Daken
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Daken, personaggio dei fumetti pubblicati dalla Marvel Comics, creato da Daniel Way e Steve Dillon nel 2007.
Citazioni di Daken
[modifica]- C'è poca differenza fra ostacoli e opportunità. Gli abili imprenditori lo sanno bene... e sono capaci di volgere entrambi a proprio vantaggio.
- Conoscete il detto... non fai una frittata senza uova. Tutti giurerebbero di essere individui bellissimi, preziosi e unici come fiocchi di neve... ma in realtà è facilissimo spingerli a comportarsi come un gregge.
- È bello arrivare in alto. Io mi sono nascosto per tutta la vita. A dir la verità, mi nascondo ancora-- dieto Osborn. Dietro... quella maschera. La differenza è che ora mi nascondo dove tutti possono vedermi... ma nessuno sa chi sono davvero.
- Entra nell'esercito... vedrai il mondo... conoscerai persone interessanti... e le ammazzerai. Una buona distrazione... per un certo periodo. Ma molto limitato.
- Il gioco è sempre più semplice, quando puoi smontarlo. E la gente deve essere smontata, ridotta ai pezzi fondamentali. Scopri cosa rende forte una persona... e sarà tua.
- Il vantaggio di essere psicopatici, è che non si prova alcuna empatia verso gli altri. È una funzione totalmente assente dal cervello. E così, l'omicidio si riduce a una mera curiosità. Qualcosa di... gelido. Per fortuna, i veri psicopatici sono meno dell'1% della popolazione. Piuttosto rari. Trovo sia molto arrogante che qualcuno abbia deciso ceh "meno dell'1%" fosse una definizione troppo comune. Si sono voluti dimostrare migliori dei presunti psicopatici assumendo il ruolo di chi cattura gli psicopatici e li rinchiude. O magari non si tratta di arroganza... ma di paura. Paura di sapere cosa sono veramente. Una mente agile può costruire una nuova personalità, ma non possiamo mai sfuggire a noi stessi.
- La guerra è il gioco definitivo. E come cadono i pezzi definisce chi è re e chi è schiavo.
- La rabbia è un cedimento. È una debolezza. La rabbia è... follia.
- Le riunioni di lavoro sono il dominio degli scarsi. In esse non si decide mai niente. Perché non servono a decidere. Le riunioni sono una questione di dominio e sottomissione. Un modo di marchiare il territorio. Le riunioni sono una punizione. Perché l'unico modo per far stare in riga un uomo potente, è portarlo a credere che deve farlo. Mettilo in una stanza con persone altrettanto potenti e con la stessa convinzione, e hai una prigione, con guardiani a guardia gli uni degli altri, gente che altrove non si guarderebbe neanche in faccia. Persone che la prendono male quando uno di loro disobbedisce. Perché tutti loro poi ne pagano le conseguenze.
- Ma qui sono tutti dei freak. Tutti indossano un costume e una maschera. Nessuno mostra mai il proprio volto. Qui tutti siamo quello che fingiamo di voler essere.
- Norman [Osborn] è nulla senza il potere. Solo un piccolo uomo con una piccola stramberia genetica e la reputazione di essere pazzo. Non esattamente delle qualità che fanno tremare il mondo.
- Ogni giorno, la gente comune pensa ai fatti propri. Si dedica a ripetitive e tediose inezie. Fa del suo meglio per ignorare il notevole, l'infinito e il cosmico. Lo fa per un motivo. Per proteggersi. Perché, se aprisse la propria mente alle infinite possibilità che questo bizzarro e letale mondo ha da offrire, dovrebbe ammettere con brutalità i propri limiti. E questo condurrebbe tutti alla pazzia. Perciò... timbriamo il nostro cartellino al mattino e alla sera, e non poniamoci troppe domande!
- Quando ci si sveglia la mattina del giorno in cui si morirà, si è del tutto ciechi alla sacra natura della normalità. Alla bellezze del banale. Si sbadiglia, ci si stiracchia, si urina, ci si lava i denti e ci si veste. Del tutto inconsapevoli che le cosa stanno per finire.
- Quando si è vissuto in un mondo semplice, fatto di poteri primari, è necessario distinguersi. Come si vuole essere ricordati? Come il criminale? O l'eroe? In queste mie ultime ore di vita, sono giunto alla profonda e illuminante conclusione che... sono cattivo.
- Quando un proiettile lascia la canna di una pistola, diretto al tuo cervello, viaggia a circa 3000 km all'ora. Keanu Reeves non sarebbe mai riuscito a evitarne uno proprio come i Wachowski non hanno saputo confezionare un seguito coerente di Matrix. Ci sono otto ossa craniche, tutte depurate alla protezione del cervello. Un proiettile le attraversa più velocemente di quanto si laceri il tessuto cerebrale. L'abilità di elaborare le informazioni e risolvere i problemi viene distrutta con la corteccia prefrontale. L'abilità di indicizzare i ricordi si perde per sempre con la distruzione dell'ippocampo. I tessuti cerebrali ripiegano verso l'apertura e, a causa dell'onda d'urto, passano sopra la posizione originale. Se ti sparano al cuore, probabilmente ti restano circa 10 secondi di funzioni cerebrali per un'ultima, memorabile e profonda dichiarazione. Se ti sparano al cervello, le funzioni si interrompono quasi all'istante. In parole povere... sei morto.
- Questo non è il mio mondo. Le regole, i paradigmi di normalità e di stabilità mentale... si tendono e vanno in frantumi. Un surrealismo cancerogeno in espansione.
- Sai qual è il problema delle droghe? Alterano le tue percezioni. Ti fanno vedere cose che non ci sono veramente. E possono mostrarti un pizzico della vera natura di un individuo.
- Sai qual è la battuta di Woody Allen che preferisco? [...] Forse le parole non sono proprio queste, ma... dice: "altro che cane mangia cane, Hollywood è un cane che non risponde alle telefonate di un altro cane". Davvero buffo. Ma si sbaglia. Qui cane mangia cane.
- Sono bello e geniale. Posso prendermi tutto ciò che voglio sulla faccia della terra e nessuno può fermarmi. E perciò mi annoio.
- Talvolta le risposte non sono complicate. Forse solo le aspettative.
- Tutti quanti cadono. Ma come si cade è più importante della caduta stessa. Atterra sui piedi. Rialzati. O Muori.
- Tutti vogliono dar esplodere le basi dei supereroi, "papà", ma p è proprio noioso. Così ho pensato che sarebbe stato più divertente far esplodere chi passa davanti alle basi. Pensare fuori dal coro, come si dice.
- Una volta ho sentito dire a un uomo che puoi capire le dimensioni del tuo Dio dalle dimensioni delle tue preoccupazioni. Più grandi sono le preoccupazioni, più piccolo è il tuo Dio.