Pietro Valguarnera
Pietro Valguarnera Gravina | |
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Principe di Valguarnera Principe di Gangi, Principe di Gravina, Marchese di Ganzaria, Conte di Assoro | |
In carica | 1749 – 1779 |
Predecessore | Marianna Valguarnera Branciforte |
Successore | Giuseppe Valguarnera e Valguarnera |
Altri titoli | Barone di Buzzetta e Marcato del Fegotto, di San Giovanni Galermo, Signore di Gilferraro, di Vicaretto |
Nascita | 1694 |
Morte | Palermo, 31 dicembre 1779 |
Sepoltura | Chiesa della Sacra Famiglia |
Dinastia | Valguarnera |
Padre | Giuseppe Valguarnera Grafeo |
Madre | Anna Maria Gravina e Gravina |
Consorte | Marianna Valguarnera Branciforte |
Figli | Giuseppe Agata |
Religione | Cattolicesimo |
Pietro Valguarnera Gravina, principe di Valguarnera | |
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Nascita | 1694 |
Morte | Palermo, 31 dicembre 1779 |
Cause della morte | naturali |
Luogo di sepoltura | Chiesa della Sacra Famiglia di Palermo |
Religione | Cattolicesimo |
Dati militari | |
Paese servito | Regno di Sicilia Regno di Sardegna |
Anni di servizio | 1714 - 1739 |
Grado | capitano |
Guerre | Guerra di successione polacca |
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Pietro Valguarnera Gravina, principe di Valguarnera (1694 – Palermo, 31 dicembre 1779), è stato un nobile, militare e politico italiano del XVIII secolo.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque nel 1694 da Giuseppe, V principe di Gangi, e dalla di lui consorte la nobildonna Anna Maria (o Marianna) Gravina e Gravina, II principessa di Gravina, di cui fu il terzo di sei figli.[1] Assieme ai fratelli maggiori Francesco Saverio, IV principe di Valguarnera, ed Emanuele, intraprese la carriera militare.
Nel 1702, entrò a far parte del Sovrano Militare Ordine di Malta, dove divenne cavaliere di giustizia.[2] Prese parte alla Seconda guerra di Morea contro l'Impero ottomano (1714-18), e nel 1731, il Gran Maestro dell'Ordine di Malta, il portoghese Manuel Pinto de Fonseca, lo nominò capitano generale delle sue galere.[3] L'anno seguente, nel 1732, passò al servizio di Casa Savoia e fece parte della compagnia delle Guardie del Corpo del Re come luogotenente, ma nel 1734, nel corso della guerra di successione di Polonia, assunse il comando del reggimento "Sicilia" e come tale fece il resto della campagna in Lombardia e in Emilia.[4][5] Per tutto il 1735 fu presente in tutte le guerre combattute nella Penisola.[3] Nel 1739, ebbe il grado di brigadiere.[5] Carlo Emanuele III di Savoia, re di Sardegna, lo creò suo gentiluomo di camera con esercizio.[3]
Nel 1743, all'età di 49 anni, in ossequio alle rigide, e talvolta discutibili, regole vigenti nelle famiglie aristocratiche, e per esigenze di natura patrimoniale, venne imposto come marito alla nipote Marianna Valguarnera Branciforte, V principessa di Valguarnera, di appena 13 anni e sordomuta, figlia ed erede del fratello Francesco Saverio, morto nel 1739 senza lasciare figli maschi.[6][7][8] Il matrimonio venne celebrato il 15 febbraio 1749, a cui fecero seguito tre giorni di feste al palazzo di famiglia.[7] Attraverso questa unione, il Valguarnera poté acquisire il possesso di tutti i beni della famiglia, e ottenere jure uxoris tutti i titoli dei Valguarnera, dei Gravina e dei Grifeo, di cui la nipote era ereditiera.[3]
Deputato del Regno di Sicilia nel 1758, non risulta abbia ricoperto altre cariche nel periodo successivo.[9] Morì a Palermo il 31 dicembre 1779 all'età di 85 anni e fu sepolto al Monastero delle Cappuccinelle sito nella città.[9] Qualche mese prima di morire, fu procuratore di Vittorio Amedeo III di Savoia, padrino di battesimo di un suo nipote.[4][5]
Matrimoni e discendenza
[modifica | modifica wikitesto]Pietro Valguarnera Gravina, VI principe di Valguarnera, dal matrimonio con Marianna Valguarnera Branciforte, V principessa di Valguarnera (1730-1793), figlia del fratello Francesco Saverio, ebbe i seguenti figli:
- Giuseppe, VII principe di Valguarnera (1760-post 1809), che sposò Lucrezia La Grua Gioeni dei Principi di Carini, da cui ebbe sei figli;
- Agata († 1779), che fu moglie di Bernardo Montaperto Branciforte dei Principi di Raffadali.
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Morreale, p. 23.
- ^ B. del Pozzo, R. Solaro, Ruolo generale de' cavalieri gerosolimitani ricevuti nella veneranda lingua d'Italia, 1738, pp. 274-275.
- ^ a b c d F. M. Emanuele Gaetani, marchese di Villabianca, Della Sicilia nobile. Parte II, vol. 4, Stamperia Santi Apostoli, 1757, pp. 68-70.
- ^ a b c G. Aimaretti, G. Boeri, La Guerra di Sardegna e di Sicilia 1717-1720, vol. 1, Soldiershop Publishing, 2017, p. 62.
- ^ a b c d A. Lo Faso di Serradifalco, Siciliani al servizio del Regno di Sardegna nel XVIII secolo., in Studi Piemontesi. Rassegna di lettere, storia, arti e varia umanità edita dal Centro Studi Piemontesi, vol. 29, n. 2, novembre 2000, pp. 615-646.
- ^ Morreale, pp. 72-80.
- ^ a b G. Di Marzo (a cura di), Diari della Città di Palermo dal secolo XVI al XIX, vol. 12, Pedone Lauriel, 1874, p. 159.
- ^ M. Fiume, Siciliane. Dizionario biografico, Romeo, 2006, pp. 339-341.
- ^ a b G. Di Marzo (a cura di), Diari della Città di Palermo dal secolo XVI al XIX, vol. 17, Pedone Lauriel, 1879, pp. 359-360.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- A. Morreale, Famiglie feudali dell'età moderna. I Valguarnera, Palermo, Sellerio, 1995, ISBN 883891124X.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Pietro Valguarnera, su gw.geneanet.org. URL consultato il 17 gennaio 2022.