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Daredevil (serie televisiva)

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Daredevil

Serie TV

Immagine Daredevil Logo 2.png.
Titolo originale

Daredevil

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno

2015 – 2018

Genere azione, supereroi, crimine
Stagioni 3
Episodi 39
Ideatore Drew Goddard
Rete televisiva Netflix
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Marvel's Daredevil, nota semplicemente come Daredevil, serie televisiva statunitense del 2015.


Citazioni in ordine temporale.

Stagione 1

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Episodio 1, Sul ring

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  • Matt: È passato... troppo tempo dalla mia ultima confessione. Mio padre veniva in questa chiesa quando io ero piccolo, era un lottatore, un pugile vecchia scuola. Be', perdeva quasi tutti gli incontri: vinti ventiquattro, persi trentuno prima che... [pausa] però incassava bene. Cristo se incassava bene.
    Padre Lantom: Bada a come parli.
    Matt: Mi scusi tanto. Gli avversari dicevano che era come picchiare una quercia, le volte che mio padre stava per essere battuto si faceva colpire finché l'altro non si rompeva le mani... non è mai finito KO in realtà. È andato al tappeto questo si ma, si è sempre rimesso in piedi, ha perso sempre stando in piedi. E poi di tanto in tanto ecco... di tanto in tanto veniva colpito e... gli scattava qualcosa e reagiva. Mia nonna era una cattolica convinta, le sarebbe piaciuta. Timorata di Dio. Lei diceva sempre "state molto attenti ai Murdock, hanno il diavolo in corpo!" e-e qualche volta lo vedevi in mio padre, sul ring, i suoi occhi si spegnevano e lentamente andava verso l'avversario, con le mani lungo i fianchi, come se non temesse niente, e il suo rivale vedeva quello sguardo e tentava di sfuggire in qualche modo. No, mio padre lo inseguiva dappertutto, lo metteva all'angolo... faceva uscire il diavolo. E non riuscivo a capire come si sentisse nel profondo, no, non lo capivo per niente. [pausa] Almeno non allora.
    Padre Lantom: Invece lo capisci adesso? Forse sarebbe più facile se mi dicessi che cosa hai fatto.
    Matt: Non sono venuto a pentirmi per ciò che ho fatto ma a chiedere perdono per ciò che sto per fare.
  • Karen: Chi diavolo siete voi due?
    Matt: Io sono Matt, lui è Foggy.
    Karen: Chi vi ha mandati?
    Matt: In realtà nessuno.
    Karen: E quindi siete una coppia di buoni samaritani? Oggi è il mio giorno fortunato?
    Foggy: Ho comprato un agente con una scatola di sigari, per sua madre.
    Matt: Abbiamo avviato la nostra attività da poco signorina Page e siamo in cerca di nuovi clienti [a Foggy] e smetti di dare i sigari a Bess.
    Foggy: Le piace fumare Matt, è un paese libero.
    Karen: Scusate ma da quanto tempo fate gli avvocati?
    Matt [a Foggy]: Che ore sono?
    Foggy: È mezzanotte e ventidue adesso.
    Matt: Più o meno da sette ore.
    Foggy: Be', se contiamo dalla sosta al bar...
    Matt: No, da quando abbiamo avuto l'ufficio.
    Foggy: Ah, allora sì. Sette ore.
  • Foggy: La tua capacità di giudizio si offusca se c'è di mezzo una bella donna, Matt.
    Matt: E come farei a sapere che è una bella donna?
    Foggy: Io non lo so. E ti dirò che è un po' inquietante, ma se in una stanza c'è una donna stupenda e di dubbia moralità, Matt Murdock la individua e Foggy Nelson invece si attacca.
    Matt: Ok. Devo ammetterlo, su questo hai ragione.
  • Ecco, io vorrei poterti dire che non mi manca. Te lo insegnano quando subisci un trauma: riconoscerti per quello che hai, apprezzare la tua diversità, non giustificarti per ciò che hai perso. E di base è tutto vero, lo so bene ma... questo non cambia il fatto che darei qualunque cosa per vedere il cielo un'ultima volta. (Matt Murdock)
  • Vladimir: Non facciamo affari con i leccapiedi, dì al signor F-
    Wesley: Non bisogna... pronunciare il suo nome.
  • Il lavoro è facile se il cliente è innocente. (Matt Murdock)

Episodio 2, Un improbabile alleato

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  • "Battlin' Jack" Murdock: Alcune volte anche quando vieni sconfitto vinci lo stesso.
    Matt: Anche se vai al tappeto, l'importante è rialzarsi.
  • Foggy [dopo aver scoperto che Karen era nell'altra stanza mentre lui cantava]: Mi hai sentito cantare?
    Karen: No.
    Foggy: La risposta giusta è questa: "sì, e hai una voce stupenda"!
    Karen: Be', tra le due bugie ho scelto quella meno grossa.
  • Foggy: Dovresti uscire ogni tanto, impasticcati o vai a ballare, non so cosa fanno i giovani al giorno d'oggi.
    Karen: Abbiamo la stessa età, Foggy.
    Foggy: Quindi non dovrei stare qua neanch'io.
    Karen: Già.
    Foggy: Mi pare giusto. Però sono impacciato... e anche un po' fuori moda.
  • Claire: Potresti spiegarmi cosa ci faceva un cieco mascherato e mezzo morto nel mio cassonetto?
    Matt: Meno cose sai di me e meglio è.
  • Non vedo più il fascino della città, vedo solo pericoli. Ad ogni angolo. (Karen Page)
  • Ciao sono... sono io. Sto per fare una cosa importante e... per stavolta sto per essere me stesso. E tu sai meglio di chiunque altro che non mi va sempre bene. No, non so come andrà a finire ma, se fossi uno scommettitore, Matt avrà bisogno di te. Come non mai. Prenditene cura ok? Lo so che ti chiedo molto, ma lui è un bravo bambino e... e di sicuro non ha preso da me. Quindi, è meglio così. Per una volta voglio che Matty senta il pubblico che acclama suo padre. Per una volta. ("Battlin' Jack" Murdock) [alla segreteria di sua moglie]

Episodio 3, Un coniglio in una tempesta di neve

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  • A volte ci tocca fare cose di cui non andiamo fieri. (Matt Murdock)
  • Signore e signori della giuria, scusatemi se sembro distratto. Ultimamente sono molto preso da questioni di moralità. Giusto o sbagliato. Bene o male. A volte il confine tra le due cose è una linea molto netta, a volte è nebulosa e... spesso è come per la pornografia: la riconosci quando la vedi. Un uomo è morto. Non voglio prenderla alla leggera ma certe questioni... certi confini, sono fondamentali perché ci vincolano gli uni agli altri, all'umanità. Non tutti la pensano così, non tutti vedono la linea ben marcata, ma solo nebbia. Un uomo è morto, un uomo è morto. E il mio cliente, John Healy, gli ha tolto la vita. Questo non è in discussione, è un dato di fatto. Un fatto, e per i fatti non c'è un giudizio morale. Indicano soltanto quello che è non quello che pensiamo, come ci sentiamo... ci sono e basta; quello che aveva in mente il mio cliente quando ha tolto la vita al signor Prohaszka, se è un uomo buono oppure tutt'altra cosa... è irrilevante. Le questioni di bene o male per quanto importanti siano sono fuori luogo in tribunale, solo i fatti importano. Il mio cliente dichiara di essersi solo difeso, i collaboratori del signor Prohaszka hanno rifiutato di deporre, l'unica altra testimone – una donna terrorizzata – dichiara che il mio cliente era affabile e amichevole e di aver visto la colluttazione col signor Prohaszka dopo che era iniziata. Questi sono i fatti. Basandosi su di essi, e nient'altro, l'accusa non è riuscita a dimostrare oltre ogni ragionevole dubbio che il mio cliente non stesse agendo solo per legittima difesa e questi, signore e signori della giuria, sono i fatti. Il mio cliente, basandosi solo sulla sacralità della legge che abbiamo tutti giurato di difendere, dev'essere assolto da ogni accusa. Ora, in ambito diverso, fuori dall'aula, il mio cliente se la vedrà con la propria coscienza, ma qui, in quest'aula, il giudizio spetta a voi, e a nessun altro. (Matt Murdock) [arringa]
  • [Ultime parole] Avresti dovuto uccidermi, vigliacco! (John Healy)
  • [Fisk osserva un dipinto completamente bianco]
    Vanessa: Ai bambini si fa un vecchio scherzo, si appende un foglio bianco al muro e poi si chiede: "che cos'è"? Un coniglio in una tempesta di neve. Le interessa o sta solo guardando?
    Fisk: Mi interessa.
    Vanessa: I clienti chiedono sempre come mai un prezzo così alto per qualche spruzzata di bianco, io rispondo che non dipende da chi l'ha dipinta e neanche dal talento... e nemmeno dall'arte stessa. Dipende soltanto da "come la fa sentire"?
    Fisk: Mi fa sentire molto solo.

Episodio 4, Nel sangue

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  • Karen: Ho letto le storie con la sua firma in calce: le mazzette in Virginia, gli sversamenti tossici, lo scandalo del sindacato professori, Cristo! Ha praticamente annientato un'organizzazione mafiosa quando io portavo i pannolini! Che cos'è successo a quel giornalista, signor Urich?
    Urich: È diventato vecchio. E ora è molto meno stupido.
  • Se una donna si può comprare, non vale la spesa. (Wilson Fisk)
  • Vanessa: La città sta cambiando.
    Fisk: Ma non in fretta.
    Vanessa: Non saprei, sarebbe un peccato veder sparire la sua personalità.
    Fisk: Non sei cresciuta qui vero?
    Vanessa [ride]: Che cosa mi ha tradito?
    Fisk: Quand'ero piccolo sognavo come sarebbe stato vivere lontano da Hell's Kitchen. Un posto bello.
    Vanessa: Come mai sei rimasto?
    Fisk: Non l'ho fatto. Quando avevo dodici anni mia madre mi ha mandato a vivere con dei parenti. Avevano una fattoria, lontana da tutto, sono stati anni belli.
    Vanessa: Però poi sei tornato.
    Fisk: Sì. Il tempo e... la lontananza, mi hanno portato un po' di chiarezza. Ho capito che- che questa città era parte di me che... ce l'avevo nel sangue. E che volevo renderla un posto migliore, per le persone come te.
  • Dicono che il passato sia scolpito nella roccia, ma non è così. È come fumo intrappolato in una stanza chiusa che vorticoso cambia, sferzato dal passare degli anni e dai nostri desideri. Ma anche se la nostra percezione di esso cambia una cosa rimane costante: il passato non può essere completamente cancellato, persiste. Come il profumo di legno bruciato. (James Wesley)
  • [Ultime parole, in russo] Aiutami... ti prego... aiutami... (Anatoly Ranskahov)

Episodio 5, Un mondo in fiamme

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  • Matt: Hai una microfrattura alla costola, non si capiva prima.
    Claire: Fai le radiografie con le dita?
    Matt: Sento le ossa spostarsi quando respiri, se non fanno rumore niente di rotto.
    Claire: E che rumore fa una frattura come la mia?
    Matt [pausa]: Di una barca vecchia.
    [ridono]
    Claire: Come- insomma, so che sei cieco Matt, ma tu... è come se vedessi, come fai?
    Matt: Ecco, questa è un'abilità che va al di là dei cinque sensi. Sì, io non vedo come le altre persone ma sento le cose. Cose tipo equilibrio e direzione, microcambiamenti della densità dell'aria, vibrazioni e perfino... variazioni della temperatura. Aggiungi poi i vari suoni e tutti i profumi, e i frammenti formano una sorta di... dipinto impressionistico.
    Claire: Sì ma alla fine... qual è l'effetto? Voglio dire, tu... che cosa vedi in realtà?
    Matt [pausa]: Un mondo in fiamme. [viene mostrata la sua visuale]
  • Io porto una maschera e picchio le persone: non si sposa bene con la politica della polizia. (Matt Murdock)
  • Foggy: Marci. [sospira] Convincere la mia cliente ad accettare i vostri termini è il tuo compito e non lo farò io per te. Tu pensi ci siano solo due opzioni, o gli inquilini se ne vanno con i soldi oppure se ne vanno senza, però sopportano da troppo Tully e i suoi soprusi quindi secondo me hai paura che la mia cliente, la Cardenas, e i vicini, trovino un modo per fargliela pagare. E dopo aver provato a sfrattare quella gente dalle loro case fisicamente e illegalmente Armand Tully perderà gli edifici, il tuo studio perderà Tully e i vostri guadagni ne risentiranno. Tu vuoi convincermi che ci fate un favore e che non abbiamo un bel niente in mano, e invece noi ce l'abbiamo. Quindi mi sa che ci vedremo in tribunale dove puoi stare più che certa che ti farò a pezzetti, dai capelli perfettamente acconciati alle tue scarpette super costose.
    [Foggy e Karen si allontanano]
    Marci [richiamandoli]: Avresti fatto strada, orso Foggy. Non saresti dovuto andare via.
    Foggy: E tu non saresti dovuta restare. Non eri affatto male una volta, quando avevi un'anima.
    [Foggy e Karen vanno verso l'uscita]
    Karen: "Orso Foggy"?
    Foggy: Uscivamo insieme.
    Karen: Sei uscito con quella?
    Foggy: Si, camminiamo più in fretta?
  • Vanessa: Perché un uomo come te dovrebbe sentirsi solo?
    Fisk: Suppongo per gli affari che conduco.
    Vanessa: E di che tipo di affari si tratta?
    Fisk: Ricostruire questa città, voglio tirare fuori tutte le sue bellezze nascoste. Liberare il suo potenziale.
    Vanessa: Sai, parli come un artista.
    Fisk: Sono un uomo che ha un sogno.
    Vanessa: Come credi che sia un artista? [riferendosi ai gemelli di Fisk] Quelli sono gli unici che hai? Li portavi anche l'altra volta.
    Fisk: Sì, erano di mio padre. Li metto tutti i giorni, per ricordarmi di lui.
    Vanessa: È morto?
    Fisk: Quando ero piccolo. [pausa] Posso farti una domanda adesso?
    Vanessa: Direi che te lo sei guadagnato.
    Fisk: Che pistola hai dentro la borsa?
    Vanessa: Calibro .22.
    Fisk: Pensavi che stasera ti sarebbe servita?
    Vanessa: Siamo stati qui seduti a parlare per ore, quindi mi offendi se pensi che io non sappia che cosa fai veramente.
    Fisk: Quello che ho detto, i progetti per la città, è tutto vero. Ma i soldi e il potere non bastano per dei cambiamenti su vasta scala. Qualche volta serve la forza.
    Vanessa: Lo so che sei un uomo pericoloso, per questo ho portato una pistola a una cena galante.
    Fisk: Per caso vuoi andare via?
    Vanessa: No. Io voglio un motivo per restare.
    Fisk [pausa]: Ho fatto delle cose delle quali non vado molto fiero Vanessa. Ho ferito delle persone e ne ferirò altre in futuro, non posso farne a meno per raggiungere i miei scopi. Però agire così non mi piace. Essere crudele... ma questa città non è affatto un bruco, non si chiude in un bozzolo per svegliarsi come farfalla, una città va in pezzi e svanisce. Deve morire prima di poter rinascere.
    Vanessa: Quindi la pistola non serve?
    Fisk: No, se mi stai accanto. Sarai al sicuro e non dovrai temere nulla.

Episodio 6, Condannati

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  • I problemi non sono che opportunità che non si sono ancora presentate. (Wilson Fisk)
  • Matt: Non è stata una mossa furba.
    Vladimir: Però mi sono divertito... a vederti sputare sangue.
  • [comunicano via radio]
    Fisk: Noi due abbiamo molto in comune.
    Matt: No. Non è affatto così.
    Fisk: È quello che racconta a se stesso?
    Matt: Succhia la linfa della città, come un cancro.
    Fisk: Ma no, io la voglio salvare, come lei. Ma io agisco su vasta scala.
    Matt: Lo dica alle persone che ha ammazzato.
    Fisk: Ragazzo, la vita non è una favola: non tutti si meritano un lieto fine. [...] Lei è un bambino che gioca a fare l'eroe.
    Matt: No, no, non gioco a fare l'eroe. Sono solo un uomo che non ne può più di gente come lei e ha deciso di fermarla.
    Fisk: Questo la rende pericoloso, non la maschera, ne le sue qualità. È la sua ideologia: il giustiziere, che crede di poter cambiare le cose. È stato bello parlare con lei. Però rispetto le sue convinzioni, anche se vanno in senso contrario alle mie.
  • Chi usa una maschera, nasconde sempre qualcosa, e di solito è negativa. (Foggy Nelson)
  • Matt: Non sono un assassino.
    Vladimir: Nel momento in cui hai messo la maschera ti sei chiuso in gabbia con degli animali. E gli animali non smettono di lottare finché uno dei due non è morto.

Episodio 7, Stick

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  • [primo incontro del giovane Matt e di Stick]
    Matt: Che tipo di allenamento fanno?
    Stick: Il gelato ti piace?
    Matt: Certo.
    Stick: Sta zitto e mangia allora. Le domande le faccio io. La prima cosa che devi imparare è che nessuna persona al mondo ha pietà di te, mai e poi mai ne avrà, comunque a proposito di persone fortunate tu hai vinto proprio su tutte ragazzo.
    Matt: Ho vinto?
    Stick: Che avevo detto prima sulle domande?
    Matt: Di stare zitto.
    Stick: Bravo. Quanti anni avevi quando sei diventato cieco?
    Matt: Nove.
    Stick: Nove? Quindi hai avuto nove lunghi anni di tempo per guardare i film, il cielo blu, sbirciare sotto le gonne delle bambine... io non l'ho mai fatto, perché sono nato cieco. E ti sembra che stia a lamentarmi per questo?
    Matt: No.
    Stick: Quindi avevi nove anni, andavi in giro tranquillo immerso in chissà quali pensieri e poi "boom"! Preso in pieno da un tir, addio, tu muori sul colpo.
    Matt: Mica sono morto.
    Stick: Sei sopravvissuto? Ma questo qui è un miracolo. Sei sopravvissuto all'incidente e ti è finita quella robaccia chimica negli occhi, e poi dopo?
    Matt: Sento le cose.
    Stick: Che genere di cose?
    Matt: Tutti i suoni, tosse, risse, gatti che miagolano ad isolati di distanza. Percepisco le cose, so dove sono e se si muovono. Ma non ci vedo.
    Stick: Sai come le chiamano le qualità che hai? Sono doni. Doni molto speciali, e sono pochissime le persone che li possiedono o che se li meritano.
    Matt: Non lo avevo mai considerato.
    Stick: Sì, lo so. Perché sei uno stupido.
    Matt: Non è vero, sono intelligente.
    Stick: Solo perché hai imparato a far scorrere le tue piccole dita sui puntini e a leggere il braille? I libri non ti rendono più intelligente. Piuttosto lo sei se prendi la decisione giusta al momento giusto piccolo, come adesso. Che cosa decidi Matt? Passerai le giornate a compiangerti e a crogiolarti nel dolore finché non ti addormenterai? Oppure scaverai in fondo all'anima per scoprire che cosa devi fare per rimescolare le carte che la vita ha deciso di darti? Scegli tu.
  • Il mondo è grande, non è tutto rose e fiori, come noti anche tu. E l'unica maniera in cui può sopravvivere la gente come noi due è prenderlo e afferrarlo per la gola e non mollare più la presa. (Stick)
  • Non ci sono eroi, né cattivi, solo persone con scopi diversi. (Ben Urich)
  • Stick: Ma che topaia...
    Matt: Non sai quanto pago d'affitto.
    Stick: Be', ma è una topaia costosa. Ci hai portato una donna?
    Matt: Non sono affari tuoi.
    Stick: E quando ritorna?
    Matt: Mai...
    Stick: Bene.
    Matt: Hai un concetto distorto del bene e del male, lo sai?
    Stick: Le donne sono solo una distrazione. Proprio come... i mobili, e gli appartamenti... wow... lenzuola di seta.
    Matt: Per me il cotone è come carta vetrata.
    Stick: Faresti meglio a dormire su vera carta vetrata invece di riempirti la casa con stronzate del genere.
    Matt: Questa è la mia vita, e l'ho resa accogliente senza di te, ed è la cosa che ti fa più incazzare vero?
    Stick: No, Matt, no... sono orgoglioso di te, lo penso davvero, di quello che hai fatto... dell'uomo che sei diventato, ma questa tua abitudine di circondarti di cose morbide non è vita, ma è morte. Un giorno quelle belle lenzuola di seta ti si rivolteranno contro e ti si avvolgeranno attorno alla gola fino a soffocarti. Tu sei un guerriero.
    Matt: Sì, ma non solo questo...
    Stick: Un guerriero! Un erede degli spartani, il popolo più cazzuto della storia, loro sapevano come agire e agivano.
  • Avere dei legami è un lusso che persone come noi non possono permettersi. (Stick)
  • La rabbia è solo una scintilla, bene, la furia un fuoco selvaggio, quindi se è incontrollata è del tutto inutile. (Stick)
  • Figliolo, in guerra la gente muore, se non tocca a te tocca a quello che ti è accanto. (Stick) [a Matt]
  • Stick: Chi comanda il corpo?
    Matt: La mente.
    Stick: La tua arma più potente?
    Matt: Il corpo.
    Stick: Collegamento mente corpo?
    Matt: La mente controlla il corpo, il corpo controlla i nemici, i nemici non controlleranno niente dopo che li avremo eliminati.

Episodio 8, Nell'ombra

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  • Prima regola: niente più mosse furtive che ci espongono a rischi. (Matt Murdock)
  • Non fidarti di quelli silenziosi: sono degli stronzi che tramano qualcosa. (Bill Fisk)
  • Rispetto: devi darlo per riceverlo. (Bill Fisk)
  • Essere informati. Conoscere i fatti così come sono, non come a noi piacerebbero che fossero, fa tendere la bilancia dalla parte della vita o della morte. (Wilson Fisk)
  • Vanessa [dopo aver sentito da Fisk la storia di come ha ucciso suo padre]: Non è stata colpa tua. Volevi proteggere tua madre.
    Fisk: Non l'ho fatto per lei, l'ho fatto per me. È per questo che indosso i gemelli, per ricordarmi che io non sono crudele solo per il gusto di esserlo, che io non sono mio padre, che io non sono un mostro!
  • "Hai quello che ti meriti", è un modo di dire. Che sopravvive al tempo perché è vero. Per molte persone, ma non per tutti, alcuni hanno più di quello che si meritano. Perché credono di essere diversi dagli altri, che le regole, quelle a cui le persone come voi e me, le persone che lavorano e faticano, per vivere o sopravvivere, non si applichino a loro, che possono fare qualsiasi cosa e vivere felici e contenti mentre tutti gli altri soffrono. Agiscono nell'ombra e siamo noi a proiettarla con la nostra indifferenza, con una diffusa mancanza di interesse per tutto quello che non influenza direttamente la nostra vita quotidiana. Ma forse è solo l'ombra della stanchezza, perché siamo esausti, cerchiamo com tutte le forze di riconquistare una classe media che non esiste più, per colpa di chi ha preso più di quello che si merita. E continua a prendere finché a tutti gli altri non rimane solo che un ricordo di come era una volta, prima che le società per azioni e i loro bilanci decidessero che non contiamo niente. Ma noi contiamo. Voi, e io. Gli abitanti della città, facciamo la differenza. C'è qualcuno a Hell's Kitchen che non condivide questa idea, è tra noi ormai da parecchio tempo, non conoscete il suo nome, non lo avete mai visto in faccia, è rimasto nell'ombra, perché quelli come lui, che vogliono controllare la nostra città, la nostra vita, temono la luce e ciò che essa rivela. Da adesso in poi non dobbiamo più permettere a quest'uomo di agire nell'oscurità, se non ha niente da nascondere allora che si faccia avanti. (Ben Urich)
  • Non sono abituato a mostrarmi in pubblico. Ma ho sentito l'urgenza di parlare in difesa della città che amo tanto, nessuno dovrebbe vivere nel terrore. Temendo uomini pazzi ai quali non importa chi feriscono, temendo il Diavolo di Hell's Kitchen, che ha inflitto dolori atroci e sofferenze. Al terrorista mascherato e agli psicopatici come lui dobbiamo dimostrare che non intendiamo piegarci alla loro campagna di coercizione e intimidazione. Dobbiamo opporci a loro, come quest'uomo, il mio più caro amico, Leland Owlsley, un pilastro nella comunità finanziaria, si è opposto quando è stato aggredito, e l'unico scopo dell'aggressione era quello di inviare un messaggio a me, per intimarmi di smetterla, di rinunciare al sogno che ho per questa città. Il sogno di un posto migliore, un posto in cui i cittadini si sentano al sicuro, di cui vadano fieri. Ho provato ad agire in silenzio, in modo da non attirare l'attenzione, l'ultima cosa che volevo era che le persone vicino a me fossero un bersaglio per coloro che non condividono il mio sogno, per quelli che sperano che la città resti esattamente così com'è: immersa nella povertà e nel crimine. Ma ora so di aver preso una decisione sciocca, perché non posso più lottare da solo. E non posso più vivere nell'ombra, temendo la luce, nessuno può farlo. Nessuno dovrebbre esserne costretto. Dobbiamo lottare uniti. Dobbiamo resistere a chi vuole farci vivere nel terrore. Il mio nome è Wilson Fisk e insieme possiamo rendere la città un posto migliore. (Wilson Fisk)

Episodio 9, Parli del diavolo

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  • Matt; Lei ci crede nel diavolo padre?
    Lantom: Vuoi dire... come concetto?
    Matt: No. Lei crede che esista nel nostro mondo, in mezzo a noi?
    Lantom: Vuoi la risposta più breve o la più lunga?
    Matt: Solo la verità.
    Lantom: Quando ero un seminarista ero più diligente che devoto, più scettico di molti miei compagni. Avevo una teoria e ne parlavo approfonditamente quando potevo con chiunque incontrassi, per me il diavolo non aveva importanza. Una figura minore nel quadro generale.
    Matt: Non è molto cattolico.
    Lantom: Uh-huh, sì. Ma in mia difesa, nelle sacre scritture la parola ebraica "Satana" in realtà vuol dire "avversario". Si applica a qualunque antagonista, angeli e esseri umani, sovrani e serpenti... i teologi del medioevo hanno reinterpretato quei versetti come se si trattasse di un mostro, di un nemico. Nel mio fervore giovanile io pensavo fosse per propaganda. Per spingere le persone ad andare in chiesa.
    Matt: Quini secondo lei non esiste.
    Lantom: Ho finito di parlare?
    Matt: Scusi.
    Lantom: Anni dopo mi trovavo in Ruanda per aiutare le chiese locali a creare dei luoghi di rifugio per i profughi, ed ero amico dell'anziano del villaggio, Gahiji. Lui aveva il rispetto delle altre tribù, degli Hutu e dei Tutsi. Gahiji li aiutava, nelle epidemie, nella carestia. I militari costringevano gli Hutu a uccidere i propri vicini, con dei machete, però nessuno avrebbe mai toccato Gahiji, dicevano "come si può uccidere un uomo così buono?", e il comandante ha dato ad alcuni soldati l'ordine di tagliargli la testa di fronte all'intero villaggio. Gahiji non ha opposto resistenza, ha chiesto solo di poter dire addio alla famiglia. Ma neanche i soldati volevano più ucciderlo a quel punto. Hanno chiesto al comandante il permesso di sparargli per dargli una morte rapida. Il comandante ha voluto conoscere l'uomo che aveva il rispetto di tutti, è andato da Gahiji. È stato a parlare con lui, per molte ore. Poi lo ha portato di fronte agli abitanti e lo ha fatto a pezzi. Col resto della sua famiglia. In quell'uomo, che aveva ucciso Gahiji, ho visto il diavolo. Quindi sì, Matthew, credo che sia in mezzo a noi, che prenda varie forme.
  • Saprà che se prendi certe strade, non torni più indietro. (Ben Urich)
  • Matt: La mia anima sarà dannata se uccido quell'uomo. Ma se rimango a guardare, se gli permetto di distruggere la città le persone soffriranno, moriranno-
    Lantom: C'è un abisso tra restare inerti e commettere un omicidio. Il male fatto da un altro non ti rende buono, gli uomini hanno usato le atrocità dei nemici per giustificare le proprie nella storia. Quindi adesso devi porti una domanda, cioè: quello che davvero ti tormenta è che non vuoi uccidere quest'uomo ma devi farlo oppure che non devi ucciderlo per forza, però lo vuoi fare?

Episodio 10, Nelson contro Murdock

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  • Dimmi una cosa Matt, sei cieco o è un'altra bugia? (Foggy Nelson) [dopo aver scoperto il segreto di Matt]
  • [Matt e Foggy poco dopo essersi conosciuti all'università]
    Foggy: Sarà un'avventura incredibile!
    Matt: Che avventura?
    Foggy: Avermi come spalla, mi farai conoscere ragazze bellissime, quelle così me le sogno. E tanto. Come Maverick e Goose!
    Matt: Ok.
    [Il portatile di Foggy fa un segnale]
    Foggy: Oh, cazzo! [controlla una mail] Sì, iscritto!
    Matt: A cosa?
    Foggy: Corso di punjabi, preso l'ultimo posto!
    Matt: Hai scelto punjabi?
    Foggy: Lo parlano centotrenta milioni di persone, saprò che dicono.
    Matt: È l'unico motivo?
    Foggy: Be', sì. Quale altro... heh... motivo dovrebbe esserci?.
    Matt: Non so, per... le ragazze magari?
    Foggy: Visto? È quello che dicevo prima, siamo come Maverick e Goose! Niente segreti.
    Matt: Goose muore, e poi era anche sposato.
    Foggy: Dettagli. Conosci un posto dove prendere un caffè nel campus?
    Matt: No.
    Foggy: Io sì per tua fortuna, ed è pieno di studentesse attraenti. Andiamo?
    Matt [sorride]: Certo, fammi strada.
  • Gao: Vedo che tu hai un conflitto interiore.
    Fisk: Un conflitto?
    Gao: Un uomo non può sdoppiarsi in salvatore e oppressore. Luce e ombra, una cosa esclude necessariamente l'altra. Scegli, e scegli con saggezza. Oppure altri sceglieranno al posto tuo.
  • Non c'è niente di peggio di dover subire le scelte altrui. Quando sei immerso nella merda puoi solo nuotare e sperare che non ti finisca in bocca. (Karen Page)

Episodio 11, Il sentiero dei giusti

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  • Claire: Sai cos'è che mi ricordo bene del catechismo? I martiri, i santi, i salvatori... finiscono tutti allo stesso modo: sanguinanti e soli.
    Matt: Non ho mai detto di esserne uno.
    Claire: Non serviva.
  • [Dopo l'attentato a Vanessa] Devi trovare chi è stato. Trovali. Li guarderò negli occhi quando bagnerò la terra col loro sangue. (Wilson Fisk) [a Wesley]
  • Fisk: È raro avere ciò che vogliamo, non in questo mondo.
    Wesley: Però... alcuni se lo meritano.
  • Matt: Non temo di morire.
    Lantom: Molte persone non temono la morte, è vivere la cosa che più li spaventa.
    Matt: Sa cosa faccio? Chi sono?
    Lantom: Sacramento della penitenza come ho detto, non devi temere-
    Matt: Non era la mia domanda.
    Lantom: Sì Matthew, non sono un idiota. Ho un'idea precisa di chi sei e di ciò che fai... come ci riesca, eh, non ne ho la minima idea.
    Matt: L'incidente, da bambino. Lo credevo il volere di Dio.
    Lantom: "Credevi"?
    Matt: Sì, ci ha creati con uno scopo preciso no? Una ragione di esistere.
    Lantom: Io penso di si, certo.
    Matt: Allora perché ha messo il diavolo in me? Perché me lo sento nell'anima, nel mio cuore... che prova ad uscire con gli artigli, se non fa parte del progetto di Dio?
    Lantom: Magari ti chiama perché tiri fuori l'angelo che hai dentro di te, per questo sei combattuto nel profondo.
    Matt: Come sa che l'angelo e il diavolo non sono i due lati della stessa persona?
    Lantom: Non lo so, ma niente fa correre le persone in chiesa più in fretta dell'idea di avere il diavolo alle calcagne. Forse era il progetto di Dio fin dall'inizio, lo ha creato e ha lasciato che cadesse in disgrazia per farne un simbolo da temere, un avvertimento per noi di percorrere il sentiero dei giusti.
  • Karen: Come vai avanti giorno dopo giorno?
    Urich: Facendo un passo alla volta, come tutti gli altri.
  • Non so come si prega. Mio padre non era religioso, mia madre voleva esserlo. Forse ne aveva bisogno, ma non ha mai trovato la fede dentro di se. L'ho visto nei film e anche alla televisione, l'ho letto nei libri da bambino quando mi hanno mandato lontano. Cercavo di imitare le parole, il trasporto [pausa] ma era tutto falso. Un'imitazione della fede. Quindi non pregherò per te, quello che farò è farti una promessa, una che neanche Dio, sempre che esista, può impedirmi di mantenere: quelli che ti hanno fatto questo, soffriranno. Soffriranno. (Wilson Fisk) [al capezzale di Vanessa]
  • Wesley: Ama la città?
    Karen: Io... io... ci vivo da poco tempo.
    Wesley: Ritengo che alcuni giorni, una settimana, siano sufficienti per formare un'opinione. Innamorarsi di qualcosa è solo scordare quello che di lei non ci piace. Sarò onesto, la situazione lo richiede, io non amo questa città. Pestare l'immondizia che si accumula per giorni sui marciapiedi, l'aria che sembra quasi aderire alla pelle, uno strato di sudiciume che non riesci a mandare via.
    Karen: Dovrebbe trasferirsi.
    Wesley [ride]: Non resto per mia volontà ma perché sono necessario.
    Karen: Per Fisk?
    Wesley [annuisce]: Lui adora la città. In un modo incomprensibile per noi, non mi aspetto che lo capisca, a volte faccio fatica anch'io, però lui la ama. Con grande passione, al pari, sospetto, di quanto ami sua madre. Certo, mi ha sorpreso che la ricordasse, i ricordi per lei sono effimeri, spesso spazzati via dalla mente alla minima brezza ma lei ha lasciato un segno: la bella bionda con gli occhi azzurri e l'uomo con lei, il signor Urich scommetto. Il mio principale- scusi, vecchie abitudini, il signor Fisk, dicevo, adora sua madre e sarebbe estremamente contrariato se sapesse che l'ha trovata e peggio che l'ha vista. [...] Ma lei non morirà per prima signorina Page, no, no credo che il signor Urich avrà l'onore, poi andremo dove lavora, sistemeremo il signor Nelson, il signor Murdock e dopo i suoi amici, la famiglia, tutti quelli a cui tiene, e quando non avrà più lacrime da versare allora... allora verremo da lei signorina. [Il telefono di Wesley suona e Karen ne approfitta per rubargli la pistola] Secondo lei metterei una pistola carica sul tavolo alla sua portata?
    Karen: Non lo so [togliendo la sicura], crede che sia la prima volta che sparo a un uomo?
    Wesley [ultime parole]: Signorina Paige... [Karen gli spara sette colpi uccidendolo]

Episodio 12, Quelli che ci lasciamo alle spalle

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  • È difficile vero? Togliere la vita, sentire il peso e la responsabilità per gli anni che la tua vittima ha vissuto. I momenti a cui teneva, i... i sogni per cui aveva tanto lottato. Tutto finito. Per colpa tua. Tu devi sapere una cosa, una lezione importante che ho imparato: più spesso lo fai e più diventa facile. (Wilson Fisk)
  • Dire la verità non è semplice o facile, per questo solo le persone migliori ci provano. (Doris Urich)
  • Urich: La gente vuole verità. Non importa dove la trova.
    Fisk: Magari era così quando noi eravamo giovani, il mondo di oggi invece si preoccupa solo dei matrimoni delle star e dei video sui gatti. Le questioni spinose, quelle che contano, richiedono attenzione. Rubano troppo tempo agli SMS sui cellulari e alle migliaia di canali che ti offre il satellite.
    Urich: Ma io ho più fiducia nell'umanità.
    Fisk: Ah. Sì, anche Gesù, mi pare. [...] È un uomo con dei principi, dei valori, questo lo capisco, di più: lo ammiro. Però, è andato da mia madre. E non glie lo posso proprio perdonare.
    Urich [ultime parole]: Ho scritto tante storie nel corso dei miei anni... e sa quante volte mi hanno minacciato perché io mi tappassi la bocca?
    Fisk: Ha coinvolto mia madre in questa brutta faccenda, mio caro Urich. Mia madre! Dunque non sono qui per minacciarla. Sono qui per ucciderla. [lo strangola]

Episodio 13, Daredevil

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  • [Ultime parole] Aspetta, aspetta! (Leland Owlsley)
  • Fisk: Stavo pensando a un passo della Bibbia.
    Agente FBI 1: Ti ho detto di aprire la bocca?
    Agente FBI 2: Fallo parlare, non fa niente di male.
    Fisk: Io non sono religioso ma... ne ho letto alcuni passi negli anni, più per curiosità che per fede, e uno mi ha colpito: c'era un uomo che stava viaggiando da Gerusalemme a Gerico, quando dei briganti malvagi lo assalirono. Privarono il viaggiatore dei vestiti e lo picchiarono. E lo lasciarono per terra sanguinante. Passò di lì un sacerdote, vide il viaggiatore, dunque andò sull'altro lato della strada e proseguì... poi un levita, un funzionario religioso, giunse sul posto e vide il pellegrino morente ma anche lui si spostò sull'altro lato della strada e proseguì. Infine giunse un uomo di Samaria, un buon samaritano, vide il viaggiatore per terra sanguinante e si fermò ad aiutarlo senza pensare alle conseguenze e alle difficoltà che avrebbe avuto, il samaritano curò le ferite del pellegrino versandoci vino e olio e poi lo portò in una locanda, diede tutti i suoi soldi che aveva al proprietario affinché si occupasse di quell'uomo e così lui poté continuare il proprio viaggio. E lo fece semplicemente perché il viaggiatore era il suo vicino, amava la sua città, così come i suoi abitanti. [sospira] Sono sempre stato convinto di essere il samaritano in questa storia, è buffo. vero? Anche i migliori possono venire traditi dalla loro vera natura.
    Agente FBI 1: Che diavolo vuol dire?
    Fisk: Vuol dire che non sono il samaritano, né il sacerdote, e neanche il levita. Il brigante, ecco chi sono! Quello che ha picchiato il viaggiatore su una strada su cui non avrebbe dovuto trovarsi!
  • Avevi ragione, ciò che mi hai detto quella sera era giusto: non tutti meritano un lieto fine! (Daredevil) [a Fisk]
  • Fisk: Io volevo rendere questa città un posto migliore di com'è adesso, un posto bellissimo! E tu invece me l'hai impedito! Ti sei preso tutto! E io ti ucciderò!!!
    Daredevil: È la tua occasione! [iniziano a combattersi]
  • [Alla fine del combattimento]
    Fisk: Questa città non merita affatto un domani migliore, si merita di annegare nel proprio letame! Si merita persone come mio padre! Persone come te!
    Daredevil: Questa è la mia città! La mia famiglia!

Stagione 2

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Episodio 1, Bang!

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  • Matt: Ciao, Karen. Che abbiamo?
    Karen: Allora, ehm... il cane del signor Marino è stato malmenato dal vicino dopo aver... ah... ahm... "profanato" la sua statuetta di San Francesco.
    Matt: Profanato?
    Karen: Hanno avuto un amplesso completo.
    Foggy: Voglio difendere quel cane!
  • Foggy: Non l'hai sentito Brett? È una squadra di assassini addestrati a piede libero, non la solita gente con cui fai a pugni in pigiama.
    Matt: Ehi, non sono in pigiama Foggy. Quello è più comodo.
  • [Daredevil trova un intero cartello di trafficanti d'armi uccisi e interroga l'unico non ancora morto]
    Trafficante: Sapevo che il diavolo sarebbe venuto ma... pensavo mi trovasse morto.
    Daredevil: Ora cerco aiuto, ok?
    Trafficante: No! No! No! No!
    Daredevil: Chi è stato?
    Trafficante: Nessuno può scappare... nessuno la fa franca!
    Daredevil: Dimmelo. Dimmi chi sono.
    Trafficante [ultime parole]: Non "sono"... lui... è un uomo solo!
  • [Ultime parole] Chiunque ci ostacolerà, noi dipingeremo le strade di rosso col loro sangue. E quando se ne andranno, renderemo orgoglioso tuo padre. E ci libereremo degli sporchi traditori che hanno tradito i loro compagni. Hell's Kitchen sarà di nuovo nostra! (Nesbit)

Episodio 2, Cani a una sparatoria

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  • Foggy: Karen è in salvo, tu sei in salvo e il nostro cliente lo sarà entro un'ora. Tutto sistemato.
    Matt: Tranne l'assassino che se ne va in giro per Hell's Kitchen.
    Foggy: È un problema della polizia.
    Matt: Ah, se la mangerà per colazione.
    Foggy: So dove vuoi arrivare,
    Matt: Non hai visto quello che ha fatto a quelli del cartello messicano: li ha appesi a ganci da macello e li ha lasciati lì a morire!
    Foggy: Ne vuoi ancora?
    Matt: Parliamo di un bagno di sangue!
    Foggy: E tu ne hai già perso parecchio per la causa!
  • Foggy: Hai detto che è stata una banda ad attaccare gli irlandesi, ricordo che l'hai definita un esercito, ora mi spieghi perché stai parlando di una sola persona?
    Grotto: Non sapevo come fare...
    Foggy: Per chi lavora?
    Grotto: E io che ne so?
    Foggy: Cosa sai allora?
    Grotto: Che è un sociopatico, ecco! Lo sapevo, giravano delle voci però... mi sembravano assurde, ok? Venti persone falciate insieme e con precisione, e tattica! Colpi all'altezza del SEAL Team Six... dicevano che era stato un uomo solo a farlo, ho pensato fosse una storia inventata come... quelle che si raccontano alle reclute per spaventarle a morte, ma ora... l'hai visto? È la morte in persona!
  • Tratta i testimoni come dei funghi: dà loro merda e tienili all'oscuro. La feccia non deve sapere. (Brett Mahoney)
  • Matt: Credi che... che sia... matto?
    Karen: The Punisher? No, credo fosse inevitabile.
    Matt: Inevitabile? E cioè?
    Karen: Penso che l'abbiamo creato noi, tutti noi, quando abbiamo permesso a Daredevil o il Diavolo di Hell's Kitchen o quello che è...
    Matt: Non... non sono collegati.
    Karen: Invece sono direttamente collegati. Daredevil fa il giustiziere con la malavita di questo posto e lo acclamiamo, si l'ho fatto anch'io, sapevamo che le sue azioni potevano... ecco, aprire la porta a persone... come lui, persone armate di pistola, convinte di rappresentare la legge.

Episodio 3, Il meglio di New York

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  • Daredevil: È una delle tue missioni? Per questo siamo qui? A quante sei arrivato? Scommetto che l'hai fatto... dieci, forse venti volte? Da quanto tempo? Sei mesi? Un anno? Tutta la vita? Qualcosa mi dice che non fai pause. Non deve morire nessun altro. Ti puoi fermare, ritirarti.
    The Punisher: Ritirarmi? Tu lo fai? Tu rinunci? [silenzio] Già.
    [suonano delle campane]
    Daredevil: È mezzanotte.
    The Punisher: Saint Matthew.
    Daredevil: Cattolico.
    The Punisher: Lo ero.
    Daredevil: Di New York?
    The Punisher: Lo ero.
    Daredevil: Eh. Vai ancora a messa?
    The Punisher: Ora smettila.
    Daredevil: Cosa?
    The Punisher: Di indagare.
    Daredevil: Sai la cosa buffa di New York? Pochi sono nati qui, e chi ci nasce non va via, non può, sente che la città fa parte di lui, no? Finché un giorno cambia, magari cresce. Allora deve partire, andarsene, vedere il mondo e si arruola. Dove hai servito?
    The Punisher: Strizzacervelli? Andiamo, chi sei quando non indossi quella calzamaglia, eh?
    Daredevil: Uno qualunque.
    The Punisher: Sì? Mai stato in guerra?
    Daredevil: No.
    The Punisher: Già. Allora non parlarne.
    Daredevil: Ho combattuto.
    The Punisher: Di sicuro.
    Daredevil: Ti ho quasi sconfitto.
    The Punisher: Non parlo di uno scambio di cazzotti su un tetto ma di merda vera, chiaro? Non ti ci sei mai trovato.
    Daredevil: So una cosa.
    The Punisher: Sarebbe?
    Daredevil: La guerra ti cambia. Vedi cose che non cancelli più, torni e scopri che non hai più una famiglia. È cambiata. O lo sei tu.
    The Punisher: Sì. È vero.
    Daredevil: So che può essere dura.
    The Punisher: Ah, sì? Può essere dura? Giri per la città con un pigiama da bambino e una maschera, torni a casa la sera, ti levi la maschera, forse pensi di non aver fatto quelle cose, magari è stato un altro. Be', noi soldati non portiamo maschere, no, non abbiamo quel privilegio.
    Daredevil: Sai che penso?
    The Punisher: Cosa?
    Daredevil: Sei ancora in guerra.
    The Punisher: Per amor del cielo! Ti fai pagare all'ora, dottore?
    Daredevil: Perché sono qui?
    The Punisher: Quello che fai tu per le strade, rosso, non funziona, lo sapevi?
    Daredevil: Oh, quello che fai tu è meglio?
    The Punisher: Io lo faccio e basta, è necessario.
    Daredevil: Andiamo, sai che non sei l'unico, vero? Chi hai perso, eh? Era qualcuno che amavi? Boo-hoo. Ti dico una cosa amico, tutti perdono qualcuno, non puoi fare così.
    The Punisher: Però non reagiamo tutti allo stesso modo.
    Daredevil: Sì, vero, questo è poco ma sicuro.
    The Punisher: Probabile, non scegliamo noi ciò che ci guarisce, che ci completa. Che ci dà uno scopo. L'illuminazione mi è arrivata nel posto più strano. Ma che cavolo di nome è "diavolo di Hell's Kitchen", ti pare?
    Daredevil: Non l'ho scelto io.
    The Punisher: Non mi sembra che ti faccia schifo.
    Daredevil: Il mio scopo non è ammazzare.
    The Punisher: Allora cos'è un lavoro?
    Daredevil: Io non uccido nessuno.
    The Punisher: Per questo ti senti migliore di me?
    Daredevil: No.
    The Punisher: Per questo ti senti un grande eroe?
    Daredevil: Non importa cosa sono o cosa penso: non bisogna ammazzare.
    The Punisher: Lo pensi veramente?
    Daredevil: Credo che non stia a noi due deciderlo.
    The Punisher: Ti ha chiesto qualcuno di indossare quel costume o è una scelta tua? Sai cosa penso di te? Che sei un inconcludente. Sei uno che non porta a termine il lavoro. Per me, sei un codardo. Sai cos'è che non riesci a capire? Sei a un solo passo dal diventare come me.
  • The Punisher: Non sono un uomo cattivo.
    Daredevil: Spiegalo agli orfani e alle vedove di quelli che hai ucciso.
    The Punisher: Ah, merda, pensi questo? Che sono un pazzo che scarica la pistola su chiunque capiti? Eh?
    Daredevil: Sì, è proprio ciò che penso.
    The Punisher: Ah, sì?
    Daredevil: Credi di essere diverso?
    The Punisher: Credo solo che quelli che ho ucciso se lo meritassero.
    Daredevil: Li hai lasciati appesi ai ganci per la carne!
    The Punisher: E gli è andata anche troppo bene.
    Daredevil: Hai sparato in un ospedale!
    The Punisher: Si è fatto male solo chi se lo meritava!
    Daredevil: Ah, sì? Heh. Se per esempio qualcuno decidesse che sia tu a meritarlo?
    The Punisher: Gli conviene avere una buona mira.
    Daredevil: Dai, per te questa città è come un tiro al bersaglio, credi di fare-
    The Punisher: Tu che fai? Cosa fai? Per te è come un parco giochi, prendi i bulli a cazzotti, li metti dentro e tu diventi un eroe, no? E dopo un mese, una settimana, un giorno, tornano per strada e commettono gli stessi crimini!
    Daredevil: Certo, così tu li mandi all'obitorio.
    The Punisher: Certo che lo faccio.
    Daredevil: Pensi mai di sbagliare?
    The Punisher: Neanche per un secondo.
    Daredevil: Sul serio? Non hai mai pensato per un istante: "cazzo, ho ucciso un essere umano"?!
    The Punisher: Sei troppo generoso.
    Daredevil: Un essere umano che ha fatto cose stupide, magari anche del male, ma che dentro ha un briciolo di umanità. Un briciolo, che però esiste. Poi arrivi tu e quel flebile barlume di luce viene spento per sempre.
    The Punisher: Ti sbagli di grosso.
    Daredevil: Su cosa?
    The Punisher: Su tutto. Penso che non ci sia del bene negli stronzi che elimino.
    Daredevil: E come lo sai?
    The Punisher: Lo so e basta. Guardati in giro, questa città è una fogna. Puzza e sa di merda e io non riesco a togliermi l'odore dal naso. Questo mondo ha bisogno di uomini che facciano scelte radicali e che poi abbiano il coraggio di attuarle!
    Daredevil: Ah, Frank, è una montagna di stronzate e tu lo sai.
    The Punisher: Faccio solo quello che tu non fai. Con te si rialzano in piedi, con me restano a terra! È permanente, mi assicuro che non tornino per le strade e me ne vanto.
    Daredevil: Una domanda?
    The Punisher: Che vuoi?
    Daredevil: E la speranza? Dimmi, Frank?
    The Punisher: Ah, cazzo, ci manca soltanto che parliamo di Babbo Natale!
    Daredevil: Vivo nel mondo reale e l'ho vista!
    The Punisher: Sì, che hai visto?
    Daredevil: La redenzione, Frank! Esiste! È possibile! Le tue vittime meritavano una chance!
    The Punisher: Per che cosa, uccidere e stuprare di nuovo?
    Daredevil: No, per provarci ancora, Frank! Tentare. Se non capisci questo qualcosa in te si è spezzato e non sei che uno squilibrato.
    The Punisher: Che hai detto?
    Daredevil: Sei... sei un folle, Frank, davvero. Ti credi il plotone d'esecuzione di Dio [ride] ma ti sbagli! C'è del buono in tutti, anche in te. E dovrai uccidermi perché ti darò sempre la caccia, finché non ti fermerò. Sai perché?
    The Punisher: Perché?
    Daredevil: Perché sei pazzo.
  • [Punisher punta una pistola a Grotto dopo averne data un'altra a Daredevil]
    Daredevil: Perché lo fai?
    The Punisher: Per farti capire che questa gente rovina la vita altrui.
    Daredevil: Non resuscitano se gli spari!
    The Punisher: No, ma gli impedirà di fare del male a qualcun altro!
    Grotto: No, non lo farò più!
    The Punisher: Conto alla rovescia: cinque!
    Grotto: Sparagli, spara!
    The Punisher: Quattro!
    Daredevil: Ehi, lo porterò io alla polizia, Frank! Mi assicurerò che paghi per quello che ha fatto!
    Grotto: Ma che fai?
    The Punisher: Tre!
    Grotto: Spara! Spara, avanti!
    The Punisher: Spara, rosso, dai spara!
    Daredevil: No!
    The Punisher: Se muore è colpa tua, se mi spari sei un killer. Due!
    Daredevil: Che razza di scelta è?
    The Punisher: La faccio ogni volta che premo il grilletto!
  • [Ultime parole] Perché... non l'hai... fermato? (Grotto)

Episodio 4, Penny e decino

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  • "Preziosa agli occhi del Signore è la morte dei suoi santi". Be', Elliot Grotto non era un santo. Era un uomo imperfetto. Ogni domenica senza eccezioni lui veniva qui, tutto solo, e sedeva sopra a quella panca. Spesso vedevo che prendeva quello che aveva in tasca, un biglietto da cento, qualche spicciolo, una volta perfino un rolex... e li metteva nel cesto delle offerte, sperando inutilmente nella redenzione. Cercava la luce, ma Elliot è morto nelle tenebre. Nessuno lo piange al funerale, tranne voi tre. Ora, potremmo dire che si è spenta una vita dedita ai peccati, ma una persona non è solo una persona; dentro ognuno di noi c'è un mondo che si intreccia con quello degli altri creando reazioni a volte uguali altre volte opposte. Si fa presto a dire "una vita si è spenta" ma ognuno ha un mondo in sè e oggi un mondo è andato perduto. (Padre Lantom) [elegia funebre]
  • Lantom: Matthew, cosa vai cercando?
    Matt: Il perdono.
    Lantom: Per cosa?
    Matt: Per non aver fatto di più.
    Lantom: Hai detto che hai fatto il possibile se sei l'uomo che credo sono sicuro che è vero.
    Matt: Allora perché mi sento in colpa?
    Lantom: Questo è positivo, è l'anima che spinge ad agire. Ti indica che qualcosa non va. L'unico modo per alleggerire il cuore è continuare a correggere gli sbagli finché non ti riscatti. Non so cosa non hai fatto o cosa avresti dovuto fare, ma il rimorso significa che il tuo compito non è ancora finito.
  • The Punisher: Sai, forse... mi sono sbagliato.
    Daredevil: Su cosa?
    The Punisher: Ti credevo una checca...
    Daredevil: Non fare lo sdolcinato adesso.
  • Daredevil: Che vuol dire, la filastrocca?
    The Punisher: Come scusa?
    Daredevil: La dici prima di premere il grilletto.
    The Punisher: Che cosa ne sai? Mi hai sentito?
    Daredevil: Ti ho sentito.
    The Punisher: Oh, cazzo. Sinceramente amico, a volte penso che tu sia sul serio il diavolo.
    Daredevil: Sì. Certe volte lo penso anch'io.
    The Punisher: È... "Un pezzo, due pezzi. Penny e decino" era il suo libro preferito. Devi attraversare l'oceano e combattere, sei convinto che avrai paura laggiù e invece no, quella parte mi riusciva bene, uccidere, vedere i miei compagni morire non... non mi toccava. Ho avuto paura solo in aereo, sulla via di casa. Pensavo che Dio non ci avrebbe più fatti tornare in patria, cazzo è buffo lo sai? Ma l'aereo è atterrato senza problemi, guidavamo nel traffico, passavamo davanti ai fast food, ai venditori di ciambelle, la merda che proteggi combattendo in guerra e l'auto si ferma. Davanti alla scuola. Vado fino alla sua classe, lei è lì, però non sa niente. Non sa che è tornato il suo papà. I ragazzi non- non stanno studiando, fanno una specie di yoga. Eh, eh, eh... già. Lei è lì, fa le posizioni, si piega e poi... ecco, si muove e sembra un fiore e, e, non riesci a comprendere come una cosa tanto bella possa essere... si insomma, come può averla creata uno come me? No? Poi alza gli occhi e mi vede. Io vedo lei. Mio Dio è vero, è tutto vero. Boom. Attraversa la classe di corsa e si getta tra le mie braccia e... e mi stringe così forte che quasi mi rompe una costola. Io e lei ce ne stiamo lì abbracciati, l'insegnante fa un video col cellulare per metterlo su YouTube o chissà dove ma non riesce a tenerlo fermo perché non- perché non fa che singhiozzare e i bambini urlano, mi fanno festa, piangono, io frigno più di tutti, non smetto di sorridere e intanto piango a dirotto. La mia bambina no. Non piange. È la mia piccola lei. Non piange anzi, mi sostiene. È mia figlia a consolarmi e dice: "papà lo sapevo, ah, lo sapevo!", andiamo a casa. Mia moglie, mio figlio, è tutto come lo avevo lasciato, come se la casa aspettasse il mio ritorno. E poi la botta. Già. Allora per la prima volta mi sono reso conto di quanto fossi... stanco. Tu sei mai stato stanco?
    Daredevil: Sì.
    The Punisher: Quindi lo sai. Io non riuscivo a fare niente, neanche... fare l'amore con mia moglie, giocare a palla con mio figlio, pensa che non ce la facevo neanche a bermi una birra. Ma lei no. Mia figlia era sveglia. Voleva che io... che le rimboccassi le coperte, ormai era grande per queste cose però non le importava. Aveva un libro. Sopra il cuscino. Era il suo preferito. "Un pezzo, due pezzi. Penny e decino", sì. Glielo leggevo tutte le sere prima di quella merda di guerra, però era finita papà era a casa ormai. Mi ha guardato, mi ha supplicato, mi ha pregato, e pregato. Ho detto di no. Papà è troppo stanco ora, però te lo leggerà domani. Te lo leggerà domani promesso. Già. Invece non c'è stato più nessun domani per lei, di lì a poco avrei stretto a me quel corpicino senza vita, c'era la carne viva dove prima c'era il suo viso.
  • The Punisher: Chi li ha uccisi?
    Finn Cooley: La tua famiglia?
    The Punisher: Si!
    Finn Cooley [ultime parole]: E a chi importa?
  • Daredevil [dopo aver consegnato The Punisher a Mahoney]: Prenditi il merito.
    Mahoney: Cosa?
    Daredevil: Hai sentito. Sei tu che l'hai preso, non dire che sono stato io.
    Mahoney: Perché?
    Daredevil: Per proteggerci. Per la legge e l'ordine.
    Mahoney: Vuoi insegnarmi il mio lavoro?
    Daredevil: Sì, fai l'arresto. Prenditi il merito, fatti anche promuovere.
    Mahoney: Cazzate.
    Daredevil: No, tutti sapranno che la legge funziona. Non la sua giustizia o la mia. Basta giustizieri in città, tocca alla polizia.
    Mahoney: Ma non è la verità.
    Daredevil: Fa in modo che lo diventi.
    Mahoney: Cazzo! Vai, forza! Non so chi tu sia, [riferendosi a The Punisher] però non sei lui.

Episodio 5, Kinbaku

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  • [Primo incontro tra Matt e Elektra]
    Elektra: Belle scarpe.
    Matt: Come?
    Elektra: Le Oxford. Te le lucidi da solo?
    Matt: Heh. Che ne sai?
    Elektra: Be', sei un libro aperto.
    Matt: Potrei... sorprenderti.
    Elektra: Ne dubito.
    Matt: Ok. Ti va... ti va di provare?
    Elektra: Sì. Vuoi per forza appartenere a qualcosa e a qualcuno, per questo ti imbuchi alle feste esclusive della facoltà, e non perché sei stufo della routine fatta di videogame. E ora... la tua mente viaggia, ti stai chiedendo cosa potresti dire o fare per suscitare il mio interesse, perché l'ultima cosa che vuoi è passare la serata con quel whisky e il tuo goffo amico scarmigliato. Sai qual è il problema? Sei bello, e la cecità ti rende intrigante, ma stupido. Hai perso prima di iniziare a giocare.
    Matt: E l'hai dedotto da un paio di scarpe?
    Elektra: Velocemente.
    Matt: Vuoi sapere che penso?
    Elektra: Dimmi.
    Matt: Il gioco è appena iniziato. [Elektra ghigna] Anche se bevi tequila artigianale e hai modi da scuola di bon ton e sei più ricca di un sultano e hai tutto il mondo ai tuoi piedi, ti annoi molto.
    Elektra: Dici?
    Matt: Be', passi il tempo a studiare le scarpe di un estraneo. Tu ti stai rompendo a questa festa di ricconi spilorci perché i soldi di papà non possono farti avere ciò che vuoi.
    Elektra: E che cosa vorrei?
    Matt: Vuoi l'imprevisto.
  • [Flirtando Matt e Elektra iniziano a combattere]
    Elektra: Hai detto che eri cieco.
    Matt: E no, l'hai detto tu.
    Elektra: Quindi ci vedi.
    Matt: È complicato. E tu non avevi fatto danza classica?
    Elektra: È vero. In inverno, quando il maestro di capoeira tornava in Angola.
  • Marci: Sbronziamoci e sfoghiamoci un po', inizia tu.
    Foggy: Matt esce con la segretaria.
    Marci: Carina? Bionda? È il tuo tipo?
    Foggy: Sì.
    Marci: Uhm. La risposta giusta è: "l'unica persona perfetta per me sei tu Marci".

Episodio 6, Solo rimpianti

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  • Matt [dopo aver scoperto che Elektra sa della sua doppia identità]:Come sapevi che ero io?
    Elektra: Lo sapevo perché guardo il TG: "l'arresto formidabile di Wilson Fisk".
    Matt: Porto una maschera.
    Elektra: Non puoi mascherare quel culo, lo riconoscerei ovunque.
  • Matt: Sei molto bella.
    Elektra: Tu che ne sai?
    Matt: La gente si gira. E aumentano i battiti.
  • The Punisher [dopo aver rivelato perché ha ucciso Grotto]: Ma lei non correva rischi, ok? Volevo solo che lo sapesse.
    Karen: Be', devo crederle sulla parola.
    The Punisher: Certo, non c'entra niente la mia parola.
    Karen: No?
    The Punisher: No. Lo sa che cosa è un tiratore scelto? Ne ha sentito parlare?
    Karen: No.
    The Punisher: Ok, ce l'ha di fronte. Il mio corso a Quantico era di livello 7, lì ti insegnano una specie di motto ovvero "un colpo, un morto" se avessi voluto ucciderla sarebbe morta.

Episodio 7, Semper fidelis

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  • Giudice: Avvocati, abbiamo visionato quattrocento potenziali giurati e vi avviso: se non siete d'accordo a procedere con i dodici che sono stati selezionati renderò questo processo un inferno per tutti voi!
    Matt: Vostro onore, non si vedeva un processo simile da anni, trovare una giuria imparziale è dura.
    Foggy: Tutti hanno un'opinione su Frank Castle.
    Giudice: È New York signor Nelson, e tutti quì hanno un'opinione su tutto.
  • [Karen comunica a The Punisher l'intenzione di usare il disturbo post-traumatico da stress come difesa]
    The Punisher: Non fatelo. È un insulto.
    Karen: Succede a molti reduci.
    The Punisher: Non sto parlando di me, parlo di loro. È un insulto verso le persone che ne soffrono, volete sedervi in aula e poi classificarmi come l'ennesimo caso di ex-combattente che ha perso la testa? Eh? Magari piacerà a qualche giuria stronza di un tribunale di merda. Non è sul campo di battaglia che tutto è andato a puttane.
  • Le cose più belle ti lasciano senza fiato. (Elektra)
  • Signore e signori della giuria, l'imputato Frank Castle non è... scusate. Ahm. Il signor Castle è... be', è una vittima... no non lo è. Dunque, tu hai... diciannove anni, la sabbia è bollente e il sole picchia forte. C'è rumore, grida, degli spari. L'unica cosa che sai per certo è che ora sei circondato dal nemico. Ma lo fai, e resisti. Perché? Hai degli ordini e hai dei doveri, e anche perché la tua vita non finisce lì. Le persone che ami ti aspettano a casa, perché oltre a essere un marine decorato l'uomo davanti a voi è un bravo marito e anche un ottimo padre. Frank Castle, tornato dall'inferno della guerra non vuole nient'altro che ricominciare da capo ma sua moglie, il figlio e la figlia vengono ammazzati da dei criminali e nessuno, né la polizia, e neanche il nostro procuratore, si sono battuti per lui. Frank Castle non è mai ritornato a casa: è passato da una guerra all'altra! Non processiamo un giustiziere ma il fallimento del sistema giudiziario, quì c'è un uomo che è stato usato come pedina per coprire gli errori del sistema, la procura vuole sangue, huh, ma come dice il giudice: deve provare le accuse oltre ogni ragionevole dubbio. Quindi oggi vi chiedo di avere una mente aperta. (Foggy Nelson) [arringa]

Episodio 8, Colpevole come il peccato

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  • Foggy: Ci può dire in che modo il tenente Frank Castle ha avuto la Navy Cross?
    Schoonover: Vista la natura della missione lei capirà che certi particolari sono riservati.
    Foggy: E... e quelli non riservati?
    Schoonover: Il tenente Castle era membro di una squadra che conduceva una ricognizione speciale nella regione dell'Hindu Kush, la missione fu compromessa, i nemici li cinsero su tre fronti, il tenente voleva ritirarsi, annullando la missione, avrebbero salvato delle vite, l'ufficiale invece si rifiutò.
    Foggy: E perché mai?
    Schoonover: Forse voleva più medaglie sul petto, non importa. Ma Frank aveva ragione. Vennero isolati, bloccati in una gola.
    Foggy: E poi cosa accadde?
    Schoonover: Nel giro di un'ora l'ufficiale al comando della missione perse un braccio e il tenente Castle gli subentrò. Il suo scopo era salvare la squadra. Avevano preparato un'imboscata nell'unica ZA che poteva accogliere i falchi.
    Foggy: Scusi colonnello?
    Schoonover: ZA significa Zona di Atterraggio che può ricevere gli elicotteri. Il nemico aveva bloccato questa zona sapendo che era l'unica chance di salvarsi per la squadra, dovevano aspettare che i nostri arrivassero da loro.
    Foggy: Pesci nella rete.
    Schoonover: Diciamo così. Ma il pesce non sa che morirà, quegli uomini sì. Frank andò nella ZA tutto da solo per cacciare via i bastardi.
    Foggy: Perché non mandò uno dei suoi uomini? Avrebbe potuto.
    Schoonover: Non è da lui. Quegli uomini sentirono gli spari, era un inferno, Frank contro Dio sa quanti, e poi il silenzio. La squadra pensò: "è finita, Frank è morto, ora tocca a noi". In quell'istante sentirono rumore di elicotteri, andarono alla ZA e videro Frank Castle, con un gran sorriso e ai suoi piedi trentadue mujaheddin morti. Quel figlio di buona donna aveva eliminato il nemico.
    Foggy: Come?
    Schoonover: Perché è Frank Castle.
  • Reyes: Mio padre servì in Vietnam, sa cosa mi disse delle medaglie?
    Schoonover: No, signora.
    Reyes: Disse che solo chi c'era stato poteva sapere come fosse andata. Ci ha raccontato una bella storia, ma chi assicura che sia andata esattamente nel modo da lei descritto?
    Schoonover: Forse non sono stato chiaro: io ero presente. Quell'ufficiale che mise a rischio la vita dei suoi uomini sono io. E deve credermi io ringrazio Dio ogni giorno di aver perso solo un braccio, ha salvato la vita a me e al resto della squadra. Per ciò che mi riguarda Castle meriterebbe una Medaglia d'Onore.
  • Stick: Tutto ebbe inizio secoli fa, nessuno sa quanti ma la merda in cui siamo sommersi... è antica. All'epoca le bande dei signori della guerra dominavano le campagne, non era molto diverso da oggi, sanguinari, bestie avide di saccheggi, di donne, di alcol... la solita vecchia storia. Ma un giorno una di queste accozzaglie di stronzi si imbatte in una cosa che non era in grado di comprendere pienamente, un vero tesoro, né oro né rubini... niente del genere... trovarono il segreto.
    Matt: Che segreto?
    Stick: Dell'immortalità. Riportare i morti in vita.
    Matt: Ma per favore.
    Stick: Credevo che fossi cattolico, Matty, la tua religione non si fonda tutta su un tizio che è morto e risorto? Quindi, liberi dalla paura della morte, questi brutti stronzi si fanno avanti, uccidono il maestro, lo soppiantano e macchiano le coste dell'estremo oriente col sangue di tutti quelli che si intromettono, diventano più numerosi, più potenti, più ricchi, si espandono in Asia e alla fine si danno anche un nome "Yami no Te", vuol dire "La Mano". [...] Però la Mano commise uno sbaglio.
    Matt: Si fece dei nemici.
    Stick: Bingo. C'è chi dice che era un bambino, la Mano invade il suo villaggio e uccide tutti quanti, o quasi. Il ragazzo prende il coltello che era piantato nel petto di sua madre... e inizia l'opera. Elimina alcuni dei migliori guerrieri della Mano. Giacciono morti. Lui è in piedi. Gli danno un nome, "Il Casto".
    Matt: Li uccise un bambino da solo?
    Stick: Il bimbo cresce, e raduna più guerrieri che può: uomini, donne, giovani o vecchi non importa, basta che sappiano lottare. E lottano, senza alcuna pietà. Sono l'unica protezione che il mondo ha contro la Mano.
  • Si, quelle... persone... che ho ammazzato, che ho... le ucciderei ancora sappiatelo. Questo è un circo, è tutta una farsa, è una recita! È una gran cazzata questa storia che sono pazzo. Non sono pazzo. Chiaro? So che cosa ho fatto! E so chi sono. Non ho certo bisogno del vostro aiuto. Ho pieno possesso delle mie facoltà mentali e ho ucciso tutti quei farabutti, e quegli stronzi quei... quei pezzi di merda, confesso li ho ammazzati perché... perché mi piaceva! Dai avanti, cazzo! Sono qui! Io fremo sì! Sì, sto fremendo, non vedo l'ora di rifarlo! Voi credete di spedirmi in un manicomio? Dove i dottori cercheranno di impedirmi di fare ciò che voglio? Non succederà mai! Non ve lo permetterò! Mi chiamate The Punisher, vero? Lo spietato Punitore! Eccomi qua! Chi cerca trova! Sono The Punisher, sono qui! Mi volevate? E quelli venuti oggi mi ascoltino forte e chiaro: potete baciarmi il culo! Sentito? Colpevole! Ehi giudice, mi dichiaro colpevole! Colpevole! Colpevole! E vi ucciderò tutti quanti! Vi ucciderò tutti quanti! (The Punisher)

Episodio 9, Sette minuti in Paradiso

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  • A chi non puoi insegnare a volare insegna a cadere in fretta. (Dutton)
  • Dutton [ultime parole]: Ho sentito di te, le notizie corrono veloce, ma quel giorno c'erano molti criminali e ogni dito ha premuto un grilletto. Pensi che questa tua crociata non finirà mai, vero? Vero?
    The Punisher [accoltellando Dutton]: Sì... sì, hai ragione. Hai ragione.
  • Kingpin: Vedi, tutti mi hanno avvisato che la prigione è un ambiente inospitale e disumano, lo è, ma io l'ho trovata corroborante. Una perfetta riproduzione del mondo animale. Quando una bestia vuole qualcosa, quando ne ha bisogno, calpesta ciò che è sul suo cammino.
    The Punisher: Mi vuoi fare uscire perché calpesti ogni merda che vedo? Così nessuno diventerà forte e ti impadronirai della città.
    Kingpin: Più o meno è così, sì.
    The Punisher: Ma se puoi fare uscire me, perché non esci anche tu?
    Kingpin: Perché io guardo a lungo termine, signor Castle. Vedi, quando io uscirò da questa gabbia non sarà per dichiarare guerra ma sarà per vincerla.
  • Daredevil: Aspetta... eri morto!
    Nobu: Non esiste. La morte non esiste.

Episodio 10, L'uomo nella cassa

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  • Le regole ci distinguono dagli animali, signor Murdock. (Benjamin Donovan)
  • [Matt visita Fisk in prigione]
    Kingpin: Ultimamente Hell's Kitchen è movimentata, pazzi che sparano, guerre tra bande... capisco che sia agitato e che cerchi risposte ma io non ne ho. A volte sono felice di trovarmi qui, il destino di New York non è in mano mia, per una volta.
    Matt: Basta cazzate!
    Kingpin: Non so cosa si aspetti da me, ma l'incontro è terminato. [fa un cenno al suo avvocato] Donovan. [Donovan spegne il registratore]
    Matt: Vanessa. Lei mi ha chiesto se ricordavo la galleria d'arte, certo mi ricordo bene di lei. È fuori dal paese e vuole ritornare in patria.
    Kingpin: Ci lasci. [Donovan esce]
    Matt: Adesso mi ascolti attentamente: ricorrerò a ogni cavillo possibile, a ogni appiglio, per far sì che non avvenga mai. A differenza dei suoi avversari, signor Fisk, posso distruggerla senza infrangere la legge, lei avrà avvocati cari ma con una busta e un'affrancatura da sei dollari farò in modo che Vanessa non metta più piede sul suolo americano. Una lettera all'ufficio giusto e le faccio ritirare il visto, posso dimostrare che è stata complice dei suoi crimini. È convinto di scontare la sua pena, saltare su un jet per poi raggiungerla, vivere in posti come Monaco o dove voi avidi uomini d'affari vi andate ad abbronzare, ma non potrà. La andrà a trovare, ma non vivrà mai con lei perché questa è New York Wilson, la sua città, è la sua giungla, è la sua famiglia, così come la mia. Vanessa non tornerà mai, e lei non se ne andrà, se cerca di fottermi anche solo un po' non potrà più stare con la sua adorata Vanessa finché avrà vita.
    Kingpin [si libera dalle manette e lo aggredisce]: Riprovi a nominarla! Avanti! [Matt lo colpisce] Sì, certo, è il figlio di un pugile!
    Matt: Lei governa questa prigione! Lei lo ha fatto fuggire!
    Kingpin: Le sue accuse non la porteranno a niente Murdock!
    Matt: Io so che sta riguadagnando potere!
    Kingpin: Lo chieda al mio avvocato, negherà tutto! E anche le guardie lo negheranno! Forza, lo chieda ai detenuti, si taglierebbero la lingua prima di parlare! Però io sì che ho qualcosa da dirle: quando finalmente uscirò da questa gabbia la farò pagare molto cara a quei due principianti che mi hanno sbattuto qui dentro, a lei signor Murdock e a Franklin Percy Nelson!
    Matt: L'ho sbattuta dentro io, non Nelson! Solo io!
    Kingpin: No! Entrambi vi siete presi il merito e entrambi pagherete! Vi taglierò quelle teste di serpente velenoso e spenderò ben di più di sei dollari di affrancatura pur di farvi fuori! Ho avuto molto tempo per riflettere sulle mie azioni signor Murdock, sui miei sbagli e su ciò che ho dato per scontato, e quando mi sforzo di dormire in questo buco squallido c'è un solo pensiero che mi consola e mi rincuora, è la speranza il sogno di dominare questa città! La città che mi ha dato i natali, con la donna di cui mi sono innamorato, colei che io amo con-con tutto me stesso, signor Murdock, se lei teme che Frank Castle porti scompiglio a Hell's Kitchen... aspetti e vedrà.
  • Matt: Credevo avrebbe funzionato, davvero, la legge... ma è inutile, tutte le cose che faccio non vanno mai in porto.
    Claire: Parli con una che ricuce sempre gli stessi drogati ogni sera, capisco che vuol dire fare troppe cose senza finirne una.

Episodio 11, .380

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  • La cosa brutta dei martiri, è che muore sempre brava gente. (Claire Temple)
  • Chi non sa un cazzo di armi compra pistole scintillanti o con- con una bella impugnatura, c'è sempre il coglione che prende un cannone che scalcia come un mulo. Hai paura di usarla ma una .380 è buona. Forse non è il tuo primo rodeo. (The Punisher) [a Karen]
  • Karen: Non mi piace ciò che fai. E alla fine penso che il posto giusto per te sia in prigione, però sei... sincero, non- non mi hai mai mentito.
    The Punisher: E lui?
    Karen: Chi?
    The Punisher: Andiamo, non fare così. Ok: l'avvocato... non quell'altro, Murdock.
    Karen: Ah. Sì. Sì, lui ha dei problemi, è complicato, come molta gente. È una persona chiusa penso che dentro di lui sia piuttosto-
    The Punisher: Lo ami. Vero?
    Karen: E tu che ne sai?
    The Punisher: Che ne so di cosa?
    Karen: Non... sai.
    The Punisher [ride]: Andiamo, in tribunale ti si leggeva in faccia anche in mezzo a tutto quel casino. Lo ami. [rivolto alla cameriera] Signora! Un altro po', grazie.
    Karen: Forse provo qualcosa per Matt Murdock ma è un turbine di sentimenti come- [...] È il tipo di uomo che ferisce le persone. Non come te ma... fa del male agli altri. Li spezza.
    The Punisher: Sì, e allora? Non capisco?
    Karen: È uno di quelli che elimini dalla tua vita.
    The Punisher: Ah, sì? Molti mi considerano fuori di testa quindi forse non significherà molto ma è la cosa più assurda che abbia mai sentito! Le persone che possono ferirti sono proprio quelle- quelle che ti stanno più vicine, quelle che arrivano dentro di te che, ti dilaniano e pensi che non ti riprenderai mai più, cazzo! Io mi taglierei un braccio quì, in questo locale per sentirmi così per mia moglie. Maria non solo mi spezzava il cuore, lei... me lo strappava, lo faceva a pezzi, lo calpestava e lo dava in pasto al cane, era spietata. Mi ha fatto soffrire... ma non potrà più farlo. Non sentirò più quel dolore. Tu stai seduta quì e sei confusa, però lo provi. Tu hai tutto. Tienilo stretto. Con entrambe le mani, e non lasciarlo. Capito?
  • Madame Gao: Però temo che la strada che hai scelto non sarà dritta né in discesa.
    Daredevil: Non lo è mai.

Episodio 12, Il buio in fondo al tunnel

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  • Le storie non scompaiono mai, cambiano e diventano storie diverse. (Mitchell Ellison)
  • È buffo, quando sei in guerra non ti fai veri amici, non se combatti come si deve. Non hai voglia di affezionarti a nessuno perché... non tutti torneranno a casa. Ma allo stesso tempo, devi pur provare qualcosa, altrimenti per chi combatti? (Ray Schoonover)
  • È doloroso crescere i figli. Insegnamo loro ad essere forti e indipendenti, non capiamo che quando lo diventano perdiamo il controllo su di loro. (Nobu)
  • Stick: Matt non è venuto a salvare me, è venuto a salvare te.
    Elektra: Io non devo essere salvata.
    Stick: Da te stessa bimba, sapeva che se mi avessi ucciso non saresti potuta tornare indietro. Quindi ti ha fermata, perché pensa che ne valga la pena. Meritatelo.
  • [Ultime parole] Tu, stupido figlio di... (Ray Schoonover)

Episodio 13, Una giornata fredda a Hell's Kitchen

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  • Daredevil: Che... che dici se... pensavo, d'ora in poi, se ce la facciamo... ovunque tu vada, io verrò con te.
    Elektra: Non dici sul serio.
    Daredevil: Mai stato più serio. Questa è una parte di me che mi serve, e tu sei l'unica a capirmi. Senza non mi sento vivo, proprio per niente, e l'ho capito ora, grazie a te. Non so cosa siamo insieme e se- se abbiamo una possibilità in futuro... io... io però con te sono libero come... come con nessun altro.
    Elektra: Ti nascondi da te stesso. Tieni lontane le persone.
    Daredevil: No, ho fatto entrare te. Pensaci, se non finisse qui? Se fosse solo il principio?
    Elektra: No, ci troveranno.
    Daredevil: Be', ci sposteremo. Cambieremo identità, vedrai, non ci prenderanno mai. Che ne dici?
    Elektra: Uh, dico... di andare a Londra. Eh? Madrid. Tunisia. Andiamo in posti romantici.
    Daredevil: Io non... non mi sono mai spinto più a nord della centosedicesima.
    Elektra: Perché tu ami New York.
    Daredevil: E morirei per lei ma c'è una cosa in questo mondo che mi fa sentire più vivo, e sei tu.
    Elektra: Io sono Black Sky, Matthew.
    Daredevil: Sì, e io sono il Diavolo di Hell's Kitchen.
  • Nessuno sfugge al proprio destino. (Nobu)
  • [Ultime parole] Finitelo! (Nobou)
  • Daredevil: Sei finito Nobu, tu e la tua armata, lascerai in pace la mia città!
    Nobu: La tua città non appartiene a nessuno a meno che... non diventi nostra.
  • [alla tomba di Elektra]
    Matt: Sai, al college le comprai delle rose, lei odia le rose. Volevi che morisse?
    Stick: Ne è valsa la pena?
    Matt: Cosa?
    Stick: Amarla.
    Matt: Mi hai insegnato a rompere i legami con l'umanità, con le persone. Ho passato poco tempo con lei in mezzo a confusione, caos e violenza. Siamo stati insieme per pochi momenti. Orchidee. Le piacciono quelle. E sì, Stick, ne è valsa la pena.
  • Non pensavo di sentirmi sola in una città che ha milioni di abitanti. (Karen Page)
  • Karen: Non... non smetto di fissare lo schermo vuoto.
    Ellison: Hai un blocco.
    Karen: Uh.
    Ellison: C'è un rimedio: lo scotch.
    Karen: Aiuta a scrivere?
    Ellison: Ecco... no. Ma fa si che non te ne importi un granché.
  • Siamo a New York e le persone credono di aver visto qualunque cosa, ma si sbagliano. Scrivi qualcosa che non sanno. Cazzo, me lo leggerei al volo. (Mitchell Ellison) [a Karen]
  • Che vuol dire essere un eroe? Guardati allo specchio e lo saprai. Guardati negli occhi e dimmi che non sei eroico, che non hai patito, o sofferto... o perso le cose a cui tenevi di più. Eppure eccoti qui... un superstite di Hell's Kitchen... il posto più pericoloso che c'è. Un posto dove i codardi hanno vita breve, quindi devi essere un eroe. Lo siamo tutti. Alcuni più di altri ma nessuno è solo. C'è chi si sporca le mani per proteggere il quartiere, altri spargono sangue per fermare l'ondata di crimine, la crudeltà, il diffuso disprezzo per la vita umana. Ma questa è Hell's Kitchen. Angelo o diavolo, ricco o povero, giovane o vecchio, tu vivi qui. Non hai scelto questa città, ti ha scelto lei. Un eroe non è qualcuno sopra di noi che ci protegge, un eroe non è un Dio o un concetto, un eroe vive qui per la strada, in mezzo a noi, con noi. Sempre qui, quasi mai riconosciuto. Guardati allo specchio, vediti per quello che sei veramente. Sei un newyorkese. Sei un eroe. Questa è la tua Hell's Kitchen, è la tua casa. (Karen Page)

Voci correlate

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