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Vincenzo dell'Aquila

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Beato Vincenzo dell'Aquila

Religioso francescano

 
NascitaL'Aquila, 1435 circa
MorteL'Aquila, 7 agosto 1504
Venerato daChiesa cattolica
Beatificazione19 settembre 1787, da papa Pio VI
Ricorrenza7 agosto

Vincenzo dell'Aquila (L'Aquila, 1435 circa – L'Aquila, 7 agosto 1504) è stato un presbitero italiano dell'Ordine dei frati minori.

Fu beatificato, per equipollenza, da papa Pio VI nel 1787.

Abbracciò quattordicenne la vita religiosa nel convento francescano di San Giuliano all'Aquila: pronunciati i voti solenni, si ritirò a vita eremitica in una spelonca nei boschi del convento.[1]

Gli vennero assegnati gli uffici più umili, come quello di calzolaio, e fu avviato alla questua. Fu in rapporti con il principe di Capua e con la regina Giovanna.[1]

Fu assegnato dapprima al convento di Penne, poi a quello di Sulmona,[1] ma poi tornò definitivamente alla casa di San Giuliano dove, afflitto dalla gotta, si spense: il suo corpo incorrotto è conservato nella chiesa conventuale di San Giuliano.[2]

Il suo esempio fu di ispirazione per la giovane di Lucoli Mattia Ciccarelli, che divenne monaca agostiniana con il nome di suor Cristina e che riferì di aver visto l'anima di Vincenzo salire in cielo la notte della sua morte.[2]

Ebbe fama di essere dotato di spirito profetico: predisse il reame al duca di Calabria.[2]

Il suo culto fu confermato da papa Pio VI il 19 settembre 1787.[2]

Il suo elogio si legge nel Martirologio romano al 7 agosto.[3]

  1. ^ a b c Rocco Guerini, BSS, vol. XII (1969), col. 1141.
  2. ^ a b c d Rocco Guerini, BSS, vol. XII (1969), col. 1142.
  3. ^ Martirologio romano (2004), p. 615.
  • Filippo Caraffa e Giuseppe Morelli (curr.), Bibliotheca Sanctorum (BSS), 12 voll., Istituto Giovanni XXIII nella Pontificia Università Lateranense, Roma, 1961-1969.
  • Il martirologio romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 2004.

Voci correlate

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