Paolo Barile

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Paolo Barile

Ministro per i rapporti con il Parlamento
Durata mandato4 maggio 1993 –
10 maggio 1994
Capo del governoCarlo Azeglio Ciampi
PredecessoreAugusto Barbera
SuccessoreGiuliano Ferrara

Dati generali
Partito politicoPd'A (1943-1947)
Ind. (1947-1993)
AD (1993-1997)
Titolo di studioLaurea in Diritto civile
UniversitàUniversità degli Studi di Roma "La Sapienza"

Paolo Barile (Bologna, 10 settembre 1917Firenze, 2 giugno 2000) è stato un giurista, politico e avvocato italiano, Ministro per i rapporti con il Parlamento dal 4 maggio 1993 al 10 maggio 1994 nel governo Ciampi.

Nacque a Bologna il 10 settembre 1917 da Cesare, ufficiale medico dell’esercito, e da Livia Corazza, che morì pochi mesi dopo il parto nella drammatica influenza spagnola.[1]

Dopo la morte della madre, segue il padre che ritorna a Roma, dove risiedevano i suoi parenti, un'agiata famiglia di origine pugliese orientata verso le libere professioni e il servizio pubblico (suo zio era consigliere di Stato)[1]. La malattia che uccise la moglie spinse il padre a proteggere la salute del figlio fino al punto di vietargli l'iscrizione alla scuola, pubblica o privata che fosse[1]. Cosicché Paolo fu costretto a seguire una rigorosa educazione studiando privatamente in casa fino alla quinta ginnasio, quando il padre gli permise di iscriversi al liceo statale Terenzio Mamiani di Roma.[1] Nel 1939 si laureò alla facoltà di giurisprudenza dell’Università di Roma, dove strinse rapporti con Piero Calamandrei. Chiamato nel 1942 per la guerra, fu inquadrato nei ruoli della magistratura militare.

Nel novembre 1943 fu arrestato dai tedeschi a Firenze, ma rilasciato poche settimane dopo, e prese parte alla Resistenza, nella quale militò quale giovane esponente del partito d'Azione.[2] Ripresa la carriera in magistratura, nel 1945 scrisse Orientamenti per la Costituente. Nel 1947 entrò nello studio legale di Calamandrei, suo autorevole maestro [3], lasciando la magistratura. Nel 1951 ottenne l’incarico di diritto costituzionale nell'Università di Siena, vincendo la cattedra nel 1953.

Divenne tra i più autorevoli studiosi del diritto costituzionale, svolgendo un'intensa attività scientifico-didattica, coniugandola con l'esercizio della professione di avvocato ed un intenso impegno civile.

Nel 1963 fu chiamato all'Università di Firenze. Per un periodo più che trentennale ha ricoperto l'incarico di docente universitario nella facoltà giuridica fiorentina, dove la sua scuola "si è distinta per la presenza vivace e costruttiva nel dibattito costituzionale italiano a partire dalla fine degli anni '60"[4].

Fu tra i primi ad avviare l'esplorazione scientifica sullo specifico tema dei rapporti tra democrazia, informazione e mass media.

Si impegnò anche nella politica: fu eletto in Consiglio comunale di Firenze nel 1985 con il PCI e fu capogruppo del partito per la consiliatura.

Fu nominato Ministro per i rapporti con il Parlamento nel Governo Ciampi, il 4 maggio 1993 fino all'aprile 1994. Anni dopo dichiarò che la sua partecipazione come ministro era avvenuta per la sua profonda solidarietà al suo antico compagno azionista e in nome di quegli ideali, ma non come politico bensì come "puro tecnico" delle istituzioni.[1] Nel 1996 sostenne la nascita de L'Ulivo.

Morì a Firenze il 1º giugno 2000.[1]

Agli inizi di novembre del 1938 si era sposato con Rena Gattegno. Il motivo per cui il matrimonio fu celebrato prima del previsto stava nell'imminente entrata in vigore delle leggi razziali, perché l’appartenenza di Rena a una famiglia ebraica di Alessandria d’Egitto avrebbe reso impossibile, a partire dal 15 novembre 1938, il suo matrimonio con Barile. Dall'unione nacquero due figlie: Laura e Paola, che avrebbero seguito la carriera universitaria: Paola nella giurisprudenza, Laura nella letteratura contemporanea. Dopo il divorzio da Rena, Barile si unì in matrimonio con Lia Tosi.[1]

Medaglia d'oro ai benemeriti della cultura e dell'arte - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria
  • Istituzioni di Diritto Pubblico, (con Enzo Cheli, Stefano Grassi), Cedam, 2011
  • Tra Costituzione e riforme. Scritti e interviste (1980-2000), Passigli, 2010
  • Lezioni di Diritto Costituzionale, Torino, Giappichelli, 2007
  • Libertà, giustizia, costituzione, Padova 1993
  • La libertà di manifestazione del pensiero, Milano, 1975
  • Corso di diritto costituzionale, Padova, 1962
  • Il soggetto privato nella Costituzione italiana, Padova, 1953
  1. ^ a b c d e f g BARILE, Paolo in "Dizionario Biografico", su www.treccani.it. URL consultato il 14 settembre 2022.
  2. ^ Grassi Stefano, Uomini della Resistenza: Paolo Barile, San Domenico di Fiesole (FI): Associazione Testimonianze, Testimonianze, 495 496, 3 4, 2014.
  3. ^ Sulla Stampa, nell'articolo Morto a 83 anni il grande giurista pubblicato il 2 giugno 2000 a firma di Massimo Luciani, l'autore ricorda che, nel 1945, Piero Calamandrei presentò al mondo dei giuristi il giovane studioso Paolo Barile con le parole seguenti: "egli considera il diritto una cosa seria".
  4. ^ Grassi Stefano, Gian Paolo Meucci: la Costituzione siamo noi, Franco Angeli, Minori giustizia: rivista interdisciplinare di studi giuridici, psicologici, pedagogici e sociali sulla relazione fra minorenni e giustizia. III TRIMESTRE, 2007, p. 206, secondo cui "una caratteristica del modo di affrontare i problemi da parte di maestri come Giovanni Miele, Paolo Barile, Enzo Capaccioli (il loro "stile fiorentino") era quello di accompagnare il rigore del metodo giuridico con una concezione del diritto come strumento in grado di risolvere i problemi pratici della vita, volto ad organizzare gli interessi fondamentali della collettività: il giurista quindi è, in primo luogo, testimone del suo tempo e dei problemi nuovi che la società deve affrontare".
  5. ^ http://www.quirinale.it/onorificenze/DettaglioDecorato.asp?idprogressivo=10427&iddecorato=10006

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