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Quinto Gallio

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Quinto Gallio, esponente della gens Gallia (fl. I secolo a.C.), è stato edile nel 66 a.C., pretore nel 65 a.C. e nel 43 a.C..

Fu perseguito da Ottaviano nel 43 a.C. essendo stato sospettato di congiura, e fu per questo torturato e ucciso. Le scarne fonti riguardo alla natura della sua congiura, probabilmente concretizzatasi in un tentativo di omicidio durante un abboccamento privato col giovane triumviro, fanno intravedere un movente più personale che politico per il suo gesto. Tuttavia, probabilmente per screditarlo, una parte della tradizione, più favorevole ad Ottaviano, associò la sua figura a quella del triumviro Marco Antonio.

Secondo Svetonio le cose andarono in modo diverso; sarebbe stato Augusto a temere un attentato mentre Quinto Gallio teneva le sue tavolette sotto la toga:

(LA)

«...et Quintum Gallium, Praetorem in officio salutationis tabella duplices veste tenentem, suspicatum gladium occulere... ac fanentem nihil iussit occidi, prius oculis eius sua manu effossis....»

(IT)

«Il pretore Quinto Gallio era venuto a salutarlo tenendo due tavolette doppie nascoste sotto la toga: egli sospettò che avesse una spada occultata ma non osò accertarsene per timore di scoprire qualcosa di diverso allora lo fece condurre dai suoi soldati e dai centurioni davanti al suo tribunale, lo fece torturare come uno schiavo e, poiché non confessava niente, ordinò di ucciderlo dopo avergli strappato gli occhi con le sue stesse mani.»

Gaio Svetonio Tranquillo, Vite dei Cesari, II - 27, Garzanti, Milano, 1977-2000.Trad.: E. Noseda.

Rohr Vio (F.) Le voci del dissenso. Ottaviano Augusto e i suoi oppositori. Pp. 399. Padova: Il Poligrafo, 2000. ISBN 88-7115-200-X


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