Johann Michael Moscherosch

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Johann Michael Moscherosch

Johann Michael Moscherosch, noto anche con lo pseudonimo di Philander Von Sittewald (Willstätt, 5 marzo 1601Worms, 4 aprile 1669), è stato uno scrittore tedesco.

Johann Michael Moscherosch
Frontespizio di Ala mode Kherauß, satira inclusa in Wunderliche und wahrhafftige Gesichte Philanders von Sittewald, Strasburgo, 1650

Johann Michael Moscherosch nacque a Willstädt, presso Strasburgo, il 5 marzo 1601.[1]

Istruito ed educato a Strasburgo nelle facoltà umanistica e di giurisprudenza, lavorò per alcuni anni come tutore nella famiglia del conte di Leiningen-Dagsburg, ma fu anche giurista, cancelliere di principi, diplomatico.[1][2][3]

Tra i suoi incarichi governativi, si possono menzionare quelli di presidente della cancelleria e di consigliere della camera delle finanze (1656) per il conte di Hanau e di consigliere privato della contessa d'Assia-Kassel.[1][3]

Moscherosch si sposò due volte e per due volte restò vedovo, ed ebbe complessivamente una esistenza problematica,[4] dovendo sopportare persecuzioni, compreso il saccheggio della propria casa.[5]

Moscherosch fu un satirico luterano, colto, borghese tedesco i cui scritti, acuti ma non sempre imparziali, narrarono la difficile vita in Germania ai tempi della Guerra dei trent'anni (1618-1648).[1]

Le sue satire evidenziarono anche una visione moralistica del mondo, un intenso zelo morale oltre al senso della missione,[1] ma i toni severi e amari vennero edulcorati dalla cultura e dai giochi della fantasia, anche linguistica, paragonabili a quelle di Johann Fischart.[4]

L'opera più famosa di Moscherosch, Mirifiche e veridiche visioni di Filandro di Sittewald (Wunderliche und wahrhafftige Gesichte Philanders von Sittewald, 1641-1643), manifestò le sue qualità satiriche.[1][3]

Modellata sui Sogni (Los sueños, 1627) di Francisco de Quevedo, ispirata dalle fantasticherie burlesche, morali e linguistiche dello scrittore spagnolo,[2][3] Moscherosch illustrò gli usi e costumi, la cultura della Germania contemporanea, visti da un sostenitore luterano.[1] Le prime sette visioni furono strettamente collegate ai Sogni, mentre le altre sette furono invenzioni personali di Moscherosch. L'opera si rivelò una serie di sogni, allegorie, fantasticherie tendenti a criticare le pazzie e i vizi umani, soprattutto quelli riguardanti la guerra, la vita militare, la moda, e tutto ciò che non fosse tedesco.[2][4]

In una delle visioni l'autore presentò un dialogo fra Filandro con mitici eroi alsaziani e con altri personaggi leggendari germanici.[4]

Le visioni descrissero lo sviluppo e la formazione del carattere di Filandro, grazie alla duplice esperienza che egli fa prima sugli altri, osservati in un mondo onirico, poi su sé stesso, messo a contatto con la realtà difficile; ed è soprattutto quest'ultima esperienza quella che formò e rafforzò la coscienza morale dell'eroe e a dargli diritto di osservare e criticare i difetti altrui.[5]

La letteratura spagnola, soprattutto quella picaresca, nel periodo barocco ebbe una grande diffusione in Germania, producendo capolavori come il L'avventuroso Simplicissimus.[4]

Un altro lavoro importante di Moscherosch risultò L'insonne preoccupazione dei genitori (Insomnis Cura Parentum, 1643), un saggio di argomento religioso dedicato alla sua famiglia, un testamento morale per i figli, nel quale approfondì ed espresse la sua severa pietà luterana,[1][2] avendo perso ogni speranza di giustizia e di bontà umana e affidando la propria famiglia alla misericordia di Dio.[3][5]

Inoltre scrisse una raccolta di epigrammi latini, intitolata Centuria epigrammatum (1630), oltre che un trattato morale La pazienza (Patientia), parzialmente inedito in alcune varianti manoscritte.[3][4]

Moscherosch era anche membro della "Fruchtbringende Gesellschaft" ("Società produttiva"), fondata per lo studio, la diffusione, la purificazione della lingua tedesca e della letteratura tedesca.[1][3]

  • Centuria epigrammatum (1630);
  • Mirifiche e veridiche visioni di Filandro di Sittewald (Wunderliche und wahrhafftige Gesichte Philanders von Sittewald, 1641-1643);
  • L'insonne preoccupazione dei genitori (Insomnis Cura Parentum, 1643);
  • La pazienza (Patientia).
  1. ^ a b c d e f g h i (EN) Johann Michael Moscherosch, su britannica.com. URL consultato il 31 marzo 2019.
  2. ^ a b c d (DE) Moscherosch, Johann Michael, su deutsche-biographie.de. URL consultato il 31 marzo 2019.
  3. ^ a b c d e f g (EN) Johann Michael Moscherosch - Encyclopedia, su theodora.com. URL consultato il 31 marzo 2019.
  4. ^ a b c d e f Johann Michael Moscherosch, in le muse, VIII, Novara, De Agostini, 1967, p. 132.
  5. ^ a b c Johann Michael Moscherosch, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 31 marzo 2019.
  • (DE) Claudia Bubenik, "Ich bin, was man will". Werte und Normen in Johann Michael Moscheroschs "Gesichten Philanders von Sittewald", Francoforte sul Meno, 2001.
  • (DE) Jürgen Donien, "Wie jener Weise sagt …". Zitatfunktionen in Johann Michael Moscheroschs Gesichten Philanders von Sittewald, Francoforte sul Meno, Lang, 2003.
  • (DE) Gerhard Dünnhaupt, Johann Michael Moscherosch (1601–1669), in Personalbibliographien zu den Drucken des Barock, IV, Stoccarda, Hiersemann, 1991.
  • (DE) Walter Gretz, Unterwegs zu Moscherosch, Basilea, Fr.-Reinhard, 2004.
  • (DE) Stefan F. Grunwald, A Biography of Johann Michael Moscherosch, Berna, Lang, 1969.
  • (DE) Wolfgang Harms, Moscherosch, Johann Michael, in Neue Deutsche Biographie (NDB), XVIII, Berlino, Duncker & Humblot, 1997, pp. 166–168.
  • (DE) Kenneth G. Knight, Johann Michael Moscherosch. Satiriker und Moralist des siebzehnten Jahrhunderts, Stoccarda, Akademischer Verlag, 2000.
  • (DE) Franz Muncker, Moscherosch, Johann Michael, in Allgemeine Deutsche Biographie (ADB), XXII, Lipsia, Duncker & Humblot, 1885, pp. 351-357.
  • (DE) Ludwig Pariser, Beiträge zu einer biographie von Hans Michael Moscherosch ..., Monaco di Baviera, 1891.
  • (DE) Walter E. Schäfer, Ach, so beseuffze doch mein armes Vaterland!, Marbach, Deutsche Schillergesellschaft, 1982.
  • (DE) Walter E. Schäfer, Johann Michael Moscherosch. Staatsmann, Satiriker und Pädagoge im Barockzeitalter, Monaco di Baviera, Beck, 1982.

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