NGC 4147

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NGC 4147
Ammasso globulare
NGC 4147 ripreso dal Telescopio spaziale Hubble
Scoperta
ScopritoreWilliam Herschel
Data14 marzo 1784
Dati osservativi
(epoca J2000)
CostellazioneChioma di Berenice
Ascensione retta12h 10m 06.149s[2]
Declinazione+18° 32′ 31.78″[2]
Distanza60.000[3] a.l.
(19 pc)
Magnitudine apparente (V)10,74[4]
Dimensione apparente (V)1.730′ × 1.592′[2]
Caratteristiche fisiche
TipoAmmasso globulare
ClasseIX[1]
Massa37.200 masse solari[5] M
Età stimata~14 miliardi di anni[6]
Altre designazioni
GCl 18, C 1207+188[7]
Mappa di localizzazione
NGC 4147
Categoria di ammassi globulari

NGC 4147 è il codice identificativo del New General Catalogue di un ammasso globulare di stelle situato nella costellazione boreale della Chioma di Berenice.

L'ammasso è stato scoperto il 14 marzo 1784 dall'astronomo britannico William Herschel che lo descrisse come "molto brillante, piuttosto vasto, gradualmente più brillante nel centro".[6]

Caratteristiche

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Ha una magnitudine visuale apparente di 10,7[4] ed è situato a circa 60.000 anni luce dal Sole[3] alla latitudine galattica relativamente elevata di 77,2°.[8]

Si tratta di un ammasso globulare relativamente piccolo, classificato al 112º posto nella lista di luminosità degli ammassi globulari della Via Lattea. Viene considerato di tipo OoI nella lista di Oosterhof, nonostante abbia una metallicità relativamente bassa. Infatti viene considerato come l'ammasso globulare di tipo OoI con il più basso contenuto di metalli.

Al suo interno sono presenti 19 stelle candidate come variabile RR Lyrae e 23 vagabonde blu. Una elevata proporzione di queste ultime sono concentrate in prossimità del denso nucleo dell'ammasso, il che è in linea con l'ipotesi che le vagabonde blu si formino attraverso la fusione stellare.[3][9]

NGC 4147 si trova a circa 70,4 ± 7,5 kly (21,6 ± 2,3 kpc) dal centro galattico,[8] in posizione relativamente isolata dagli altri ammassi globulari della galassia.[3]

La posizione di NGC 4147 lo rende un candidato ideale per l'associazione con la Corrente stellare del Sagittario, per cui potrebbe essere stato catturato dalla Via Lattea dopo la separazione dalla Galassia Nana Ellittica del Sagittario.[8] Una mappa dei contorni dell'ammasso mostra bracci a forma di S che si estendono a nord e sud per una lunghezza di parecchi raggi. Queste caratteristiche sono quelle previste per gli ammassi globulari che seguono orbite ellittiche e si trovano in prossimità di uno dei loro apsidi.[10]

  1. ^ Harlow Shapley e Helen B. Sawyer, A Classification of Globular Clusters, in Harvard College Observatory Bulletin, vol. 849, n. 849, agosto 1927, pp. 11–14, Bibcode:1927BHarO.849...11S.
  2. ^ a b c Michael F. Skrutskie, Roc M. Cutri, Rae Stiening, Martin D. Weinberg, Stephen E. Schneider, John M. Carpenter, Charles A. Beichman, Richard W. Capps, Thomas Chester, Jonathan H. Elias, John P. Huchra, James W. Liebert, Carol J. Lonsdale, David G. Monet, Stephan Price, Patrick Seitzer, Thomas H. Jarrett, J. Davy Kirkpatrick, John E. Gizis, Elizabeth V. Howard, Tracey E. Evans, John W. Fowler, Linda Fullmer, Robert L. Hurt, Robert M. Light, Eugene L. Kopan, Kenneth A. Marsh, Howard L. McCallon, Robert Tam, Schuyler D. Van Dyk e Sherry L. Wheelock, The Two Micron All Sky Survey (2MASS), in The Astronomical Journal, vol. 131, 1º febbraio 2006, pp. 1163–1183, DOI:10.1086/498708, ISSN 0004-6256 (WC · ACNP).
  3. ^ a b c d Peter B. Stetson, M. Catelan e Horace A. Smith, Homogeneous Photometry. V. The Globular Cluster NGC 4147, in The Publications of the Astronomical Society of the Pacific, vol. 117, n. 838, dicembre 2005, pp. 1325–1361, Bibcode:2005PASP..117.1325S, DOI:10.1086/497302, arXiv:astro-ph/0508650.
  4. ^ a b Emanuele Dalessandro, Ricardo P. Schiavon, Robert T. Rood, Francesco R. Ferraro, Sangmo T. Sohn, Barbara Lanzoni e Robert W. O'Connell, Ultraviolet Properties of Galactic Globular Clusters with Galex. II. Integrated Colors, in The Astronomical Journal, vol. 144, n. 5, novembre 2012, pp. 13, Bibcode:2012AJ....144..126D, DOI:10.1088/0004-6256/144/5/126, arXiv:1208.5698, 126.
  5. ^ Brian Kimmig, Anil Seth, Inese I. Ivans, Jay Strader, Nelson Caldwell, Tim Anderton e Dylan Gregersen, Measuring Consistent Masses for 25 Milky Way Globular Clusters, in The Astronomical Journal, vol. 149, n. 2, febbraio 2015, pp. 15, Bibcode:2015AJ....149...53K, DOI:10.1088/0004-6256/149/2/53, arXiv:1411.1763, 53.
  6. ^ a b Stephen James O'Meara, Deep-Sky Companions: The Secret Deep, vol. 4, Cambridge University Press, 2011, pp. 225–228, ISBN 978-1139500074.
  7. ^ NGC 4147, in SIMBAD, Centre de données astronomiques de Strasbourg. URL consultato il 19 febbraio 2021.
  8. ^ a b c Julio A. Carballo-Bello, Antonio Sollima, David Martínez-Delgado, Berenice Pila-Díez, Ryan Leaman, Jürgen Fliri, Ricardo R. Muñoz e Jesús M. Corral-Santana, A search for stellar tidal debris of defunct dwarf galaxies around globular clusters in the inner Galactic halo, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 445, n. 3, dicembre 2014, pp. 2971–2993, Bibcode:2014MNRAS.445.2971C, DOI:10.1093/mnras/stu1949, arXiv:1409.7390.
  9. ^ A. Arellano Ferro, M. J. Arévalo, C. Lázaro, M. Rey, D. M. Bramich e S. Giridhar, CCD Photometry of the RR Lyrae Stars in NGC4147, in Revista Mexicana de Astronomía y Astrofísica, vol. 40, ottobre 2004, pp. 209–221 (2004), Bibcode:2004RMxAA..40..209A.
  10. ^ K. Jordi e E. K. Grebel, Search for extratidal features around 17 globular clusters in the Sloan Digital Sky Survey, in Astronomy and Astrophysics, vol. 522, novembre 2010, pp. 23, Bibcode:2010A&A...522A..71J, DOI:10.1051/0004-6361/201014392, arXiv:1008.2966, A71.

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