M56 (astronomia)
M56 Ammasso globulare | |
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M56 | |
Scoperta | |
Scopritore | Charles Messier |
Data | 1779 |
Dati osservativi (epoca J2000) | |
Costellazione | Lira |
Ascensione retta | 19h 16m 35.50s[1] |
Declinazione | +30° 11′ 04.2″[1] |
Distanza | 32900[2] a.l. (10100 pc) |
Magnitudine apparente (V) | 8,3[1] |
Dimensione apparente (V) | 8,8′ |
Caratteristiche fisiche | |
Tipo | Ammasso globulare |
Classe | X |
Dimensioni | 84 a.l. (26 pc) |
Altre designazioni | |
NGC 6779, GCl 110[1] | |
Mappa di localizzazione | |
Categoria di ammassi globulari |
M 56 (conosciuto anche come NGC 6779) è un ammasso globulare visibile nella costellazione della Lira.
Osservazione
[modifica | modifica wikitesto]M56 è piuttosto facile da localizzare, trovandosi grosso modo a metà via fra le stelle Albireo (β Cygni) e Sulafat (γ Lyrae); è visibile con grosse difficoltà con un binocolo 10x50, se la notte è molto buia e limpida. Con un telescopio da 114mm appare di forma tondeggiante e di aspetto nebuloso, mentre un 150mm può consentire di iniziare una difficoltosa risoluzione solo nelle nottate migliori; strumenti da 300mm con forti ingrandimenti lo risolvono con facilità in decine di componenti.[3]
M56 può essere osservato con facilità da entrambi gli emisferi terrestri, grazie al fatto che la sua declinazione non è eccessivamente settentrionale; dalle regioni boreali è comunque maggiormente osservabile e si presenta estremamente alto nel cielo nelle notti d'estate, mentre dall'emisfero australe resta sempre più basso, ad eccezione delle aree prossime all'equatore. È comunque visibile da tutte le aree abitate della Terra.[4] Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale è quello compreso fra giugno e novembre.
Storia delle osservazioni
[modifica | modifica wikitesto]M56 fu scoperto da Charles Messier nel 1779 che lo descrive così: "Una nebulosa senza stelle e poco luminosa". Il primo a risolverlo in stelle fu William Herschel nel 1784. William Herschel lo risolse per la prima volta nel 1807, descrivendolo come un ammasso globulare di stelle molto piccole e compresse, che aumenta leggermente di luminosità verso il centro. Lord Rosse notò che alcune delle sue stelle formavano delle concatenazioni a raggiera dal centro verso l'esterno.[3]
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]M56 si trova ad una distanza di circa 32.900 anni luce dalla Terra e il suo diametro misura approssimativamente 84 anni luce; è uno degli ammassi globulari meno brillanti, soprattutto perché manca del nucleo molto brillante di cui è dotato la maggior parte di questi tipi di ammasso. Ciononostante, non è difficile da risolvere in stelle, anche se si trova ad una notevole distanza.[3]
Le stelle più brillanti in M56 sono di magnitudine 13 e in esso sono state trovate solo una dozzina di stelle variabili. M56 si dirige verso noi alla velocità di 138 km/s.[3]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d SIMBAD Astronomical Database, su Results for NGC 6779. URL consultato il 16 novembre 2006.
- ^ Valentin D. Ivanov et al., Near Infrared Photometry of Galactic Globular Clusters M56 and M15. Extending the Red Giant Branch vs. Metallicity Calibration Towards Metal Poor Systems
- ^ a b c d Federico Manzini, Nuovo Orione - Il Catalogo di Messier, 2000.
- ^ Una declinazione di 30°N equivale ad una distanza angolare dal polo nord celeste di 60°; il che equivale a dire che a nord del 60°N l'oggetto si presenta circumpolare, mentre a sud del 60°S l'oggetto non sorge mai.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]Libri
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Stephen James O'Meara, Deep Sky Companions: The Messier Objects, Cambridge University Press, 1998, ISBN 0-521-55332-6.
Carte celesti
[modifica | modifica wikitesto]- Toshimi Taki, Taki's 8.5 Magnitude Star Atlas, su geocities.jp, 2005. URL consultato il 7 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2018). - Atlante celeste liberamente scaricabile in formato PDF.
- Tirion, Rappaport, Lovi, Uranometria 2000.0 - Volume I - The Northern Hemisphere to -6°, Richmond, Virginia, USA, Willmann-Bell, inc., 1987, ISBN 0-943396-14-X.
- Tirion, Sinnott, Sky Atlas 2000.0 - Second Edition, Cambridge, USA, Cambridge University Press, 1998, ISBN 0-933346-90-5.
- Tirion, The Cambridge Star Atlas 2000.0, 3ª ed., Cambridge, USA, Cambridge University Press, 2001, ISBN 0-521-80084-6.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su M56
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Messier 56, SEDS Messier pages, su messier.seds.org.
- (EN) Catalogo NGC/IC on-line, su ngcicproject.org.
- (EN) Dati di NGC 6779 - SIMBAD, su simbad.u-strasbg.fr. (dettagli identificatori, misure)
- (EN) Dati di NGC 6779 - NASA Extragalactic Database, su ned.ipac.caltech.edu.
- (EN) Dati di NGC 6779 - SEDS, su spider.seds.org.
- (EN) Dati di NGC 6779 - VizieR Service, su vizier.u-strasbg.fr.
- (EN) Immagini di NGC 6779 - Aladin, su aladin.u-strasbg.fr.
- (EN) Immagini di NGC 6779 - SkyView, su skyview.gsfc.nasa.gov.