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Barbisano

Coordinate: 45°52′53″N 12°11′00″E
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Barbisano
frazione
Barbisano – Veduta
Barbisano – Veduta
Veduta di Barbisano dai colli di Collalto
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Veneto
Provincia Treviso
ComunePieve di Soligo
Territorio
Coordinate45°52′53″N 12°11′00″E
Altitudine130 m s.l.m.
Abitanti2 150[1]
Altre informazioni
Cod. postale31053
Prefisso0438
Fuso orarioUTC+1
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Barbisano
Barbisano

Barbisano (Barbisàn in veneto) è una frazione del comune di Pieve di Soligo, in provincia di Treviso.

Monumenti e luoghi d'interesse

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Chiesa di Santa Caterina

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La chiesa parrocchiale di Barbisano[2], dedicata a Santa Caterina, risale agli anni 1902-1910, quando fu ricostruita poco ad ovest di dove sorgeva la precedente chiesa settecentesca, ma con origini medievali. Il progetto della chiesa è dell'architetto barbisanese Barnaba Lava, deceduto a Padova ed ivi sepolto assieme alla moglie. La prima attestazione della Chiesa di Santa Caterina si evince dal notaio Bonaccursio da Solighetto in cui cita nel giugno 1350 la Chiesa di Santa Caterina.

Fu consacrata solo nel 1929, durante la Grande Guerra non subì gravissimi danni.

La facciata a capanna è tripartita da lesene di ordine corinzio terminanti in un architrave sovrastata da un grande timpano, nel quale è inscritto un oculo. Il settore centrale ospita il portale rettangolare con cimasa, quelli laterali ospitano due nicchie contenenti statue di santi, opere di Emilio Fontana.

Internamente è custodita una pala d'altare di Giovanni Zanzotto, padre del noto poeta solighese. Altra opera di pregevole importanza è il battistero con lo stemma del vescovo Pietro Leoni, pieno '600. Inoltre sono custodite dell'antica chiesa una cassetta degli olii santi (reca l'iscrizione "Rect. Bernardino Pigot(ti)", due acquasantiere murate del '500, un crocifisso seicentesco. Curiosa è la lapide posta fra il presbiterio e la sacrestia, iscrizione funebre di uno dei rettori della chiesa. L'organo del 1927 è della ditta Zordan di Cogollo del Cengio. Una storia dettagliata della chiesa la si trova nel volume dello storico Ivan Marsura, "La Parrocchia di Santa Caterina V. e M. in Barbisano" del 1999.

A destra della chiesa svetta il campanile cuspidato, aperto da bifore a livello della cella campanaria. Dal 2013 Don Stefano Sitta è il parroco.

Villa Toti Dal Monte

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È una villa ripristinata nel 1924 dall'antica villa Biffis per essere la casa della celebre soprano Toti Dal Monte, che qui passò anche gli ultimi giorni di vita, nel 1975, prima di morire all'ospedale di Pieve di Soligo[3].

Si tratta di un edificio stilisticamente eclettico, come tipico di quell'epoca: alto due piani e caratterizzato da due torrette alte tre piani, ha numerose polifore vagamente neogotiche.

La villa si inserisce in un contesto di rilievo paesaggistico, con vista sui colli di Collalto e sul fiume Lierza; è circondata da un vasto parco con alte fronde.

Un'ansa del Lierza a est del centro abitato di Barbisano
Lo stesso argomento in dettaglio: Lierza.

Il fiume Lierza è il principale corso d'acqua che attraversa Barbisano, a sud del cui centro abitato confluisce nel Soligo.

All'altezza di Villa Toti il percorso del fiume si fa più impervio, formando le cosiddette Crode del Pedrè, conglomerati di valore paesaggistico, oltre che luogo letterario della poesia zanzottiana.

Nel 1898 in comune di Refrontolo si trova la Scuola dei Panierai di Barbisano, per la produzione di ceste, canestri, cestoni per il trasporto dei bozzoli, ecc. Come materie prime si impiegano vimini di salice e virgulti di pioppo o castagno ed altre piante di fibra pieghevole raccolti in parte nel comune di lavorazione e in parte nel bacino del Piave. Si producono cestini da lavoro con vimini indorati o colorati e mobili da giardino in canna d'India.[4]

Variazioni territoriali

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Fino al 1928 la frazione apparteneva al comune di Refrontolo, soppresso in quell'anno e ricostituito nel 1946.

Mobilità e trasporti

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Nel 1913 il paese divenne sede di una fermata della tranvia Susegana-Pieve di Soligo, concessa alla Società Veneta e soppressa formalmente nel 1931. Gravemente danneggiata durante la prima guerra mondiale, la stessa venne provvisoriamente trasformata in ferrovia militare e prolungata fino a Revine Lago.

  1. ^ In assenza di dati ufficiali precisi, si è fatto riferimento alla popolazione della parrocchia locale, reperibile nel sito della CEI.
  2. ^ scheda in venetando.it
  3. ^ scheda in venetando.it
  4. ^ MINISTERO DI AGRICULTURA , INDUSTRIA E COMMERCIO, ANALISI DI STATISTICA - STATISTICA INDUSTRIALE - NOTIZIE SULLE CONDIZIONI INDUSTRIALI DELLA PROVINCIA DI TREVISO - Fascicolo IV - Seconda edizione, 1898, pp. 70-71.

Voci correlate

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