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Dési Bouterse

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Dési Bouterse
Dési Bouterse nel 2010

Presidente del Suriname
Durata mandato12 agosto 2010 –
16 luglio 2020
Vice presidenteRobert Ameerali
Ashwin Adhin
PredecessoreRonald Venetiaan
SuccessoreChan Santokhi

Presidente del Consiglio Militare Nazionale
(leader de facto del Suriname)
Durata mandato25 febbraio 1980 –
27 novembre 1987
Predecessorecarica creata
Successorecarica abolita

Presidente-pro tempore dell'Unione delle nazioni sudamericane
Durata mandato30 agosto 2013 –
4 dicembre 2014
PredecessoreOllanta Humala
SuccessoreJosé Mujica

Presidente del Partito Democratico Nazionale
In carica
Inizio mandato4 luglio 1987
Predecessorecarica istituita

Dati generali
Partito politicoPartito Democratico Nazionale
Dési Bouterse
Bouterse in uniforme
NascitaDomburg, 13 ottobre 1945
Mortevivente
Dati militari
Paese servitoSuriname (bandiera) Suriname
Forza armataEsercito surinamese
GradoTenente colonnello
GuerreGuerra civile in Suriname
BattaglieGolpe dei sergenti
Altre carichepolitico
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Desiré Delano Bouterse, detto Dési (Domburg, 13 ottobre 1945), è un politico e militare surinamese.

Come ufficiale dell'esercito era già stato dittatore de facto del Suriname fra il 1980 e il 1988. Nel 1999 è stato condannato in contumacia nei Paesi Bassi per traffico di cocaina; tuttavia ha goduto a lungo dell'immunità diplomatica in quanto capo di Stato. Nel Suriname era in corso un processo a suo carico per l'uccisione di quindici oppositori politici, fatto avvenuto nel 1982 e conosciuto come Decembermoorden; Bouterse, pur sostenendo di non avere preso lui la decisione, riconosce la propria responsabilità politica per quei fatti.

Il golpe militare, ampiamente sostenuto dalla popolazione, era ufficialmente finalizzato a combattere la corruzione e la disoccupazione (che allora interessava il 18% della popolazione attiva) e a ristabilire l'ordine negli affari pubblici. Tuttavia, "i piani politici erano vaghi, non c'erano state discussioni ideologiche in preparazione del colpo di Stato", osserva lo storico Rosemarijn Hoefte.[1]

Stabilì relazioni diplomatiche con Unione Sovietica, Cuba e Corea del Nord, ma il suo regime non mostrò alcun orientamento comunista. I Paesi Bassi hanno sospeso gli aiuti allo sviluppo alla loro ex colonia, destabilizzando l'economia surinamese. Allo stesso tempo, il crollo del prezzo della bauxite, la principale esportazione del Suriname, ha aggravato la crisi economica. Il regime si trovò presto ad affrontare diverse rivolte, a volte guidate da una parte dell'esercito, a volte da civili. A partire dal 1983, in seguito all'invasione statunitense di Grenada, il Suriname si è avvicinato a Washington e ha espulso i diplomatici cubani, forse per timore di un'aggressione statunitense.[1]

È stato Presidente del Suriname dal 12 agosto 2010 al 16 luglio 2020. Durante la sua presidenza, Dési Bouterse ha introdotto l'assistenza sanitaria universale, la mensa scolastica gratuita, il salario minimo e il regime pensionistico nazionale.[2]

Nel 2023 viene confermata la sua condanna a vent’anni di carcere per l’omicidio dei 15 oppositori politici nel 1982.[3][4]

  1. ^ a b Rosemarijn Hoefte, Suriname in the Long Twentieth Century: Domination, Contestation, Globalization, Palgrave MacMillan, 2014
  2. ^ https://www.economist.com/the-americas/2015/06/11/presidential-pardon
  3. ^ L’ex presidente del Suriname Dési Bouterse sarà presto trasferito in prigione, su Internazionale, 22 dicembre 2023. URL consultato il 4 aprile 2024.
  4. ^ (EN) Redazione, L'ex presidente e dittatore del Suriname, Bouterse, oggi entra in carcere. Deve scontare 20 anni, su 31mag, 12 gennaio 2024. URL consultato il 4 aprile 2024.

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