Angelo Guglielmi

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Angelo Guglielmi (1991)

Angelo Guglielmi (Arona, 2 aprile 1929Roma, 11 luglio 2022) è stato un critico letterario, saggista, giornalista e dirigente pubblico italiano.

Angelo Guglielmi nacque ad Arona, in provincia di Novara, da genitori pugliesi. Ma in Piemonte vi è stato per poco tempo. Dopo aver ottenuto nel 1951 la laurea in lettere all'Università di Bologna insegnò per qualche anno nelle scuole medie di Cento e Ferrara.[1]

Nel 1954 superò il concorso per entrare alla Rai; dal 1976 al 1987 fu capostruttura di Rai 1. Tra i programmi da lui ideati si ricorda Bontà loro, storica trasmissione condotta da Maurizio Costanzo. Prima di divenire direttore di Rai 3, fu a capo del Centro di produzione Rai di via Teulada in Roma.

Scrisse per Paese Sera e per il Corriere della Sera, nonché su numerose riviste, e fondò il collettivo letterario neo-avanguardista Gruppo 63 con Umberto Eco ed Edoardo Sanguineti. Numerose le pubblicazioni, alcune delle quali scritte a quattro mani con Stefano Balassone, suo vice alla guida di Rai 3.

Negli anni sessanta fu ideatore di una trilogia televisiva dedicata alle Vite di personaggi celebri:

Dal 1987 al 1994 ricoprì la carica di direttore di Rai 3, passata dal controllo della DC a quello del PCI. Succedette a Giuseppe Rossini, il primo direttore della rete, e trovò una rete dai bassi ascolti (era superata nell'audience anche dalle TV locali), priva di una chiara linea editoriale. In pochi mesi la trasformò in un canale dinamico e innovativo, grazie all'introduzione del concetto di TV-verità. Per rispondere ai detrattori, uno dei nuovi personaggi della rete, Corrado Augias, a una domanda rispose: "Non è una TV-verità, piuttosto è una TV-realtà". Angelo Guglielmi permise per la prima volta che un programma criticasse apertamente Giulio Andreotti, allora uno dei politici più influenti. Sotto la sua direzione nacquero programmi che segnarono la storia televisiva, alcuni dei quali in onda per molti anni (ed alcuni tuttora trasmessi) come Telefono giallo, Samarcanda, Linea rovente, Un giorno in pretura, La TV delle ragazze, Blob, Fuori orario. Cose (mai) viste, Chi l'ha visto?, Mi manda Lubrano (poi re-intitolato Mi manda Raitre), Io confesso, Magazine 3, Avanzi, Ultimo minuto, Quelli che il calcio (passato nel 1998 su Rai 2), Da Storia Nasce Storia, Tunnel e Storie maledette; tra i conduttori e i personaggi della rete vi erano Corrado Augias, Michele Santoro, Donatella Raffai, Enrico Ghezzi, Marco Giusti, Roberta Petrelluzzi, Serena Dandini, Antonio Lubrano, Fabio Fazio, Piero Chiambretti, Giuliano Ferrara, Daniele Luttazzi, Simonetta Martone, Maurizio Mannoni e Franca Leosini, che nel frattempo veniva inaugurato il Televideo Regionale della terza rete Rai, lo share medio passò in pochi mesi da meno dell'1% a oltre il 10%. Di Guglielmi fu l'idea di mettere in bianco e nero e fra virgolette rosse le annunciatrici dei programmi.

Svolse parallelamente l'attività di critico letterario (soprattutto su l'Espresso) e diventò uno dei più temuti critici della nuova narrativa italiana.

Dal 1995 al 2001 fu presidente e amministratore delegato dell'Istituto Luce. Dal 2004 al 2009 venne chiamato da Sergio Cofferati nella giunta comunale di Bologna in qualità di assessore alla cultura.

Curò un blog[2] sul sito internet de Il Fatto Quotidiano.

Era il fratello di Giuseppe e Guido Guglielmi.

È morto a Roma l'11 luglio 2022, all'età di 93 anni. Il giorno dopo la sua morte Guglielmi è stato ricordato pubblicamente e solennemente presso la Casa del cinema di Roma.

A seguito della sua scomparsa lo studio 2 del CPTV Rai di Via Teulada/CPTV Raffaella Carrà (da cui vanno in onda due delle trasmissioni nate sotto la sua direzione, Chi l'ha visto? ed Un giorno in pretura) è stato a lui intitolato.

Dichiarazioni

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Pochi anni prima di morire scrisse: "Io non ho mai scritto di me; ho in odio l'autobiografia, ritenendola il male degli ultimi trent'anni della narrativa italiana, ma sento il bisogno di esternare alcuni ricordi della mia vita di bambino e di adolescente. Giacché molte cose non tornano nella mia vita, e ciò che pare certo diventa pericolante né impedisce esiti finali indesiderati. Forse il contenuto di quei ricordi ci fornisce qualche luce di chiarimento."[3]

Un suo motto era "Più libri, più liberi"; una sua frase "La cultura non è una cosa, ma un modo di fare le cose".

  1. ^ Morto Angelo Guglielmi, fu lo storico direttore di Rai3, su tuttoggi.info. URL consultato l'11 luglio 2022 (archiviato l'11 luglio 2022).
  2. ^ Angelo Guglielmi, Il Fatto Quotidiano, su Il Fatto Quotidiano. URL consultato il 2 aprile 2023.
  3. ^ Morto Angelo Guglielmi, ex storico direttore di Rai 3: aveva 93 anni. Fu anche critico letterario e saggista, su il Fatto Quotidiano. URL consultato l'11 luglio 2022 (archiviato dall'url originale l'11 luglio 2022).
  • Avanguardia e sperimentalismo, Feltrinelli, Milano, 1964.
  • Vent'anni d'impazienza (antologia di narrativa italiana dal 1946 al 1964), Feltrinelli, Milano, 1965.
  • Vero e falso, Feltrinelli, Milano, 1968.
  • La letteratura del risparmio, Bompiani, Milano, 1973.
  • Cura di Vitaliano Brancati, Opere, Classici Bompiani, Milano, 1974.
  • Carta stampata, Cooperativa scrittori, Roma, 1978.
  • Il piacere della letteratura: prosa italiana dagli anni settanta ad oggi, Feltrinelli, Milano, 1981 (antologia).
  • Rai-TV: l'autarchia impossibile (con Stefano Balassone), Editori riuniti, Roma, 1983.
  • Corsari e nobiluomini: la pubblicità in Italia (con Stefano Balassone), Il Mulino, Bologna, 1987.
  • La brutta addormentata: tv e dopo (con Stefano Balassone), Theoria, Roma-Napoli, 1993.
  • Senza rete (con Stefano Balassone), Rizzoli, Milano, 1995.
  • Trent'anni di intolleranza (mia), Rizzoli, Milano, 1995.
  • Cura con Renato Barilli di Gruppo 63. Critica e teoria, Feltrinelli, Milano, 1976; nuova ed. Testo & immagine, Torino, 2003.
  • Gruppo 63. Critica e teoria (con Renato Barilli), Testo & Immagine, Torino, 2003.
  • Cura con Elisabetta Sgarbi di Blob Guglielmi: la letteratura, la televisione, il cinema, numero speciale della rivista "Panta", n. 23, Bompiani, Milano, 2004.
  • Carte bolognesi. Luglio 2004-giugno 2009, Aragno, Torino, 2010.
  • Il romanzo e la realtà: cronaca degli ultimi sessant'anni di narrativa italiana, Bompiani, Milano, 2010.
  • Senza rete. Il mito di Rai Tre 1987-1994 (con Stefano Balassone), Bompiani, Milano, 2010.
  • Sfido a riconoscermi, La Nave di Teseo, Milano, 2019.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Predecessore Direttore di Rai 3 Successore
Giuseppe Rossini 13 giugno 1987 — 31 ottobre 1994 Luigi Locatelli

Predecessore Assessore alla Cultura del Comune di Bologna Successore
Marina Deserti 2004-2009 Nicoletta Mantovani
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