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A Seat at the Table

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A Seat at the Table
album in studio
ArtistaSolange
Pubblicazione30 settembre 2016
Durata51:43
Dischi1
Tracce21
GenereFunk
Neo soul
Contemporary R&B
EtichettaColumbia
ProduttoreSolange (exec.), Raphael Saadiq (exec.), Troy R8dio Johnson, Raymond Angry, Questlove, Majical Cloudz, Sir Dylan David Longstreth, Bryndon Cook, Dave Sitek, Patrick Wimberly, Sampha, Kwes, Olugbenga Adelekan, Adam Bainbridge, Sean Nicholas Savage, John Kirby, Rostam Batmanglij, Q-Tip
FormatiCD, download digitale, streaming
Certificazioni
Dischi d'argentoRegno Unito (bandiera) Regno Unito[1]
(vendite: 60 000+)
Dischi d'oroDanimarca (bandiera) Danimarca[2]
(vendite: 10 000+)
Solange - cronologia
Album successivo
(2019)
Singoli
  1. Don't Touch My Hair
    Pubblicato: 3 ottobre 2016
  2. Cranes in the Sky
    Pubblicato: 5 ottobre 2016

A Seat at the Table è il terzo album in studio della cantante statunitense Solange. È stato pubblicato il 30 settembre 2016.[3] L'album contiene la traccia Cranes in the Sky, vincitrice del Grammy Award alla miglior interpretazione R&B.

È stato inoltre il primo album della cantante a debuttare alla prima posizione della classifica statunitense Billboard 200, stabilendo un record grazie all'album Lemonade della sorella Beyoncé per essere le prime a debuttarvi nello stesso anno.

In una dichiarazione, Solange ha affermato che la realizzazione del progetto discografico iniziò nel 2013 e ha descritto l'album come «un progetto sull'identità, l'empowerment, l'indipendenza, il dolore e la guarigione».[4] Solange ha chiamato una varietà di collaboratori tra cui i rapper Saba, Lil Wayne e Q-Tip; i cantautori The-Dream, BJ the Chicago Kid, Kelly Rowland e Tweet; e i musicisti Sampha, Kelela e David Longstreth.

La concezione iniziale dell'album è avvenuta a Long Island e a New Orleans dove ha iniziato a collaborare su idee differenti con vari artisti. Solange ha dichiarato che durante queste fasi era solo un «cantare una melodia» o «qualcuno che le suonava qualcosa che si sarebbe trasformato in un brano della durata di un'ora».[5] In seguito a queste sessioni, Solange si recò a New Iberia in Louisiana insieme ai brani della durata di un'ora. Solange è andata lì con i suoi ingegneri e ha iniziato a creare le strutture delle canzoni, costruendo i suoni, scrivendo i testi e creando melodie. Alla fine, Solange portò questi brani a Los Angeles per collaborare con Raphael Saadiq e Troy Johnson, affermando: «Quando guardo indietro agli stadi iniziali, ricordo la potente energia che ha dato il tono, e che sono così grata di avermi seguito ovunque durante la creazione di questo disco».[6]

Il rapper Master P ha lavorato sulla maggior parte degli interludes dell'album. Solange ha contattato il rapper e gli ha chiesto se avrebbe raccontato alcune delle canzoni dell'album: «Gli interludes sono stati creati dalla conversazione sui problemi del mondo affrontati durante la creazione di questo disco».[7]

Testi e musiche di Solange Piaget Knowles, eccetto dove indicato diversamente.

  1. Rise – 1:41
  2. Weary – 3:14
  3. Master P – Interlude: The Glory Is in You – 0:17
  4. Cranes in the Sky – 4:10 (Solange Knowles, Raphael Saadiq)
  5. Mathew Knowles – Interlude: Dad Was Mad – 0:46
  6. Mad (feat. Lil Wayne) – 3:55 (Knowles, Dwayne Carter)
  7. Don't You Wait – 4:05
  8. Tina Knowles – Interlude: Tina Taught Me – 1:14
  9. Don't Touch My Hair (feat. Sampha) – 4:17 (Knowles, Sampha Sisay)
  10. Master P, Kelsey Lu, Sampha e Devonte Hynes – Interlude: This Moment – 0:49
  11. Where Do We Go – 4:24
  12. Master P – Interlude: For Us by Us – 0:52
  13. F.U.B.U. (feat. The-Dream & BJ the Chicago Kid) – 5:13 (Knowles, Terius Nash)
  14. Borderline (An Ode to Self Care) (feat. Q-Tip) – 3:02
  15. Interlude: I Got So Much Magic, You Can Have It (feat. Kelly Rowland & Nia Andrews) – 0:26
  16. Junie – 3:06
  17. Master P – Interlude: No Limits – 0:39
  18. Don't Wish Me Well – 4:15
  19. Master P – Interlude: Pedestals – 0:57
  20. Scales (feat. Kelela) – 3:39
  21. Master P – Closing: The Chosen Ones – 0:42
Note
  • Rise contiene vocalizzi aggiuntivi di Raphael Saadiq.
  • Weary contiene vocalizzi aggiuntivi di Tweet.
  • Mad contiene vocalizzi aggiuntivi di The Dream, Moses Sumney e Tweet.
  • Don't You Wait contiene vocalizzi aggiuntivi di Olugbenga.
  • Where Do We Go contiene vocalizzi aggiuntivi di Sean Nicholas Savage.
  • F.U.B.U. contiene vocalizzi aggiuntivi di Tweet.
  • Junie contiene vocalizzi aggiuntivi non creditati di André 3000.
  • Borderline (An Ode To Self Care) contiene una porzione della canzone More Than a Woman, scritta da Stephen Garrett e Tim Mosley.

Metacritic da all'album una valutazione di 89 su 100 mentre BET descrive "A Seat at the Table di Solange è il diario che non abbiamo il tempo di scrivere, le conversazioni che non abbiamo e le esclamazioni che siamo troppo stanchi di ripetere".[8][9]

Rolling Stone, che gli conferisce un punteggio di 4 stelle su 5, lo definisce come un "fantastico suono LP che prende spunti sonori da lati dell'anima più nascosti mentre suona puntuale come un tweet appena inviato".[10] The Guardian lo acclama come "un album che è impregnato nella cultura nera, portando alla luce i problemi razziali ...Si può dire che, sebbene la sorella maggiore Beyoncé le sia stata vicina di recente, Solange è ancora una volta la sorella più intrigante delle Knowles".[11]

Robert Christgau assume un atteggiamento differente dopo aver ripetutamente ascoltato l'album, scrivendo "Presumo che la sua reputazione non sia solo un'illusione di massa, che c'è qualcosa, e che abbia a che fare con l'identità femminile nera. Ma mi ha lasciato indifferente, anzi, intatto, e non mentirò su questo fatto."[12]

Rivista Lista di Fine Anno Anno Posizione Ref.
The A.V. Club The A.V. Club's Top 50 Albums of 2016 2016 13 [13]
Chicago Tribune Top Albums of 2016 2016 9 [14]
Consequence of Sound Top 50 Albums of 2016 2016 19 [15]
The Independent Best Albums of 2016 2016 14 [16]
Mojo The 50 Best Albums of 2016 2016 22 [17]
NME NME's Albums of the Year 2016 2016 41 [18]
Paste The 50 Best Albums of 2016 2016 13 [19]
Pitchfork The 50 Best Albums of 2016 2016 1 [20]
The Quietus Albums of the Year 2016 2016 2 [21]
Rolling Stone 50 Best Albums of 2016 2016 11 [22]
The Skinny Top 50 Albums of 2016 2016 2 [23]
Spin The 50 Best Albums of 2016 2016 1 [24]
Stereogum The 50 Best Albums of 2016 2016 6 [25]
Time The Top 10 Best Albums of 2016 2016 2 [26]
Vibe The 25 best Albums of 2016 2016 1 [27]

Successo commerciale

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Con 72.000 unità equivalenti all'album, A Seat at the Table è stato il debutto della cantante alla prima posizione della classifica statunitense Billboard 200, raggiungendo anche la prima posizione della Top R&B/Hip-Hop Album statunitense. Grazie a ciò Solange e Beyoncé divennero le prime sorelle soliste a raggiungere il numero uno degli album della classifica nello stesso anno.[28] Il 17 gennaio 2019, l'album è stato certificato d'oro dalla Recording Industry Association of America per la vendita di oltre 500.000 unità negli Stati Uniti.

Nel Regno Unito ha raggiunto il numero 17 della UK Albums Chart e il numero due della UK R&B Albums Chart, mentre entra nella Top10 del Canada.[29][30] L'album debutta inoltre nelle Top20 di Danimarca, Austria e Australia, e nella Top30 di Svezia, Norvegia, Nuova Zelanda, Irlanda e Belgio.

  1. ^ (EN) A Seat at the Table, su British Phonographic Industry. URL consultato il 26 ottobre 2020.
  2. ^ (DA) A Seat at the Table, su IFPI Danmark. URL consultato il 13 aprile 2021.
  3. ^ Solange - A Seat at the Table, su iTunes. URL consultato il 10 dicembre 2016.
  4. ^ (EN) Evan Minsker, Solange Releasing New Album A Seat at the Table This Friday, su Pitchfork, 27 settembre 2016. URL consultato il 7 marzo 2019.
  5. ^ (EN) Anupa Mistry, An Honest Conversation With Solange Knowles, su The Fader, 30 settembre 2016. URL consultato il 23 aprile 2023.
  6. ^ (EN) Althea Legaspi, See Solange's Behind-the-Scenes 'A Seat at the Table' Doc, su Rolling Stone, 7 ottobre 2016. URL consultato il 23 aprile 2023.
  7. ^ (EN) Frazier Tharpe, "It Might Save Your Life": Master P on Solange's New Album and Staying Independent, su Complex, 6 ottobre 2016. URL consultato il 7 marzo 2019.
  8. ^ (EN) A Seat at the Table by Solange. URL consultato il 7 marzo 2019.
  9. ^ Thanking Solange for 'A Seat at the Table', su BET.com. URL consultato il 7 marzo 2019.
  10. ^ (EN) Maura Johnston, Maura Johnston, Review: Solange's 'A Seat at the Table' Walks Softly, Speaks Radically, su Rolling Stone, 3 ottobre 2016. URL consultato il 7 marzo 2019.
  11. ^ (EN) Michael Cragg, Solange: A Seat at the Table – a stately, sprawling celebration of black identity, in The Guardian, 30 settembre 2016. URL consultato il 7 marzo 2019.
  12. ^ WebCite query result, su robertchristgau.com. URL consultato il 7 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 2 marzo 2019).
  13. ^ The A.V. Club's Top 50 Albums of 2016, in The A.V. Club, 12 dicembre 2016. URL consultato il 12 dicembre 2016.
  14. ^ Greg Kot's top albums of 2016, in Chicago Tribune, 30 novembre 2016. URL consultato il 9 dicembre 2016.
  15. ^ Top 50 Albums of 2016, in Consequence of Sound, 28 novembre 2016. URL consultato il 28 novembre 2016.
  16. ^ Best Albums of 2016, in The Independent, 30 novembre 2016. URL consultato il 1º dicembre 2016.
  17. ^ The 50 Best Albums of 2016, in Mojo, 22 novembre 2016. URL consultato il 22 novembre 2016.
  18. ^ NME's Albums of the Year 2016, in NME, 24 novembre 2016. URL consultato il 24 novembre 2016.
  19. ^ The 50 Best Albums of 2016, in Paste, 30 novembre 2016. URL consultato il 1º dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 1º dicembre 2016).
  20. ^ The 50 Best Albums of 2016, in Pitchfork, 13 dicembre 2016. URL consultato il 13 dicembre 2016.
  21. ^ The Quietus Albums of the Year 2016, in The Quietus, 6 dicembre 2016. URL consultato il 6 dicembre 2016.
  22. ^ 50 Best Albums of 2016, in Rolling Stone, 29 novembre 2016. URL consultato il 29 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2017).
  23. ^ Top 50 Albums of 2016, in The Skinny, 1º dicembre 2016. URL consultato il 1º dicembre 2016.
  24. ^ The 50 Best Albums of 2016, in Spin, 12 dicembre 2016. URL consultato il 9 febbraio 2017.
  25. ^ The 50 Best Albums of 2016, in Stereogum, 1º dicembre 2016. URL consultato il 1º dicembre 2016.
  26. ^ Jamieson Cox, The Top 10 Best Albums of 2016, su Time. URL consultato il 6 febbraio 2017.
  27. ^ The 25 Best Albums of 2016, su vibe.com. URL consultato l'11 gennaio 2017.
  28. ^ Micaela Hood, Beyoncé and Solange Knowles might be the first sisters ever to have No. 1 albums on the Billboard chart, su nydailynews.com. URL consultato il 7 marzo 2019.
  29. ^ (EN) Official Singles Chart Top 100 | Official Charts Company, su officialcharts.com. URL consultato il 7 marzo 2019.
  30. ^ Solange Chart History, su Billboard. URL consultato il 7 marzo 2019.

Collegamenti esterni

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