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Maria Casula

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Maria Casula (Cagliari, 1939[1]) è un soprano e mezzosoprano italiano.

Ha compiuto inizialmente i suoi studi musicali al Conservatorio Giovanni Pierluigi da Palestrina di Cagliari e perfezionandosi poi nella dizione con il doppiatore Gigi Pirarba e quindi al Conservatorio Santa Cecilia di Roma.

Gli inizi della sua carriera hanno visto la frequentazione di un repertorio settecentesco ed oratoriale, per poi debuttare alla Scala nel 1967 come "un valletto", ne L'incoronazione di Poppea di Monteverdi, e, l'anno successivo, come Tebaldo nel Don Carlo di Verdi.[2] Ha cantato in seguito in tutto il mondo, con i direttori e cantanti più affermati del dopoguerra ed ha effettuato anche diverse registrazioni in studio, tra cui Le nozze di Figaro, come Marcellina, con Mirella Freni, Jessye Norman e la London Symphony Orchestra diretta da Colin Davis, o La Clemenza di Tito di Mozart, come prima donna, nel ruolo di Vitellia, insieme a Teresa Berganza, Brigitte Fassbaender e Lucia Popp, con l'orchestra della Wiener Staatsoper, diretta da István Kertész.

Ha proseguito la carriera affrontando anche periodi e stili musicali diversi, cantando inoltre, nel 1973, l'impegnativo ruolo di Psiche nella prima esecuzione mondiale dell'opera Amore e Psiche di Salvatore Sciarrino, alla Piccola Scala.[3]

Ritiratasi dalla scene, come da lei stessa dichiarato, alla fine degli anni Settanta, per ragioni di ordine personale, si è quindi dedicata all'insegnamento del canto, sia con lezioni e masterclass private, sia come docente nel sistema dei conservatòri, prima in quello di Cagliari, poi al Conservatorio Giacomo Puccini della Spezia, avendo tra i suoi allievi il soprano Giusy Devinu.[4]

Le sue registrazioni discografiche ottennero lusinghieri apprezzamenti da parte della critica italiana. La memorabile interpretazione della parte di Vitellia, in particolare, mise d'accordo due dei principali esperti di canto sulla breccia nella parte finale del XX secolo: Elvio Giudici e Rodolfo Celletti. Il primo ebbe modo di scrivere:[5]

«Vitellia è una parte diabolica, come tutte le scritture vocali anfibie, continuamente oscillanti tra tessitura sopranile e da mezzosoprano. Maria Casula [...] colse al volo l'occasione offertale dalla Decca e creò una Vitellia sorprendente. Facile, rotonda, squillante, la voce spazia lungo l'amplissima tessitura senza nessun problema apparente, salvo un accentuato vibrato che tuttavia serve bene alle ragioni drammatiche di un personaggio sempre portato verso gli estremi, siano essi di furore o di trasporto amoroso: il «Non più di fiori»[6] è dunque affidato a una voce dal timbro pieno e incisivo, che dipana una delle colorature più scabrose concepite da Mozart con fluidità, nettezza e mirabile precisione.»

Rodolfo Celletti, per parte sua, annotò:[senza fonte]

«Vitellia, cioè Maria Casula, [...] è il personaggio vocale più impegnativo dell'opera e le cantanti in grado di incarnarlo sono sempre state pochissime. Si tratta di una di quelle parti leggendarie con una gamma di estensione che abbraccia quasi due ottave e mezzo. Noi abbiamo in Italia un mezzosoprano che canta la parte di Vitellia, con grande disinvoltura e grande bravura: la Casula [...]. Il miglior mezzo soprano d'Italia [...]. Quando Maria Casula, con voce dal bel timbro sostiene con magnifica facilità frasi che metterebbero a disagio un soprano acutissimo: allora c'è veramente da rimanere ammirati e stupiti.»

  1. ^ (DE) Casula, Maria, 1939-, su Osmikon, Bayerische Staatsbibliothek. URL consultato il 6 settembre 2023.
  2. ^ Artista: Maria Casula, su Archivio, Teatro alla Scala. URL consultato il 6 settembre 2023.
  3. ^ Amore e Psiche/Le cinesi, su Archivio, Teatro alla Scala. URL consultato il 6 settembre 2023.
  4. ^ Associazione La Casa Rosa
  5. ^ Elvio Giudici, L'opera in CD e video. Guida all'ascolto, Milano, Il Saggiatore, 1995, pp. 511-512, ISBN 88-428-0279-4.
  6. ^ La registrazione del recitativo e aria è disponibile su YouTube.

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