Alessandro Benedetto Sobieski
Alessandro Benedetto Sobieski | |
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Hyacinthe Rigaud, Alessandro Benedetto Sobieski, 1696, Wilanow Palac. | |
Principe di Polonia | |
Nome completo | (PL) Aleksander Benedykt Stanisław Sobieski |
Nascita | Gdańsk, 9 settembre 1677 |
Morte | Roma, 16 novembre 1714 (37 anni) |
Luogo di sepoltura | Santa Maria della Concezione dei Cappuccini |
Dinastia | Sobieski |
Padre | Giovanni III Sobieski |
Madre | Marie Casimire Louise de la Grange d'Arquien |
Religione | Cattolicesimo |
Alessandro Benedetto Stanilaso Sobieski, in polacco Aleksander Benedykt Stanisław Sobieski (pronuncia polacca: [alɛˈksandɛr bɛˈnɛdɨkt staˈɲiswaf sɔˈbjɛskʲi]; Danzica, 9 settembre 1677 – Roma, 16 novembre 1714) è stato un nobile, diplomatico e religioso polacco, principe di Polonia, figlio secondogenito del re Giovanni III di Polonia.
Fu candidato per l'elezione al trono polacco nel 1697, dopo la morte del padre, ma non ebbe successo. Nel 1702 rifiutò l'offerta di Carlo XII di Svezia di insediarlo come re rivale di Augusto II di Polonia. Morì a Roma nel 1714, divenuto da poco frate cappuccino.[1]
Fu membro dell'Accademia dell'Arcadia col nome di Armonte Calidio.[2]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Infanzia ed educazione
[modifica | modifica wikitesto]Durante l'infanzia era molto istruito e imparò a parlare fluentemente diverse lingue. Nel 1691 accompagnò il padre in una spedizione militare in Moldavia.
Nell'ottobre 1696, mentre si trovava a Parigi, chiese un'audizione a Luigi XIV sotto il nome di marchese di Jarosław. Dopo la morte di suo padre nel 1696, Sobieski fu presentato alla nobiltà nel 1697 come candidato per l'elezione al trono polacco, poiché Giovanni III era in conflitto con il figlio maggiore Giacomo Luigi. Sobieski non ebbe successo e, in seguito a ciò, non fu molto coinvolto in politica.
Il 19 gennaio 1698, insieme a suo fratello, Costantino Ladislao, organizzò un ballo a Varsavia, in onore del neo-incoronato re Augusto II. Durante la campagna di settembre di Augusto II contro i tartari, Sobieski faceva probabilmente parte dell'accampamento del re. Sobieski fu costantemente al seguito di sua madre dal 1696 al 1698.
Nel novembre 1698, lui e sua madre furono ricevuti dall'imperatore Leopoldo I ed Eleonora Maddalena del Palatinato-Neuburg durante i suoi viaggi in Italia.
Carriera politica
[modifica | modifica wikitesto]Nel marzo del 1700 giunse a Roma e fu nominato Cavaliere dell'Ordine di San Michele. A dicembre, dalle mani dell'ambasciatore francese, l'allora principe Luigi di Monaco, ricevette l'Ordine dello Spirito Santo. Nell'estate del 1702, Charles de Caradas, marchese di Heron, membro del Sejm (parlamento) in Polonia, suggerì che Alessandro fosse proposto al trono d'Ungheria. Nello stesso anno il principe rimase a Oława e non accompagnò i suoi fratelli in una spedizione in Sassonia, tuttavia si recò a Breslavia dove ebbe una relazione con l'ex amante di Augusto II, Anna Aloysia Esterle.
Alessandro combatté al fianco di Carlo XII durante la sua campagna in Sassonia, nel 1706. Dopo il rilascio dei suoi fratelli in base ai termini del Trattato di Altranstädt, interruppe il suo impegno in politica.[3]
La passione per le arti
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1710 si stabilì a Roma. Sempre nel 1709, sotto lo pseudonimo di Armonte Calidio, entrò a far parte dell'Accademia dell'Arcadia e della Congregazione di letterati, artisti e studiosi. Durante gli incontri recitava spesso le sue poesie scritte in latino. Alessandro per tutta la vita fu appassionato di teatro.[3] Creò la sua versione del dramma nobile arcadico[non chiaro]. Negli anni 1710-1713 completò la composizione di diverse opere, in collaborazione con il compositore Domenico Scarlatti e lo scenografo Filippo Juvarra. A lui è stata intitolata una nave di Danzica, la Printz Alexander von Pohlen.
Il ritiro spirituale e la morte
[modifica | modifica wikitesto]Divenne un monaco cappuccino, poco prima di morire espresse la volontà di essere sepolto con l'abito monacale nella cripta della Chiesa di Santa Maria della Concezione dei Cappuccini, a Roma. Nonostante avesse chiesto un rito funebre breve e povero, papa Clemente XI ordinò a sue spese un funerale fastoso e solenne, memore delle imprese del padre, re Giovanni III che fu definito Defensor Fidei.[4] Il fratello Giacomo, dopo 14 anni dalla morte di Alessandro fece richiesta di erigere un monumento funebre, da porre al posto del tumulo originario, molto anonimo. Il monumento fu scolpito nel 1728 da Camillo Rusconi.[4]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Ascendenza
[modifica | modifica wikitesto]Genitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni | ||||||||||
Marek Sobieski, voivoda e castellano di Lublino | Jan Sobieski | ||||||||||||
Katarzyna Zofia Gdeszyńska | |||||||||||||
Jakub Sobieski, voivoda di Belsk, castellano di Cracovia | |||||||||||||
Jadwiga Snopkowska | Jakub Snopkowski | ||||||||||||
Jadwiga Herburtowna | |||||||||||||
Jan III Sobieski, re di Polonia | |||||||||||||
Jan Daniłowicz | Stanisław Daniłowicz | ||||||||||||
Katarzyna Tarło | |||||||||||||
Theophila Zofia Danilowiczówna, erede di Zhovka | |||||||||||||
Zofia Żółkiewska | Stanisław Żółkiewski | ||||||||||||
Regina Herburtowna | |||||||||||||
Aleksander Benedykt Sobieski | |||||||||||||
Antoine de La Grange, marchese d'Arquien | Charles de La Grange, signore di Montigny | ||||||||||||
Louise de Rochechouart, signora di Boiteaux | |||||||||||||
Henri Albert de La Grange, marchese d'Arquien (poi cardinale) |
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Anne d'Ancienville | Louis d'Ancienville, visconte di Souille | ||||||||||||
Françoise de la Platiere, baronessa d'Espeisse | |||||||||||||
Marie-Casimire-Louise de la Grange d'Arquien | |||||||||||||
Baptiste de La Châtre, signore di Breuillebaut | Jean de La Châtre, signore di Breuillebaut | ||||||||||||
Madelene de Cluys | |||||||||||||
Françoise de La Châtre | |||||||||||||
Gabrielle Lamy | Bonaventure Lamy, signore di Loury | ||||||||||||
Louise de La Marche | |||||||||||||
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Sobieski Aleksander Benedykt Stanisław, su www.wilanow-palac.pl. URL consultato il 20 novembre 2022.
- ^ Ceci 2019, p. 209.
- ^ a b Tygielski 2018.
- ^ a b Ceci 2019, p. 210, 211.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (IT, PL) Francesca Ceci, La chiesa salvata dai polacchi: Alessandro Sobieski, Padre Igino da Alatri e la Chiesa di Santa Maria della Concezione dei Cappuccini a Roma, in J. Miziolek (a cura di), Italia e Polonia (1919-2019). Un meraviglioso viaggio insieme lungo cento anni / Włochy i Polska (1919-2019). Sto lat wspólnej fascynującej podróży, Varsavia, University of Warsaw Press, 2019, pp. 209-215, ISBN 9788323541400.
- (IT, PL) Wojciech Tygielski, La famiglia Sobieski. I fondamenti della grandezza nel contesto della loro presenza romana, in Juliusz A. Chrościcki, Zuzanna Flisowska, Paweł Migasiewicz (a cura di), I Sobieski a Roma. La famiglia reale polacca nella Città Eterna, Varsavia, Muzeum Pałacu Króla Jana III w Wilanowie, 2018, pp. 18-28.
- Gaetano Platania, Una famiglia reale polacca nella Roma del primo Settecento: i Sobieski, in Sermo varius et accommodatus. Scritti per Maria Silvana Celentano, a cura di F. Berardi, L. Bravi e L. Calboli Montefusco, Perugia, Editrice «PLINIANA», 2018, pp.189-196. ISBN 978-88-97830-70-2.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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