Vai al contenuto

Museo nazionale di Castello Pandone

Coordinate: 41°29′15.74″N 14°02′41.37″E
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Museo nazionale di Castello Pandone
Francesco Cozza, sacra Famiglia al lavoro
Ubicazione
StatoItalia (bandiera) Italia
LocalitàVenafro
IndirizzoVia Colle snc.
Coordinate41°29′15.74″N 14°02′41.37″E
Caratteristiche
Tipostorico, pinacoteca
ProprietàStatale
GestioneDirezione regionale Musei Molise
Visitatori7 147 (2022)
Sito web

Il Museo nazionale di Castello Pandone è un museo statale di Venafro, ospitato nell'omonimo castello.

L'obiettivo del museo è quello di mettere in risalto le qualità delle testimonianze artistiche molisane muovendo dalla generale riconsiderazione del rapporto centro-periferia in una prospettiva storica di complementarità. Il percorso è diviso in due sezioni: il castello, "museo di sé stesso", con le sue valenze urbanistiche, architettoniche e decorative, e l'esposizione al secondo piano di affreschi, sculture, tele, disegni e stampe, in un itinerario che documenta la cronologia – dal Medioevo al Barocco – e i diversi orientamenti culturali di committenti e artisti in Molise.

Dal dicembre 2014 il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo lo gestisce tramite il Polo museale del Molise, nel dicembre 2019 divenuto Direzione regionale Musei.

Vicende storiche

[modifica | modifica wikitesto]

Il nucleo più antico del castello Pandone è una struttura megalitica, i cui resti sono visibili alla base del mastio longobardo, ma lo sviluppo principale del complesso fortificato si ebbe nella seconda metà del X secolo. Con l'avvento dei Normanni, il castello e il borgo subirono ingenti danni per opera delle truppe di Ruggero II d'Altavilla. Nel periodo angioino furono realizzati il fossato e le tre grandi torri circolari a base troncoconica. Nel 1443, con gli Aragonesi, il castello passò alla famiglia Pandone.

Il conte Enrico Pandone convertì l'edificio in una residenza di rappresentanza di alto livello, modificandone anche l'assetto economico produttivo. Nel XVII secolo il castello, dopo esser stato proprietà della famiglia vicereale dei Lannoy, passò ai Peretti Savelli, familiari di Sisto V e, nel secolo successivo, alla potente famiglia dei Di Capua.

Il Museo nazionale del Molise

[modifica | modifica wikitesto]
Polittico in alabastro del XV secolo, bottega inglese di Nottingham.
La Madonna con il Bambino da Santa Maria della Strada (XIV secolo)

Il Museo nazionale di Castello Pandone espone opere d'arte provenienti principalmente da chiese e collezioni molisane. Accanto a queste sono inserite nel percorso museale opere provenienti dai depositi del Museo di Capodimonte e Museo di San Martino a Napoli, della Galleria Nazionale d'Arte Antica di Roma e del Palazzo Reale di Caserta. Il percorso è concepito come una linea del tempo che, partendo dalle testimonianze pittoriche provenienti da Santa Maria delle Monache di Isernia, risalenti al VII secolo, giunge all'inizio del XX secolo con le xilografie, le fotografie e gli acquerelli raffiguranti il territorio molisano della Collezione Musa, donata dagli eredi.

Si possono ammirare esemplari di scultura, statuaria e oreficeria dei secoli XIV e XV provenienti da diverse chiese molisane, quali il Polittico della Passione in alabastro della Chiesa dell'Annunziata di Venafro, il Cristo ligneo della Chiesa di San Giorgio di Campobasso e la Madonna con Bambino della Chiesa di Santa Maria della Strada di Matrice (CB). Seguono opere provenienti dalle chiese di Venafro quali l'Assunzione della Vergine della scuola di Teodoro d'Errico, le opere pittoriche del XVI e XVII secolo e la statua processionale della Madonna del Rosario con abito in broccato d'oro di finissima sartoria napoletana. Di particolare importanza è la Collezione Giuliani, acquistata dallo Stato nel 1990 e oggi esposta a rotazione nelle sale del museo e costituita da opere grafiche tra cui disegni, stampe e bozzetti.

Fra le opere di maggior rilievo si segnalano

Il percorso di visita

[modifica | modifica wikitesto]

Il piano nobile - I cavalli di Enrico Pandone

[modifica | modifica wikitesto]

Il conte Enrico Pandone trasformò il castello in una dimora signorile e fece affrescare ogni ambiente del piano nobile con la raffigurazione dei suoi cavalli, gli stalloni delle scuderie reali che egli stesso allevava.

La decorazione con il ciclo dei cavalli, visitabile nel piano nobile del castello, offre al visitatore un percorso interessante sotto diversi punti di vista sia per la peculiare tecnica esecutiva, ossia intonaco a rilievo affrescato, sia per la probabile provenienza napoletana della bottega incaricata dell'impresa. Ogni esemplare presenta il monogramma di Enrico (una H circoscritta), il morso illusionistico del cavallo appeso a un chiodo, e una didascalia che indica il nome del cavallo, la razza, l'età e i destinatari, per lo più nobili italiani.

Le iscrizioni permettono di capire la fitta rete di relazioni sociali del conte Pandone. Di particolare rilievo è il cavallo regalato all'imperatore Carlo V. Successivamente la famiglia Lannoy ridecorò il castello, cancellando la memoria della decaduta famiglia Pandone. Nel salone di rappresentanza, la sala più ampia del piano, si legge bene la successione spazio-temporale degli affreschi delle varie epoche: molti sono gli schizzi, i disegni, le caricature e le iscrizioni (come quelle del salone), o anche la conta delle giornate lavorative che si leggono sugli strati preparatori della decorazione pittorica, in parte rimossa a damnatio memoriae del conte Pandone.

  • AA. VV., I tempi del sacro. Testimonianze della religiosità nel Sannio attraverso i secoli, a cura della Soprintendenza per i beni archeologici del Molise, 2012, p. 32.
  • AA. VV.,Venafro. Castello Pandone. Guida breve, Museo Nazionale del Molise, Campobasso 2013.
  • AA. VV., Scatti nella memoria. Paesaggi archeologici nelle immagini di Romeo Musa 1923- 1933, a cura della Soprintendenza per i beni archeologici del Molise, Venafro 2015.
  • C. BIRROZZI, D. MACKENNA, D. FERRARA, Con Diletta e gli artisti sui sentieri. Sfide del contemporaneo nei territori del Molise, Venafro 2014.
  • G. G. BORRELLI, D. CATALANO, R. LATTUADA, Oratino. Pittori scultori e botteghe artigiane tra XVII e XIX secolo, Napoli 1993.
  • S. CAPINI, D. CATALANO, G. MORRA, Venafro, Istituto Regionale per gli Studi Storici del Molise «V. Cuoco», Soprintendenza archeologica e per i beni ambientali, architettonici, artisti e storici del Molise, Isernia 1996.
  • F. DELLA VENTURA, D. FERRARA, “Fe dipingere del vivo i più perfetti i più perfetti e più graditi cavalli”: Enrico Pandone e il ciclo affrescato nel Castello di Venafro, in M. FRATARCANGELI (a cura di), Dal cavallo alle scuderie. Visioni iconografiche e rilevamenti architettonici, atti del convegno internazionale di studi, 12 aprile 2013, Frascati, Museo Tuscolano, Scuderie Aldobrandini, Roma 2014, pp. 65–80.
  • I. DI IANNI, R. FULCOLI, M. DELLA MOGLIE, G. IULIANO, M. TORTOLA, Il Medioevo molisano attraverso Torri, Castelli, Palazzi e Fortificazioni, Catalogo della mostra, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza per i beni archeologici, architettonici, per il paesaggio, per il patrimonio storico-artistico e demoetnoantropologico del Molise, Isernia 2001.
  • A. DI NIRO, I luoghi della cultura del Molise, a cura del Segretariato regionale per il Molise, Viterbo 2019, pp. 29–42.
  • M. FRATARCANGELI, Dal cavallo alle scuderie. Visioni iconografiche e architettoniche, Roma 2014.
  • G. MORRA, Profilo storico della città, in G. MORRA, F. VALENTE (a cura di), Il Castello di Venafro. Storia arte Architettura, Foggia 1993, pp. 9–19.
  • G. MORRA, Vicende storiche del castello, in G. MORRA, F. VALENTE (a cura di), Il Castello di Venafro. Storia arte Architettura, Foggia 1993, pp. 55–85.
  • F. VALENTE, Vicende architettoniche ed artistiche, in G. MORRA, F. VALENTE (a cura di), Il Castello di Venafro. Storia arte Architettura, Foggia 1993, pp. 85–141.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN86153124299224490100