Ankarapithecus
Ankarapithecus è un genere fossile appartenente alla famiglia Hominidae, sottofamiglia Ponginae proposto nel 1957 dal paleontologo turco Fikret Ozansoy[1] sulla base di un frammento di mandibola da lui stesso rinvenuto nel 1955[2]. Al 2013 a questo genere è assegnata una sola specie, Ankarapithecus meteai.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Questo primate doveva essere piuttosto simile a un'attuale scimmia antropomorfa; in particolare, le dimensioni richiamavano quelle del bonobo (Pan paniscus), anche se di poco inferiori. Il peso doveva aggirarsi tra i 23 e i 30 chilogrammi. Il cranio era dotato di grandi orbite circolari, più simili a quelle degli scimpanzé e degli ominoidi africani estinti (come Proconsul) che a quelle degli asiatici orangutan e gli estinti Sivapithecus. La regione interorbitale, però, ricordava questi ultimi. Ankarapithecus possedeva un potente apparato masticatorio, e anche la dentatura era robusta: gli incisivi centrali erano grandi e i canini piccoli, mentre i molari erano ricoperti da uno spesso strato di smalto.
Olotipo
[modifica | modifica wikitesto]L'olotipo è rappresentato dal frammento di mandibola di un individuo di sesso maschile (sigla: MTA 2124) rinvenuto nel 1955 da Ozasoy[3] ed attualmente conservato presso il museo Maden Tetkik ve Arama Enstitusu di Ankara[4]. Ozansoy descrisse in dettaglio l'anatomia della mandibola e dei denti che rappresentano l'olotipo, evidenziando le analogie e le differenze nella dimensione e morfologia dei denti rispetto ad altri ominidi sia fossili che viventi[5][6][7].
Breve inquadramento della zona del ritrovamento
[modifica | modifica wikitesto]La zona del ritrovamento, il monte Sinap, è stata brevemente inquadrata da Ozansoy nel 1955[2][8]. Ozansoy distingue originariamente nell'ambito della serie del Sinap due diversi livelli: il Sinap superiore ed il Sinap inferiore, ulteriormente suddiviso in quattro strati[9][10]. La mandibola su cui Ozansoy baserà il genere Ankarapithecus è stato rinvenuta nello strato ‘c’ del Sinap inferiore[11]. Successivamente lo stesso Ozansoy assegna questo strato al Sinap medio[12]. La formazione Sinap è stata datata a circa 10 Ma[13][14][15][16]. In base a questa datazione è possibile affermare che Ankarapithecus è praticamente contemporaneo a Dryopithecus e Sivapithecus[17]. La regione della formazione Sinap all'epoca di Ankarapithecus doveva essere, sulla base dei reperti fossili rinvenuti, una savana boscosa calda[18]. La presenza di un ominoide in questo tipo di ambiente è di estremo interesse[19].
Reperti noti
[modifica | modifica wikitesto]All'olotipo si sono oggi aggiunti nel tempo altri reperti, tutti rinvenuti nella zona originale. Nel 1980 è stato rinvenuto il reperto siglato MTA 2125, comprendente un palato completo e buona parte della faccia; in particolare sono preservate le regioni nasale e zigomatica e parte dell'orbita destra[20]. Di grande interesse, per la maggiore completezza, il reperto siglato AS 500 rinvenuto nel 1996. AS 500 conserva buona parte della faccia e la mandibola di un individuo di sesso femminile con M3s completamente emersi. La mandibola è stata rinvenuta circa 20 cm sotto il cranio: sebbene non fosse articolata con quest'ultimo il ritrovamento al medesimo livello stratigrafico, le dimensioni e le caratteristiche dei denti suggeriscono l'appartenenza al medesimo individuo. La faccia comprende buona parte dei premascellari, della mascella, delle ossa zigomatiche, lacrimali e nasali oltre che porzioni dello sfenoide, dei palatini e del frontale, incluso una porzione della linea temporale destra[21]. In funzione delle dimensioni delle orbite[22] il peso di questo individuo è compreso tra 23 e 29 kg (rispettivamente in funzione dell'altezza e della larghezza delle orbite)[23], valore confrontabile con quello delle femmine di bonobo.
Autonomia del genere
[modifica | modifica wikitesto]L'autonomia del genere Ankarapithecus rispetto a Sivapithecus è stata oggetto di un lungo dibattito. Diversi autori hanno infatti considerato in passato Ankaropithecus meteai come semplice sinonimo di Sivapithecus indicus[24] oppure lo hanno descritto come Sivapithecus metaei, riconducendo alla sua variabilità anche i reperti greci assegnati a Ouranopithecus macedonensis[25]. L'attento studio comparato dell'anatomia dei reperti di Ankarapithecus noti al 1996 (ovvero l'olotipo e MTA 2125) ha permesso nel 1998 agli antropologi David R. Begun ed Erksin Güleḉ di determinare l'indipendenza a livello generico di Ankarapithecus[26], proposta sistematica che ha trovato verifica nello studio dei reperti trovati successivamente.
Filogenesi
[modifica | modifica wikitesto]Le caratteristiche dei resti ossei disponibili suggeriscono una affinità con l'orango[27].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ F. Ozansoy, Faunes de Mammiferes du Tertiaire de Turquie et leurs revisions stratigraphiques (PDF), 1957. URL consultato il 5 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 26 agosto 2015). . In questa pubblicazione è presentato il nome, senza alcuna descrizione del reperto: "Ankarapithecus meteai n. gen. n. sp" (p. 43).
- ^ a b Ozansoy F., 1955: Sur les gisements continentaux et les Mammiferes du Neogene et du Villafranchien d'Ankara (Turquie). Comptes rendus hebdomadaires des séances de l'Académie des sciences 240 (9): 992-994. Consultabile in formato PDF: http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k3192x/f992.image.r=ozansoy.langFR
- ^ Ozasoy F., 1955: op. cit.
- ^ D. R. Begun, European Hominoids. In: Hartwig W. C. (eds), The Primate Fossil Record (PDF), Cambridge University Press, 2002, p. 356 (archiviato dall'url originale il 14 marzo 2012).
- ^ Ozansoy F., 1957: op. cit.
- ^ Ozansoy F., 1965: Étude des gisements continentaux et des mammifères du Cénozoique de Turquie. Mémoires de la Sociéte géologique de France n. sér. 4, 102: 1–92.
- ^ Ozansoy F., 1970: Insani Karakterii Turkiye Pliosen fosil ponjide'si Ankaropithecus metaei. Turk. Tarih Kurumu Bulletin 34: 1-15.
- ^ Ozansoy inquadra così l'area: “La région étudiée (40° Lat. Nord, 32-33” Long. Est) est située à une distance de 50-60 km au Nord-Ouest d'Ankara […] Mont Sinap: situés au Nord du village de Yassiôren, Est de Soucak, Sud-Ouest d'Örencik, série que je propone de designer sous le nom de «Série du Sinap»” (Ozansoy F., 1955: op. cit.: 992, 994).
- ^ Ozansoy F., 1955: op. cit.: 993-994.
- ^ Sulla formazione di Sinap si veda: Lunkka J. P., Kappelman J., Ekart D., Crabaugh J. & P. Gibbard, 2003: Geology of the Sinap Formation. In: Fortelius M., Kappelman J., Sen S. & R. L. Bernor, 2003: Geology and Paleontology of the Miocene Sinap Formation, Turkey. Columbia University Press.
- ^ Ozansoy scrive a proposito: “A cette faune se trouve associé un Dryopithecinae beaucoup plus grand que tous les Anthropomorphes fossiles d'Europe et d'Asie, à exception d'Indopithecus giganteus (syn. Sivapithecus giganteus); sa symphyse est mois fuyente et possède un rudiment de tubercule mentonnier; M3 est plus petite que M2, etc. Il représente un genre nouveau qui sera décrit prochainement” (Ozansoy F., 1955: op. cit.: 993-994).
- ^ Ozansoy F., 1957: Faunes de Mammiferes du Tertiaire de Turquie et leurs revisions stratigraphiques. Bull. Miner. Res. Explor. Inst. Ankara 49: 29–48. Consultabile in formato PDF: Copia archiviata (PDF), su mta.gov.tr. URL consultato il 5 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 26 agosto 2015).
- ^ Sen S., 1991: Stratigraphie, faunes de mammifères et magnétostratigraphie du Néogène du Sinap Tepe, Province d'Ankara, Turquie. Bulletin du Muséum National d'Histoire Naturelle Paris ,4e série., 12: 243-277.
- ^ Alpagut B., Andrews P., Fortelius M., Kappelman J., Temizsoy I., Celebi, H. & W. Lindsay, 1996: A new specimen of Ankarapithecus meteai from the Sinap Formation of central Anatolia. Nature 382: 349–351. Abstract consultabile all'indirizzo: https://www.nature.com/nature/journal/v382/n6589/abs/382349a0.html
- ^ Kappelman J., Lunkka J.-P., Alpagut B., Fortelius M. & I. Temizsoy, 1996: Chronology of late Miocene hominoids from the Sinap Formation of Turkey. American Journal of Physical Anthropology 101 s23: 136.
- ^ Kappelman J., Duncan A., Feseha M., Lunkka J-P., Ekart D., McDowell F. & T. Ryan, 2003: Chronology of the Sinap Formation. In: Fortelius M., Kappelman J., Sen S. & R. L. Bernor, 2003: Geology and Paleontology of the Miocene Sinap Formation, Turkey. Columbia University Press.
- ^ Begun D. R., Güleç E. & D. Geraads, 2003: Dispersal patterns of Eurasian hominoids: implications from Turkey. In: Reumer J. W. F. & W. Wessels. (eds.), Distribution and migration of Tertiary mammals in Eurasia. A volume in honor of Hans de Bruijn. Deinsea 10: 23-29. Consultabile in formato PDF: http:// www.evolhum.cnrs.fr/geraads/geraa184.pdf . Nel testo (p. 31) sono forniti alcuni riferimenti bibliografici riguardo alla datazione di Drypathitecus e Sivapithecus.
- ^ Sen S., 1991: op. cit.
- ^ Eronen J. T. & L. Rook, 2004: The Mio-Pliocene European primate fossil record: dynamics and habitat tracking. Journal of Human Evolution 47: 323-341. Consultabile in formato PDF: http://www.helsinki.fi/science/now/pdf/Eronen_Rook_2004_JHE.pdf
- ^ Andrews P. & I. Tekkaya, 1980: A revision of the Turkish Miocene Hominoid Sivapithecus meteai. Paleonthology 23 (1): 85-95
- ^ Alpagut et al., 1996: op. cit.
- ^ Aiello L. C. & B A. Wood, 1994: Cranial Variables as Predictor of Hominine Body Mass. American Journal of Physical Anthropology 95: 409-426. Consultabile in formato PDF: https://www.gwu.edu/~hogwash/BW_PDFs/RP091.pdf
- ^ Andrews P. & B. Alpagut, 2010: Functional morphology of Ankarapithecus meteai. In de Bonis L., Koufos G. D. & P. Andrews (eds), Hominoid Evolution and Climatic Change in Europe. Phylogeny of the Neogene Hominoid Primates of Eurasia. Volume 2: 213-230.
- ^ Simons E. L. & D. R. Pilbeam, 1965: Preliminary revision of the Dryopithecinae (Pongidae, Anthropoidea). Folia Primatologica 3:81–152.
- ^ Andrews P. & I. Tekkaya, 1980: op. cit.
- ^ Begun D. R. & E. Gulec, Restoration of the Type and Palate of Ankarapithecus meteai: Taxonomic and Phylogenetic Implications (PDF), in American Journal of Physical Anthropology 105: 279-314, 1998 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2012). Al momento della pubblicazione di questo lavoro erano stati in realtà scoperti altri reperti che non fu però possibile comprendere nello studio.
- ^ Grehan J. R. & J. H. Schwanz, 2009. Evolution of the second orangutan: phylogney and biogeography of hominoid origins. Journal of Biogeography 36: 1823-1844. Consultabile in formato PDF all'indirizzo: http://webh01.ua.ac.be/funmorph/raoul/fylsyst/grehan2009.pdf[collegamento interrotto]