[Quinto Fabio Massimo Rulliano]] III
|successivo2 = [[Appio Claudio Cieco]]<br />e<br />[[Lucio Volumnio Flamma Violente]]
|periodo3 = [[297 a.C.]]<br />con [[Quinto Fabio Massimo Rulliano]] IV
|precedente3 = [[Lucio Cornelio Scipione Barbato]]<br />e<br />[[Gneo Fulvio Massimo Centumalo]]
|successivo3 = [[Appio Claudio Cieco]] II<br />e<br />[[Lucio Volumnio Flamma Violente]] II
|precedente4 = [[Appio Claudio Cieco]] II<br />e<br />[[Lucio Volumnio Flamma Violente]] II
|periodo4 = [[295 a.C.]]<br />con [[Quinto Fabio Massimo Rulliano]] V
|successivo4 = [[Lucio Postumio Megello]]<br />e<br />[[Marco Atilio Regolo (console 294 a.C.)|Marco Atilio Regolo]]
}}
{{portale|Antica Roma|Biografie}}

[[Categoria:Consoli repubblicani romani|Mure, Decio, Publio, 312]]
[[Categoria:Decii|Mure, Publio, 312]]
[[Categoria:Censori romani|Mure, Decio, Publio, 312]]