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Herbert Pagani

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Herbert Pagani
Herbert Pagani in una foto di fine anni sessanta
NazionalitàItalia (bandiera) Italia
GenerePop
Periodo di attività musicale1965 – 1988
EtichettaJolly, Mama Records, RCA Italiana
Album pubblicati5
Studio4
Live1
Sito ufficiale

Herbert Avraham Haggiag Pagani (Tripoli, 25 aprile 1944Palm Beach, 16 agosto 1988) è stato un cantautore, artista e conduttore radiofonico italiano. Fu un artista di multiforme e poliedrica attività, in grado di esprimersi tanto in lingua italiana quanto in lingua francese.

Di famiglia ebraica tripolina, trascorse parte della sua gioventù, dopo l'espulsione degli ebrei dalla Libia nel 1952, in Italia, in Germania Ovest e in Francia.

Ricordato come una delle voci storiche dell'emittente radiofonica Radio Monte Carlo - insieme a Barbara Marchand, Gigi Salvadori, Ettore Andenna, Luisella Berrino e Roberto Arnaldi - fu anche cantante che lanciò brani di facile presa e popolarità come Cin cin con gli occhiali, Canta (che ti passa la paura), L'amicizia e Ahi... le Hawaii.

Ernesto De Pascale in un articolo per la rivista della SIAE ricorda, tra altre cose, alcuni dei maggiori successi in Italia del «cantautore africano, ma con doppia cittadinanza, francese e italiana», ha così modo di menzionare che Cin cin con gli occhiali e Ahi, le Haway sono state scritte insieme a un giovanissimo Edoardo Bennato e che ha cantato brani per il cinema, come in Vip - Mio fratello superuomo di Bruno Bozzetto e per sceneggiati televisivi, la canzone dei titoli di coda di Marco Visconti ha la sua voce. Herbert Pagani fu politicamente attivo, De Pascale ricorda ancora «(...) il suo impegno per la pacifica convivenza tra israeliani e palestinesi (che lo portò fino al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite dove tenne un lungo discorso nel 1987) (...)».[1]

Degne di menzione sono anche Non ti amo più (1962) / (Alberto Testa, Herbert Pagani, Christophe), Lombardia (1965), versione italiana de Le plat pays di Jacques Brel e La bonne franquette del 1974.

La sua migliore produzione in italiano è considerata tuttavia Albergo a ore (del 1969), brano che ebbe problemi con la censura e che era l'adattamento dalla versione in lingua francese Les amants d'un jour (portata in Francia al successo da Édith Piaf); la versione italiana è stata proposta anche da Gino Paoli, da Ornella Vanoni, nel 1972 da Milva, nell'album La filanda e altre storie e da Marcella Bella, nel suo album d'esordio Tu non hai la più pallida idea dell'amore.

Prima in francese e poi in altre lingue, fu molto apprezzato il suo testo poetico Plaidoyer pour ma terre (qu'est ce que le sionisme) ("Arringa per la mia Terra"), in difesa delle ragioni del sionismo e dell'essere ebreo.

Tra le collaborazioni musicali è da segnalare quella pluriennale con Dalida, per la quale Pagani scrisse molti brani (soprattutto elaborazioni in lingua italiana di canzoni francesi preesistenti). Tra questi si ricordano: Mamy Blue (1970) scritta con Hubert Giraud, C'è gente che incontri per strada (dall'originale di Fabien-Bréjean-Goraguer, del 1973), Non è casa mia (del 1965).

Per Françoise Hardy scrisse nel 1967 Gli altri, testo italiano di Voilà.

Collaborò nel 1968 con Giorgio Gaber, scrivendo assieme a lui alcuni brani del 33 giri L'asse d'equilibrio e un brano dell'album, sempre di Gaber, Sai com'è.

Nel 1972 collaborò all'album ...e cogliere l'attimo fuggente del cantautore italo/belga Salvatore Adamo, nonché al testo della canzone Teorema di Marco Ferradini. Proprio per il cantante comasco, Pagani scrisse altri testi come Schiavo senza catene, Weekend, Una catastrofe bionda (che parteciperà al Festival di Sanremo 1983)

Quasi sempre i suoi brani furono caratterizzati da una precisa ispirazione psicologica e introspettiva, in perfetta continuità e coerenza con la tradizione neorealista francese della quale Pagani è stato, a detta dei critici, in Italia, uno degli interpreti e uno dei divulgatori più raffinati, colti e sensibili.

Pagani fu fondatore con Annalena Limentani della casa di produzione di programmi radiofonici Mama Records.

Ecologista e pacifista convinto, a partire dal 1970 aveva abbandonato solo in parte il mondo della canzone per fondare uno dei primi "progetti multimediali" (il "Megalopolis"), incidendo alcuni album di taglio "progressive" e dedicandosi anche all'attività politica.

Pagani apparve come attore in uno sceneggiato televisivo del 1975, Marco Visconti diretto da Anton Giulio Majano: ebbe inoltre grande popolarità in Italia grazie alla canzone Cavalli ricamati (musica del M° Beppe Moraschi), brano con cui si concludeva ciascuna puntata dello sceneggiato e che egli eseguì dal vivo al termine dell'ultimo episodio.

Morì a Palm Beach, in Florida, per una forma di leucemia. Aveva quarantaquattro anni[2].

Pagani è sepolto nel cimitero di Tel Aviv Kyriat Shaul.

Album in studio

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Discografia in francese

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Album in studio

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  1. ^ Ernesto De Pascale, Il ricordo di Pagani. Il carattere di Herbert, Anno 78 Nuova Serie, n. 4, Roma, SIAE. Società Italiana degli Autori ed Editori, Luglio - Agosto 2006, p. 88.
  2. ^ IN ISRAELE, L'ADDIO (PRESENTE PERES) A HERBERT PAGANI - la Repubblica.it, in Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 17 aprile 2017.
  • Fabrizio Zampa, Herbert Pagani, in Gino Castaldo (a cura di), Il dizionario della canzone italiana, vol. 2, Roma, Curcio, 1990, p. 1253-54, ISBN 88-9750-877-4.
  • Rosanna Castellani (a cura di), Herbert Pagani. Canzoni, scritti, disegni, sculture, con CD allegato, Barbès Editore (2010)
  • Carlo Bianchi, Ricordando Herbert Pagani. A colloquio con Marco Ferradini per il progetto "La mia generazione", «Critica minore» 13.4.2014 [1]
  • Enzo Gentile, Lontani dagli occhi. Vita, sorte e miracoli di artisti esemplari, Laurana Editore, 2015; capitolo Fede, speranza, libertà, pagg. 138-166
  • C. Bianchi, La chanson errante. Tra Francia e Italia le inquietudini di Herbert Pagani, «Vox popular», 1/1, 2016, pagg. 80-102 [2]

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