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Coracias abyssinicus

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Ghiandaia marina abissina
Coracias abyssinicus
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoBilateria
SuperphylumDeuterostomia
PhylumChordata
SubphylumVertebrata
InfraphylumGnathostomata
SuperclasseTetrapoda
ClasseAves
SottoclasseNeornithes
SuperordineNeognathae
OrdineCoraciiformes
FamigliaCoraciidae
GenereCoracias
SpecieC. abyssinicus
Nomenclatura binomiale
Coracias abyssinicus
Hermann, 1783
Sinonimi

Coracias abyssinica
Hermann, 1783

Nomi comuni

(EN) Abyssinian roller

La ghiandaia marina abissina (Coracias abyssinicus Hermann, 1783) è un uccello della famiglia Coraciidae, ampiamente diffuso in parte dell'Africa subsahariana e in una piccola porzione della Penisola araba.[1][2]

Il nome scientifico della specie, abyssinicus, deriva dalla zona geografica dove è stato inizialmente scoperta nel XVIII secolo.

Ghiandaia marina abissina

Misura dai 28 ai 31 cm di lunghezza (42 cm includendo le due penne timoniere) per un peso di 100-140 g. Il becco è nero, come l'occhio, e sono collegati da una fascia molto scura inserita nel bianco di fronte e mento. Il piumaggio della nuca, di parte delle ali e del ventre varia dall’azzurro al blu turchese, con diverse tonalità ben visibili quando l’uccello è in volo. Il dorso e parte delle ali è marrone. Le due lunghe e appariscenti penne timoniere sono nere.[3]

Gli adulti nidificanti nella parte settentrionale dell’areale (corrispondente alle zone semi-desertiche del Sahel) effettuano una breve migrazione verso sud dopo la fine della stagione delle piogge. Durante il periodo di riproduzione, che occupa i mesi da febbraio a luglio, vengono deposte da 2 a 4 uova in nidi costruiti all’interno di cavità degli alberi o dei termitai, talvolta in edifici disabitati. Si ciba di tutte le specie di insetti, che può catturare anche in volo, ma anche di bruchi o piccoli roditori che trova nel terreno. Molto opportunistica, spesso si osservano stormi di una ventina di individui presso i branchi di ungulati, intenti a cibarsi dei loro parassiti. Ha un comportamento territoriale soprattutto durante il periodo riproduttivo, ma tollera molto la presenza dell’uomo, non mostrandone timore.[3]

Distribuzione e habitat

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Uccello parzialmente migratorio all'interno del continente africano, occupa una fascia geografica più o meno corrispondente al Sahel. Nidifica in Benin, Burkina Faso, Camerun, Repubblica Centrafricana, Ciad, Repubblica Democratica del Congo, Costa d'Avorio, Eritrea, Gambia, Etiopia, Ghana, Guinea, Guinea-Bissau, Kenya, Liberia, Mali, Mauritania, Niger, Nigeria, Arabia Saudita, Senegal, Sierra Leone, Somalia, Sudan, Sudan del Sud, Togo, Uganda, Yemen; in maniera occasionale, si segnalano osservazioni in Egitto, Libia, Marocco e alle Canarie. Il suo areale primario è stimato in 704.000 km².[1][4] L’habitat preferito è costituito da savane, pascoli, coltivazioni cerealicole, ma non disprezza gli ambienti più antropizzati.[3]

Specie spesso considerata molto affine a Coracias caudatus e Coracias garrulus, può essere ritenuta invece strettamente legata a Coracias spatulatus. Gli individui residenti nella Penisola araba, in passato considerati la sottospecie arabicus, non presentano sufficienti caratteri di differenziazione geografica tali da giustificarne l’evidenza.[5]

Conservazione

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Con un areale molto vasto e una popolazione che, pur non essendoci stime precise, si ritiene sia in incremento (specie opportunista che trae giovamento dalla progressiva antropizzazione con l’aumento delle superfici coltivate), non è classificata tra le specie in pericolo nella Lista rossa IUCN.[1]

  1. ^ a b c d (EN) BirdLife International 2012, Coracias abyssinicus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Coraciidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 27 settembre 2016.
  3. ^ a b c (FR) http://www.oiseaux.net/oiseaux/rollier.d.abyssinie.html
  4. ^ (EN) Birdguides Archiviato il 23 settembre 2016 in Internet Archive.
  5. ^ (EN) Handbook of the birds of the world

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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