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Giuseppe Cavanna

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Giuseppe Cavanna
NazionalitàItalia (bandiera) Italia
Altezza171[1] cm
Calcio
RuoloPortiere
Termine carriera1946 - giocatore
1961 - allenatore
Carriera
Squadre di club1
1921-1925 Vercellesi Erranti(-?) (-?)
1925-1929Pro Vercelli65 (-?)
1929-1936Napoli151 (-?)
1936-1937Benevento26 (-?)
1937-1939Pro Vercelli40 (-?)
1945-1946Avezzano4 (-5)
Nazionale
1931-1934Italia (bandiera) Italia B6 (-?)
1934Italia (bandiera) Italia0 (0)
Carriera da allenatore
1936Avellino
1936-1937Benevento
194?Audax Cervinara
1945-1947Avezzano
1947Pro Vasto
1947-1948STEFER Roma
1948-1949Poligrafico Roma
1949-1950STEFER Roma
1950-1951Nocerina
1955-1956La Chivasso
1958-1959Pro Vercelli
1961-1962Trinese
Palmarès
 Mondiali di calcio
OroItalia 1934
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Giuseppe Cavanna (Vercelli, 18 novembre 1905Vercelli, 3 novembre 1976) è stato un calciatore italiano, di ruolo portiere. Campione del Mondo con la Nazionale italiana nel 1934.

Zio di Silvio Piola[2], fu un prodotto del fertile vivaio della Vercellesi Erranti; al termine della Seconda Divisione 1923-1924 passò alla Pro Vercelli con cui esordì in campionato nel 1925, in quelle che furono tra le ultime stagioni dei piemontesi in massima divisione nel ventesimo secolo e di cui fu considerato uno dei migliori giocatori[3].

Militò successivamente nel Napoli, difendendo la porta della squadra azzurra tra le stagioni 1929-1930 e 1934-1935, nel primo periodo positivo della storia dei campani, guadagnandosi dai tifosi il soprannome di "Giaguaro"[2]: alla sua prima stagione, quella del 1929-1930 segnata dalla prematura morte dello storico presidente e mecenate Giorgio Ascarelli, la squadra si piazzò quinta[4] per migliorarsi poi ottenendo due terzi posti in Serie A nelle stagioni 1932-1933[5] e 1933-1934[6], risultati che costituirono il miglior piazzamento dei partenopei sino al secondo posto nel campionato 1967-1968[7].

Dopo un'esperienza al Benevento, in Serie C, fece ritorno a Vercelli[3], giocandovi in Serie B un totale di 40 partite.

Durante la stagione 1945-46 disputò 4 partite in Serie C difendendo la porta della Forza e Coraggio di Avezzano di cui era allenatore.

Malgrado sei presenze in Nazionale B[3], non esordì mai in Nazionale maggiore[2]; tuttavia fu convocato da Vittorio Pozzo, nel 1934[2], come secondo portiere al vittorioso Mondiale italiano, diventando il primo giocatore del Napoli a laurearsi Campione del mondo, in un periodo in cui la concorrenza per il ruolo era costituita da giocatori come Gianpiero Combi, capitano degli azzurri, Guido Masetti ed il "Leone di Highbury" Carlo Ceresoli, che non poté partecipare ai mondiali a causa di infortunio.

Da allenatore guidò l'Avellino appena terminata l'esperienza a Napoli da giocatore.[8][9] Successivamente il Benevento nella doppia veste di allenatore-giocatore, l'Audax di Cervinara, subito dopo la guerra la Forza e Coraggio di Avezzano in Serie C per due stagioni, e la Nocerina. Il 27 settembre 1955 raggiunse l'accordo per allenare l'U.R.S. La Chivasso nel campionato Piemontese di Promozione girone A arrivando al 4º posto; lasciò la panchina a fine stagione.[10]

Nel campionato di Serie D 1961-1962 ha allenato la Trinese, venendo sostituito da Pietro Maffei[11].

Italia 1934
Giuseppe Cavanna (a sinistra) difende la porta del Napoli. Giovanni Vincenzi a destra.
  1. ^ I migliori portieri della nostra vita
  2. ^ a b c d Carratelli, p.52.
  3. ^ a b c La Stampa, 4 novembre 1976, pagina 14 archiviolastampa.it
  4. ^ Carratelli, p.42.
  5. ^ Carratelli, p.50.
  6. ^ Carratelli, p.54.
  7. ^ Carratelli, p.172.
  8. ^ Leondino Pescatore, Avellino che storia, 100 anni da Lupi: dal niente alla serie A, 3 volumi, Lps Editore, Avellino, dicembre 2012
  9. ^ ForzAvellino: storia e immagini di una squadra di calcio (Antonio Scotti) Nuovedizioni - Napoli - R. Scarpato, 1986
  10. ^ Una Storia, tante storie (Volume 2º)
  11. ^ Massimo D’Agostino e Alexandru Palosanu, Almanacco storico della Serie D – Stagione 1961/62, 2013, p. 240.

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