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Commissione per le attività antiamericane

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Commissione per le attività antiamericane
StatoStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
Istituito1938
Riforme1945, 1969 (rinomine)
Soppresso1975
SedeWashington

La Commissione per le attività antiamericane (in inglese House Committee on Un-American Activities, noto anche con le sigle HCUA o, meno propriamente, HUAC) è stata una commissione investigativa congressuale (United States Congressional Committee) della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti (the House).

Creata nel 1938 come commissione speciale presieduta dal democratico texano Martin Dies, per indagare su ideologie "aliene" come fascismo e comunismo, nel 1945 divenne una commissione permanente della Camera dei rappresentanti su iniziativa del deputato John Rankin del Mississippi, focalizzandosi per tutti i primi anni della guerra fredda sui rapporti tra il Partito Comunista degli Stati Uniti d'America e Mosca, indagando sulle infiltrazioni sovietiche nel programma nucleare, nei sindacati, nel sistema dell'istruzione e nei mass media; per questi motivi è spesso confusa con l'omologa commissione del Senato, che fu creata più tardi sotto la presidenza di Joseph McCarthy.

L'HUAC esercitò per anni il suo potere coercitivo di convocazione e di intimazione a rispondere, per dare la caccia agli autori di Hollywood, privando del lavoro molti sceneggiatori recalcitranti. I senatori Kenneth Wherry e Lister Hill usarono minacce simili per perseguitare gli uomini gay che prestavano servizio nel governo federale. Joseph McCarthy usò le stesse tattiche alla guida della omologa commissione senatoriale: negli anni Cinquanta, migliaia di testimoni in tutte le parti della società - scuole, università, sindacati, chiese, giornali - dovettero soppesare la fedeltà alle loro coscienze rispetto ai loro mezzi di sussistenza, nel decidere se sottomettersi a quella che è diventata nota come la Paura rossa.

Nel 1969, la Camera dei Rappresentanti cambiò il nome in Commissione per la sicurezza interna (House Committee on Internal Security) e, infine, la abolì nel 1975[1], trasferendone le funzioni allo House Judiciary Committee.

Nel 2001 buona parte dei suoi archivi furono desecretati su richiesta del National Coordinating Committee for the Promotion of History[2].

Nella giurisprudenza costituzionale

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Nel 1957, la Corte suprema degli Stati Uniti d'America delimitò alcuni dei poteri della commissione, stabilendo in Watkins v. United States che il Congresso poteva effettivamente tenere qualcuno responsabile per contempt of Parliament (offesa al Congresso) per non aver risposto a una domanda "pertinente all'indagine in esame", ma che la domanda doveva essere chiara e limitata, ovvero non frutto di una generica fishing expedition del tipo di quelle in cui si era specializzata l'HUAC[3].

Ma lo strumento dell'inchiesta parlamentare non è stato privato in assoluto dei suoi poteri coercitivi: la stessa Corte suprema ha successivamente riconosciuto, in Eastland v. United States Servicemen's Fund (1975), che finché il Congresso perseguiva un obiettivo legislativo legittimo con la sua citazione in giudizio, era immune all'intervento giudiziario e ha chiarito che tali obiettivi potevano essere ampi e a tempo indeterminato; non c'era bisogno di una legislazione attuativa per dare corso alle relative sanzioni, potendosi utilizzare l'accusa di contempt per il testimone reticente o renitente.

Special Investigation Committee

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House Committee on Un-American Activities: chairmen

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House Committee on Internal Security

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Membri rilevanti dello House Committee on Internal Security sono stati:

  1. ^ David Frum, How We Got Here: The '70s, New York, Basic Books, 2000, p. 265, ISBN 0-465-04195-7.
  2. ^ Schamel, Charles E., “Records of the House Un-American Activities Committee, 1945-1969, (renamed the) House Internal Security Committee, 1969-1975.” Washington: Center for Legislative Archives at the National Archives and Records Administration, 2001.
  3. ^ Il New York Times del 23 novembre 2021, nella rubrica Obituaries, così ha descritto gli effetti di tale tipologia di interrogatorio: "La mattina del 24 gennaio 1946, una donna di nome Helen Reid Bryan entrò in una stanza per le udienze nell'edificio degli uffici della Longworth House a Capitol Hill. Era lì per testimoniare davanti alla Commissione della Camera per le attività antiamericane, nota con il suo acronimo HUAC, nella sua qualità di segretaria esecutiva di un gruppo chiamato Comitato congiunto antifascista per i rifugiati, che aveva fornito denaro e risorse alle vittime della Guerra civile spagnola. Bryan era arrivata quella mattina con 200 sostenitori, che avevano organizzato una protesta all'esterno; tuttavia, non aveva portato i documenti dell'organizzazione, ma solo una dichiarazione, che insistette per leggere. Aveva buone ragioni per non collaborare. Essere comunista era legale (sebbene lei non lo fosse) e non c'erano accuse che il suo gruppo fosse coinvolto in attività sovversive. Più precisamente, diversi membri dell'HUAC erano dichiarati sostenitori di Francisco Franco, il dittatore fascista in Spagna, e Bryan temeva che potessero far trapelare i documenti a Madrid, mettendo a rischio migliaia di rifugiati politici e le loro famiglie. Ma quelle non erano ragioni sufficienti per sfidare una commissione del Congresso. L'HUAC rifiutò di far leggere a Bryan la sua dichiarazione e ha votato all'unanimità per dichiarare che non collaborando compiva offesa del Congresso. La Commissione chiamò quindi il suo capo, Edward Barsky, che apparve un mese dopo e si rifiutò anche lui di consegnare i documenti; così fece l'intero consiglio di amministrazione del gruppo, incluso il romanziere Howard Fast, che poi raccontò dell'esperienza nel suo libro di memorie "Being Red". Tutti furono tenuti responsabili di offesa al Congresso. A nessuno di loro era stato permesso di avere i propri avvocati con sé durante la loro testimonianza. La Camera dei rappresentanti si riunì nell'aprile 1946 per votare la citazione per offesa al Congresso e per inviarla al Dipartimento di Giustizia. (...) Dei 430 membri della Camera presenti, 292 votarono per dichiarare il contempt; 82 rifiutarono di votare e solo 56 votarono contro. Bryan, Barsky e la maggior parte del consiglio di amministrazione del gruppo di rifugiati finirono in prigione, alcuni per un anno. Per la maggior parte di loro, le vite erano finite. Barsky, un chirurgo, perse la sua licenza medica. Bryan si ritirò nel Vermont rurale, incapace di trovare un datore di lavoro disposto ad assumerla".

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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