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Takashi Paolo Nagai

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Takashi Paolo Nagai nel 1946.

Takashi Nagai (永井隆?, Nagai Takashi; Matsue, 3 febbraio 1908Nagasaki, 1º maggio 1951) è stato un medico e scrittore giapponese, che si convertì al cattolicesimo con il nome di Paolo e sopravvisse al bombardamento atomico di Nagasaki. La sua successiva vita di preghiera e di servizio e la diffusione dei suoi scritti gli hanno fatto ottenere il soprannome "Il Santo di Urakami".[1][2][3]

Infanzia e studi

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Takashi Nagai nacque il 3 febbraio 1908 (il 2 febbraio secondo il calendario occidentale) a Matsue, capoluogo della prefettura di Shimane nella zona sud-occidentale dell'isola di Honshū, primo di cinque figli. Il padre Noboru era il medico del villaggio di Mitoya (oggi Unnan), dove viveva la famiglia Nagai, e conosceva la medicina occidentale; la madre Tsune discendeva da un'antica famiglia di samurai e aiutava il marito nell'ambulatorio. Il nonno paterno, Fumitaka, praticava la medicina tradizionale cinese a base di erbe.[4][5] In giapponese, il prenome Takashi significa "nobiltà". Takashi fu educato secondo gli insegnamenti di Confucio e dello scintoismo e imparò i valori tipici della cultura giapponese quali il dovere verso la famiglia, l'onestà, la lealtà, l'onore e la cortesia.[4]

Nel 1920 Nagai fu mandato a studiare in un istituto superiore del capoluogo Matsue, ospite di uno zio. Durante il suo soggiorno nella città incontrò per la prima volta la cultura occidentale che iniziava a diffondersi in Giappone, in particolare fu introdotto alla filosofia scientifica.[6][7] Alla conclusione degli studi superiori Nagai era diventato un ateo convinto e considerava la scienza l'unica vera forma di approccio alla realtà.[2] Decise quindi studiare medicina come il padre e pur potendo, grazie agli ottimi voti ottenuti, iscriversi alle prestigiose università di Tokyo o di Kyoto, preferì quella di Nagasaki.[8]

Nell'aprile 1928 iniziò a frequentare la facoltà di medicina di Nagasaki.[9] I testi di studio erano tedeschi è così il giovane studente imparò il metodo scientifico che già era utilizzato in Germania e assorbì ancor di più la mentalità positivista occidentale.[10] L'ospedale universitario si trovava a poche centinaia di metri dalla cattedrale di Nagasaki, inaugurata pochi anni primi e che al tempo era il più grande edifico cristiano dell'Estremo Oriente. Il suono delle campane che annunciavano l'Angelus tre volte al giorno infastidivano Nagai il quale riteneva che ormai il moderno e progressista Giappone avesse superato quella che considerava superstizione religiosa, quella shintoista tipica del suo Paese, ma anche quella cristiana che aveva oltretutto origini straniere.[11]

Nel 1930 una lettera di suo padre gli annunciò la malattia della madre Tsune, vittima di un'emorragia cerebrale, cosciente ma incapace di parlare. Nagai tornò a casa in tempo per assisterla al capezzale fino alla fine. Fu uno dei momenti decisivi della sua vita: lo sguardo della madre in punto di morte lo segnò profondamente e contribuì a mettere in discussione la sua visione della vita e del mondo e l'approccio ideologico che si era costruito.[12][13] Nagai rimase colpito dalla lettura di Blaise Pascal, scienziato e filosofo, in particolare da una sua frase che aveva ascoltato durante una lezione di letteratura francese alle superiori: «L'uomo non è che una canna, la più fragile della natura, ma una canna che pensa.»[14] I Pensieri di Pascal divennero così una delle sue letture più importanti e contribuirono modificare la sua idea materialista della scienza e della medicina che aveva appreso durante gli studi.[15]

La conversione

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Takashi Nagai con la moglie Midori e il figlio Makoto nel 1936.

Nella primavera del 1931, continuando la lettura di Pascal, Nagai iniziò a interrogarsi sulla vita cristiana e sulla preghiera, volendo verificare l'ipotesi del Dio creatore di cui parlava il pensatore francese.[16] Decise quindi di andare a conoscere i cristiani di Nagasaki prendendo in affitto una camera nella casa della famiglia Moriyama che, da sette generazioni, faceva parte dei kakure kirishitan ("cristiani nascosti") di Urakami, quartiere a nord della città da secoli quasi completamente cristiano. A Urakami sorgeva la Cattedrale di Santa Maria e le sue campane avevano sempre infastidito il giovane studente che, dalle finestre della vicina università, le sentiva suonare tre volte al giorno, quando i fedeli erano richiamati alla recita dell'Angelus.[17] Sadakichi Moriyama era un mercante di bestiame e uno dei responsabili della comunità cristiana di Urakami dove viveva con la moglie. La loro unica figlia, Midori, faceva la maestra in una città vicina.[18]

Takashi apprende che la costruzione della cattedrale è stata finanziata dai poveri contadini e pescatori cristiani giapponesi.

Nel 1932 completa i suoi esami. Ma una malattia dell'orecchio destro (postumi di meningite) l'affligge e lo rende parzialmente sordo. Non può praticare la medicina e accetta di orientarsi nella ricerca in radiologia. Questa scienza comporta dei rischi legati alle radiazioni ed egli ne è consapevole.

La sera del 24 dicembre Midori Moriyama lo invita a partecipare alla messa di mezzanotte. Nella cattedrale gremita Takashi è colpito dai fedeli in preghiera, dai canti, dalla loro fede e dall'omelia. La notte seguente Midori è colpita da un attacco di appendicite acuta. Takashi fa una rapida diagnosi, avverte il chirurgo e porta Midori tra le sue braccia in ospedale, sotto la neve. L'operazione riesce e Midori si salva.[19]

Nel gennaio 1933 Takashi compie il servizio militare. Prima di partire per la campagna del Manciukuò effettua una formazione a Hiroshima, durante la quale gli arriva un pacco: è Midori che gli offre dei guanti e un catechismo cattolico. Durante questo periodo in Manciuria, Takashi si occupa dei feriti e del servizio sanitario. La sua fiducia nella cultura giapponese è compromessa quando constata le atrocità e la brutalità dei militari giapponesi nei confronti della popolazione civile cinese. Al ritorno prosegue la lettura del catechismo cattolico, della Bibbia e dei Pensieri di Pascal, inoltre incontra un presbitero, padre Moriyama, mentre Midori continua a pregare per lui. Lo colpisce in particolare questa frase di Pascal: «Dio ha messo nel mondo abbastanza luce per chi vuole credere, ma ha anche lasciato abbastanza ombre per chi non vuole credere».[20]

Il 9 giugno 1934 riceve il battesimo nella fede cattolica e sceglie il nome cristiano Paolo[21]. Entra così a far parte della comunità cattolica. Particolarmente significativa è per lui la figura di san Paolo Miki. Poi chiede a Midori di sposarlo e lei accetta. Nell'agosto 1934, un mercoledì, alle 7 della mattina, durante la prima messa nella cattedrale di Urakami, il loro matrimonio è celebrato in presenza del presbitero e di due testimoni. Maria Midori Moriyama e Paolo Takashi Nagai intraprendono insieme la loro vita cristiana: Midori è presidentessa dell'associazione delle donne del quartiere di Urakami, Takashi diventa membro della Società di San Vincenzo de' Paoli, scoprendo gli scritti del suo fondatore, Federico Ozanam. Visita i malati e i più poveri, portando loro conforto e aiuti alimentari. Dalla loro unione nascono quattro bambini: un maschio, Makoto (3 aprile 1935 – 4 aprile 2001), e tre femmine, Ikuko (7 luglio 19371939), Sasano, che muore poco dopo la nascita, e Kayano (nata nel 1941). Takashi riceve il sacramento della confermazione nel dicembre 1934.

Dal 1931 al 1936 il frate Massimiliano Kolbe risiede in un sobborgo di Nagasaki, dove fonda un monastero. Takashi lo incontra diverse volte.[13] L'indomani della nascita della figlia Ikuko, scoppia la guerra tra il Giappone e la Cina, e Takashi è mobilitato come chirurgo al servizio della quinta divisione. Soffre i rigori dell'inverno cinese e prova sconforto per le vittime della guerra (civili e militari, cinesi e giapponesi), occupandosi dei feriti e meditando sulla giustizia e sulla pace. Nel 1939 una lettera lo informa della morte del padre (4 febbraio) e di sua figlia Ikuko. Rimane in Cina fino al 1940. Al ritorno si reca sulla tomba dei genitori, poi ritrova suo figlio.(?) Riprende le sue ricerche e i corsi all'università.

Quando il Giappone dichiara guerra agli Stati Uniti d'America, l'8 dicembre 1941, il professor Nagai ha un oscuro presentimento: la sua città potrebbe essere distrutta durante la guerra[22]. Ottiene il dottorato nel 1944. Il 26 aprile 1945 un raid aereo su Nagasaki miete numerose vittime. L'ospedale è colpito in modo grave. Takashi passa i giorni e le notti al servizio dei feriti, nel reparto di radiologia. Nel suo campo di lavoro e di ricerca le norme di sicurezza sono male applicate, con un tasso elevato di incidenti tra i ricercatori, dovuti all'esposizione alle radiazioni. Nel giugno 1945 apprende che una leucemia l'ha colpito e che la sua speranza di vita è dai due ai tre anni. La malattia è probabilmente dovuta alle esposizioni ai raggi X, subite all'epoca degli esami radiologici. Ne parla con Midori e Makoto, e vivono insieme con fede questi drammatici momenti.

La bomba atomica su Nagasaki

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La vecchia cattedrale di Nagasaki a Urakami distrutta dopo lo scoppio della bomba atomica.

La sera del 6 agosto, il dottor Nagai viene a conoscenza che una bomba atomica è stata lanciata dagli americani su Hiroshima. Con Midori, decide di allontanare i loro bambini a 6 chilometri, nella campagna, a Matsuyama, accompagnati dalla madre di Midori.[23] La mattina dell'8 agosto, sotto lo sguardo sorridente di Midori, Takashi parte per il suo lavoro di una notte di guardia all'ospedale. Avendo dimenticato il suo pasto, torna a casa, inaspettatamente, e sorprende Midori in lacrime. Si dicono "arrivederci", ma sarà un addio.

Il 9 agosto 1945, alle 11.02, la seconda bomba atomica lanciata dagli americani sul Giappone colpisce Nagasaki. Al momento dell'esplosione il dottor Nagai è in servizio nel reparto di radiologia dell'ospedale universitario di Nagasaki; si salva perché protetto dalla spesse pareti di cemento armato del suo laboratorio, pensate per preservare dalle radiazioni le persone all'esterno[24]. Riporta comunque una grave ferita che tocca la sua arteria temporale destra, ma si unisce al resto del personale medico superstite per dedicarsi alla cura dei feriti. Più tardi redigerà un rapporto medico di 100 pagine con le sue osservazioni.

L'11 agosto Takashi Nagai ritrova l'area della sua casa e, tra un mucchio di ceneri, delle ossa carbonizzate: Midori e la sua corona del rosario vicino a lei. Il suo nome da ragazza era Maria Midori Moriyama. Paolo Takashi Nagai ha voluto scrivere il suo nome da sposata sulla croce della tomba: «Marina Nagai Midori, deceduta il 9 agosto 1945, a 37 anni» (Marina è un diminutivo di Maria).

Per i cinquantotto giorni seguenti Nagai continua a curare le vittime della bomba atomica e a insegnare all'università di Nagasaki. Ma la leucemia peggiora e, l'8 settembre 1945, deve restare a riposo per un mese; la morte gli sembra vicina. Si trasferisce nel quartiere di Urakami, quello dell'ipocentro della bomba, il 15 ottobre 1945. Fa costruire una piccola capanna, da pazienti riconoscenti e dai suoi allievi, fatta coi pezzi della sua vecchia casa. Denominata "Nyoko-dō" ("Amate gli altri come voi", secondo le parole di Gesù "amerai il tuo prossimo come te stesso"), rimane coi suoi due bambini scampati (Makoto e Kayano), sua suocera e altri due genitori. Questa capanna misura poco più di sei tatami, costruita per lui nel 1947 da un carpentiere legato alla famiglia Moriyama. Quando la sezione locale della Società di San Vincenzo de' Paoli offre di costruirgli un'altra casa, nella primavera 1948, chiede di ingrandire leggermente la capanna esistente, per fare un favore al fratello e alla sua famiglia e per stabilire una struttura semplice, simile a un salone da , largo due tatami, per sé. In questo piccolo rifugio simile a un eremo trascorre i suoi ultimi anni in preghiera e contemplazione.[25]

Takashi Nagai nel Nyokodo con i suoi due figli

Per i sei mesi successivi osserva il lutto di Midori e si lascia crescere la barba e i capelli. Il 23 novembre 1945 una messa è celebrata, davanti alle rovine della cattedrale, per le vittime della bomba. Takashi tiene un discorso pieno di fede, paragonando le vittime a un'offerta consacrata per ottenere la pace. Comincia a scrivere diverse opere, come Atomic Illness and Atomic Medicine, che saranno tradotte in parecchie lingue. Le campane di Nagasaki ("Nagasaki no Kane"), finito il 9 agosto 1946, è il suo testo più famoso (poco dopo la sua morte ne è stato tratto un film giapponese dallo stesso nome). Nel luglio 1946, si accascia presso la stazione: diventato invalido, vive ormai allettato.

Nel 1948, utilizza i 50.000 yen versati dal Kyushu Time per piantare mille ciliegi di tre anni nel quartiere di Urakami, per trasformare questa terra devastata in "Collina in fiore"[26]. Anche se alcuni sono stati sostituiti, questi ciliegi sono chiamati sempre "Nagai Senbonzakura" (i mille ciliegi di Nagai) e i loro fiori decorano le case di Urakami in primavera.

Il 3 dicembre 1949 è nominato cittadino onorario della città di Nagasaki, malgrado le proteste dovute alla sua fede cattolica. Riceve la visita di Helen Keller. Nel 1949 riceve la visita dell'imperatore Hirohito e del cardinale Norman Thomas Gilroy, emissario del Papa.

Il 1º maggio 1951 chiede che lo si porti all'università, affinché gli studenti in medicina possano osservare gli ultimi istanti di un uomo che si prepara a morire di leucemia e muore poco dopo il suo arrivo, alle 21.30, all'età di 43 anni. Il 3 maggio, 20.000 persone assistono alle sue esequie davanti alla cattedrale. La città di Nagasaki osserva un minuto di silenzio nel momento in cui suonano le campane di tutti gli edifici religiosi[27]. Il 14 maggio, una cerimonia ufficiale ha luogo in memoria del dottor Nagai, poi i suoi resti sono sepolti nel cimitero internazionale di Sakamoto.

Lascia una voluminosa raccolta di testimonianze, memorie e disegni su diversi temi: Dio, la guerra, la morte, la medicina e la situazione degli orfani. Questi testi sono stati apprezzati da un gran numero di lettori, durante l'occupazione del Giappone (1945-1952).[28]

Nyokodō come museo

Nel 1952 il suo "Nyoko-dō" è diventato un museo: il "Nagasaki City Nagai Takashi Memorial Museum". Dopo i lavori di ristrutturazione effettuati nel 2000, è diretto oggi da Tokusaburo Nagai, nipote di Takashi Nagai e figlio di Makoto Nagai.

Canonizzazione

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Nell'ottobre del 2021 l'arcivescovo metropolita di Nagasaki Joseph Mitsuaki Takami ha approvato la richiesta di apertura della causa di beatificazione e canonizzazione per i coniugi Takashi e Midori Nagai, promossa dal comitato Amici di Takashi e Midori Nagai quale attore canonico, che sono diventati così servi di Dio. Postulatore è stato nominato il carmelitano padre Antonio Sangalli.[29]

  • Le campane di Nagasaki [長崎の鐘, Nagasaki no kane], Milano, Garzanti, 1952 [1949], SBN IT\ICCU\TO0\0625262.
  • Lasciando questi ragazzi [いとし子よ, Itoshi ko yo], Monza, Nuova Massimo, 1956 [1948], SBN IT\ICCU\CUB\0477009.
  • Pensieri dal Nyokodō (如己堂随筆 Nyokodō Zuihitsu)
  • Cio che non muore mai (亡びぬものを Horobinu Mono O)
  • Il Passo della Vergine (乙女峠, Otometōge )
  • Lasciando questi Ragazzi (この子を残して Kono Ko o Nokoshite)
  • Il rosario di Nagasaki (ロザリオの鎖 Rosario no kusari)
  • I figli di Nagasaki. Il testamento spirituale di un sopravvissuto alla bomba atomica
  • Ricordi della desolaziona atomica (原子野録音 Genshino Rokuon)
  • Il fiume della vita (生命の河 Seimei no Kawa)
  • La collina fiorita (花咲く丘 Hana Saku Oka)
  • Amati figli miei (いとし子よ Itoshi Ko Yo)
  • Il medico del villaggio (村医 Son-i)
  • La torre dalla pace (平和塔 Heiwa no Tō)
  • I fiori di Nagasaki (長崎の花 Nagasaki no Hana)
  1. ^ Diehl, p. 20.
  2. ^ a b Walters, Jarrell, p. 3.
  3. ^ Marco Respinti, Takasashi Nagai. Il santo che a Nagasaki vinse anche l'atomica, in La Nuova Bussola Quotidiana, 8 agosto 2016. URL consultato il 16 luglio 2024 (archiviato il 18 maggio 2023).
  4. ^ a b Nagai, Ciò che non muore mai, cap. Padre e figlio.
  5. ^ Oreste Paliotti, Dottor "Nobiltà", in Città Nuova, 9 settembre 2006. URL consultato il 7 maggio 2024 (archiviato il 7 maggio 2024).
  6. ^ Glynn, pp. 23-24.
  7. ^ MarencoLa nascita e la famiglia.
  8. ^ Glynn, pp. 25-26.
  9. ^ Glynn, p. 31.
  10. ^ Glynn, p. 27.
  11. ^ Glynn, p. 28.
  12. ^ MarencoL'ultimo sguardo della madre.
  13. ^ a b Ferdinando Cancelli, Un fiore nella desolazione, su vatican.va. URL consultato il 16 luglio 2024 (archiviato il 18 dicembre 2022).
  14. ^ Blaise Pascal, Pensieri, Roma, Città Nuova, 2003, p. 162, ISBN 978-88-311-0215-5.
  15. ^ Glynn, p. 40.
  16. ^ Glynn, p. 51.
  17. ^ Takashi Paolo Nagai (PDF), su Amici di Takashi e Midori Nagai. URL consultato il 23 ottobre 2024.
  18. ^ Glynn, p. 52.
  19. ^ Takashi e Midori Nagai, su amicinagai.com. URL consultato il 18 dicembre 2022.
  20. ^ Daniel R. Esparza, 10 frasi di Blaise Pascal, nell'anniversario della sua nascita, su Aleteia, 20 giugno 16. URL consultato il 10 febbraio 2020.
  21. ^ Lucio Brunelli, Il medico "santo" di Nagasaki (PDF), in L'Osservatore Romano, 17 novembre 2019, p. 12. URL consultato il 12 febbraio 2020 (archiviato il 28 novembre 2023).
  22. ^ Campane a Nagasaki, su cittanuova.it. URL consultato il 18 dicembre 2022.
  23. ^ Tiziana Martinelli, Takashi Paolo Nagai, una fede più forte dell'atomica, su Il sussidiario. URL consultato il 7 maggio 2024 (archiviato il 25 agosto 2023).
  24. ^ Piero Vietti, E' Dio che scelse Nagasaki? La vita di Nagai, scienziato santo, in Il Foglio, 23 agosto 2019. URL consultato il 12 febbraio 2020.
  25. ^ Da dove rinasce la speranza, su centroculturaledimilano.it. URL consultato il 18 dicembre 2022.
  26. ^ Mille ciliegi in fiore a Nagasaki, su osservatoreromano.va. URL consultato il 18 dicembre 2022.
  27. ^ Il medico “santo” di Nagasaki, su lunieditrice.com. URL consultato il 18 dicembre 2022.
  28. ^ Takashi Paolo Nagai, su lunieditrice.com. URL consultato il 18 dicembre 2022.
  29. ^ Chi siamo, su Amici di Takashi e Midori Nagai (archiviato il 25 dicembre 2021).
  • (EN) Kerry Walters e Robin Jarrell, Blessed Peacemakers. 365 Extraordinary People Who Changed the World, Eugene, Cascade Books, 2013, ISBN 978-1-60899-248-5.
  • Paul Glynn, Pace su Nagasaki. Il medico che guariva i cuori, Milano, Paoline, 2015, ISBN 978-88-315-45-358.
  • Paola Marenco et al. (a cura di), Takashi Paolo Nagai. Annuncio da Nagasaki, Castel Bolognese, Itaca, agosto 2019, ISBN 978-88-526-0618-2.
  • Takashi Paolo Nagai, Ciò che non muore mai. Il cammino di un uomo, traduzione di Gabriele Di Comite, Cinisello Balsamo, Edizioni San Paolo, 2023, ISBN 978-88-922-3284-6.
  • (EN) Chad R. Diehl (a cura di), Shadows of Nagasaki. Trauma, Religion, and Memory after the Atomic Bombing, New York, Fordham University Press, 2024, ISBN 978-1-531504-98-4.
  • (FR) Haruhi Katayama, Champ de guerre, chant de paix à Nagasaki, Parigi, OnTau, 2024, ISBN 978-24-90105-55-7.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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