Vai al contenuto

Cesare Pirzio Biroli

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Cesare Pirzio Biroli
NascitaSiderno Marina, 24 maggio 1863
MorteGasr Bu Hàdi, 29 aprile 1915
Cause della mortecaduto in battaglia
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armata Regio Esercito
ArmaRegio Esercito
CorpoBersaglieri
Anni di servizio1883 - 1915
GradoTenente colonnello
Decorazioni2 medaglie d'argento al valore militare
voci di militari presenti su Wikipedia

Cesare Pirzio Biroli (Siderno Marina, 24 maggio 1863Gasr Bu Hàdi, 29 aprile 1915) è stato un militare italiano, che come ufficiale prestò servizio in ambito coloniale, combattendo in Libia dal 1911 al 1915.

"L'eroica morte del colonnello Pirzio Biroli e il sacrificio sublime di cento e cento anime gagliarde, sul deserto della Sirte contro il fuoco dei beduini e degli irregolari insorti" (La Tribuna Illustrata)

Nacque a Siderno Marina il 24 maggio 1863 da Alessandro Pirzio Biroli e Marianna Beretta. La sua famiglia, di forte tradizione militare, dette all'Italia parecchi ufficiali. Il fratello maggiore di Cesare, Carlo Alberto fuggì di casa a 16 anni per combattere con Garibaldi a Bezzecca[1] mentre il fratello Luigi Nelson combatté durante la guerra italo-turca e la grande guerra. Anche Cesare percorse tutta la sua carriera nel Regio Esercito, nel reparto dei Bersaglieri. Partecipò alla guerra italo-turca. Fu decorato della medaglia d'argento al valore militare, avendo partecipato allo sbarco di Kalithea (Rodi) e ad altre azioni, distinguendosi per capacità e valore. Tornato in patria, soccorse la popolazione abruzzese durante il disastro di Avezzano, ove comandò la sottozona di Tagliacozzo, meritando gli elogi dell'autorità per la prontezza dei soccorsi e per il valido aiuto recato in difficili condizioni.

Campagne in Libia

[modifica | modifica wikitesto]

Prese parte alle operazioni militari in Libia dal 1911 al 1913. L'11 febbraio 1915 fu inviato nuovamente in Libia destinato a Misurata, al comando del 2º battaglione bersaglieri. Fu nominato tenente colonnello dal 31 marzo dello stesso anno. Egli avrebbe dovuto lasciare la Libia e trovarsi a Torino per gli ultimi giorni d'aprile. Ma un ritardo della lettera di nomina trattenne ancora il Pirzio Biroli nella Sirtica, dove fu coinvolto nella fatidica spedizione punitiva del colonnello Miani. Nella località di Gasr Bu Hàdi la colonna italiana fu attaccata improvvisamente da truppe nemiche[2]. Cadeva colpito a morte a causa del fittissimo tiro di fucileria avversario. Lasciò la moglie Luisa e le due figlie, Clara ed Olga, che risiedevano a Roma con la suocera Antonietta Santo.

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Per la capacità ed il valore dimostrati nel comando del battaglione d'avanguardia in combattimento. - Psitos, 16 maggio 1912»
— [3]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Dopo aver dato costante esempio di serena calma e coraggio cadeva da valoroso nel combattimento. - Gars Bu Hàdi, 29 aprile 1915»
— [4]
  1. ^ ^ Araldi V., Generali dell'Impero: i condottieri della guerra in A.O., Napoli, Rispoli, 1940.
  2. ^ ^ Antonino Antonini, Relazione sui combattimenti di Gasr Bu Hàdi, 4 maggio 1915.
  3. ^ Pirzio Biroli (JPG), su decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org. URL consultato l'8 aprile 2022.
  4. ^ Pirzio Biroli (JPG), su decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org. URL consultato il 14 aprile 2022.
  • Corriere della Sera, Gli ufficiali caduti Il tenente colonnello Pirzio Biroli e il maggiore Maussier. Roma, 4 maggio 1915.
  • Antonino Antonini, Relazione sui combattimenti di Gasr Bu Hàdi, 4 maggio 1915.
  • Angelo Del Boca, Il Disastro di Gasr Bu Hàdi, Milano, Mondadori Editore, 2004, ISBN 88-04-52899-0.
  • Guido Fornari, Gli Italiani nel Sud Libico. Le Colonne Miani 1913-1915, 1940

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]