Polonia Solidale

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Polonia Sovrana
(PL) Suwerenna Polska
LeaderZbigniew Ziobro
SegretarioAndrzej Dera
StatoPolonia (bandiera) Polonia
AbbreviazioneSP
Fondazione24 marzo 2012
IdeologiaNazionalismo
Conservatorismo nazionale
Conservatorismo sociale
Populismo di destra
Euroscetticismo
CollocazioneDestra/Estrema destra[1]
CoalizioneDestra Unita (dal 2014)
Partito europeoNessuno
Movimento per un'Europa della Libertà e della Democrazia (2011-2015)
Gruppo parl. europeoGruppo dei Conservatori e dei Riformisti Europei
Seggi Sejm
18 / 460
(2023)
Seggi Senato
1 / 100
(2023)
Seggi Europarlamento
2 / 52
(2019)
Organizzazione giovanileNowe Pokolenie (Nuova Generazione)
Sito websuwerennapolska.pl/

Polonia Sovrana (in polacco Suwerenna Polska - SP; prima del 2023: Polonia Solidale, tradotto anche come Polonia Unita) è un partito politico polacco di destra[2][3][4] ed estrema destra[5][6][7][8] di stampo nazionalconservatore, fondato nel 2012 in seguito ad una scissione da Diritto e Giustizia.

Ha fatto parte della maggioranza nei governi Szydlo, Morawiecki I e II.

Il partito si costituì come gruppo parlamentare l'8 novembre 2011, contestualmente all'inaugurazione della VII legislatura (in seguito alle elezioni parlamentari del 2011), dopo l'espulsione da Diritto e Giustizia (PiS) degli europarlamentari Zbigniew Ziobro, Tadeusz Cymański e Jacek Olgierd Kurski, appartenenti all'area cattolico-nazionalista del partito[9][10][11][12]. Al partito aderirono 16 deputati e un senatore.

I tre europarlamentari espulsi dal PiS lasciarono il Gruppo dei Conservatori e dei Riformisti Europei (ECR) alla volta di Europa della Libertà e della Democrazia (EFD), contestando la posizione più liberale dell'ECR sul matrimonio gay, il sostegno alla politica inerente al cambiamento climatico adottata dall'UE e la difesa dei tagli alla politica agricola comune[13]. Successivamente, aderì al partito anche l'europarlamentare Jacek Włosowicz.

Il partito fu registrato il 24 marzo 2012. Nel luglio 2014 costituì un gruppo parlamentare unico con Polonia Insieme, partito a sua volta costituitosi nel 2013 a seguito di una scissione dal PiS; a fine legislatura (ottobre 2015), il gruppo contava 16 seggi[14].

In occasione delle elezioni europee del maggio 2019 e delle elezioni parlamentari dell'ottobre successivo, il partito ha presentato propri candidati all'interno delle liste di Diritto e Giustizia; sono stati eletti, rispettivamente, 2 europarlamentari, nonché 17 deputati[15] e 2 senatori.

Il partito si oppone all'aborto e all'eutanasia, sostiene l'estensione del congedo di maternità per nove mesi e si oppone fermamente al matrimonio omosessuale, addotto come una delle ragioni principali per cui abbandonarono il gruppo ECR al Parlamento europeo.

Economicamente il partito chiede l'intervento del governo nell'economia, in particolare sulla politica fiscale. Il partito ha chiesto una tassa 'fat cat' sulle grandi aziende, tra cui i supermercati, e una maggiore tassazione dei redditi più elevati (maggiori a 10.000 złotych, pari 2400 €, al mese). Si oppone alla costruzione di una centrale nucleare in Polonia.

Deputati VIII legislatura (2015-2019)

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In occasione delle elezioni parlamentari del 2015 furono eletti 9 deputati:

Successivamente, ha aderito al partito Norbert Kaczmarczyk (già PiS).

Deputati IX legislatura (2019-2023)

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In occasione delle elezioni parlamentari del 2019 sono stati eletti 17 deputati:

È stato inoltre eletto Sebastian Kaleta, esponente di Diritto e Giustizia sostenuto anche da SP.

Senatori X legislatura (2019-2023)

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Europarlamentari IX legislatura (2019-2024)

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Risultati elettorali

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Elezione Voti % Seggi
Europee 2014 281.079 3,98
0 / 51
Parlamentari 2015 Sejm In PiS
9 / 460
Europee 2019 In PiS
2 / 51
Parlamentari 2019 Sejm In PiS
17 / 460
Parlamentari 2023 Sejm In PiS
18 / 460
  1. ^ https://www.theguardian.com/politics/2012/dec/15/nigel-farage-ukip-anti-gay-groups
  2. ^ Freedom in the World 2015, in Freedom House, Rowman & Littlefield, 2015, p. 544.
  3. ^ The rise of the far-right in Poland: No more Eurovision, vegetarians or cyclists, in International Business Times, 13 gennaio 2016.
  4. ^ (EN) Polish political crisis over EU pandemic recovery fund, su POLITICO, 15 marzo 2021. URL consultato il 17 novembre 2021.
  5. ^ Nigel Farage heads for row over Ukip's anti-gay allies, in The Guardian, 15 dicembre 2012.
  6. ^ (EN) Andrzej Mendel-Nykorowycz, Why Poland threatened to veto the EU recovery fund – European Council on Foreign Relations, su ECFR, 8 gennaio 2021. URL consultato il 17 novembre 2021.
  7. ^ (EN) Why Poland’s "win" on the EU climate budget rings hollow, su New Statesman, 28 luglio 2020. URL consultato il 17 novembre 2021.
  8. ^ (EN) Money for Nothing? PiS Appears Ready to Call EU's Bluff Over Recovery Funds Standoff [EXCLUSIVE], su gazetapl. URL consultato il 17 novembre 2021.
  9. ^ Party members 'furious' following conservative defeat, in TheNews.pl, 11 ottobre 2011. URL consultato il 31 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 10 marzo 2016).
  10. ^ New Polish conservative party launched, in TheNews.pl, 26 marzo 2012. URL consultato il 31 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 28 aprile 2012).
  11. ^ Conservative MPs form 'Poland United' breakaway group after dismissals, in TheNews.pl, 8 novembre 2011. URL consultato il 31 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 13 settembre 2018).
  12. ^ MPs axed by Law and Justice opposition, in TheNews.pl, 15 novembre 2011. URL consultato il 31 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 10 marzo 2016).
  13. ^ Constant Brand, Polish MEPs leave ECR group, in European Voice, 2 gennaio 2012. URL consultato il 31 maggio 2012.
  14. ^ VII Sejm
  15. ^ (PL) 18 posłów z Porozumienia w Sejmie. Gowin: Bez subwencji budżetowej, bez wsparcia mediów, su Wprost, 15 ottobre 2019. URL consultato il 20 novembre 2021.

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