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Vaso blu

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Anforetta con amorini vendemmiatori
AutoreBottega campana
DataI secolo d.C.
Materialevetro cammeo, vetro blu e pasta vitrea bianca
Dimensioni31.7×⌀ orlo 6[1] cm
UbicazioneMuseo archeologico nazionale, Napoli

Anforetta con amorini vendemmiatori, anche nota come Vaso blu di Pompei,[2] è un'anfora risalente al I secolo d.C., rinvenuta negli scavi di Pompei e situata presso il Museo archeologico nazionale di Napoli.

L'anforetta venne alla luce in una valente bottega campana, prima dell'eruzione del Vesuvio del 79.[2] Poiché non si conosce, appunto, l'officina che la realizzò, si è ipotizzato che per affinità stilistiche si tratti della stessa bottega che produsse il vaso di Portland.[1] Fu rinvenuta durante gli scavi archeologici di Pompei il 29 dicembre 1837, all'interno di una sepoltura.[2] Precisamente fu estratta dalla nicchia di una tomba a camera, rivolta verso la Villa a Colonne di Mosaico.[3]

Il vaso visto interamente

Oltre ad essere un esempio della signorile prosperità in cui i pompeiani vivevano, nella prima età imperiale, è uno degli oggetti vitrei risalenti all'epoca romana che meglio si sono preservati fino ad oggi.[2]

Tecnica e forma

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L'anforetta venne realizzata con la tecnica del vetro cammeo: su una superficie scura veniva applicato uno strato di pasta vitrea bianca, su cui venivano finemente incise le immagini che possiamo vedere, in questo caso, sul vaso.[2][4]

Lavorando in tal modo gli artigiani potevano ottenere un effetto simile a quello dei cammei, in maniera certamente più economica e semplice, visto che sui cammei le forme complesse venivano realizzate con difficoltà.[2] Inoltre quest'anfora è il più noto esempio di vaso realizzato in vetro cammeo assieme al vaso di Portland.[1]

La forma allungata di quest'opera è un riferimento ai vasi fittili che venivano impiegati per il trasporto e la successiva conservazione del vino, ed è distesa ulteriormente dal bottone che conclude il puntale sul fondo.[2]

Nella prima scena del recipiente vediamo una folta decorazione centrale[5] di elementi naturali (foglie, papaveri, mele cotogne, rami d'alloro),[3] che parte proprio dal corpo del vaso.[2] Di seguito abbiamo un putto rilassato e disteso a metà su un letto, mentre mantiene un recipiente di ridotte dimensioni. Di fronte a ne vediamo un altro che suona la cetra.[2]

I due si trovano in mezzo ad altri due amorini, alzati su dei piedistalli, che raccolgono grappoli d'uva,[2] in una scena, quindi, che ha riferimenti bacchici.

Seconda scena

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Nella seconda scena, che sempre ci viene introdotta dalla fitta decorazione vegetale, abbiamo modo di vedere, a destra, un giovane che, munito di tirso, bastone rituale proprio di Dioniso, si occupa di pestare l'uva in un gran recipiente, che sta venendo versata da un altro fanciullo a sinistra.[2] Seduti ai lati ci sono altri due amorini. Quello a destra suona il flauto di Pan e quello a sinistra il diaulòs.[2]

Intorno alle scene ci sono ghirlande d'edera,[3] rami di vite e i loro pampini[5] e grappoli d'uva, riuniti in un girare di volute in cui si nascondono degli uccelli, con una grossa maschera da satiro bassa e centrale.[5]

Per finire nella parte inferiore, vediamo animaletti pascolare[1] e alberi alternati, sottostanti a un'accentuata linea orizzontale.[2] Questi numerosi riferimenti al dio Bacco conferiscono a quest'opera un'atmosfera di giocosa leggiadria, in un ambiente naturale di magnanima fertilità nella cui vendemmia non c'è fatica.[3]

  1. ^ a b c d Vitrum: Anfora di vetro-cammeo (cosiddetto Vaso blu), in brunelleschi.imss.fi.it. URL consultato il 2 luglio 2022.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m Giorgio Cricco e Francesco Paolo Di Teodoro, Itinerario nell'arte. Versione verde, 4ª ed., Bologna, Zanichelli, 2021, p. 217.
  3. ^ a b c d Memorie del vaso blu, in fivecontinentseditions.com. URL consultato il 2 luglio 2022.
  4. ^ Vetro a Cammeo, in glassway.vda.it. URL consultato il 3 luglio 2022 (archiviato dall'url originale il 29 giugno 2022).
  5. ^ a b c Elena Paloscia, Alla scoperta del Vaso Blu. Nuovo appuntamento con il Fuori Mostra di "Mito e Natura", in golcondarte.it, 11 novembre 2015. URL consultato il 3 luglio 2022.
  • Giorgio Cricco e Francesco Paolo Di Teodoro, Itinerario nell'arte. Versione verde, 4ª ed., Bologna, Zanichelli, 2021, p. 217.

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