Guido Almansi
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Guido Almansi (1931 – 2001), critico letterario e teatrale italiano.
Citazioni di Guido Almansi
[modifica]- Butler non compra opinioni, nemmeno da Aristotele o da qualche altro «ipse dixit»: se le fabbrica da sé; le idee gli nascono in testa. Ed è così che nascono le sue bizzarrie e i suoi colpi di genio, le sue intuizioni e le sue affermazioni aberranti, le sue passioni idiosancratiche e i suoi meravigliosi paradossi.[1]
- Come definirlo: scrittore? Sì certo; ma avrebbe voluto essere qualcos'altro, per esempio un pittore. [...] Per tutta la vita ha voluto essere accettato dall'estabilishment artistico inglese, senza riuscirci, o riuscendoci solo a metà e per brevi periodi. O forse, più che un pittore era un artista della fotografia, l'arte visiva in cui dimostrò le sue doti migliori. O forse non era un fotografo bensì un musicista fallito [...]. O forse non era nemmeno un musicista (e meno ancora un compositore), ma un dilettante di genio che si sporcò le mani con tutte le arti.[1]
- Di una cosa però siamo certi: Samuel Butler era uno spirito bizzarro, prototipo del bastian contrario. Perché questo gentiluomo vittoriano, rispettabile, abbastanza benestante per gran parte della sua vita, giustamente diviso fra un'amante fissa di sesso femminile (che visitava ogni settimana, e a cui non rivelò il suo vero nome per almeno dieci anni), e giovani amici di sesso maschile cui versò regolarmente una pensione anche nei periodi in cui le sue condizioni finanziere erano precarie (oltre ai vari sodali maschi cui dedicò la massima parte della sua attenzione devota durante gli anni più avanzati e la vecchiaia), trovava la sua verità interiore nell'opposizione. A tutto e a tutti.[1]
- L'isola per Stevenson non è un miraggio della salute, ma un passaggio da una malattia a un'altra malattia. Alla fine dell'avventura Jim non rimpiange certo quell'"isola maledetta"; il suo incubo non è più "il marinaio con una gamba sola" bensì il suono della "risacca lungo le coste". L'isola del tesoro è un testo molto più complesso di quanto appaia a prima vista.[2]
Maramao
[modifica]- M'illumino d'immenso | per un picciol compenso. (Il compenso, p. 14)
- Culin culello | l'amore è bello | vicino a te... (Culin culello, p. 64)
- Se la balena fa la cacca | sale nel mare la risacca | ma niente accade se il colibrì | s'accinge a fare un po' di pipì. (Cacapipì, p. 65)
- Sull'Arno di cacca | si specchia una vacca. (Firenze, p. 66)
- Il mattino ha il toro in poppa. (Il toro, p. 83)
- Mogli e buoi, son fatti tuoi. (Fatti tuoi, p. 88)
- Di scuola ce n'è una sola | di mamma ce n'è una gamma. (Le mamme, p. 92)
- Tra il dire e il fare | c'è di mezzo il mare. | Tra il dire e il dolce far niente | c'è di mezzo il conto corrente. (Il conto corrente, p. 93)
- Dante | era molto arrogante. | Di parlare coi santi assumeva il diritto. | Solo col Padre Eterno è stato un poco zitto. (Dante, p. 113)
- Impallinare un povero leprotto | è cosa da brigante o galeotto || cucinarlo con spezie rare e vino | mostra poca pietà per il meschino || ma quando lo si mangia è un'altra favola | cessa il moraleggiar quando si è a tavola. (Lepre in salmì, p. 125)
Note
[modifica]- ↑ a b c Dalla prefazione a Samuel Butler, Dizionario dei luoghi non comuni, a cura di Guido Almansi e Carla Maria Gnappi, Guanda, Parma, 1996, pp. 7-16. ISBN 88-7746-328-7
- ↑ Da I tesori di Stevenson, la Repubblica, 8 gennaio 1991.
Bibliografia
[modifica]- Guido Almansi, Maramao, Longanesi, Milano, 1989.
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