3M11 Falanga
3M11 Falanga AT-2 Swatter 9M17P/9M17MP/9M17N | |
---|---|
3M11 Falanga | |
Descrizione | |
Tipo | missile anticarro |
Sistema di guida | SACLOS |
Peso e dimensioni | |
Peso | 32,5 kg |
Lunghezza | 1,16 m |
Larghezza | 66 cm |
Diametro | 148 mm |
Prestazioni | |
Gittata | 250 - 4.000 m |
Motore | Razzo impulsore/sostentatore a propellente solido |
Testata | 5,4 kg HEAT; perforazione circa 500 mm |
voci di missili presenti su Wikipedia |
AT-2B Swatter 9M17 Scorpion | |
---|---|
AT-2C | |
Descrizione | |
Tipo | missile anticarro |
Sistema di guida | radio controllato MCLOS |
Peso e dimensioni | |
Peso | 26,5 kg |
Lunghezza | 1,16 m |
Larghezza | 66 cm |
Diametro | 148 mm |
Prestazioni | |
Gittata | 500 (attivazione spoletta)- 3.000 m |
Velocità massima | 150 - 170 m/s |
Motore | Razzo impulsore/sostentatore a propellente solido |
Testata | 5,4 kg HEAT; perforazione circa 500 mm |
voci di missili presenti su Wikipedia |
Il 3M11 Falanga (nome in codice NATO: AT-2 Swatter) è stato il secondo missile sovietico controcarro identificato. In particolare, la prima versione (AT-2A) era nota in Occidente come 3M11 Falanga (falange); nel modello migliorato (AT-2B), noto come 9M17 Scorpion, con comando via radio a 3 canali per migliorare la resistenza alle ECM. Questo missile era assai complesso e pesante, non particolarmente veloce nonostante l'assenza di guida radio, ma altamente segreto e poco esportato; ha avuto impiego su blindati e ancora di più sugli elicotteri, come i Mi-24. Le sue prestazioni sono state migliorate progressivamente, con la maggiorazione della gittata ed altre migliorie. La terza versione (AT-2C) era dotata di guida SACLOS, ed era destinata prevalentemente ai Mi-24 Hind-D (4 missili), con portata migliorata, sia minima che massima. Altre piattaforme vedevano i BRDM-1 e BRDM-2 con rampe di lancio quadruple.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su 3M11 Falanga
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) AT-2 Swatter, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.