Vai al contenuto

Iti Bacci

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Iti Bacci

Deputato del Regno d'Italia
Durata mandato20 aprile 1929 –
2 marzo 1939
LegislaturaXXVIII, XXIX
Collegiounico nazionale
Sito istituzionale

Consigliere nazionale del Regno d'Italia
Durata mandato23 marzo 1939 –
?
LegislaturaXXX
Gruppo
parlamentare
Corporazione dell'acqua, del gas e dell'elettricità

Dati generali
Partito politicoPNF
Titolo di studiolaurea

Iti Bacci nato Baccich (Sussak, 15 luglio 1892Roma, 11 gennaio 1954) è stato un politico e dirigente sportivo italiano.

Irredentista, fuggì da Fiume e si arruolò volontario nei bersaglieri italiani nella prima guerra mondiale. Finita la guerra fondò il quotidiano La Vedetta d'Italia, di posizioni nazionalistiche e favorevole all'unione della città quarnerina all'Italia. Nel 1919 prese parte all'impresa di Fiume insieme al fratello maggiore Icilio. Aderì all'Associazione Nazionalista Italiana fino all'aprile 1922 e da quella data al Partito Nazionale Fascista[1], di cui fu vice segretario generale dal 1930 al 1931 e membro del Gran Consiglio del Fascismo dal 1930 al 1932.

Fu eletto deputato del Regno nel 1929 e riconfermato nel 1934[2].

Durante il regime fascista fu molto impegnato come dirigente sportivo e tenne anche per qualche tempo la presidenza del CONI, come commissario, fra il 1930 ed il 1931. Acquisì al CONI il quotidiano Il Littoriale di cui fu direttore.

Successivamente, presiedette i Cantieri Navali del Carnaro. Nel 1939 divenne consigliere nazionale della Camera dei Fasci e delle Corporazioni, fino all'agosto 1943. Dopo l'8 settembre 1943 non aderì alla Repubblica sociale italiana e fu arrestato a Fiume dai tedeschi e liberato grazie all'interessamento del fratello Icilio, che era senatore.

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]