Il Quadriregio
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FEDERICO FREZZI
IL QUADRIREGIO
a cura
di
ENRICO FILIPPINI
BARI
GIUS. LATERZA & FIGLI
tipografi-editori-librai
1914
Indice
- Libro primo - Del regno d'amore
- I. Come all’autore apparve Cupido, e questi lo condusse nel regno di Diana, ove a’ preghi del medesimo feri la ninfa Filena.pag
- II. Nel quale l’Amore prova per molti esempli che nessuno può far resistenza a lui ed alle sue saette
- III. L’autore vien tradito da un satiro, mentre cerca Filena, che, aspramente da Diana punita, in quercia si trasmuta
- IV. Lamento dell’autore sopra la perduta Filena: promessa di piú bella ninfa fattagli da Cupido
- V. Dell’avvenimento di Giunone invitata alla festa di Diana
- VI. Della caccia del cervo per la gara della ghirlanda tra Lisbena e Lippea
- VII. Come la ninfa Lippea fu coronata della ghirlanda, che avea vinta
- VIII. Come Cupido, irato con la ninfa Lippea, la feri d’una saetta d’oro
- IX. Come la ninfa Lippea si duole che le convien partire.
- X. Nel quale l’Amore discorre delle varie impressioni dell’aere con l’autore, a cui da Venere vien promessa la ninfa Ilbina. *1
- XI. Come la dea Minerva discese e seco menò Ilbina ninfa
- XII. Come la dea Minerva racconta all’autore l’eccellenza del suo reame
- XIII. Come l’autore trova una ninfa chiamata Taura, la quale gli rende ragione di molti fenomeni
- XIV. Come Cupido fece battaglia con Vulcano e come a prego di Venere Giove discese dal cielo e pose pace fra loro
- XV. Come l’autore trova una ninfa di Cerere, chiamata Panfia, la quale gli conta il reame di Eolo, dio delli venti
- XVI. Del reame di Venere, e come le ninfe del medesimo reame dispiacquero all’autore, perché usavano atti disonesti d’amore; onde Venere il menda ninfe piú oneste, ma piú piene d’inganno
- XVII. Dove si tratta dell’inganno, che fu fatto all’autore dalla ninfa Ionia
- XVIII. Dove si tratta del reggimento della casa de’ Trinci e della cittá di Foligno
- Libro secondo - Del regno di Satanasso
- I. Come la dea Pallade appare all’autore e gli descrive la sedia e signoria di Satanasso.pag
- II. Come l’autore narra a Minerva che e’ si confida vincere Satanasso e suoi vizi
- III. Come l’autore mediante la dea Minerva ritornò dell’inferno, dove era disceso
- IV. Dove trattasi del limbo e del peccato originale
- V. Come l’autore trova certe anime, che stavano penando presso al limbo
- VI. Come l’autore, uscito dall’inferno, venne nel mondo nell’emisfero di Satan
- VII. Dove trattasi del regno d’Acheronte
- VIII. Dove trattasi della pena del gigante Tizio e quello ch’e’ significhi
- IX. Come l’autore trova la Morte, la quale parla acerbamente contro i mortali
- X. Dove l’autore discorre delle pene, che l’uomo dá a se stesso per false opinioni
- XI. Dove si tratta della pena di Sisifo
- XII. Dove l’autore parla di Flegias e della pena, che cagiona il timore
- XIII. Come l’autore vede la Fortuna
- XIV. Dove trattasi della pena, che dá l’Amore, quando ha il vero fondamento
- XV. Come l’autore riconosce la cittá di Dite in questo mondo, e quindi trova Circe, la quale trasmuta gli uomini
- XVI. Delle tre Furie infernali e delli tradimenti mondani
- XVII. Come l’autore vede il tempio di Plutone
- XVIII. Dove si tratta delli centauri
- XIX. Come l’autore trova Satan trionfante nel suo reame
- Libro terzo - Del regno de' vizi
- I. Come l’autore fu a battaglia con Satanasso e, umiliandosi, lo vinse
- II. Delle cagioni onde viene la superbia, e come ella è vizio principale
- III. Dichiaransi gli effetti della superbia
- IV. Ove trattasi del vizio dell’invidia e della sua natura
- V. Di tre spezie d’invidia e di Cerbero, dal quale l’autore fu assalito
- VI. Dichiarasi come l’invidia si oppone alla virtú
- VII. Ove trattasi del vizio dell’avarizia
- VIII. Dove si ragiona del vizio dell’avarizia
- IX. Del vizio dell’accidia e delli suoi descendenti rami
- X. Del vizio dell’ira e delle sue specie
- XI. Trattasi della pena dell’ira
- XII. Trattasi di certi che furono viziosi nell’ira, e si passa a discorrere del vizio della gola
- XIII. Delle specie e rami discendenti dal vizio della gola
- XIV. Della lussuria e delle sue specie
- XV. Trattasi piú in particolare delle specie e de’ rami discendenti della lussuria
- Libro quarto - Del regno delle virtù
- I. Del paradiso terrestre e di Enoc e d’Elia e dell’albero della scienza del bene e del male.pag
- II. Della condizione del paradiso terrestre e de’ fiumi, che quindi escono
- III. Della vertú della temperanza e sue laudi
- IV. Delle spezie e rami della temperanza
- V. Della virtú della continenza e delle sue spezie, e dell’astinenza
- VI. Della fortezza e delle sue spezie
- VII. De’ magnanimi e valentissimi, ne’ quali risplendette la virtú della fortezza
- VIII. Nel quale la Fortezza scioglie un dubbio dell’autore, e appresso incominciasi a trattare della prudenza
- IX. Nel quale ragionasi di assai antichi poeti, filosofi ed autori pag
- X. Delle specie ovvero delle parti della prudenza
- XI. Della virtú della giustizia, e come e perché furono trovate le leggi
- XII. Trattasi delle parti della giustizia
- XIII. Dove trattasi singolarmente della virtú dell’equitá e della veritá e de’ valenti canonisti e legisti
- XIV. L’autore vede il tempio della fede, e gli appare san Paolo, il quale gli ragiona di questa virtú
- XV. Di coloro che col lor sangue fondarono la fede, e delle cose che dobbiamo credere
- XVI. Della resurrezione de’ nostri corpi dopo il Giudizio
- XVII. Come Paolo apostolo menò l’autore al reame della Speranza
- XVIII. De’ peccati nello Spirito santo, i quali sono opposti alla speranza
- XIX. Come la Speranza conduce l’autore a parlare con la Caritá
- XX. Dove trattasi piú distintamente del purgatorio, e si risolvono certi dubbi
- XXI. Della caritá e dell’opere della misericordia corporali e spirituali
- XXII. La Caritá mena l’autore nel cielo e tratta delle cose superiori ed eterne
- Nota
- Glossario
- Indice dei nomi