Primo periodo intermedio
Il primo periodo intermedio è la fase della storia dell'Antico Egitto che si colloca, circa, tra le date del 2160 a.c. al 2055 a.c. e caratterizzato dallo smembramento dello stato retto dai sovrani menfiti dell'Antico Regno. Si tratta di una fase scarsamente documentata a livello archeologico e di documenti ed in cui si ritiene che molti dei sovrani indicati nelle varie liste abbia regnato in contemporanea da sedi diverse.
Primo periodo intermedio
[modifica | modifica wikitesto]«Il portinaio dice: "andiamo e devastiamo" [...] il lavandaio si rifiuta di portare il suo carico [...] gli uccellatori si sono disposti in ordine di battaglia [...] un uomo guarda suo figlio come suo nemico [...] il Nilo trabocca, ma non c'è chi ari per lui; ognuno dice: "non sappiamo cosa sarà del Paese" [...] le donne sono sterili [...] i poveri sono diventati padroni di ricchezze, chi non poteva farsi i sandali è ora padrone di tesori [...] le città sono distrutte e l'Alto Egitto è diventato arido e deserto [...] i coccodrilli sono satolli con ciò che hanno catturato e la gente va a loro volontariamente [...].»
La situazione politica che si era delineata durante la V e la VI dinastia, aggravata dal lungo regno di Pepi II, dal sistema feudale instauratosi con la sempre maggiore autonomia dei governatori locali, e dalle congiure di Palazzo, giunge al suo apice in un periodo di turbolenze, rivolte, sopraffazioni, che va sotto il nome di Primo Periodo Intermedio e che ben può essere compendiato dal testo delle "Lamentazioni di Ipu-Wer"[2][3] risalente, come trascrizione, al Nuovo Regno, ma che fa riferimento al periodo immediatamente successivo all'Antico Regno conclusosi, appunto, con la VI dinastia.
«Si sono prodotti degli avvenimenti che non erano mai esistiti dalla notte dei tempi: il re è stato rovesciato dalla plebe, colui che era stato sepolto come Falco, è stato strappato dal sarcofago [...] siamo arrivati al punto che un pugno di persone, che non capivano nulla del modo di governare, ha spogliato il Paese della sua regalità»
È, tuttavia, cronologicamente difficile individuare un momento di inizio del Primo Periodo Intermedio se esso sia, cioè, individuabile nella lenta decadenza dell'autorità regale iniziata durante il lungo regno di Pepi II, o se sia imputabile alla disgregazione nel momento della successione di Nitocris. Secondo alcune teorie[5] potrebbe essersi trattato anche della concomitanza di eventi politici con un periodo climatico di tipo saheliano[6] che avrebbe causato lunghe carestie, aggravate dall'assenza di un'amministrazione centrale in grado di imporre ai governanti locali anche il mantenimento efficiente dei canali di irrigazione, indispensabili per la corretta distribuzione delle acque dell'inondazione nilotica. Tale ipotesi, peraltro, verrebbe confermata dal fatto che i maggiori disagi e disordini, si sarebbero avuti proprio nella valle del Nilo mentre città da esso lontane (come Balat e la sua necropoli, nell'oasi di Dakhla) non mostrano segni di interruzione della comune vita, né di aver subito distruzioni[7].
Non esiste, peraltro, traccia di contatti politici o commerciali con i Paesi viciniori e anzi si ha notizia, nell'VIII dinastia, di invasioni delle aree di confine da parte degli "Abitanti-delle-sabbie"[8].
Difficile si presenta anche la stesura di un elenco dei re poiché si ha sovrapposizione di dinastie instaurate, fondamentalmente, dai capi dei nomi locali che si autoproclamano re. Tale il disordine, che Manetone"[N 2] nella sua opera[N 3] riferirà,a proposito della VII e VIII dinastia, che si trattò di 70 re di Menfi che regnarono 70 giorni a voler sottolineare l'effimera durata di tali regni.
VII e VIII dinastia (2150 - 2135 a.C.)
[modifica | modifica wikitesto]L'unica fonte di cui disponiamo è la Lista di Abido che cita una sequenza di sovrani di cui non si possiedono riscontri archeologici L'unico sovrano di cui si ha traccia certa è Kakaura, (Qakara Aba secondo il Papiro di Torino), che avrebbe regnato due anni che però viene, di norma, inserito al termine della VI dinastia.
L'opinione ormai prevalente, tra gli studiosi, è che la VII dinastia non sia esistita realmente ma tragga la sua origine da una errata citazione delle opere di Manetone da parte dei suoi epitomi. Si trattò, con molta probabilità, di una fase confusa caratterizzata dall'essenza di un potere centrale.
L'area del delta nilotico, il Basso Egitto, era occupata da quelli che vengono indicati genericamente come "asiatici" e i re dell'VIII dinastia focalizzarono il proprio potere solo sulla città di Menfi; nell'Alto Egitto, Tebe non era ancora la capitale, anche se i principi locali stavano gettando le basi per un futuro regno, e nel Medio Egitto, protetto dalle invasioni degli asiatici da nord e dei nubiani da sud, cominciava a farsi strada una dinastia di principi della città di Henet-Nesut, la greca Eracleopoli. Il fatto, tuttavia, che molti re abbiano scelto come nome Neferkara, ovvero il nome di incoronazione di Pepi II, ha fatto ipotizzare un legame parentale, o ideologico, con il vecchio sovrano, legame che è stato confermato soprattutto per Neferkara Pepiseneb, ritenuto nipote per il richiamo stesso, nel nome, al sovrano della VI dinastia.
IX e X dinastia (2135 - 2040 a.C.)
[modifica | modifica wikitesto]Ancora più problematico, e quasi impossibile, è realizzare una tabella che compendi i re della IX e X dinastia che regnarono da Henet-Nesut, capitale del XX nomo dell'Alto Egitto, la greca Eracleopoli, giacché se ne hanno pochi o nulli riferimenti e notizie. I nomi dei primi re della IX (Meryibre Kheti I, Neferkara III e Nebkaura Kheti II), accreditata di circa 30 anni complessivi di regno, dato l'evidente riferimento al dio Ra hanno fatto supporre che si sentissero ancora legati alle dinastie menfite[9], cosa peraltro confermata dalle tombe di alcuni di loro nella necropoli di Saqqara.
La X dinastia, sempre regnante da Henet-Nesut, la cui durata è stimata in circa 100 anni, venne fondata da Neferkara (Meryhathor) il cui nome ancora una volta, tuttavia, richiama il culto del dio Ra. Verso la fine della X dinastia, tuttavia, la famiglia del visir Shemai iniziò una serie di alleanze con i principi tebani che divenne particolarmente importante al momento del confronto tra Eracleopoli e Notizie in tal senso sono pervenute grazie all'autobiografia di Ankhtifi, governatore del III nomo dell'Alto Egitto (a circa 40 km da Tebe) e alleato di Neferkara III, sovrano di Eracleopoli contro Tebe. Non è noto l'esito della guerra, ma dati gli eventi successivi, si considera la sconfitta di Ankhfiti (che non la riporterà nella propria biografia) e la presa di potere da parte di un principe tebano, Antef I (iniziatore della XI dinastia) che si proclamò re scegliendo, come Nome di Horus, "Seheru-Taui", ovvero "Colui che ha riportato la pace nelle Due Terre"[10].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Giuntoci in una trascrizione del Nuovo Regno (papiro di Leida I344r), le lamentazioni di Ipu-Wer, ovvero del principe Ipu, fanno tuttavia riferimento al periodo successivo all'Antico Regno che va sotto il nome di Primo Periodo Intermedio.
- ^ Manetone si ritiene sia stato uno storico e sacerdote egizio (forse del dio Ra) originario di Sebennito (in egizio: Djebnetjer) vissuto in epoca tolemaica, all'inizio del III secolo a.C. Benché non si disponga di alcuna informazione su date della sua vita e della sua morte, Manetone è associato al regno di Tolomeo I Soter (323–283 a.C.) dallo scrittore greco Plutarco mentre, secondo lo storico bizantino Giorgio Sincello (che ebbe modo di leggerlo), Manetone avrebbe indicato il proprio rapporto con il successore Tolomeo II Filadelfo).
- ^ È noto da menzioni edepitomi di altri autori, Flavio Giuseppe nella sua opera Contro Apione, Clemente di Alessandria, che Manetone sia stato autore dell'Aegyptiaca, sorta di storia dell’Egitto che comprendeva la suddivisione in dinastie dei regnanti che ancora oggi viene assunta quale fonte.
Fonti
[modifica | modifica wikitesto]- ^ traduzione di Edda Bresciani, 1999, pp. 102-117.
- ^ http://dlib.nyu.edu/awdl/sites/dl-pa.home.nyu.edu.awdl/files/admonitionsofegy00gard/admonitionsofegy00gard.pdf
- ^ Copia archiviata, su reshafim.org.il. URL consultato il 1º maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 30 ottobre 2013).
- ^ , § 7, righe 2-4, nella traduzione di Alan Gardiner, 1909.
- ^ Grimal 2002, p. 184.
- ^ Barbara Bell, The Dark Ages in Ancient History: the First Dark Age in Egypt, in American Journal of Archaeology, 1971, n. 75, pp. 1-26.
- ^ L. L. Giddy, Egyptian Oases, Baharya, Dakhla, Farafra and Kharga, during Pharaonic times, Warminster, 1987, pp. 206 e sgg.
- ^ Grimal 2002, p. 185.
- ^ Grimal 2002, p. 186.
- ^ Grimal 2002, pp. 188-190.
Bibliografia generale sulla storia dell'Antico Egitto
[modifica | modifica wikitesto]Storia
[modifica | modifica wikitesto]- P. Piacentini (a cura di)., L'antico Egitto di Napoleone, Mondadori, 2000
- Alan Gardiner, La civiltà egizia, Torino, Einaudi, 1961, ISBN 88-06-13913-4. (orig. Egypt of the Pharaohs, Oxford University Press, 1961)
- Brian Fagan, Alla scoperta dell'antico Egitto, Roma, Newton & Compton, 1996, ISBN 88-8183-286-0. (orig. The Rape of the Nile: Tomb Robbers, Tourists, and Archaeologists in Egypt, Charles Scribner's Sons, New York, 1975)
- Edda Bresciani, Sulle rive del Nilo, Bari, Laterza, 2000.
- Cyril Aldred, Gli Egiziani - tre millenni di civiltà, Roma, Newton & Compton, 1966, ISBN 88-8183-281-X. (orig. The Egyptians, Thames and Hudson, London, 1961)
- Cyril Aldred, Christiane Desroches Noblecourt et al., I faraoni - il tempo delle piramidi, Rizzoli, 1979
- Cyril Aldred, Christiane Desroches Noblecourt et al., I faraoni - l'impero dei conquistatori, Rizzoli, 1980
- Cyril Aldred, Christiane Desroches Noblecourt et al., I faraoni - l'Egitto del crepuscolo, Rizzoli, 1981
- Nicolas Grimal, Storia dell'Antico Egitto, traduzione di G. Scandone Matthiae, Bari, Laterza, 2002, p. 619, ISBN 978-88-420-5651-5.
- Sergio Donadoni, L'Egitto, Torino, UTET, 1982, ISBN 88-02-03571-7.
- Franco Cimmino, Dizionario delle dinastie faraoniche, Bompiani, 2003
- Franco Cimmino, Sesostris - Storia del Medio Regno egiziano, Rusconi, 1996
- Franco Cimmino, Hašepsowe e Tuthmosis III - Una regina ambiziosa e un grande faraone, Rusconi, 1981
- Franco Cimmino, Akhenaton e Nefertiti, Rusconi, 1987
- Franco Cimmino, Tutankhamon, Rusconi, 1993
- Franco Cimmino, Ramses II il Grande, Rusconi, 1984
Lingua
[modifica | modifica wikitesto]- Edda Bresciani, Letteratura e poesia dell'Antico Egitto, Milano, Einaudi, 1999, ISBN 88-06-14892-3.
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- Alberto Elli, Il geroglifico elementare, Edizioni Terra Santa, 2021, ISBN 8862408412
- Alessandro Roccati, Elementi di lingua egizia, Thélème, 2005
- Hilary Wilson, I segreti dei geroglifici, Newton & Compton, 2007
- Pierre Grandet, Bernard Mathieu, Corso di egiziano geroglifico, Ananke, 2007
- Roberto Elli, Guida ai geroglifici, Vallardi Editore, 1997-1999-2003
- Robert Solé, Dominique Valbelle, La stele di Rosetta, Pratiche Editrice, 2000
- Paola Buzi, La letteratura egiziana antica, Carocci, 2020
- Sergio Donadoni, La letteratura egizia, Sansoni, 1967; Lindau, 2020
Arte, monumenti, cultura e vita quotidiana
[modifica | modifica wikitesto]- AA.VV., Come riconoscere l'arte egizia, Rizzoli, 1978
- AA.VV., Egitto, Touring Club d'Italia, 2000
- AA.VV., Kemet: alle sorgenti del tempo, Electa, 2003
- AA.VV., L'Antico Egitto di Ippolito Rosellini, Novara, De Agostini, 1993
- Alessandro Roccati, Museo Egizio di Torino, IPZS, 2003
- Cyril Aldred, Arte dell'antico Egitto, traduzione di Massimo Parizzi, Rizzoli, 2002, p. 278, ISBN 88-7423-063-X.
- Sergio Donadoni, Cultura dell'antico Egitto, Roma, La Sapienza, 1986
- Sergio Donadoni, L'arte dell'antico Egitto, Tea, 1982
- Franco Cimmino, Vita quotidiana degli Egizi, Rusconi, 1998; Il Saggiatore, 2020
Piramidi e tombe
[modifica | modifica wikitesto]- Alberto Siliotti e Zahi Hawass, Guida alle piramidi d'Egitto, White Star, 2001
- André Pochan, L'enigma della Grande Piramide, MEB, 1998
- Christine El Mahdy, Il costruttore della Grande Piramide, Corbaccio, 2007
- Corinna Rossi, Piramidi, White Star, 2005
- David Macauley, La piramide, Nuove Edizioni Romane, 2007
- Franco Cimmino, Storia delle piramidi, Rusconi, 2001
- G. Goyon, Il segreto delle grandi piramidi, Roma, Newton & Compton, 2011
- Heather Pringle, I segreti delle mummie, Piemme, 2004
- Kurt Mendelsshon, L'enigma delle piramidi, Milano, Mondadori, 1997
- Renato Grilletto, Il mistero delle mummie: dall'antichità ai nostri giorni attraverso il tempo e lo spazio, Roma, Newton & Compton, 2011
- Anna Maria Donadoni Roveri, I sarcofagi egizi dalle origini alla fine dell'Antico Regno, Università "La Sapienza", Istituto di Studi del Vicino Oriente, 1969
In inglese
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Flinders Petrie, A history of Egypt, from the earliest times to the XVI th Dinasty, Methuen & Co., London, 1897
- (EN) Flinders Petrie, A history of Egypt, Vol. I, Methuen & Co., London, 1897
- (EN) Flinders Petrie, The arts & crafts of ancient Egypt, T.N. Foulis, Edinburgh & London, 1909
- (EN) Flinders Petrie, Ten years' digging in Egypt (1881-1891) , Fleming H. Revell Co., New York & Chicago, 1891
- (EN) Flinders Petrie, Tools and Weapons, British School of Archaeology in Egypt, 1917
- (EN) Flinders Petrie, Naqada and Ballas, Bernard Quaritch, London, 1896
- (EN) Iorwerth E. S. Edwards, The early dynastic period in Egypt, The Cambridge Ancient History, Cambridge, Cambridge University Press, 1971
- (EN) Stephen R. K. Glanville, The Egyptians, Black LTD, London, 1933
- (EN) Stephen R. K. Glanville, The legacy of Egypt, Clarendon Press, Oxford, 1942
In francese
[modifica | modifica wikitesto]- August Choisy, L'art de batir chez le ègyptiens, Edouard Rouveyre editeur, Paris, 1904
- (FR) Fernand Crombette, Livre des noms des Rois d'Égypte, 14 voll., (voll. dal I al V disponibili in facsimile del manoscritto, cod. da 2.01 a 2.05), CESHE a.s.b.l., Tournai, varie edizioni, 1987
- (FR) Fernand Crombette, Chronologie de l'Égypte pharaonique, CESHE a.s.b.l., Tournai, cod. 2.17 - 1998 ISBN 2-9600093-7-1
- (FR) Fernand Crombette, Véridique histoire de l'Égypte antique, 3 voll., CESHE a.s.b.l., Tournai, cod. da 2.18 a 2.20 - 1997 ISBN 2-9600093-2-0
- (FR) Altair4 Multimedia, Égypte Antique, CD-ROM, Réunion des Musées Nationaux, 2004
Fonti storiche
[modifica | modifica wikitesto]Sulle dinastie egizie
[modifica | modifica wikitesto]- Papiro di Torino: elenco di tutti i sovrani, compresi quelli minori e quelli considerati usurpatori (redatto durante il regno di Ramses II);
- cronaca di Manetone: suddivisione della storia dell'Egitto in 30 dinastie, da Menes ad Alessandro Magno (redatta durante il regno dei primi due Tolomei). Nessuna copia originale ci è pervenuta e se ne conosce l'esistenza poiché riportata da scrittori e storici successivi quali Sesto Giulio Africano (inizio del III secolo d.C.) ed Eusebio di Cesarea (inizio del IV secolo d.C.);
- Lista di Abido: elenco di 76 antenati di Seti I inciso sulle pareti del tempio della città;
- Lista di Saqqara: riporta i cartigli di 57 sovrani omaggiati da Ramses II;
- Sala degli antenati: elenco di 61 antenati di Thutmose III (rilievo nel tempio di Luxor);
- Pietra di Palermo: lista dei re, dei nomi delle loro madri e, di anno in anno, del livello raggiunto dalla piena del Nilo.
Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) First Intermediate period, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.