Alfonso Maria de' Liguori

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Sant'Alfonso Maria de' Liguori
 

Vescovo, dottore della Chiesa e fondatore della Congregazione del Santissimo Redentore

 
NascitaMarianella, 27 settembre 1696
MorteNocera dei Pagani, 1º agosto 1787 (90 anni)
Venerato daChiesa cattolica
BeatificazioneRoma, 15 settembre 1816 da papa Pio VII
CanonizzazioneRoma, 26 maggio 1839 da papa Gregorio XVI
Santuario principaleBasilica pontificia di Sant'Alfonso Maria de' Liguori, Pagani
Ricorrenza1º agosto; 2 agosto (Messa tridentina)
AttributiCrocifisso nella mano destra indicato con la mano sinistra, bastone pastorale
Patrono diConfessori, moralisti
Alfonso Maria de' Liguori, C.SS.R.
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricopertiVescovo di Sant'Agata de' Goti (1762-1775)
 
Nato27 settembre 1696, Napoli
Ordinato diacono6 aprile 1726
Ordinato presbitero21 dicembre 1726 dal cardinale Francesco Pignatelli
Nominato vescovo17 giugno 1762 da papa Clemente XIII
Consacrato vescovo20 giugno 1762 dal cardinale Ferdinando Maria de' Rossi
DecedutoNocera dei Pagani, 1º agosto 1787 (90 anni)
 

Alfonso Maria de' Liguori (Marianella, 27 settembre 1696Nocera dei Pagani, 1º agosto 1787) è stato un vescovo cattolico e compositore italiano, fondatore della Congregazione del Santissimo Redentore, autore di opere letterarie, teologiche e di celebri melodie; beatificato nel 1816, fu proclamato santo da papa Gregorio XVI nel 1839 e dichiarato dottore della Chiesa (doctor zelantissimus) nel 1871 da papa Pio IX.

Ispirata dal Santo fu la fondazione da parte di San Gaetano Errico dell’ordine dei Missionari dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, congregazione risorta grazie all’opera di padre Pietro di Nocera e attiva tuttora in Asia, Africa e America[1].

Francobollo commemorativo

Nato a Marianella, all’epoca casale di Napoli (oggi parte della municipalità del comune di Napoli), era il primo di otto figli di don Giuseppe de' Liguori e di Anna Maria Caterina Cavalieri, dei marchesi d'Avernia, originaria del brindisino. Il padre, un nobile cavaliere del seggio di Portanova, nonché ufficiale superiore della marina militare, lo affidò, sin da piccolo, a precettori di rango, tra cui il pittore Francesco Solimena che gli insegnò i rudimenti della sua arte in cui, negli anni a venire, Alfonso diede prova di abilità.

All'età di soli 12 anni s'iscrisse all'Università di Napoli e, quattro anni dopo, nel 1713 conseguì il dottorato (diritto civile e canonico dopo aver sostenuto un esame col grande filosofo e storico Giambattista Vico), cominciando a esercitare la professione di avvocato già all'età di 16 anni. Nel 1718 ottenne la nomina a giudice del "Regio portulano" di Napoli. Frequentava la Confraternita dei dottori presso la chiesa dei Girolamini dei filippini e si assunse il compito di visitare i malati del più grande ospedale di Napoli.

Una dura sconfitta nella sua carriera professionale di legale nel 1723[2] fece maturare la sua ferma decisione di consacrarsi a Dio che vide l'opposizione del padre che lo voleva sposo di una lontana parente. Fu ordinato sacerdote il 17 dicembre 1726, all'età di 30 anni e, come risultato di un compromesso con il padre, sempre contrario alla sua scelta, non poté entrare nella congregazione dell'oratorio di San Filippo Neri, divenendo sacerdote diocesano con residenza nella casa paterna. Chiamava a raccolta i fedeli più umili a cui spiegava il Vangelo con modi semplici davanti alla chiesa di Santa Teresa degli Scalzi. Le riunioni vennero inizialmente ostacolate dalle autorità civili e religiose ma, grazie alla caparbietà del sacerdote e dei fedeli, furono approvate dal cardinale Francesco Maria Pignatelli.

Ebbe come padre spirituale e confessore san Giovan Giuseppe della Croce.

A seguito del terremoto del 1731 che aveva colpito la città di Foggia e che stava provocando l'allontanamento dei fedeli dalla Chiesa si recò, alcuni anni dopo, in Capitanata. Qui, secondo fonti dell'epoca, il 30 novembre mentre predicava nella chiesa di San Giovanni Battista sarebbe stato avvolto da un fascio di luce e sarebbe stato visto levitare da terra davanti a tutta la folla radunata. L'episodio è ricordato nella raffigurazione di una delle vetrate della cattedrale di Foggia e anche in un quadro conservato nella chiesa dove sarebbe avvenuto l'episodio.

Congregazione del Santissimo Redentore

[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1732, all'età di 36 anni, lasciò definitivamente Napoli ritirandosi nuovamente a Scala (in provincia di Salerno) dove fondò la congregazione del Santissimo Redentore, poi presso l'eremo benedettino di Villa degli Schiavi a Liberi (provincia di Caserta e diocesi di Caiazzo) nel 1734 dove aprì la loro prima casa. La vita della nuova congregazione fu travagliata, in seguito ai diversi divieti applicati agli ordini religiosi e Alfonso Maria de' Liguori si valse della propria esperienza giuridica, scegliendo la formula della congregazione religiosa, legale nel Regno di Napoli. La congregazione venne approvata nel 1749 da papa Benedetto XIV.

I Redentoristi, con la loro predicazione improntata alla semplicità apostolica, valicarono con le loro missioni i confini del regno giungendo sino in Italia centrale e in Polonia.

Negli anni successivi alla fondazione della congregazione, Alfonso si dedicò alla stesura di numerose opere ascetiche, dogmatiche, morali e apologetiche, tra cui la Theologia moralis (1753-1755) e La pratica del confessore (1755). Fu anche compositore di molte canzoni in italiano e in napoletano, tra cui i celebri canti natalizi Quanno nascette Ninno e la sua derivazione in italiano Tu scendi dalle stelle, entrambi scritti, musicati e composti nel dicembre 1754 durante la sua permanenza a Deliceto (provincia di Foggia), nel convento della Consolazione.

Alfonso Maria de' Liguori, in una rappresentazione del XIX secolo, che lo mostra affetto da osteoartrite cervicale progressiva e tiene il crocifisso con la mano sinistra

Nel 1762 papa Clemente XIII lo volle contro la sua volontà vescovo della diocesi di Sant'Agata de' Goti[3]. Durante la terribile carestia che colpì nel gennaio 1764 il Regno di Napoli, Alfonso Maria de' Liguori riuscì a limitare le sofferenze della popolazione del suo territorio. Si industriò, assieme ai governatori locali, ai sacerdoti della città e della diocesi, per accendere mutui e calmierare il prezzo del pane arrivato alle stelle, rilanciando l'economia bloccata per quasi due anni. Nel 1775 lasciò la carica vescovile per problemi di salute: soffriva infatti di una forma di artrite che gli incurvò la spina dorsale.

I suoi agiografi raccontano che mentre era vescovo, nel 1774, andò in bilocazione a Roma per assistere papa Clemente XIV che stava morendo e partecipò ai suoi funerali. I suoi confratelli ad Arienzo, nel Palazzo Vescovile dove risiedeva, l'avrebbero visto, per due giorni consecutivi, fermo su una poltrona, immobile come una statua, mentre a Roma sarebbe stato visto intento a confortare il papa che era in agonia[4]. Per la sua malferma salute trascorse molti mesi all'anno nel Palazzo Vescovile di Arienzo risiedendo fuori dalla città episcopale di S. Agata ma nel territorio della sua diocesi[5].

Tra il 1770 e il 1776 tentò più volte di costituire una missione nel territorio di Martina Franca[6] e scrisse in risposta ad alcune tesi dell'abate Magli di Martina un breve testo, Dichiarazione del sistema intorno alla regola delle azioni morali, che in seguito venne integrato nell'opera Theologia Moralis.

Urna di Sant'Alfonso Maria de' Liguori nella basilica omonima a Pagani

Si trasferì nella casa dei Redentoristi di Nocera dei Pagani (il nome con cui era conosciuta in passato, tra XVI secolo e il 1806, la civitas che comprendeva un'ampia porzione dell'Agro Nocerino, formata da 5 attuali comuni: Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Pagani, Sant'Egidio del Monte Albino e Corbara), dove rimase fino alla morte, il 1º agosto 1787. Oggi riposa in un'urna all'interno della basilica pontificia di Pagani a lui intitolata.

Fu beatificato il 15 settembre 1816 da papa Pio VII e canonizzato il 26 maggio 1839 da papa Gregorio XVI.

Papa Pio IX lo proclamò dottore della Chiesa nel 1871 a soli 84 anni dalla morte, mentre papa Pio XII nel 1950 gli conferì il titolo di "celeste Patrono di tutti i confessori e moralisti".

Scultura bronzea di Sant'Alfonso Maria de' Liguori nella piazza omonima a Pagani

La sua memoria ricorre il 1º agosto o il 2 agosto nella messa tridentina.

Genealogia episcopale

[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

Principali opere

[modifica | modifica wikitesto]

Sant'Alfonso fu autore di oltre 100 opere, sia "popolari", facilmente accessibili a tutti, sia esegetiche, riguardanti la teologia (in particolare quella morale), l'apologetica, la dogmatica e ascetica.

A tutt'oggi si calcola che le opere di Sant'Alfonso siano state tradotte in più di 70 lingue, e che abbiano avuto 21.000 edizioni.

Lo stesso argomento in dettaglio: Sistema morale.

Tra i componimenti musicali:

  1. ^ Missionari dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria "Dilatate il vostro cuore e la misericordia di Dio ve lo riempirà" – G. Errico, su Missionari dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria. URL consultato il 15 ottobre 2024.
  2. ^ Théodule Rey-Mermet, Il santo del secolo dei lumi: Alfonso de' Liguori (1696-1787), Parigi, 1982, p. 153.
  3. ^ Alfonso Maria de' Liguori, Introduzione - 1. La figura e l'opera di sant'Alfonso, in Apparecchio alla morte cioè considerazioni sulle massime eterne, Edizioni San Paolo, 2011, p. 6, ISBN 978-88-215-6035-4.«Contro la sua volontà, ma in obbedienza al Santo Padre, nel 1762 divenne vescovo di sant'Agata dei Goti (fino al 1775), ove si face padre dei poveri e promotore instancabile del rinnovamento religioso del clero e del popolo».
  4. ^ T. Rey-Mermet, Il Santo del Secolo dei lumi, p. 753.
  5. ^ R. D'Addio, S. Alfonso Maria de Liguori e le missioni popolari, Tau, 2020, 43.
  6. ^ Una della lettere di Alfonso Maria de' Liguori scritte a tale scopo viene analizzata e pubblicata in Spicilegium historicum, 9, 1961, pp. 357-359. Altre due lettere riguardanti la costituzione della missione e indirizzate al padre Andrea Villani sono pubblicate in Alphonsi Maria de Ligorio, Lettere, volume II, pp. 617 e 619.
  7. ^ Storia delle eresie colle loro confutazioni, Phronesis editore, 2022.
  8. ^ Alfonso Maria de Liguori, La Vera Sposa di Gesu-Cristo, cioè la Monaca Santa per Mezzo delle Virtù proprie d’una Religiosa. Opera dell'Illustriss. e Reverendiss. Mons. D. Alfonso de Liguori Vescovo di Santagata de' Goti e Rettor Maggiore della Congregazione del SS. Redentore; Utile non solo per le Religiose, e Religiosi, ma anche per li Secolari, mentre in essa trattasi della Pratica delle Virtù Cristiane, che spettano ad ogni Stato di Persone. Terza Edizione. Divisa in due tomi. Tomo primo. In fine del Secondo Tomo vi saranno di più le Meditazioni per otto giorni degli Esercizi Spirituali, che sogliono fare molte Religiose privatamente in solitudine. Inoltre vi saranno alcune divote Riflessioni, ed Affetti sull'Istoria della Passione di Gesu-Cristo, 3ª ed., Bassano: Spese Remondini di Venezia, 1771.
  • G.B. Calvello, S. Alfonso Maria de' Liguori, in "L'Omnibus pittoresco", 14 (20 giugno 1839), pp. 105–107.
  • A. M. Tannoja, The Life Of S. Alphonso Maria De Liguori, Bishop Of St. Agatha Of The Goths, And Founder Of The Congregation Of The Most Holy Redeemer, vol. 2, T. Richardson, London 1848.
  • Carroll, Austin, The Life Of St. Alphonsus Liguori, Bishop, Confessor, And Doctor Of The Church, Founder Of The Congregation Of The Most Holy Redeemer., P. O'Shea, New York 1886.
  • A. Capecelatro, La vita di sant'Alfonso Maria de' Liguori, 2 voll., Roma 1889.
  • A. M. Tannoia, Della vita ed istituto del Venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori, vescovo di S.Agata de' Goti e fondatore della Congregazione de' preti missionari del SS. Redentore, 3 voll., Napoli 1798-1802 (ristampa anastatica, Materdomini 1982).
  • T. Rey-Mermet, Il Santo del secolo dei lumi: Alfonso de' Liguori, Roma 1983.
  • G. Velocci, Alfonso De Liguori alla scuola di San Paolo, Jaca Book, Milano 2011.
  • A. Di Chicco, Profilo di Sant'Alfonso Maria de' Liguori, Giuseppe Laterza, Bari 2011.
  • G. Vitale, Affonzo De Liguori. Nobbele napulitano, Franco Di Mauro, Napoli 2012.
  • E. Marcelli, Sant'Alfonso Maria de Liguori. L'Avvocato che annuncia la Misericordia, Velar, Gorle 2015.
  • R. D'Addio, S. Alfonso Maria de Liguori e le missioni popolari, Tau, Todi 2020.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Sant'Agata de' Goti Successore
Flaminio Danza 14 giugno 1762 - 26 giugno 1775 Onofrio de Rossi

Predecessore Superiore generale della Congregazione del Santissimo Redentore Successore
Congregazione non ancora fondata 6 maggio 1743 - 1º agosto 1787 Andrea Villani
Controllo di autoritàVIAF (EN22311625 · ISNI (EN0000 0001 2123 8788 · SBN CFIV052107 · BAV 495/53305 · CERL cnp01259330 · ULAN (EN500354348 · LCCN (ENn79079308 · GND (DE118640569 · BNE (ESXX928142 (data) · BNF (FRcb13591999x (data) · J9U (ENHE987007272369905171 · NSK (HR000133278 · NDL (ENJA00470489 · CONOR.SI (SL29267555