Gian Pietro Porro (esploratore)
Gian Pietro Porro | |
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Conte | |
Nascita | Como, 20 novembre 1844 |
Morte | Gialdessa, 9 aprile 1886 |
Padre | Francesco Porro |
Madre | Chiara Giovio |
Consorte | Giuseppina Rossi |
Gian Pietro Porro (Como, 20 novembre 1844 – Gialdessa, 9 aprile 1886) è stato un esploratore italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Membro della nobile famiglia Porro, Gian Pietro Porro nacque a Como il 20 novembre 1844,[1] figlio di Francesco e Chiara Giovio.[2] Suo nonno era l'omonimo Gian Pietro Porro, già podestà di Como.[2]
Dopo aver studiato al Collegio Militare di Milano, all'Accademia Reale di Torino, e alla Scuola di Cavalleria di Pinerolo,[2] nel 1866 partecipò con il grado di tenente alla terza guerra di indipendenza italiana, distinguendosi in particolare nella battaglia di Custoza.[1][2]
Nel 1872 si congedò dall'esercito e partì per l'America meridionale, dove risalì il Río de la Plata e il Paraná, esplorando la regione del Gran Chaco;[1][2] tornato in Italia, raccontò il suo viaggio nel libro dal titolo Da Genova al Gran Chaco e viceversa (1874).[2]
Divenne sindaco di Induno Olona, e il 5 agosto 1873 sposò Giuseppina Rossi.[2]
L'8 marzo 1885 succedette a Manfredo Camperio nella carica di presidente della Società d'Esplorazione Commerciale in Africa.[1][2] In questa veste organizzò una spedizione scientifico-commerciale nella Regione di Harar, in Etiopia, che coinvolgeva un totale di otto studiosi italiani, tra cui Giovanni Battista Licata;[1] imbarcatasi da Genova il 24 gennaio 1886,[2] passarono da Napoli il 26 gennaio[1] e raggiungerso Aden, nell'attuale Yemen, il 7 febbraio;[2] da qui, con una traversata di 200 chilometri raggiunsero Zeila, nella Somalia Britannica. La spedizione si concluse però tragicamente a Jaldessa, con il cosiddetto eccidio di Gialdessa (9 aprile 1886), nel quale tutti i membri della spedizione furono trucidati dagli indigeni poco prima di aver raggiunto la meta.[1][2]
È rimasto ignoto il mandante della strage, che si è ipotizzato potesse essere l'emiro di Harar oppure gli inglesi insediati ad Aden; il Governo italiano, che di nascosto aveva chiesto a Porro di studiare la possibilità di una spedizione militare, negò ufficialmente un suo coinvolgimento nell'impresa e decise di non indagare sull'eccidio, per non irritare le altre potenze europee.[2]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Attilio Mori, PORRO, Gian Pietro, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1935. URL consultato il 18 gennaio 2015.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikisource contiene una pagina dedicata a Gian Pietro Porro
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Gian Pietro Porro
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Pòrro, Gian Pietro, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Francesco Surdich, PORRO, Gian Pietro, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 85, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2016.
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