Ferdinando Podda

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Ferdinando Podda
NascitaLoceri, 25 settembre 1892
Mortemonte Zebio, 10 giugno 1917
Cause della morteFerite riportate in combattimento
Luogo di sepolturaSacrario militare di Asiago
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Regno d'Italia
Forza armata Regio Esercito
ArmaFanteria
Unità151º Reggimento fanteria "Sassari"
Anni di servizio1912-1917
GradoSergente maggiore
GuerrePrima guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
BattaglieBattaglia del monte Ortigara
Comandante diplotone zappatori
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Ferdinando Podda (Loceri, 25 settembre 1892monte Zebio, 10 giugno 1917) è stato un militare italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della prima guerra mondiale[2].

Nacque a Loceri, provincia di Nuoro, il 25 settembre 1892, figlio di Efisio e Rita Piras.[1] Frequentate le scuole elementari, a causa delle modeste condizioni economiche della famiglia, lasciò gli studi e iniziò a lavorare come salariato nell'agricoltura, portando avanti la sua passione, quella dell'equitazione.[1] All'età di diciassette anni emigrò in Francia per lavoro, ritornando in Italia nel novembre 1912 al fine di assolvere il servizio militare di leva nel Regio Esercito. Assegnato al 75º Reggimento fanteria della Brigata Napoli si distinse per aver salvato, pur sapendo nuotare a malapena, una donna che era caduta in mare e stava per annegare.[1] Promosso caporale e poi caporale maggiore, venne trattenuto in servizio attivo all'atto dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 24 maggio 1915.[1] In quella data il suo reggimento si schierò sulla riva destra dell'Isonzo partecipando ai primi combattimenti sul Monte Sabotino.[1] Poco tempo dopo fu trasferito al 151º Reggimento fanteria della Brigata Sassari partecipando ai combattimenti a Bosco Cappuccio, sul Monte San Michele, alla "trincea delle Frasche" e contro il munito trinceramento "dei Razzi".[1] Fu promosso sergente nel 1915 e sergente maggiore nel 1916, fu nominato comandante di un plotone zappatori del reggimento.[1] Passato dal fronte del Carso a quello degli Altipiani, si distinse in combattimento alle pendici del Monte Zebio.[1] Il 10 giugno chiese, ed ottenne, di far parte della prima ondata d'assalto e col suo plotone zappatori fu tra i primi a penetrare nella trincea nemica. Ferito dapprima al capo, e poi a una gamba, dopo essersi fatto medicare tornò al suo posto per contribuire a respingere gli attacchi avversari e cadde colpito a morte da una terza pallottola di fucile.[1] Con Decreto Luogotenenziale del 22 novembre 1917 fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria[2] consegnata alla famiglia dal re Vittorio Emanuele III.[3][4] Le sue spoglie sono conservate presso il Sacrario militare di Asiago.[5]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di un plotone zappatori formante parte della prima ondata d'assalto, si slanciò alla conquista di una trincea avversaria, penetrandovi per primo. Ferito alla testa, mentre con pochi uomini tentava di catturare un gruppo di nemici, continuò a combattere incitando con l'esempio e con la parola i suoi uomini alla lotta. Ferito una seconda volta ad una gamba, dopo essersi fatto medicare tornò al suo posto d'onore e col vigore che ancora gli restava cooperò a respingere gli attacchi avversari, flnchè, ferito nuovamente ed a morte, cadde alla testa del suo plotone. Fulgido esempio delle più alte virtù militari. Monte Zebio, 10 giugno 1917.[6]»
— Decreto Luogotenenziale del 22 novembre 1917.
  • Gaetano Carolei, Guido Greganti e Giuseppe Modica, Le Medaglie d'oro al Valor Militare 1917, Roma, Tipografia regionale, 1968, p. 76.
  • Massimo Coltrinari e Giancarlo Ramaccia, 1917. L'anno terribile: Dalla Bainsizza alla sorpresa strategica di Caporetto, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2018.
  • Associazione Nazionale del Fante Sezione di Legnano, Legnano nella Grande Guerra Vol.2, Raleigh, Lulu Editore, 2018.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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