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Dispositivo mascherante

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Al giorno d’oggi già si sono sviluppati molteplici metodi per creare dispositivi mascheranti: il mimetismo con l’ambiente circostante[1], come i camaleonti; l’invisibilità ai radar, usata da alcuni bombardieri americani; sistemi di lenti che controllano la dimensione del fascio luminoso. Tuttavia per la creazione di un vero e proprio mantello dell'invisibilità, come quello di harry potter, è necessario utilizzare i metamateriali.

Mantello dell'invisibilità coi metamateriali

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Gli studiosi hanno sviluppato diversi metodi[2]: la cancellazione dello scattering, in cui un dielettrico esterno controbilancia gli effetti di polarizzazione dell’onda nel materiale interno; le linee di trasmissione, ove la luce passa unicamente entro tali vie non toccando l’oggetto; le trasformazioni ottiche. Quest’ultimo metodo è quello che fino ad ora ha dato i migliori risultati. Esso si basa sull’invarianza della forma delle equazioni di Maxwell quando si effettua un cambio di coordinate. L’idea è trovare un sistema di riferimento in cui il nostro oggetto non compare e calcolare i tensori ε e µ in tale sistema. Per fare ciò è necessario calcolare lo Jacobiano della trasformazione e trasformare i tensori densità ε e µ. Per un mantello sferico la trasformazione consiste nel comprimere una regione di raggio b in un guscio sferico di raggio interno a ed esterno b. In modo simile per il caso cilindrico. In questo modo qualunque oggetto posto dentro la sfera o il cilindro risulterà invisibile. Una volta calcolati i tensori ε e µ nel nuovo sistema di riferimento è necessario verificare che la luce nel mezzo segua la traiettoria desiderata. Dalle leggi di dispersione si è in grado di ricavare l’Hamiltoniana del sistema e quindi le equazioni parametriche delle traiettorie. Per il caso cilindrico è stata data anche la dimostrazione sperimentale alle frequenze delle microonde.[3] Per ottenere le proprietà elettromagnetiche desiderate sono stati utilizzati cilindretti concentrici formati da split-ring resonators di forma diversa.

Tappeto dell'invisibilità coi metamateriali

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Gli esperimenti condotti sul "mantello" hanno indirizzato la ricerca verso un nuovo metodo, il tappeto dell’invisibilità[4]. L’idea è far sembrare piatte le superfici ondulate. Sfruttando sempre una trasformazione di coordinate si è in grado di calcolare l’indice di rifrazione del mantello, che è isotropo e ha µ = 1. Anche in questo caso si è ottenuta una evidenza sperimentale in cui il tappeto consiste in un rettangolo di silicio forato da porre sopra il fondo curvato[5]. Con una opportuna disposizione e densità dei fori si riesce a creare il profilo della permittività desiderato. Tale metodo è molto promettente perché a banda larga e a basse perdite di energia.

  1. ^ S.Tachi, Telexistence and Retro-reflective Projection Technology (RPT).
  2. ^ (EN) Electromagnetic cloaking with metamaterials, in Materials Today, vol. 12, n. 3, 1º marzo 2009, pp. 22-29, DOI:10.1016/S1369-7021(09)70072-0. URL consultato il 2 gennaio 2021.
  3. ^ (EN) D. Schurig, J. J. Mock e B. J. Justice, Metamaterial Electromagnetic Cloak at Microwave Frequencies, in Science, vol. 314, n. 5801, 10 novembre 2006, pp. 977-980, DOI:10.1126/science.1133628. URL consultato il 2 gennaio 2021.
  4. ^ Jensen Li e J. B. Pendry, Hiding under the Carpet: A New Strategy for Cloaking, in Physical Review Letters, vol. 101, n. 20, 10 novembre 2008, p. 203901, DOI:10.1103/PhysRevLett.101.203901. URL consultato il 2 gennaio 2021.
  5. ^ (EN) Jason Valentine, Jensen Li e Thomas Zentgraf, An optical cloak made of dielectrics, in Nature Materials, vol. 8, n. 7, 2009-07, pp. 568-571, DOI:10.1038/nmat2461. URL consultato il 2 gennaio 2021.