Etna (pirocorvetta)
Etna | |
---|---|
La nave fotografata a Napoli intorno al 1875 | |
Descrizione generale | |
Tipo | pirocorvetta ad elica di II ordine |
Classe | unità singola |
Proprietà | Regia Marina |
Costruttori | Regio Arsenale, Castellammare di Stabia |
Impostazione | 17 marzo 1860 |
Varo | 17 luglio 1862 |
Entrata in servizio | 1º luglio 1863 |
Radiazione | 31 marzo 1875 |
Destino finale | demolita |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento | carico normale 1563 t pieno carico 1602 t |
Lunghezza | 67,6 m |
Larghezza | 10,9 m |
Pescaggio | 4,3 m |
Propulsione | 2 caldaie 1 macchina alternativa a vapore potenza 330 HP 1 elica armamento velico a nave |
Velocità | 9 nodi (16,67 km/h) |
Equipaggio | 241 tra ufficiali, sottufficiali e marinai |
Armamento | |
Armamento | nel 1861: |
dati presi principalmente da Agenziabozzo, Navyworld e Marina Militare | |
voci di navi e imbarcazioni a vela presenti su Wikipedia |
L'Etna è stata una pirocorvetta ad elica della Regia Marina.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Impostata il 17 marzo 1860 nei cantieri di Castellammare di Stabia per conto della Real Marina del Regno delle Due Sicilie, la pirocorvetta non giunse mai a prestare servizio sotto tale bandiera[1][2][3]. Nel settembre 1860, infatti, con l'occupazione di Napoli, la nave venne catturata sullo scalo dalle truppe garibaldine e sardo-piemontesi, e la costruzione proseguì dapprima per conto della Marina del Regno di Sardegna e quindi, dal 17 marzo 1861 (ad esattamente un anno dall'impostazione) per la Regia Marina, che varò la nave il 17 luglio 1862, ponendola quindi in servizio il 1º luglio 1863[1][2][3].
Scafo in legno con carena ricoperta di rame, la pirocorvetta, armata con 12 cannoni, aveva, oltre all'apparato propulsivo a vapore, tre alberi a vele quadre[2][3].
Nella sua vita operativa l'Etna non partecipò ad operazioni di particolare rilievo. Il 23 aprile 1864, nel corso di torbidi e rivolte in Tunisia, la nave lasciò La Spezia diretta a Susa, per proteggere la locale comunità italiana: l'unità arrivò nel porto tunisino il 27 aprile, dopo aver fatto tappa – il 24 – a Tunisi[4][5]. In maggio la pirocorvetta, insieme ad un'altra nave italiana, la Rosolino Pilo, prestò soccorso ai cittadini italiani a Susa, mentre nel luglio 1864 fu dislocata a Sfax in qualità di stazionaria, rimpiazzando in questo ruolo la pirocorvetta Magenta[5][6].
Nel 1866, durante la terza guerra d’indipendenza, la corvetta, al comando del capitano di fregata Ferdinando Acton[7], operò nel canale d'Otranto con compiti di esplorazione[8], e durante le operazioni contro l'isola di Lissa (17-20 luglio 1866) disimpegnò servizio di nave ausiliaria ripetitrice di segnali per conto della II Squadra (navi in legno, al comando del viceammiraglio Giovan Battista Albini) dell'Armata Navale[6]. Non presente alla tristemente nota battaglia di Lissa, il 20 luglio 1866, fu poi dislocata a Brindisi, da dove per il resto del conflitto operò nel Basso Adriatico a contrasto del contrabbando di guerra[6]. Venne poi disarmata per alcuni mesi[6].
Nel giugno 1867[9] (o febbraio 1868[10]: il 18 di quel mese la nave, in rotta per Montevideo, fece scalo a Gibilterra, proseguendo poi insieme alla vecchia pirocorvetta a ruote Guiscardo) l'Etna, dopo lavori in bacino di carenaggio a Napoli[11], fu inviata in Sudamerica, dove rimase, come stazionaria al Rio della Plata, sino al 1872[2][3]. Nave ammiraglia della Divisione Navale in America Meridionale, l'unità, nel suo viaggio di andata, trasportò a Montevideo il comandante di tale Divisione, contrammiraglio Evaristo del Carretto, e stazionò per qualche tempo in tale porto[12]. Nel marzo 1871 fu inviata a Santa Fe, dove le truppe argentine erano state inviate contro la colonia italiana di S. Carlos, un cui colono aveva ucciso un argentino resosi a sua volta responsabile dell'omicidio di un ragazzo, per supportare la colonia italiana[13].
Rientrata in Italia, la nave giunse a Venezia il 4 marzo 1872[14], e venne immediatamente posta in disarmo[6]. Radiata già il 31 marzo 1875, dopo meno di dodici anni di servizio, l'Etna venne demolita[1].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d Marina Militare
- ^ a b c d Navi da guerra | RN Etna 1862 | corvetta mista di 2° rango | Regia Marina Italiana, su agenziabozzo.it. URL consultato l'8 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 12 gennaio 2016).
- ^ Il Secolo XIX Archiviato l'11 marzo 2012 in Internet Archive.
- ^ a b Copia archiviata (PDF), su thepostalgazette.com. URL consultato l'8 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 16 febbraio 2015).
- ^ a b c d e Marina Militare
- ^ Ferdinando Acton, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato l'8 ottobre 2011.
- ^ http://www.marinai.it/contatti/actona.pdf[collegamento interrotto]
- ^ http://www.marinaiditalia.com/public/uploads/2011_01_22.pdf
- ^ La Stampa - Consultazione Archivio
- ^ La Stampa - Consultazione Archivio
- ^ http://www.thepostalgazette.com/issues/26/Divisione_Navale_Sudamerica.pdf Archiviato l'11 agosto 2014 in Internet Archive. e http://www.storiamediterranea.it/public/md1_dir/r1444.pdf
- ^ La Stampa - Consultazione Archivio
- ^ La Stampa - Consultazione Archivio