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Arcidiocesi di Tiana

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Tiana
Sede arcivescovile titolare
Archidioecesis Tyanensis
Patriarcato di Costantinopoli
Sede titolare di Tiana
Mappa della diocesi civile del Ponto (V secolo)
Arcivescovo titolaresede vacante
IstituitaXVIII secolo
StatoTurchia
Arcidiocesi soppressa di Tiana
Diocesi suffraganeeCibistra, Faustinopoli, Sasima
Erettacirca IV secolo
Soppressacirca XIV secolo
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche
Rovine di Tyana.

L'arcidiocesi di Tiana (in latino Archidioecesis Tyanensis) è una sede soppressa del patriarcato di Costantinopoli e una sede titolare della Chiesa cattolica.

Tiana, identificabile con le rovine di Kemerhisar nel distretto di Bor in Turchia,[1] è l'antica sede metropolitana della provincia romana della Cappadocia Seconda nella diocesi civile del Ponto e nel patriarcato di Costantinopoli.

Il Martirologio Romano ricorda il martire sant'Oreste, che subì il martirio a Tiana all'epoca dell'imperatore Diocleziano ed è ricordato alla data del 10 novembre.[2]

Tiana divenne metropolia quando l'imperatore Valente creò la provincia della Cappadocia Seconda con Tiana come capitale, separandola dalla metropolia di Cesarea di Cappadocia, cui fino a quel momento era appartenuta.

Nella Notitia Episcopatuum dello pseudo-Epifanio, composta durante il regno dell'imperatore Eraclio I (circa 640), la sede di Tiana è elencata al 14º posto nell'ordine gerarchico delle metropolie del patriarcato di Costantinopoli; in questa Notitia le sono attribuite tre diocesi suffraganee: Cibistra, Faustinopoli e Sasima.[3] La situazione è immutata nella Notitia Episcopatuum attribuita all'imperatore Leone VI e databile all'inizio X secolo.[4]

A Tiana si tenne nel 367 un sinodo di vescovi, al quale parteciparono tra gli altri Eusebio di Cesarea, Atanasio di Ancira e Pelagio di Laodicea, che ribadirono la loro fede nel primo concilio di Nicea (325) contro le decisioni ariane prese in un precedente sinodo a Rimini.

Nel maggio del 1359 Tyana aveva ancora un metropolita,[5] e nel 1360 il metropolita di Cesarea se ne assicurò l'amministrazione.[6] A partire da questo momento la sede fu vacante. Infine, nel 1370 la sede vescovile della località venne accorpata a quella di Cesarea di Cappadocia.[1]

Dal XVIII secolo Tiana è annoverata tra le sedi arcivescovili titolari della Chiesa cattolica; la sede è vacante dal 3 agosto 1975.

Arcivescovi greci

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  • Eupsichio † (menzionato nel 325)
  • Teofronio † (menzionato nel 341)
  • Antimo † (menzionato nel 372)
  • Eterio †
  • Teodoro I † (documentato dal 382 al 404)[7]
  • Calliopo †
  • Longino †
  • Teodoro II †
  • Euterio † (? - 431 deposto)
  • Patrizio † (menzionato nel 448)
  • Ciro †
  • Ciriaco † (menzionato nel 518)
  • Paolo † (menzionato nel 536)
  • Eufrata † (menzionato nel 553)
  • Giustino † (prima del 680 - dopo il 692[8])
  • Anonimo † (tra VI e VII secolo)[9]
  • Pafnuzio †
  • Anonimo † (menzionato nel 787)
  • Leonzio † (menzionato nell'879)
  • Giovanni † (menzionato nel 997)
  • Leone † (X secolo)[10]
  • Giacomo † (prima del 1143)[11][12]
  • Basilio † (prima del 1143 - dopo il 1146)[1][11][12]

Arcivescovi titolari

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  1. ^ a b c (DE) Tabula Imperii Byzantini, vol. II, Kappadokien, herausgegeben von Herbert Hunger, Wien, 1981, pp. 298 ss.
  2. ^ Martirologio Romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II, Città del Vaticano, Libreria editrice vaticana, 2004, p. 867.
  3. ^ (ELFR) Jean Darrouzès, Notitiae episcopatuum Ecclesiae Constantinopolitanae…, p. 209, nn. 223-226.
  4. ^ (ELFR) Jean Darrouzès, Notitiae episcopatuum Ecclesiae Constantinopolitanae…, p. 278, nn. 288-291.
  5. ^ Mikelosich e Müller, "Acta patriarchatus Constantinopolitani", I, 505.
  6. ^ Mikelosich e Müller, "Acta patriarchatus Constantinopolitani", I, 537.
  7. ^ (FR) Ernest Honigmann, Le concile de Constantinople de 394 et les auteurs du «Syntagma des XIV titres», in Paul Devos (dir.), Trois mémoires posthumes d'histoire et de géographie de l'Orient chrétien, Bruxelles, 1961, p. 32.
  8. ^ Concilium Constantinopolitanum a. 691/92 in Trullo habitum (Concilium Quinisextum), edidit Heinz Ohme, adiuvantibus Reinhard Flogaus et Christof Rudolf Kraus, «Acta conciliorum oecumenicorum», series secunda, volumen secundum, pars quarta, Berlin/Boston, 2013, p. 65, nº 21.
  9. ^ (DE) Anonymus, Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit Online, nº 10800.
  10. ^ Gustave Léon Schlumberger, Sigillographie de l'empire byzantin, 1884, p. 280.
  11. ^ a b (FR) Jack Roskilly, Λoγιωτατoι πoιμϵνϵς : les évêques et leur autorité dans la société byzantine des XIè-XIIè siècles, 2017, pp. 479-480.
  12. ^ a b (FR) Jean Gouillard, Quatre procès de mystiques à Byzance (vers 960-1143). Inspiration et autorité, Revue des études byzantines, nº 36, 1978, pp. 39 e seguenti.

Collegamenti esterni

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