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Medaglia commemorativa per atti di filantropia compiuti in mare

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La medaglia commemorativa per atti di coraggio verso persone pericolanti in mare fu istituita dal Regno d'Italia, nella seconda metà del XIX secolo, per premiare fatti importanti ed altamente generosi per i quali non fosse tuttavia possible accordare:

  • medaglia al valore di Marina, che era destinata a ricompensare atti di coraggio compiuti con rischio della vita verso persone pericolanti in mare, nelle classi d'oro e d'argento, come stabilito con Regio decreto n. 4072 del 1860[1] con il quale erano state riformate le Sovrane determinazioni del 1º marzo 1836 e del 25 marzo 1847 con le quali la decorazione era stata istituita nel Regno di Sardegna;
  • menzione onorevole al valor di Marina, per gli atti di coraggio compiuti senza evidente pericolo di vita, ma con slancio e filantropia;
  • attestati ufficiali di soddisfazione, poi di benemerenza, da concedersi negli altri casi meritevoli di speciale considerazione, ma non tali da dar luogo al conferimento della medaglia o della menzione onorevole al valor di Marina;

oppure, trattandosi di stranieri, non ne fosse ad essi consentito il conferimento.

La medaglia commemorativa era stata concessa quasi sempre in argento, molto raramente in oro, soprattutto ai capitani che avevano raccolto gli equipaggi di bastimenti nazionali naufragati o in pericolo di affondare durante la navigazione e prodigate loro cure ed assistenza.

Riforma del 1888

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Medaglia commemorativa soccorso a naufraghi
Medaglia commemorativa per atti di filantropia compiuti in mare

Regno d'Italia
TipoMedaglia commemorativa
Statuscessato
Istituzioneseconda metà del XIX secolo
CessazioneSan Rossore, 12 luglio 1938
Motivo della cessazioneistituzione della Medaglia di benemerenza marinara.
Concessa apersone
Concessa peressersi distinte nel soccorrer gli equipaggi dei bastimenti naufragati, o in pericolo di affondare, durante la navigazione, e quelle che compiono atti altamente umani verso naufraghi, quando non sia il caso di concedere la medaglia al valor di marina[2].
Diametro68 mm.
Gradiargento e bronzo
Medaglie, decorazioni e ordini cavallereschi italiani

Medaglia non portativa.

La normativa riguardante tali ricompense fu riformata e riordinata con il Regio decreto n. 5275 del 1888[2], con il quale furono istituite: la medaglia di bronzo al valor di marina in sostituzione della menzione onorevole e la medaglia commemorativa in bronzo da affiancare a quella d'argento; quindi, dopo tale riforma, gli atti compiuti verso i naufraghi e le persone pericolanti in mare potevano essere premiati con:

  • medaglia al valore di marina, d'oro d'argento e di bronzo;
  • attestato ufficiale di benemerenza, concesso nei casi meritevoli di speciale considerazione ma non tali da dar luogo al conferimento della Medaglia al valore di marina;
  • medaglia commemorativa, d'argento e di bronzo.

Queste ultime e gli attestati ufficiali di benemerenza erano concesse dal Ministro della Marina su parere del Consiglio superiore di marina che esaminava il merito delle azioni compiute.

Criteri di eleggibilità

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Le medaglie commemorative di argento e di bronzo erano riservate a ricompensare, quando non era il caso di concedere quelle al valore di marina, le persone che si distinguevano nel soccorrere gli equipaggi dei bastimenti naufragati, o in pericolo di affondare, durante la navigazione e quelle che compivano atti altamente umani verso naufraghi.

La normativa fu raccolta in un testo coordinato approvato con il Regio decreto n. 487 del 1889[3] con il quale si precisò che le medaglie commemorative d'argento e di bronzo erano riservate a ricompensare azioni filantropiche compiute in mare sia verso persone isolate, sia verso equipaggi di bastimenti naufragati o in pericolo di perdersi.

La medaglia d'argento era concessa per fatti di maggior grado.

Le medaglie, d'argento o bronzo, hanno un diametro di sessantotto millimetri e recano:

sul recto
l'effigie del re;
sul verso
incisi il nome del premiato e una descrizione sommaria del fatto per cui si concede.

Non si potevano portare appese al petto.

Il Ministro della Marina spediva al premiato un certificato nel quale erano indicati il nome del soccorritore, il fatto premiato, e il giorno e il luogo in cui era avvenuto[2].

Con il Regio decreto n. 1324 del 1938[4] fu abrogata e riformata tutta la normativa in materia di concessione di ricompense per atti di coraggio e filantropia compiuti in mare, la medaglia commemorativa e l'attestato di benemerenza furono sostituiti dalla medaglia di benemerenza marinara.

Con lo stesso provvedimento si stabilì che gli atti di coraggio rivolti a salvare vite umane in mare, ad impedire sinistri marittimi o ad attenuarne le conseguenze, sarebbero stati premiati con le medaglie al valor di marina, d'oro d'argento e di bronzo e con l'encomio al valor di marina.

  1. ^ Regio decreto 15 aprile 1860 n. 4072, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n. 105 del 2 maggio 1860
  2. ^ a b c Regio decreto n. 5275 del dì 8 marzo 1888, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n. 75 del 29 marzo 1888
  3. ^ Regio decreto n. 487 del dì 17 dicembre 1899 col quale si approva il testo coordinato dei Regi decreti sulle ricompense per atti di coraggio e filantropia compiuti in mare, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n. 14 del 18 gennaio 1900
  4. ^ Regio decreto n. 1324 del 12 luglio 1938 Riforma delle vigenti disposizioni sulla concessione di ricompense al valor di marina, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n. 201 del 3 settembre 1938
  • Carlo Borda, Medaglie, in Manuale dizionario di amministrazione municipale, provinciale, e delle opere pie, II, Sebastiano Franco e figli, 1863, p. 297.

Voci correlate

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