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Sem Benelli: differenze tra le versioni

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[[Immagine:Zoagli-castello sem benelli.JPG|thumb|Il castello di Sem Benelli a Zoagli]]
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'''Sem Benelli''' (1877 – 1949), poeta, scrittore e drammaturgo italiano.
'''Sem Benelli''' (1877 – 1949), poeta, scrittore e drammaturgo italiano.


==Citazioni di Sem Benelli==
*Chi non beve con me, peste lo colga! (da ''La cena delle beffe'', 1908)
*Chi non beve con me, peste lo colga! (da ''La cena delle beffe'', 1908)
*Fate che tutto sia preparato per bene...
*Fate che tutto sia preparato per bene...
:Suo motto riportato in una targa a lui dedicata in una trattoria del centro storico di Firenze.
:Suo motto riportato in una targa a lui dedicata in una trattoria del centro storico di Firenze.


==''La Cena delle Beffe''==
==''La cena delle beffe''==
===[[Incipit]]===
===[[Incipit]]===
L'azione si svolge a [[Firenze]], ai [[tempo|tempi]] di [[Lorenzo il Magnifico]].<br>Il Tornaquinci entra recando un [[libro]] nella ma-<br>no socchiuso come chi ha inter-<br>rotto allora la lettura; si pone a sedere<br> sopra un seggiolone, in disparte.<br>'''Tornaquinci''': Disponete che tutto sia per [[bene]];<br>voglio che questa cena si rammenti.<br>I commensali sono assuefatti <br>a ben godere; ed ogni [[sera]] cenano,<br>finché dura la state, in vario modo,<br>diversamente invitati or da l'uno<br>or dall'altro.<br>'''Il Calandra''': Conosco la brigata;<br>ed ho comprato un [[bello]] e grasso papero<br>che sarà delizia della sera.<br>'''Tornaquinci''': Da chi l'hai comprato?<br>'''Il Calandra''': Da una bella giovane.<br>Così avessi potuto comprar lei:<br>era così ridente e manierosa<br>che m'avreste lodato.<br>'''Tornaquinci''': Datti [[pace]]:<br>le [[donna|donne]] non occorrono.<br>'''Il Calandra''': In ispecie<br>quando avanzano: penso come voi,<br>messere!
L'azione si svolge a [[Firenze]], ai [[tempo|tempi]] di [[Lorenzo il Magnifico]].<br>Il Tornaquinci entra recando un [[libro]] nella ma-<br>no socchiuso come chi ha inter-<br>rotto allora la lettura; si pone a sedere<br> sopra un seggiolone, in disparte.<br>'''Tornaquinci''': Disponete che tutto sia per [[bene]];<br>voglio che questa cena si rammenti.<br>I commensali sono assuefatti <br>a ben godere; ed ogni [[sera]] cenano,<br>finché dura la state, in vario modo,<br>diversamente invitati or da l'uno<br>or dall'altro.<br>'''Il Calandra''': Conosco la brigata;<br>ed ho comprato un [[bello]] e grasso papero<br>che sarà delizia della sera.<br>'''Tornaquinci''': Da chi l'hai comprato?<br>'''Il Calandra''': Da una bella giovane.<br>Così avessi potuto comprar lei:<br>era così ridente e manierosa<br>che m'avreste lodato.<br>'''Tornaquinci''': Datti [[pace]]:<br>le [[donna|donne]] non occorrono.<br>'''Il Calandra''': In ispecie<br>quando avanzano: penso come voi,<br>messere!
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===Citazioni===
===Citazioni===
*'''Ginevra''': ''Non so quello che abbiate voialtr'uomini!<br> Noi vi portiamo sulle nostre braccia<br> la dolce [[vita]] e voi, sempre distratti,<br> non volete goderne se non quando<br> a noi non piace. Ed era così dolce, <br>ora, finire a mensa la serata <br>e dir cose gioconde e un poco grasse;<br>e poi, magari, andarsene a godere,<br> girellando; che ci sarà la [[luna]]…''
*'''Ginevra''': ''Non so quello che abbiate voialtr'uomini!<br> Noi vi portiamo sulle nostre braccia<br> la dolce [[vita]] e voi, sempre distratti,<br> non volete goderne se non quando<br> a noi non piace. Ed era così dolce, <br>ora, finire a mensa la serata <br>e dir cose gioconde e un poco grasse;<br>e poi, magari, andarsene a godere,<br> girellando; che ci sarà la [[luna]]…''
*'''Fazio''': ''Ma che volete fare?''<br>'''Giannetto''': ''Giocare!'' <br>'''Fazio''': <br>''Con la [[morte]] non si gioca!'' <br>'''Giannetto''': ''Non è la vita un gioco con la morte? <br>Vedi, come son fatto! Più ne tremo<br> e più mi piace il gioco. Deformato<br> mi sono, col [[terrore]], come stelo<br> nell'[[ombra]]: più s'affina e più s'ostina!<br> In questa giostra io sento ora la vita<br> raccogliersi in un nodo di terrore<br> più tenace de' serpi di Medusa: <br>Io voglio; io voglio che il perfido Neri <br>a me si raccomandi per [[pietà]],<br>che mi sorrida come si sorride<br> ad un pari, non disdegnosamente.<br>Io lo voglio; io lo voglio con furore,<br>altrimenti il mio nodo di terrore<br>lo può strozzare disperatamente!...'' <br>'''Fazio''': ''Voi mi parete di quelle farfalle<br>che giocano coi lumi nell'estate.<br> Alieggiano e tremano e ti pare<br> che vogliono sfuggir la fiamma e invece<br> la cercano; la cercano e la fuggono,<br> la temono e la bramano e si bruciano<br> e muiono pel gusto di temere…'' <br>'''Giannetto''': ''Hanno sul dorso i segni della morte!'' <br>'''Fazio''': ''Ma non ho visto mai questo [[miracolo]];<br> Che una farfalla spegnesse una torcia!...''<br>'''Giannetto''': ''Una farfalla no; ma un pipistrello Sì!...'' (atto terzo)
*'''Fazio''': ''Ma che volete fare?''<br>'''Giannetto''': ''Giocare!'' <br>'''Fazio''': <br>''Con la [[morte]] non si gioca!'' <br>'''Giannetto''': ''Non è la vita un gioco con la morte? <br>Vedi, come son fatto! Più ne tremo<br> e più mi piace il gioco. Deformato<br> mi sono, col [[terrore]], come stelo<br> nell'[[ombra]]: più s'affina e più s'ostina!<br> In questa giostra io sento ora la vita<br> raccogliersi in un nodo di terrore<br> più tenace de' serpi di Medusa: <br>Io voglio; io voglio che il perfido Neri <br>a me si raccomandi per [[pietà]],<br>che mi sorrida come si sorride<br> ad un pari, non disdegnosamente.<br>Io lo voglio; io lo voglio con furore,<br>altrimenti il mio nodo di terrore<br>lo può strozzare disperatamente!...'' <br>'''Fazio''': ''Voi mi parete di quelle farfalle<br>che giocano coi lumi nell'estate.<br> Alieggiano e tremano e ti pare<br> che vogliono sfuggir la fiamma e invece<br> la cercano; la cercano e la fuggono,<br> la temono e la bramano e si bruciano<br> e muoiono pel gusto di temere…'' <br>'''Giannetto''': ''Hanno sul dorso i segni della morte!'' <br>'''Fazio''': ''Ma non ho visto mai questo [[miracolo]];<br> Che una farfalla spegnesse una torcia!...''<br>'''Giannetto''': ''Una farfalla no; ma un pipistrello Sì!...'' (atto terzo)

==Citazioni su Sem Benelli==
*Forse, di Benelli, s'è detto e troppo bene e troppo male. La sua opera è intimamente sincera; l'eterno conflitto tra il Male e il Bene con cui egli si sente sempre, romanticamente, alle prese, veramente lo travaglia, lo affanna, lo fa soffrire. Ma è pure un fatto che la sua reale compiacenza di rappresentatore è nella pittura degli esseri lividi, rabbiosi, impegnati nel voler procurare una sensuale rivincita alla loro smaniosa impotenza; mentre la pittura del cosiddetto Bene gli svanisce e sfuma in un mare di parole astratte, che suonano desolatamente a vuoto. ([[Silvio D'Amico]])


==Bibliografia==
==Bibliografia==
Sem Benelli, La cena delle beffe, Fratelli Treves, [[Milano]] 1911.
*Sem Benelli, ''La cena delle beffe'', Fratelli Treves, Milano, 1911.

==Filmografia==
*''[[La cena delle beffe (film)|La cena delle beffe]]'' (1942)


==Altri progetti==
==Altri progetti==
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===Opere===
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[[Categoria:Scrittori italiani]]

Versione attuale delle 12:41, 1 ago 2023

Sem Benelli

Sem Benelli (1877 – 1949), poeta, scrittore e drammaturgo italiano.

Citazioni di Sem Benelli

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  • Chi non beve con me, peste lo colga! (da La cena delle beffe, 1908)
  • Fate che tutto sia preparato per bene...
Suo motto riportato in una targa a lui dedicata in una trattoria del centro storico di Firenze.

La cena delle beffe

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L'azione si svolge a Firenze, ai tempi di Lorenzo il Magnifico.
Il Tornaquinci entra recando un libro nella ma-
no socchiuso come chi ha inter-
rotto allora la lettura; si pone a sedere
sopra un seggiolone, in disparte.
Tornaquinci: Disponete che tutto sia per bene;
voglio che questa cena si rammenti.
I commensali sono assuefatti
a ben godere; ed ogni sera cenano,
finché dura la state, in vario modo,
diversamente invitati or da l'uno
or dall'altro.
Il Calandra: Conosco la brigata;
ed ho comprato un bello e grasso papero
che sarà delizia della sera.
Tornaquinci: Da chi l'hai comprato?
Il Calandra: Da una bella giovane.
Così avessi potuto comprar lei:
era così ridente e manierosa
che m'avreste lodato.
Tornaquinci: Datti pace:
le donne non occorrono.
Il Calandra: In ispecie
quando avanzano: penso come voi,
messere!

Citazioni

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  • Ginevra: Non so quello che abbiate voialtr'uomini!
    Noi vi portiamo sulle nostre braccia
    la dolce vita e voi, sempre distratti,
    non volete goderne se non quando
    a noi non piace. Ed era così dolce,
    ora, finire a mensa la serata
    e dir cose gioconde e un poco grasse;
    e poi, magari, andarsene a godere,
    girellando; che ci sarà la luna
  • Fazio: Ma che volete fare?
    Giannetto: Giocare!
    Fazio:
    Con la morte non si gioca!
    Giannetto: Non è la vita un gioco con la morte?
    Vedi, come son fatto! Più ne tremo
    e più mi piace il gioco. Deformato
    mi sono, col terrore, come stelo
    nell'ombra: più s'affina e più s'ostina!
    In questa giostra io sento ora la vita
    raccogliersi in un nodo di terrore
    più tenace de' serpi di Medusa:
    Io voglio; io voglio che il perfido Neri
    a me si raccomandi per pietà,
    che mi sorrida come si sorride
    ad un pari, non disdegnosamente.
    Io lo voglio; io lo voglio con furore,
    altrimenti il mio nodo di terrore
    lo può strozzare disperatamente!...

    Fazio: Voi mi parete di quelle farfalle
    che giocano coi lumi nell'estate.
    Alieggiano e tremano e ti pare
    che vogliono sfuggir la fiamma e invece
    la cercano; la cercano e la fuggono,
    la temono e la bramano e si bruciano
    e muoiono pel gusto di temere…

    Giannetto: Hanno sul dorso i segni della morte!
    Fazio: Ma non ho visto mai questo miracolo;
    Che una farfalla spegnesse una torcia!...

    Giannetto: Una farfalla no; ma un pipistrello Sì!... (atto terzo)

Citazioni su Sem Benelli

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  • Forse, di Benelli, s'è detto e troppo bene e troppo male. La sua opera è intimamente sincera; l'eterno conflitto tra il Male e il Bene con cui egli si sente sempre, romanticamente, alle prese, veramente lo travaglia, lo affanna, lo fa soffrire. Ma è pure un fatto che la sua reale compiacenza di rappresentatore è nella pittura degli esseri lividi, rabbiosi, impegnati nel voler procurare una sensuale rivincita alla loro smaniosa impotenza; mentre la pittura del cosiddetto Bene gli svanisce e sfuma in un mare di parole astratte, che suonano desolatamente a vuoto. (Silvio D'Amico)

Bibliografia

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  • Sem Benelli, La cena delle beffe, Fratelli Treves, Milano, 1911.

Filmografia

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Altri progetti

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Opere

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