Caproni Ca.73
Caproni Ca.73 | |
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Descrizione | |
Tipo | Bombardiere leggero |
Equipaggio | 2 - 3 |
Progettista | Gianni Caproni Rodolfo Verduzio Umberto Nobile |
Costruttore | Aeronautica Caproni |
Data primo volo | 1924 |
Data entrata in servizio | 1926 |
Data ritiro dal servizio | 1934 |
Utilizzatore principale | Regia Aeronautica |
Esemplari | 150 |
Sviluppato dal | Caproni Ca.66 |
Dimensioni e pesi | |
Tavole prospettiche | |
Lunghezza | 15,10 m |
Apertura alare | 25,0 m |
Altezza | 5,60 m |
Superficie alare | 143,0 m² |
Peso a vuoto | 2 300 kg |
Peso max al decollo | 5 700 kg |
Propulsione | |
Motore | 2 Isotta Fraschini Asso 500 |
Potenza | 500 CV (368 kW) ciascuno |
Prestazioni | |
Velocità max | 195 km/h |
Autonomia | 6 ore |
Tangenza | 4 600 m |
Armamento | |
Mitragliatrici | 2 brandeggiabili (nel muso e dietro l'ala) |
Bombe | 900 kg |
Note | dati riferiti alla versione Ca.73ter |
i dati sono estratti da Уголок неба[1] | |
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Il Caproni Ca.73 era un biplano da bombardamento leggero, originariamente concepito per operare come trasporto civile per 10 passeggeri con 2 uomini d'equipaggio. Il progetto sviluppato tra il 1922 e 1924 dall'ingegnere Rodolfo Verduzio, con la collaborazione tra gli altri di Umberto Nobile si distingue per essere stato il primo velivolo in Italia realizzato con struttura interamente metallica.[2]
La configurazione del velivolo era quella di un sesquiplano invertito, in cui l'ala superiore di 18 m di lunghezza era priva di alettoni; anche i piani di coda avevano configurazione biplana. I 2 motori a cilindri in linea erano installati in tandem in una gondola (priva di cappottatura) posta tra le due ali. Il 17 maggio 1927, con il Caproni Ca.73 pilotato dal Capitano Artuso e dal Tenente Razzi della 18ª Squadriglia, venne compiuta una crociera, rimanendo in volo per 18,40 ore, partendo dal Campo di Malpensa ed atterrando al Campo di Centocelle a Roma.
Il velivolo venne utilizzato dagli stormi della Regia Aeronautica fino al 1934, partecipando anche alle operazioni contro gli indipendentisti in Africa Settentrionale Italiana. In particolare equipaggiarono la 8ª Squadriglia, 11ª Squadriglia, una Sezione della 12ª Squadriglia, la 13ª Squadriglia, 18ª Squadriglia e 19ª Squadriglia. Gli aerei coloniali erano schierati all'Aeroporto di Benina vicino a Bengasi fino all'arrivo dei Caproni Ca.101.
Varianti
[modifica | modifica wikitesto]- Ca.73
- prima versione di produzione in serie con motori Isotta-Fraschini Asso 500.
- Ca.73bis
- versione con motori Lorraine-Dietrich 12 Db da 400 CV (294 kW).
- Ca.73ter
- versione da bombardamento (vedi scheda) indicata anche come Ca.82.
- Ca.73quater
- versione da bombardamento indicata anche come Ca.88.
- Ca.73quaterG
- versione da bombardamento indicata anche come Ca.89.
- Ca.74
- versione con motori radiali Bristol Jupiter da 400 CV, originariamente indicata come Ca.80.
- Ca.80S
- versione aeroambulanza.
- Ca.88 / Ca.89
- sviluppi caratterizzati da modifiche alla fusoliera, tra cui l'installazione di una torretta ventrale.
Utilizzatori
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Caproni Ca.73 in Уголок неба.
- ^ Bianchessi, p. 201.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Rosario Abate, Gregory Alegi, Giorgio Apostolo, Aeroplani Caproni – Gianni Caproni ideatore e costruttore di ali italiane, Museo Caproni, 1992, ISBN non esistente.
- Federico Bianchessi, Gianni Caproni. Una storia italiana, Pietro Macchione Editore, 2014, ISBN 978-88-6570-194-2.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Caproni Ca.73
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (RU) Caproni Ca.73, in Уголок неба, http://www.airwar.ru. URL consultato il 15 ottobre 2010.