Forte Campomolon
Forte Campomolon Fortificazioni italiane al confine austriaco | |
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Ubicazione | |
Stato | ![]() |
Stato attuale | ![]() |
Città | Arsiero, Vicenza |
Coordinate | 45°52′21.3″N 11°17′05.7″E |
Informazioni generali | |
Tipo | Fortezza |
Altezza | 1853 m |
Informazioni militari | |
Armamento | batteria di obici da 280 mm |
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Il forte Campomolon è stata una fortezza militare costruita a difesa del confine italiano contro l'Impero austro-ungarico (lungo la linea di confine che attualmente si può collocare tra la provincia di Vicenza e il Trentino) a 1.853 metri di altitudine della sommità dell'omonimo monte.
Storia
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L'opera restò incompiuta; tuttavia all'inizio della Grande Guerra fu ugualmente armata con una batteria di obici da 280 mm e numerose altre bocche da fuoco. Il forte tenne sotto tiro i forti degli altipiani (soprattutto Sommo Alto, Sebastiano e Belvedere Gschwent) dallo scoppio della guerra al 20 maggio 1916 quando, investito dall'impeto della Frühjahrsoffensive, fu abbandonato e i pezzi resi inservibili. Nell'operazione distruttiva perse la vita il sottotenente Paolo Ferrario, al quale sono dedicate due lapidi commemorative.
Recentemente è stato restaurato grazie al progetto dell'Ecomuseo della Grande Guerra nelle Prealpi Vicentine.[1]
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]Armamento
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Data la posizione, sebbene privo delle cupole corazzate e dei previsti quattro cannoni da 149(A) mm, il forte fu presidiato e munito di batterie mobili di grosso calibro, in particolare due obici da 280 mm provenienti dall'artiglieria da costa e collocati nel piazzale del forte (batteria n° 533) insieme a due obici da 210 mm.
Altri due obici costieri da 280 mm vennero posizionati presso la Forcella Molon (batteria n°534) e successivamente quattro cannoni da 149(G) mm (batteria n°519) furono disposti lungo la via di accesso al forte.
Vie d'accesso
[modifica | modifica wikitesto]Al forte si può accedere da Folgaria per 15 chilometri circa in direzione Fiorentini, oppure da Tonezza del Cimone.
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Ecomuseo Grande Guerra Prealpi Vicentine (a.c.): Maso, Enna, Campomolon, Casa Ratti. Forti dello sbarramento Agno-Astico-Posina, Marcolin, Schio 2014.
- Leonardo Malatesta: La guerra dei forti. Dal 1870 alla Grande Guerra. Le fortificazioni italiane e austriache negli archivi privati e militari, Nordpress, Chiari 2003 ISBN 978-88-88657-11-0.
- Robert Striffler: Da Forte Maso a Porta Manazzo. Storia sulla costruzione e impiego dei forti delle batterie italiani dal 1883 al 1916, Edizioni Atelier Grafico, Schio 2015.
Altri progetti
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