Sior Todero brontolon
Sior Todero brontolon o sia Il vecchio fastidioso | |
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Commedia in tre atti | |
Autore | Carlo Goldoni |
Lingua originale | |
Genere | Commedia |
Ambientazione | La scena si rappresenta in Venezia, in casa di Todero |
Composto nel | 1761 |
Prima assoluta | 6 gennaio 1762 Teatro San Luca di Venezia |
Personaggi | |
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Il Sior Todero brontolon o sia Il vecchio fastidioso, comunemente nota come Sior Todero brontolon, è un'opera teatrale prosaistica in veneziano di Carlo Goldoni, in tre atti, composta nel 1761 e messa in scena per la prima volta il 6 gennaio del 1762[1] nel teatro San Luca di Venezia. Visto il successo, fu replicata per dieci sere consecutive e quindi ripresa nei mesi di febbraio e di ottobre dello stesso anno.
La commedia porta sulla scena il personaggio del vecchio dispotico, avaro e sospettoso, fin dall'antichità una delle figure cardine del teatro comico[2].
Trama
[modifica | modifica wikitesto]Venezia. Il sior Tòdero (cioè il "signor Teodoro") è un vecchio brontolone, avaro e dispotico, un nonno-padrone deciso a controllare tutto quello che succede in casa sua: mette sotto chiave lo zucchero perché gli sembra che se ne consumi troppo, vuole che la nipote sposi chi decide lui. Con un padre così, il figlio è venuto su debole e acquiescente; la servitù mugugna, ma deve abbassare la testa; l’unica a contrastarlo, sia pure senza prenderlo di petto, è la nuora, che vorrebbe dare in sposa la figlia Zanetta a un giovane perbene raccomandato dalla mediatrice, la vedova Fortunata. Quando il sior Todero apprende del complotto, va su tutte le furie e tenta d'imporre alla nipote, invece, lo sciocco figlio del proprio amministratore, un giovinetto per cui ha un debole e a cui non dovrebbe versare la dote. Grazie all'intraprendenza delle donne mature, tutto alla fine andrà a posto, anche perché lo spasimante di Zanetta rinuncia nobilmente alla dote[3].
Poetica
[modifica | modifica wikitesto]Il testo, avvicinabile per il soggetto a I rusteghi, dimostra l’eccezionale padronanza tecnica di Goldoni, capace di delineare a tutto tondo i caratteri dei personaggi. Si tratta della storia di un uomo negativo, per il quale l’autore sembra non provare alcuna simpatia. Addirittura sembra stupirsi che malgrado l’odiosità del protagonista, la commedia abbia incontrato moltissimo il favore del pubblico. Todero, infatti, è un caso-limite: non ha niente di bonario, ha perso qualsiasi tratto della burbera umanità dei Rusteghi[4]. Scrisse l'autore nella prefazione per l'edizione a stampa: Tutta la morale di questa Commedia consiste nell'esposizione di un carattere odioso, affinché se ne correggano quelli che si trovano, per loro disgrazia, da questa malattia attaccati. Non è il mio Todero un carattere immaginario. Pur troppo vi sono al mondo di quelli che lo somigliano; e in tempo che rappresentavasi questa Commedia, intesi nominare più e più originali, dai quali credevano ch'io lo avessi copiato. Dio mi guardi da esporre in pubblico il difetto di chi che sia in particolare; ma in verità, quando scorgo tai caratteri odiosi, faccio forza a me stesso, e vi vuole tutto quel principio di onestà che mi sono prefisso, per risparmiar loro quel ridicolo che si danno da se medesimi[5]
Secondo alcuni studiosi, che segnalano come nel protagonista abbia per la prima e unica volta rappresentato un personaggio totalmente negativo, l'autore, in procinto di trasferirisi in Francia, avrebbe voluto prendere le distanze da quella Venezia (ormai in mano ai mercanti) miope e venale che gli aveva appena negato una pensione vitalizia argomentando che tali sussidi andavano a persone impegnate in attività utili e non a semplici artisti[3].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ GOLDONI, Carlo in "Enciclopedia Italiana", su treccani.it. URL consultato il 21 luglio 2021.
- ^ G. Ortolani, Tutte le opere di C. Goldoni, Mondadori Editore, 1948
- ^ a b Sior Todero Brontolon, su lastampa.it, 2 aprile 2008. URL consultato il 21 luglio 2021.
- ^ (DE) ᐅ Veranstaltungen in Südtirol | heute, su kultur.bz.it. URL consultato il 21 luglio 2021.
- ^ Carlo Goldoni, prefazione a Sior Todero Brontolon
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