Coordinate: 45°01′18.65″N 11°54′51.94″E

Gavello

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Disambiguazione – Se stai cercando altre località omonime, vedi Gavello (disambigua).
Gavello
comune
Gavello – Stemma
Gavello – Bandiera
Gavello – Veduta
Gavello – Veduta
Il Palazzo Grimani, ora sede municipale.
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Veneto
Provincia Rovigo
Amministrazione
SindacoDiego Girotto (lista civica Uniti per Gavello) dal 26-5-2014 (2º mandato dal 27-5-2019)
Territorio
Coordinate45°01′18.65″N 11°54′51.94″E
Altitudinem s.l.m.
Superficie24,37 km²
Abitanti1 458[1] (30-6-2022)
Densità59,83 ab./km²
Comuni confinantiAdria, Ceregnano, Crespino, Villanova Marchesana
Altre informazioni
Cod. postale45010
Prefisso0425
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT029026
Cod. catastaleD942
TargaRO
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 466 GG[3]
Nome abitantigavellesi
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Gavello
Gavello
Gavello – Mappa
Gavello – Mappa
Posizione del comune di Gavello nella provincia di Rovigo
Sito istituzionale

Gavello (Gavèo in veneto[4]) è un comune italiano di 1 458 abitanti della provincia di Rovigo in Veneto, situato a sud-est del capoluogo.

Geografia fisica

[modifica | modifica wikitesto]

Il paese di Gavello è situato circa al centro del territorio comunale, nella parte medio-orientale del Polesine e del quale riprende le caratteristiche geografiche salienti: terreno pianeggiante ad uso agricolo e ricco di corsi d'acqua, in gran parte artificiali, necessari per la regolamentazione delle acque reflue.

L'abitato di Gavello ha origini antichissime, forse pelasgiche o fenicie anche se più probabilmente paleovenete, sorto sui terreni affioranti dalle circostanti paludi, che a quel tempo si affacciavano sul mare Adriatico contendendole alla vicina Adria. Nel periodo che seguì l'antico centro gravitò attorno alla cittadina (allora) rivierasca che si sviluppò tra il XII ed il XI secolo a.C. per la necessità degli antichi Greci di avere un porto commerciale. Di Adria ne seguì le vicende politiche e storiche passando per Gallia Cisalpina fino alla pacifica integrazione nella Repubblica romana. Fu a quest'ultima che si deve il nome con cui è conosciuta attualmente e se la sua importanza rimase nei secoli a venire. Il centro era una stazione di cambio posta alla settima miliare della strada romana, nota come Cabellum, che collegava Hatria (la moderna Adria) con Triginta (trentesima miliare e dove sorge l'attuale Trecenta) e da dove poi la via si biforcava verso Mantova e Verona. Inoltre ad un solo miglio passava un'altra importante strada che si dirigeva verso sud raggiungendo Ferrara e poi Bologna.[5]

Secondo alcuni storici polesani, tra cui gli adriesi Ottavio (1697-1749), Francesco Girolamo (1748-1810) e Francesco Antonio Bocchi (1828-1888)[6] e A De Bon, si ipotizza che la sua importanza crebbe al punto che nell'VIII secolo esercitasse il suo dominio territoriale fino a Massa Campilia, l'attuale Sant'Apollinare frazione sita a qualche chilometro a sud di Rovigo. A tal proposito viene citata una bolla papale in latino datata 755 indirizzata da papa Adriano I a Carlo Magno dove si cita quandam brevissimam civitatem gabellensem. Certo è che anche nell'Alto Medioevo seguì le vicende politiche storiche ed ecclesiastiche di Adria.[5]

Attorno al VI secolo si stabilì una comunità monastica dell'Ordine di San Benedetto costruendo un'abbazia sul punto più elevato dei terreni circostanti per preservarne l'integrità dalle frequenti esondazioni dei corsi d'acqua principali e che variavano il livello delle paludi circostanti. Nel corso degli anni gli stessi avviarono un lavoro di bonifica del territorio costruendo vari argini ancora presenti nella struttura e toponomastica del luogo. Uno di questi, che divide Gavello dal territorio del comune di Villanova Marchesana, è ancora citato come "l'Argine dei Frati".[5]

Tra i monaci che vissero e lavorarono nell'Abbazia uno tra i più famosi fu il sassone frate Beda, in seguito santificato, arrivato al convento nell'874 e vi soggiornò fino alla sua morte, il 10 aprile 883. In seguito i suoi resti vennero portati da frate Giovanni Bevilaqua a Genova e deposti nella Chiesa di San Benigno. Opportuno è chiarire che, diversamente da quanto citato da fonti meno accurate, San Beda "da Gavello" non è lo stesso San Beda il Venerabile (672 ca. – 25 maggio 735) vissuto nel monastero benedettino di San Pietro e San Paolo a Wearmouth (oggi parte del Sunderland), in Inghilterra, e a Jarrow, in Northumberland.[5][7]

L'abbazia prosperò fino alla metà del XII secolo quando la rotta di Ficarolo e le seguenti sconvolsero il corso del Po inondando per anni i territori e costringendo i monaci a riparare nella vicina Canalnovo, ora frazione di Villanova Marchesana, dove edificarono un nuovo monastero con annessa chiesa. L'abbandono dell'originaria abbazia ne provocò la definitiva rovina ed amministrativamente venne soppressa nel 1425 sostituendola con una commenda diretta da un solo monaco per sopperire alle esigenze spirituali della comunità.[7]

Nel 1482 lo scoppio della Guerra di Ferrara, citata anche come Guerra del sale, ebbe conseguenze disastrose per gran parte del Polesine. Il conflitto, vinto dai veneziani, si risolse con la pace di Bagnolo ed il territorio di Gavello ed in generale il Polesine passo sotto il controllo della Serenissima fino al tardo XVIII secolo.

La caduta della Repubblica di Venezia del 1797 ad opera della Grande Armata, l'esercito francese guidato da Napoleone Bonaparte mutò nuovamente l'assetto politico di Gavello. In un atto di vendita datato 15 novembre di quello stesso anno e conservato presso il locale archivio arcipretale si cita che i possedimenti dell'Abbazia di Santa Maria e di San Pietro Martire furono confiscati dall'amministratore Emanuele Haller per conto della Repubblica Cisalpina e venduti ad Antonio Finotti di Bologna e Raffaele Lampronti di Ferrara per 22 000 pezze di Spagna.

Il dominio francese durò fino alla caduta di Napoleone. Il 20 aprile 1814 il Veneto, ed anche Gavello, venne restituito agli asburgici e con la caduta del Regno, quello stesso mese, la città e l'intero Veneto tornarono all'Impero d'Austria, che incorporò, dal 1815, i territori nel Regno Lombardo-Veneto.

In seguito Gavello seguì le vicissitudini storico politiche legate al Polesine ed al suo capoluogo Rovigo, con l'annessione del Veneto al Regno d'Italia avvenuto nel 1866 al termine della terza guerra di indipendenza.

Stemma comunale

Lo stemma è stato concesso con regio decreto del 21 giugno 1891.[8]

«Troncato di rosso e di verde, alla gemella ondata d'argento, in banda; colla fascia dello stesso, attraversante; il primo punto ad una corona, il secondo al monte di tre colli, all'italiana, cimato da una crocetta di calvario, addestrato, in alto, da una crocetta scorciata, il tutto d'oro.[9]»

Il gonfalone, concesso con RD del 22 febbraio 1934[10], è un drappo di azzurro.

Monumenti e luoghi d'interesse

[modifica | modifica wikitesto]

Le strutture architettonicamente più rilevanti si trovano attorno o nelle immediate vicinanze del centro della cittadina polesana, l'attuale Piazza XX Settembre. Qui vi si affacciano a nord il Palazzo municipale, già parte del Palazzo Grimani, ad est la chiesa arcipretale della Beata Vergine delle Grazie con facciata rivolta ad occidente, e un lato del Palazzo Gradenigo Mocenigo. Interessante anche l'edificio scolastico che riprende l'impostazione generale di questa tipologia architettonica civile dei primi anni del XX secolo. Curiosa infine l'origine della piccola chiesa della Beata Vergine della Salute, sita in località Magnolina, una ex sala da ballo ristrutturata dopo il termine della seconda guerra mondiale ed aperta al culto per soddisfare l'esigenza dei fedeli del piccolo centro posto a 5 km da Gavello.[7][11]

Architetture religiose

[modifica | modifica wikitesto]

Per la Chiesa cattolica il territorio è una parrocchia del vicariato di Villadose, a sua volta divisione amministrativa della diocesi di Adria-Rovigo.

La Chiesa arcipretale della Beata Vergine delle Grazie.
Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa della Beata Vergine delle Grazie (Gavello).
  • Chiesa arcipretale della Beata Vergine delle Grazie (XVI-XVIII secolo). Sito nell'attuale Piazza XX Settembre, l'edificio religioso occupa la posizione dove sorgeva la cappella dell'antica Abbazia benedettina del VI secolo e distrutta nel XIII secolo dalla rovinosa esondazione del fiume Po citata come Rotta di Ficarolo. Del precedente edificio rimangono l'abside e la parte inferiore del campanile fino alla cella campanaria, quest'ultima interessata da un rifacimento datato 1828. Più volte restaurata ed ampliata, l'attuale aspetto risale ai primi anni del XVIII secolo caratterizzata dalla pianta a navata unica e dalla sobria facciata barocca costituita da quattro paraste doriche su alto plinto. Completano la facciata un timpano al cui interno è situato un piccolo rosone, una coppia di grandi finestre rettangolari e, sopra il portale. una nicchia dove si trova una statua di San Pietro Martire.[7][12]
  • Chiesa della Beata Vergine della Salute, in località Magnolina. (XX secolo).

Architetture civili

[modifica | modifica wikitesto]
Il porticato del Palazzo Gradenigo Mocenigo affacciato alla Piazza XX Settembre.
  • Palazzo Gradenigo Mocenigo (fine XVI-XVII secolo). Affacciato all'attuale Via Giacomo Matteotti si compone di una parte centrale a tre piani sormontata da un timpano più due ali laterali, più basse, divise in piano terra, piano nobile e granai. Il lato sinistro, porticato, si affaccia sull'attuale Piazza XX Settembre ed attualmente integra un esercizio commerciale da quale si può accedere al cortile interno.
  • Palazzo Municipale ex Grimani (XVIII secolo). L'attuale palazzo, sede municipale, trae origine dal precedente Palazzo Grimani ampiamente ristrutturato e del quale rimangono solo alcune parti. Sulla sua facciata è presente una terrazza centrale, sopra la quale è apposto un altorilievo rappresentante lo stemma comunale, e sulle parti laterali una coppia di lapidi, a sinistra quella più antica dedicata al patriota locale Alessio Beltrame ed a destra, più recente, murata in occasione del centenario della nascita di Ugo Zagato.
  • Villa Menotti, ora Cervati (XVII secolo). Complesso architettonico posizionato fuori del tessuto urbano di Gavello, nei pressi della sponda sinistra del Canalbianco e del ponte che collega il comune di Gavello con quello di Ceregnano. Il complesso riprende l'impostazione classica della villa veneta in accordo alla sua funzione, inserita in una grande proprietà agricola. Recentemente fatta oggetto di restauri conservativi, la villa appare attualmente separata dalla barchessa per l'attraversamento dell'attuale Via Canalbianco Superiore.

Evoluzione demografica

[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[13]

Amministrazione

[modifica | modifica wikitesto]
Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1995 1999 Giulietto Fantinati Lista Civica Sindaco
1999 2004 Giulietto Fantinati Lista Civica Sindaco
2004 2009 Ampelio Spadon Lista Civica (Centro-sinistra) Sindaco
2009 2014 Ampelio Spadon Lista Civica (Centro-sinistra) Sindaco
2014 2019 Diego Girotto Lista Civica "Uniti per Gavello" Sindaco
2019 in carica Diego Girotto Lista Civica "Uniti per Gavello" Sindaco
  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Acta Concordium (PDF), su concordi.it, Accademia Concordi. URL consultato il 25 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
  5. ^ a b c d Il Veneto paese per paese, volume 3, pag 12.
  6. ^ Archivio Storico - Archivio Antico Comunale, su Comune di Adria, www.comune.adria.ro.it. URL consultato il 1º settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 19 dicembre 2012).
  7. ^ a b c d Il Veneto paese per paese, volume 3, pag 13.
  8. ^ Bozzetto dello stemma del Comune di Gavello, su ACS, Raccolta dei disegni degli stemmi di comuni e città. URL consultato il 9 ottobre 2024.
  9. ^ Bollettino Ufficiale della Consulta Araldica, vol. I, n. 2, maggio 1892, p. 95.
  10. ^ Gavello, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 9 ottobre 2024.
  11. ^ Il Veneto paese per paese, volume 3, pag 14.
  12. ^ Descrizione, su Parrocchia Beata Vergine delle Grazie di Gavello (Ro), http://www.parrocchie.it/gavello/beatavergine/index.html. URL consultato il 13 agosto 2011.
  13. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  • M. Bulgarelli, La Contea di Gavello, ed. La Malcontenta, 2007 Venezia.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
  • Sito ufficiale, su comune.gavello.ro.it. Modifica su Wikidata
  • Gavello, su Portale Ufficiale del Turismo della Provincia di Rovigo, polesineterratraduefiumi.it. URL consultato il 13 marzo 2011.
  • Gavello, su rovigobox.it. URL consultato il 13 marzo 2011.
Controllo di autoritàVIAF (EN241225756
  Portale Veneto: accedi alle voci di Wikipedia che parlano del Veneto