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Pagina:Chi l'ha detto.djvu/537

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[1492-1494] Risolutezza, sollecitudine, ecc. 505


Cfr. Son. XXXIV in morte di Madonna Laura (CCLXI dell’ ediz. Mestica), e Lucret., De rer. nat., lib. III, vol. 1059. Il primo dice (v. al num. 887):

E compie’ mia giornata innanzi sera;

il secondo:

Mortua cui vita est prope jam vivo atque videnti.


È pure a costoro che la Bibbia promette la eterna beatitudine in un versetto che, detto con altre intenzioni, è stato applicato a citazioni satiriche:

1492.   Beati pauperes spiritu: quoniam ipsorum est regnum cælorum.1

(Evang. di S. Matteo, cap. V, v. 3. -
S. Luca, cap. VI, v. 20).

Ma il Vangelo intende per pauperes spiritu tutt’ altra cosa, cioè coloro che amano di cuore la povertà e la eleggono per amore di Dio, non per necessità; il popolo invece intende coloro che hanno poco spirito, cioè gli sciocchi, o minchioni! Anche questa dunque è una delle tante frasi tradotte a orecchio spropositatamente. Costoro assomigliano al contadino della favola:

1493.   Rusticus expectat dum defluat amnis.2

(Orazio, Epistolæ, lib. I, ep. 2. v. 42).

Il quale aspetta sulle sponde del fiume che le acque scorrano per poterle passare all’asciutto, ma il fiume seguita ad andare, at ille labitur, prosegue il poeta, et labetur in omne volubilis avum.

Udite con quanta severità giudichi costoro anche il più volte citato duca Francesco de la Rochefocauld nelle sue Maximes morales (§ CCCCXLV):

1494.   La faiblesse est plus opposée à la vertu que le vice.3

  1. 1492.   Beati i poveri di spirito, perchè il regno dei cieli è per loro.
  2. 1493.   Il contadino aspetta che il fiume passi.
  3. 1494.   La debolezza è più contraria alla virtù che al vizio.