Vai al contenuto

Enrico Acerbi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Francesco Enrico Acerbi, più noto come Enrico Acerbi, (Castano Primo, 25 ottobre 1785Tremezzo, 5 dicembre 1827), è stato un letterato italiano.

Laureato in medicina, oltre a esercitare la professione medica nell'Ospedale Maggiore di Milano, fu insegnante di storia naturale nei licei municipali milanesi di «Porta nuova» (attuale «Parini») e di «Sant'Alessandro» (attuale «Beccaria»). Si interessò anche di letteratura: collaborò alla Biblioteca Italiana e fu amico fraterno di Alessandro Manzoni[1][2]. Passò tuttavia gli ultimi anni della sua vita immobilizzato per una malattia che lo portò a morte all'età di soli 42 anni.

Acerbi ha importanza, nella storia della medicina, per aver ipotizzato, nelle epidemie, la trasmissione interumana di "minuti esseri morbigeni"[3], anticipando le teorie di Pasteur e Koch[4]. Un riferimento alle sue teorie batteriologiche è stato fatto da Manzoni nella digressione sulla carestia e sul diffondersi di malattie infettive tra gli accattoni nel lazzaretto, nel capitolo XXVIII dei Promessi sposi[5].

  • La venere celeste: canto, Milano, Pietro Agnelli, 1809
  • Della vita di Giambatista Monteggia professore di chirurgia, Milano (presso Giuseppe Buocher successore de' Galeazzi), 1818
  • In morte di Giuseppe Giannini professore di medicina, Milano (presso G. Buocher libraio successore de' Galeazzi), 1819
  • Annotazioni di medicina pratica, Milano (dalla tipografia di Gio. Silvestri agli scalini del Duomo), 1819
  • Dottrina teorico-pratica del morbo petecchiale, con nuove ricerche intorno l'origine, l'indole, le cagioni predisponenti ed effettrici, la cura e la preservazione del morbo medesimo in particolare, e degli altri contagi in generale, Milano, Pirrotta, 1822
  1. ^ Ercole Gnecchi (a cura di), Lettere inedite di Alessandro Manzoni, raccolte e annotate da Ercole Gnecchi, Milano : E. Rechiedei, 1896
  2. ^ Giovanni Sforza e Giuseppe Gallavresi (a cura di), Carteggio di Alessandro Manzoni, Milano : Hoepli, 1921, vol. II, p. 58 ([1])
  3. ^ Dottrina teorico-pratica del morbo petecchiale, Op. cit., 1822
  4. ^ Lo Bianco, Un italiano precursore di Pasteur, Il Giornale d'Italia, Roma 25 giugno 1925
  5. ^ C. Del Lungo, La peste nel racconto del Manzoni e le idee di un medico lombardo, Nuova Antologia, XXXVII (1902), pp. 278-287
  • «Enrico Acerbi». In: Constantin von Wurzbach (ed), Biographisches Lexikon des Kaiserthums Oesterreich : enthaltend die Lebensskizzen der denkwurdigen Personen, welche 1750 bis 1850 im Kaiserstaate und in seinen Kronlandern gelebt haben, Wien : L.C. Zamarski, 1856
  • A. Caracciolo, «ACERBI, Enrico». In: Dizionario Biografico degli Italiani, Roma : Istituto della Enciclopedia italiana, Vol. I, 1960 (on-line)

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN31985320 · ISNI (EN0000 0000 7972 8694 · SBN UBOV532600 · CERL cnp01077034 · LCCN (ENno2010033918 · GND (DE116241470 · BNF (FRcb10297979t (data)
  Portale Biografie: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Biografie