Giovanni Enriques
Giovanni Enriques (Bologna, 24 gennaio 1905 – Milano, 21 maggio 1990) è stato un dirigente d'azienda e editore italiano.
Cronologia
[modifica | modifica wikitesto]1905 Nasce il 24 gennaio a Bologna dal matematico Federigo Enriques e da Luisa Coen. È l'ultimo di tre figli, preceduto da Alma (1900) e Adriana (1902). La famiglia, da metà Ottocento residente a Livorno, ma con propaggini in Tunisia, appartiene alla buona borghesia ebraica laicizzante.
1915-22 Frequenta a Bologna il Liceo-Ginnasio Galvani (indirizzo «moderno»). Nelle vacanze estive nell'Appennino tosco-emiliano, fa amicizia con i fratelli Carlo e Nello Rosselli. Nell'ottobre 1922, al seguito del padre chiamato alla cattedra di Geometria a Roma, si trasferisce nella capitale, iscrivendosi al Liceo Tasso.
1923 Si diploma al «Tasso» e si iscrive al biennio di Fisica e Matematica, propedeutico al triennio della Scuola di Ingegneria. Conosce Enrico Fermi e molti dei «Ragazzi di via Panisperna», diventando soprattutto amico di Emilio Segrè, anche per la comune passione per la montagna.
1929 Il 15 novembre si laurea in Ingegneria Civile, con una tesi in elettrotecnica.
1930 Il 1º febbraio visita a Ivrea l'Olivetti e, dopo un colloquio con Adriano Olivetti, entra nell'azienda. Per qualche mese farà l'apprendista operaio; poi, a poco a poco, avrà mansioni di maggior rilievo e comincerà a essere apprezzato dal fondatore, Camillo Olivetti. In fabbrica già lavorava l'ingegner Gino Levi (poi Martinoli), il futuro direttore tecnico dell'Olivetti, che diventerà uno dei suoi più cari amici.
1931 In maggio lascia l'Olivetti per recarsi poco dopo negli Stati Uniti, dove farà esperienze varie (aziendali e non), per un anno circa.
1932 In autunno viene riassunto da Camillo Olivetti, il quale ne favorisce una rapida carriera, tra Bologna e Milano.
1936 In giugno è nominato direttore dell'Ufficio Esteri dell'Olivetti e comincia a viaggiare vorticosamente.
In agosto, durante le vacanze estive, conosce Emma Cosattini (figlia dell'avvocato udinese Giovanni Cosattini, noto antifascista, deputato socialista fino al '26). Si sposano il 25 ottobre e avranno tre figli: Luisa (1938-1940), Lorenzo (1939) e Federico (1941).
1938 Nel tardo autunno, dopo l'emanazione delle «leggi razziali», è trasferito per motivi prudenziali temporaneamente a Parigi, presso una consociata della Olivetti.
1939-43 Rientrato a Ivrea dopo qualche mese, continua il proprio lavoro, pur con le inevitabili difficoltà connesse al periodo bellico e alla legislazione antisemita.
1943 Il 9 settembre partecipa a una prima riunione antifascista di dipendenti dell'Olivetti. Due giorni dopo, in rappresentanza del Pli, entra nel «Comitato interpartitico» aziendale, fulcro del Cln di Ivrea.
Il 16 ottobre muore a 25 anni la moglie Emma, di febbre tifoidea.
1944 Nel febbraio Adriano Olivetti, a rischio d'arresto, si rifugia in Svizzera. La Olivetti rimane affidata a un triumvirato: Martinoli, Enriques e Giuseppe Pero (direttore amministrativo). La collaborazione con la Resistenza è molto stretta.
Enriques si fa fabbricare un falso certificato di arianizzazione. A fine anno (o forse nel gennaio seguente) convince un ufficiale tedesco a non far saltare la fabbrica, facendogli balenare una lauta ricompensa a guerra finita.
1945 Lunedì 7 maggio l'Olivetti, che aveva di molto rallentato la produzione negli ultimi mesi di guerra, riapre i battenti. Poco dopo, Adriano e i suoi parenti tornano dalla Svizzera e riprendono il controllo dell'azienda. Martinoli, destinato alla Hispano-Olivetti, si dimette. Pero torna alle sue normali mansioni. Enriques è nominato direttore della filiale di Roma, dove comincia a esaminare nuove proposte di lavoro. Ma ben presto sarà richiamato alla direzione commerciale, per aprire la filiale inglese dell'azienda.
Milita nell'ala sinistra del Pli (leader Nicolò Carandini) e collabora al quotidiano «Risorgimento Liberale», diretto da Mario Pannunzio.
1946 Lo zio Isaia Levi – che aveva sposato Nella Coen, sorella di sua madre – gli dona, ancora in vita, la maggioranza delle Penne Aurora e circa un terzo del pacchetto di controllo della Zanichelli (gli altri due terzi alle sorelle Adriana e Alma, che rileverà rispettivamente nel 1959 e nel 1960).
1947 Viene nominato direttore generale della Olivetti (assieme a Giuseppe Pero).
1948 Assume la presidenza della Zanichelli, delegandone però la gestione al direttore generale Ezio della Monica.
1951 Fonda a Torino l'Editoriale Aurora Zanichelli, che pubblicherà, nel corso di una decina d'anni, sette Annuari e otto volumi di Enciclopedie monografiche.
In ottobre, va a vivere a Torino, in piazza Cavour 10.
1953 In febbraio dà le dimissioni dalla Olivetti, per divergenze con Adriano circa la gestione dell'azienda. Accetta comunque un contratto di consulenza per due anni.
Qualche mese dopo, assume la direzione dell'Ipsoa (Istituto Post-Universitario per lo Studio dell'Organizzazione Aziendale), sostenuto soprattutto dall'Olivetti, dalla Fiat e dall'Unione Industriale di Torino.
1955 Alla fine dell'anno lascia il Pli, in opposizione alla linea assunta dal segretario Giovanni Malagodi sulla competenza dei tribunali militari a giudicare in tempo di pace i militari in congedo.
1956 Abbandona la direzione dell'Ipsoa e stipula un contratto di consulenza con l'Imi (Istituto Mobiliare italiano) presieduto da Stefano Siglienti, che si protrarrà fin verso la metà degli anni Settanta, con importanti iniziative soprattutto nel campo turistico in Sardegna (Parabola d'Oro).
Il 24 settembre sposa in seconde nozze Jose Bozzi, rimasta vedova del marito Roberto Biscaretti di Ruffia due anni prima.
1957 Si trasferisce con la famiglia a Milano, in piazza Belgiojoso 2. Nel 1964 andrà ad abitare in piazza Castello 4.
1959 Decide di occuparsi a fondo del rilancio della Zanichelli e procede quindi a un graduale ricambio dei vertici e a investimenti volti a una modernizzazione dell'azienda. Un anno dopo il figlio Federico comincerà un apprendistato, che lo porterà gradualmente alla guida della casa editrice. Il fratello Lorenzo, fisico, lo affiancherà nel 1978.
1961 Cede il controllo delle Penne Aurora all'ingegner Franco Verona.
1970-74 Partecipa alla Giunta confederale della Confindustria, con la carica di «consigliere incaricato», cioè con la delega a occuparsi del Centro studi.
1987 Lascia la presidenza della Zanichelli e ne diventa Presidente onorario.
1990 Muore a Milano il 21 maggio, dopo una lunga malattia.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]1. Opere di Giovanni Enriques
1.1 Corrispondenze da Londra al Risorgimento Liberale: Arrivo a Londra, 12 gennaio 1946; La guerra è un argomento strettamente confidenziale, 1º febbraio 1946; Che cosa pensiamo gli inglesi di noi, 22 febbraio 1946. Il testo di questi articoli è riprodotto in appendice al libro autobiografico di Giovanni Enriques Via d'Azeglio 57 (V. oltre)
1.2 AZ PANORAMA Collana di enciclopedie monografiche diretta da Giovanni Enriques, Edgardo Macorini, Geno Pampaloni (Editoriale Aurora Zanichelli, 1954-1963) Opera costituita da 8 volumi più un volume di indici: - La terra in cui viviamo. Enciclopedia monografica della geografia, a cura di Giovanni Enriques, 1954 - L'uomo e la tecnica. Enciclopedia monografica della produzione, a cura di Delfino Insolera, 1956 - Libri nel tempo. Enciclopedia monografica della letteratura, a cura di Franco Fortini, 1957 - Il gioco e gli sport. Enciclopedia monografica della ricreazione, a cura di Edgardo Macorini, 1958 - Le leggi della vita. Enciclopedia monografica della biologia, a cura di Ludovico Giulio, 1958 - Ricerca e scienza. Enciclopedia monografica dell'informazione, a cura di Delfino Insolera, 1959 - Civiltà nell'arte. Enciclopedia monografica delle arti figurative, a cura di Enrico Castelnuovo, 1960 - Gli Stati e le civiltà. Enciclopedia monografica della storia, a cura di Arsenio Frugoni, 1961.
1.3 Giovanni Enriques et al. Il turismo: fattore di sviluppo economico (Nuovo Mezzogiorno, marzo 1959)
1.4 Giovanni Enriques If I were a dictator : in margine alla discussione sul Mezzogiorno (Mondo Economico, 4 aprile 1959)
1.5 Giovanni Enriques Sta in noi - Il turismo: fattore di accelerazione nel processo di sviluppo per il Mezzogiorno (Mondo Economico, 8 agosto 1959)
1.6 Giovanni Enriques, Domenico Bucarelli Porto Conte: prospettive di sviluppo della baia (IMI, 1965)
1.7 Giovanni Enriques Via d'Azeglio 57 (Zanichelli, 1983): libro autobiografico di ricordi d'infanzia e di resoconti alpinistici
2. Opere su Giovanni Enriques
2.1 Gianni Sofri Giovanni Enriques: un ricordo (Zanichelli, 1991): libro fuori commercio [ripubblicato in: Gianni Sofri Del fare libri: mezzo secolo da Zanichelli (Zanichelli, 2013)]
2.2 Alessandra Cimmino ENRIQUES, Giovanni (voce del Dizionario Biografico degli Italiani, vol 42, Treccani, 1993)
2.3 Federico Enriques Castelli di carta - Zanichelli 1959-2009: una storia (Il Mulino, 2008)
2.4 Sandro Gerbi Giovanni Enriques: dalla Olivetti alla Zanichelli (Hoepli, 2013)
2.5 Luigi M. Faccini Giovanni Enriques, che seppe immaginare il futuro (Zanichelli, 2013)
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Alessandra Cimmino, ENRIQUES, Giovanni, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 42, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1993.
- Giovanni Enriques, in Storia e Memoria di Bologna, Comune di Bologna.
- Sito dell'Associazione per la lettura Giovanni Enriques
Controllo di autorità | VIAF (EN) 58027448 · ISNI (EN) 0000 0000 2530 4538 · LCCN (EN) n84192400 · GND (DE) 1048625370 · BNF (FR) cb115246455 (data) |
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