Racalmuto

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Template:S comuni Template:Comune Racalmuto (Racalmutu in siciliano) è un comune di 10.100 abitanti della provincia di Agrigento. Ha dato i natali a Pietro D'Asaro detto Il Monocolo racalmutese, Eugenio Napoleone Messana, Leonardo Sciascia, nonché al Tenore Lirico Salvatore Puma.

Geografia

Clima

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Racalmuto.

Origine del nome

Furono gli Arabi a dare a Racalmuto questo nome. Rahal Maut può essere tradotto "Villaggio diroccato", perché sorgeva sopra le rovine di un altro antico paese, forse di origine sicula o colonia agrigentina.

Storia

Gli Arabi si stabilirono qui con piccoli nuclei di coloni, dediti all'agricoltura. Sorgeva, infatti, su una vallata fertile e irrigata da acqua abbondante. Probabilmente il piccolo villaggio era difeso da un Castello. Il geografo Edrisi ne situa, infatti, proprio uno dove sorgeva Racalmuto. Nel 1038, il Castello fu espugnato dai Bizantini e, nel 1087, dai Normanni, che rasero al suolo il villaggio. Il conte francese Roberto Malcovenant, che seguiva i Normanni in Sicilia, venne nominato barone di Racalmuto. Successivamente, la terra di Racalmuto venne concessa alla famiglia Barrese che eresse, nel 1229, l'importante fortezza del "Castelluccio", per meglio difendere il paese. Dopo la guerra del Vespro, gli Aragonesi spogliarono i Barresi dei loro domini che vennero concessi, qualche anno dopo, alla famiglia Chiaramonte. A seguito del matrimonio di Costanza Chiaramonte con il marchese Antonio Del Carretto, nel 1307 Racalmuto passò a questa famiglia. Ma l'antico paese non esisteva più, e il luogo dove prima sorgeva ero stato chiamato Casal Vecchio. Una grave pestilenza, nel 1355, decimò la popolazione, ma la città risorse, nel 1400, grazie ai provvedimenti di Matteo Del Carretto. Il Castello venne restaurato e tornò ad essere abitato nel 1503, un avvenimento religioso scosse la vita del paese: la venuta della Madonna del Monte. Una tradizione mariana che rimarrà nel cuore dei fedeli. Sino al 1576, Racalmuto fu dominio baronale, ma, dall'anno successivo, divenne Contea e alla fine del XVI secolo, contava oltre 4.000 abitanti. Si arricchisce di conventi, monasteri, chiese, collegi, ed ha anche un ospedale. Il maggior tempio viene dedicato all'Annunziata. Nel 1600, fiorisce l'opera dell'artista racalmutese Pietro D'Asaro (il monocolo racalmutese). Nel 1700, la decadenza di Racalmuto fu molto evidente e dovuto a soprusi e tasse esose. Passò alla nobile famiglia Gaetani (1739), e un secolo dopo, a quella dei Requienses. Nel secolo scorso divenne un importante centro minerario ed ebbe un certo incremento anche l'industria del sale. Oggi è cresciuta l'attività agricola e decaduta in parte quella mineraria.

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[1]

Amministrazione comunale

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Gemellaggi

Racalmuto è gemellata con:

Economia

Importante ruolo dell'economia locale è dato dalle miniere di sale, si trova a circa 2 chilometri dall'omonimo comune, ubicato quasi al limite tra le province di Agrigento e Caltanissetta, di proprietà dell'Italkali. E' costituito da un corpo salino, stratigraficamente diviso in 3 formazioni distinte: alla base, la formazione potassica, composta da un'alternanza di strati di kainite e di salgemma; superiormente, la formazione di cloruri di potassio e magnesio, costituita principalmente da strati di carnallite; a tetto, la formazione di salgemma ad alto contenuto di Nacl, superiore al 98%. La miniera è accessibile attraverso gallerie e rampe camionabili e raggiunge 100 m di profondità. Un pozzo, collocato in posizione baricentrica rispetto alla zona di coltivazione, assicura il ricambio dell'aria in sottosuolo in ragione di 120 m³/secondo. Le linee di produzione del minerale sono due: - il salgemma alimentare destinato al consumo diretto ed all'industria alimentare e zootecnica; - il salgemma industriale destinato in prevalenza a concerie e tintorie. Il salgemma alimentare viene coltivato con un minatore continuo che lo trasferisce automaticamente a bordo di camion con cassoni in acciaio inossidabile che lo conferiscono ad un silos posto all'esterno della miniera. Il salgemma industriale viene abbattuto con volate di mine. Gli impianti di frantumazione, comminuzione e vagliatura, di confezionamento di astucci da 1 kg, sacchi da 25 e 50 kg e sacconi da 1400 kg sono ubicati all'esterno della miniera.

Media e telecomunicazioni

Monumenti e luoghi d'interesse

Statua di Sciascia a Racalmuto

Castello

Racalmuto, paese agricolo posto a venticinque chilometri da Agrigento, si sviluppò come borgo attorno al Castello dei Chiaramonte nel periodo della conquista normanna. La costruzione della fortezza risale al tempo della baronia di Roberto Malcovenant, un francese al seguito di Re Ruggero d'Altavilla. Successivamente Federico d'Aragona (1272-1337) trasferì la proprietà del castello e del feudo circostante a Federico II Chiaramonte. I nuovi signori di Racalmuto rifondarono, all'inizio del '300, la modesta dimora che i Malcovenant avevano costruito, rendendola imponente. Il maniero si erge a oriente del centro abitato e si sviluppa su una struttura poligonale dalla massa compatta. Il prospetto della fortezza, posto sul cosiddetto piano castello, una terrazza di solida roccia, ha mura dallo spessore di circa due metri chiuse da due alte e colossali torri e corredate di due file di dodici finestre. Il lato meridionale ospita al piano terra porte a arcate, una linea di balconi al piano nobile e una serie di finestre sparse senza un ordine preciso sulla facciata. La torre di sinistra si conserva nella sua forma originale mentre quella di destra è stata rifatta a belvedere. Il castello, per la pianta trapezoidale, per le tipiche finestre, per i torrioni a base circolare, per la disposizione del portale e degli ingressi secondari, è sicuramente una costruzione caratteristica dell'architettura militare del periodo svevo. All'inizio del novecento il castello è stato dichiarato monumento nazionale.

Chiese

Teatro

Fondazione Sciascia

Personalità legate a Racalmuto

Altri progetti

Voci correlate

Italkali

Collegamenti esterni

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  1. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28 dicembre 2012.