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Crescente il Cinico

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Crescente (I secoloRoma, dopo il 165 d.C.) è stato un filosofo cinico greco antico dell'età ellenistica.

Le uniche informazioni su Crescente provengono dalle polemiche dei Padri della Chiesa. Fu attivo, secondo il Chronicon di Eusebio, intorno al 152-153[1]; Taziano si riferisce a Crescente come residente nella "grande città"[2], presumibilmente Roma, aggiungendo che «superava tutti gli uomini nel suo amore per i ragazzi (pederastìa) ed era fortemente dedito all'amore per il denaro».

Secondo Giustino, Crescente attaccò i cristiani con grande acrimonia, definendoli atei[3], anzi atheotàtoi, "i più atei", e Giustino ammette che i cristiani erano davvero atei riguardo al loro atteggiamento nei confronti degli dei pagani. L'accusa di ateismo, a dire il vero sembra essere diffusa nella visione pagana dei cristiani, dato che essi non avevano templi o statue di divinità e non compivano sacrifici. Ciò rendeva i cristiani paragonabili ad altri popoli selvaggi che non avevano nemmeno dei, come i barbari sciti o i nomadi libici.

Crescente entrò in polemica con Giustino, che afferma che, di conseguenza, era preoccupato che Crescente potesse complottare contro di lui[3]ː Eusebio afferma addirittura che il martirio di Giustino (circa nel 165) fu in realtà causato da Crescente[4], ma l'unica prova che adduce sono le dichiarazioni di Taziano, il quale non afferma che Giustino abbia incontrato la sua morte come risultato diretto delle trame di Crescente.

  1. ^ Girolamo, Chronicon, p. 203, 13-18 Helm.
  2. ^ Taziano, Oratio ad Graecos, cap. XIX.
  3. ^ a b Apologia II, cap. III.
  4. ^ Eusebio, Storia Ecclesiastica, IV 16.
  • D. R. Dudley, A History of Cynicism. From Diogenes to the 6th Century A.D., London, Methuen, 1937.