Thor
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Thor, divinità della mitologia norrena, noto come il dio del tuono.
Citazioni di Thor
[modifica]- [Rivolto a Loki] Quando non ho il mio martello, tu sei più bravo di me a convincere le persone a fare le cose. (Neil Gaiman)
- Quando succede qualcosa di male la prima cosa che penso è: "È colpa di Loki". Si risparmia un sacco di tempo. (Neil Gaiman)
Citazioni su Thor
[modifica]- I teisti di oggi ammetteranno di essere completamente atei quando si tratta di Baal e del Vello d'Oro, di Thor e Wotan, di Poseidone e Apollo, di Mithras e Ammon Ra. Siamo tutti atei rispetto alla maggior parte degli dei che gli uomini hanno venerato. Alcuni di noi vanno semplicemente avanti di un dio. (Richard Dawkins)
- Il martello di Thor si chiamava Mjollnir. I nani Brokk ed Eitri lo avevano fabbricato per Thor. Era uno dei tesori degli dèi. Se Thor lanciava il martello contro qualcosa, il martello non falliva mai il bersaglio, e poi tornava indietro, e volava fino alla sua mano. Poteva rimpicciolirlo e nasconderlo nella tunica, e poi poteva ingrandirlo di nuovo. Era un martello perfetto in tutto tranne una cosa: l'impugnatura era leggermente corta, e quindi Thor doveva farlo roteare con una mano sola. (Neil Gaiman)
- Thor, il figlio di Odino, è il dio del tuono. È diretto quanto suo padre Odino è astuto, di buon carattere quanto suo padre è infido. (Neil Gaiman)
- Va detto che un tempo alcuni iniziati alla magia, ovvero Thor, Odino e molti altri capaci di meravigliose illusioni, ottenebrate le menti dei semplici, cominciarono ad arrogarsi il titolo di dèi. La Norvegia, la Svezia e la Danimarca furono soggiogate da quella vana credulità e si dedicarono al loro culto diffondendo il grave contagio di quell'imbroglio. L’effetto dell’inganno di quei maghi crebbe talmente che anche i popoli vicini venerarono in loro una certa potenza divina e li ritennero dèi o amici degli dèi. Resero voti solenni a degli avvelenatori ed esibirono per quell'inganno sacrilego il rispetto dovuto alle cose sacre. (Saxo Grammaticus)
- Ma sebbene sia capitato che qualcosa sia stata così forte o potente che Thor non abbia potuto sconfiggerla, tuttavia non è necessario parlarne, poiché ci sono molte prove del fatto che Thor è il più potente, e perciò sono tenuti a crederlo.
- Thor è fra essi l'eminente, egli è detto Ásaþórr o Ökuþórr. È il più forte fra tutti, dèi e uomini.
- Thor possiede due capri che così si chiamano: Tanngnióstr e Tanngrisnir, e un carro con cui viaggia e i capri tirano il carro; perciò egli è detto Ökuþórr. Egli possiede anche tre oggetti preziosi; uno di questi è il martello Miöllnir che i giganti della brina e i giganti delle montagne conoscono quando arriva per aria, e ciò non è strano: esso ha fracassato il cranio a molti dei loro padri e parenti.
- Si può dire che uno non ha visto uno spettacolo spaventoso se non abbia potuto vedere come Thor trafisse con gli occhi il serpe e come il serpe lo fissava di contro dal basso e sputava veleno.
- Aiutami, Signore. Chi sono gli dei che infestano le mie notti e turbano la mia pace? Odino, Thor e Freyr. Ci hai detto di non venerare falsi dei, ma io li ho visti. Ho visto Thor nel cielo e le scintille sprizzare dal suo martello. Ho visto il mare gonfiarsi dalla sua rabbia. Perché non dovrei credere alle cose che ho visto coi miei occhi?
- Chi non l'ha udito colpire la sua incudine nella tempesta? Chi non crede nel potente Thor, uccisore del gelo e del fuoco?
- Nella pioggerella che scende dal cielo, sento il mio Dio, ma nel tuono continuo a sentire Thor.
- Thor sta battendo il suo martello. I fulmini sono le scintille della sua incudine. Ma Thor non è in collera con noi, l'ho capito adesso. Perché dovrebbe essere in collera con noi? Perché dovrebbe voler affondare la nostra nave? Non riuscite a capire? Sta festeggiando. Vuole darci buone notizie. Lui vuole dimostrare a tutti noi che questa nave non può affondare. Lui ama questa nave!
- Thor ucciderà il serpente, ma morirà per il suo veleno.
- Un giorno, il dio Thor, figlio della terra, stava pescando nel mare del serpente, usando una testa di bue come esca. Jörmungand s'impennò, e le onde colpirono le coste mentre si attorcigliava e contorceva come una furia. Erano ugualmente forti, il serpente e il dio in quella lotta furiosa. Il mare ribolliva intorno a loro, ma poi l’amo venne rimosso e il serpente strisciò libero e s'inabissò di nuovo, velocemente, sotto le onde. E presto il mare fu calmo di nuovo come se nulla l'avesse disturbato.